Incendio del Teatro La Fenice La Fenice Theater Arson back |
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Incendio del teatro La Fenice: un caso molto sospetto.Perché nessuno parla dei lampadari?
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A tutti è noto che l'incendio del teatro La Fenice è scoppiato mentre erano in corso grandi lavori di restauro e mentre i canali attorno al teatro, in cui pescavano le pompe antincendio, erano all'asciutto per lavori di escavo. Ora io mi chiedo innanzittutto:"È possibile che i lavori di radicale restauro con rifacimento dell'impiantistica (quindi in primis degli impianti elettrici) e demolizione di soffitti e pavimenti, siano stati avviati senza che le suppellettili preziose, in particolare i monumentali lampadari antichi in vetro, fossero stati rimossi e riposti in luogo sicuro?"
Esaminiamo dunque più attentamente le ipotesi A e B2, che sembrano essere lo stato ufficioso dei fatti. Ufficioso perché sia la stampa che gli atti processuali si disinteressano completamente dei beni artistici mobili contenuti nel teatro, dilungandosi invece a fondo sulla simpatia per la canapa indiana di un paio di elettricisti. In tutta la lunga serie degli atti (chiunque può verificarlo facilmente sul sito di stenotipia.it con l'aiuto del "cerca in questa pagina" del Browser), mai si fa menzione della sorte toccata al lampadario monumentale della platea che pure, come vedremo, era forse il bene più prezioso e più appetibile contenuto nel teatro. Chi abbia frequentato La Fenice anche una sola volta certo ricorderà l'enorme lampadario al centro della platea: alto più di dieci metri e largo altrettanto, credo fosse uno dei più sontuosi realizzati al mondo. Forse non tutti sanno che un bel lampadario di Murano, nuovo, di dimensioni relativamente modeste, uno da salotto ricco, per intenderci, non fatica molto a raggiungere prezzi attorno a 100 milioni di lire. Mi chiedo: "Quale poteva essere il valore antiquario di quel capolavoro irripetibile, vecchio di quasi due secoli e ammantato del prestigio di Venezia e della Fenice?". A margine annoto che il lampadario in questione pare non fosse di Murano ma fabbricato a Liverpool nel 1890. Esperti vetrai da me consultati suggeriscono la stima di alcuni milioni di dollari, basandosi su un altro grande lampadario, meno ricco e famoso, battuto a un'asta recente per 800.000 dollari. I vetrai non hanno però preso in considerazione il fatto che "l'essenza cristallina" del lampadario era "impregnata" delle voci di tutti i maggiori cantanti lirici degli ultimi 100 anni. Con acquirenti di tipo particolare come i melomani, che sono generalmente persone dotate di sensibilità esoterica, quest'ultima caratteristica dell'oggetto potrebbe farne lievitare il prezzo in modo imprevedibile. Se pensiamo poi che oltre a quello della platea ce n'erano numerosi altri, minori ma sempre ragguardevolissimi per pregio e fascino, che La Fenice era dotata di un sontuoso arredamento d'epoca, che conservava bozzetti scenografici autografi di artisti famosi e quotatissimi, balza all'occhio che tutto questo viene a costituire un ricchissimo possibile bottino. L'ipotesi finale che mi trovo quindi a dover avanzare, visto che nessuno sembra averci pensato è questa: Certo un simile disegno criminoso non può essere stato messo in atto senza un'ampia rete di complicità e connivenze. D'altronde la cronaca di questi ultimi decenni ci ha purtroppo svelato che grandi reti di malaffare sono state spesso scoperte sia nell'ambito dello stato che in quello dell'impresa privata. Va anche detto che nel caso dell'ipotesi B2 (a mio modo di vedere la più probabile), nel caso cioè in cui gli oggetti preziosi fossero stati rimossi e riposti in luogo sicuro dentro il teatro, il loro furto sarebbe stato relativamente semplice, dato il lungo periodo di tempo a disposizione e il continuo via vai di casse e materiali che si verifica nei cantieri durante un grande restauro. Ora io non ho modo di provare che questa mia ipotesi sia la verità dei fatti, anche se mi sembra di gran lunga più figurabile, nel movente e nel "cui prodest", delle sigarette alla marijuana dei due elettricisti, ma non riesco a capacitarmi del come gli investigatori e la Magistratura non abbiano svolto indagini sui resti del rogo per accertare che effettivamente gli oggetti di valore fossero nel teatro al momento dell'incendio. testo di Umberto Sartori |
Fire at the Fenice: a very suspicious case.Why did no one speak of chandeliers? |
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It was stated to all that the fire at the Fenice broke out while there was a large restoration project in the works and at the same time the canals around the theatre which would have been used for water by the fire fighters were dry because of excavation work. Now I ask myself first of all: "Is it possible that with complete restoration in progress including plant engineering (therefore the electrical system) and demolition of the ceiling and floor, that the work would have begun without removing and placing in a secure location the precious furnishings, in particular the monumental antique chandeliers from Murano and Liverpool?".
