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Una breve introduzione al problema del saccheggio della Venezia minore |
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Che da Venezia e dalle isole della sua laguna vengano asportate opere d'arte e di arredo urbano è un uso assai noto da moltissimi decenni. Vere da pozzo, pattere, mascheroni, fregi in pietra e metallo ma non infrequentemente anche opere d'arte ben maggiori sono da sempre state nel mirino di antiquari disonesti e di ladri più o meno specializzati. La delinquenza privata senza dubbio arreca danni al patrimonio pubblico, ma questo danno in qualche modo rientra nella patologia sociale e non è tale da minacciare l'intera eredità culturale. Da qualche decennio, invece, si assiste a una trasformazione del fenomeno in un'attività istituzionalizzata, attuata da incaricati della Pubblica Amministrazione e sotto l'egida di questa. In questo sito si documenta la sottrazione con il pretesto di restauro di numerosi beni pubblici, che sono stati poi sostituiti con copie tra l'altro di pessima fattura realizzate da artefici incompetenti e privi di adeguate attrezzature. Posso anche affermare che questo malcostume non è circoscritto alla sola città di Venezia, ma è ravvisabile in molte delle città d'arte italiane: ho personalmente constatato la sostituzione di fontane metalliche ottocentesche fin nel paese calabro di San Giovanni in Fiore, la sparizione delle lastre di alabastro dai rosoni del Duomo di Trani, l'asporto di pavimentazione e fontane in molti paesi dell'Appennino abruzzo-umbro-tosco-marchigiano. I risultati delle mie personali indagini sembrano indicare che la procedura di spoliazione e falsificazione avallata dalle Pubbliche Amministrazioni con la connivenza delle Soprintendenze è iniziata in sordina nella metà degli anni '80 per aggravarsi drammaticamente a partire dalla metà dei '90. A titolo di esempio si pensi che in Venezia, tra le fontane ottocentesche in ghisa solo pochissime (quelle gravemente danneggiate o mancanti di pezzi) sono ancora originali. Tutte le altre, integre e in buono stato di conservazione sono state rubate e rimpiazzate con copie. La stessa sorte hanno subito i coevi ponti metallici. Sono anche in grado di avanzare un'ipotesi probabile sul motivo che ha innescato questo saccheggio strisciante: indicativo è a mio modo di vedere il fatto che sia iniziato in concomitanza alla legge che aboliva il finanziamento pubblico ai partiti politici. Saremmo di fronte a una consociazione trasversale che potrebbe aver sostituito i finanziamenti pubblici con i proventi della vendita di quei beni che, non sottoposti a particolari tutele, rappresentano comunque per la loro provenienza e vetustà un cospicuo valore sul mercato antiquario. A questo si affiancherebbero i grandi movimenti di capitale e interessi coinvolti nel sostenere le grandi operazioni di cosiddetto "restauro". Per quelle "anime candide" riluttanti ad aprire gli occhi sulla moralità dei loro "rappresentanti politici" vorrei ricordare l'abnorme mole di scandali più o meno pilotati che ha travagliato e travaglia la classe politica, amministrativa ed esecutiva di questo paese: è evidente che la moralità dell'attuale classe dirigente è al di sotto del limite di guardia per garantire non solo l'integrità del patrimonio culturale, ma la sopravvivenza stessa dello Stato come istituzione democratica e civile. Umberto Sartory Venezia, 22 gennaio 2001 |
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A brief introduction to the problem of the stealing of public property of Venice | ||
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It has been noted for many years that works of art as well as city decorations have been taken away from Venice and the lagoon. Well heads, ceiling decorations, and stone and metal works as well as other important art works have been removed by dishonest antique dealers and more or less specialized thieves. The private delinquency has certainly caused damages to the public property, but this is something that somehow belongs to natural social decay and it doesn't seem to threaten the cultural heritage of the city too badly. What looks really alarming is that during the last few decades the occurrence of this pillage was carried out by Public Works Administration's responsibles, and under P.W.A. supervision. The purpose of this site is to document these thefts that have been carried out with the pretext to restore the numerous pieces of public property, which have been substituted with bad copies made by incompetent craftsman lacking adequate equipment. I can also affirm that this does not happen only in the city of Venice, but also in other Italian cities known for their art work. I personally know about the substitution of metal fountains from the '800's in the town of San Giovanni in Fiore in Calabria, the disappearance of alabaster plates from the Duomo of Trani and the removal of pavement and fountains from many Appenine regions such as Abruzzo, Umbria, Tuscany and Marche. The results of my personal investigation seem to indicate that the procedure for pillaging and falsifying began, with the "guarantees" of the Public Works Administration and awareness of the Departments for Permits, stealthily in the 80's and worsened dramatically in the 90's. An example in Venice is that among the cast iron fountains from the '800's only a few originals remain and are those which were badly damaged. All others, which were mainly complete and in good condition, are now copies of the originals, which have been robbed. The same has happened with the metal bridges. I am also able to give a hypothesis on the motive which brought forth this plundering. There are indications that show this stealing began at about the same time as the establishment of laws that abolished public financing to political parties. It appears that the public financing was replaced by sales of the public treasures which were left unprotected although their origins and antiquity could have an outstanding value on the antiques market. For those "naive minds" reluctant to open their eyes to the morality of their "political representatives" I would like to remind you of the abnormal mass of scandals more or less driven by the troubles of the political class, administrators and executives of this country. It is evident that the morals of the managing class is under the safe limit to guarantee not only integrity of the patrimonial culture, but also the survival of the State as an civil and democratic institution. |
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