We examine then more attentively Hypothesis A and B2 which seem to be the tacit state of facts. Tacit because, either the press and the trial proceedings seem completely disinterested in the artistic furnishings contained in the theatre and followed with more interest the simpaty for marijuana of a couple of electricians. In all the long series of trial proceedings (it can easily be verified on the site stenotipia.it with the help of "search in this page" of MSIE) it is never mentioned the fate of the monumental chandelier of the auditorium that still, as we will see, was maybe the most precious and desirable object in the theatre. Besides, I want to note that this chandelier seems not to be a Murano one, but built in Liverpool in 1890. Anyone who has frequented the Fenice, even only once, will certainly remember the enormous chandelier at the center of the auditorium, taller than ten meters and as much wide. I believe it to be one of the most magnificent accomplishments in glass making. Furthermore, I have had the occasion to visit the backstage of the theatre and remember well the great cast iron geared mechanism used to raise and lower the chandelier, located in the attic, a ingenious invention from the 1800's of about mts. 2 X 3 X 1,5. Maybe not everyone knows that a good chandelier from Murano, new, of relatively modest dimensions, i.e. for a grand parlour could easily reach a price of 50 thousand dollars. I ask myself, "What could be the value on the antique market for this irreplaceable masterpiece made two centuries ago and enveloped by the prestige of Venice and the Fenice?".Expert glass makers who I have consulted suggest the estimate at millions of dollars, based on another great chandelier, less splendorous and famous, bidded on at a recent auction for 800,000 dollars. The glass makers did not however take into consideration the fact that the these crystals of the chandelier witnessed and illuminated the voices of all major lyric singers of the last 100 years. There are buyers of a particular type, like music enthusiasts, who are generally people given to knowledge and sentimentality; this last characteristic of the chandelier would then raise the price in an unforeseeable way. If you think of the price paid by collectors for pencil stubs of Sartre or insignificant relics from Callas or other famous people… Recently, 150 thousand dollars for a guitar, whether even owned by the folk singer Fabrizio De André.
If we think that in addition to the one from the auditorium, there were many more chandeliers, smaller, but always considerably prestigious and splendorous, that the Fenice was furnished with magnificent period furnitures, that in the theater were preserved scene design sketches autographed by famous and well paid artists, all of this points to a rich possibility for booty. The final hypothesis I think should be pointed out, seeing that no one seems to have thought of it, is this:The fire could have been organized for the precise purpose of making the chandeliers, and perhaps all other valuable objects kept in the theatre, disappear into nothing. The fire broke out while all the waterways were dry so that the fire could consume completely, leaving the idea that all the contents of the theatre would have been destroyed. Certainly a criminal scheme such as this could not be put in the proceedings without a large network of complicity and conniving. On the other hand the news reports from the last ten years have unfortunately revealed that large network of dishonesty were often discovered within the state as well as with private companies. text by Umberto Sartori |