Storia di Venezia

Pagina pubblicata 30 Gennaio 2014

Cristoforo Tentori, Raccolta Cronologico Ragionata
di Documenti Inediti che Formano la Storia Diplomatica
della Rivoluzione e Caduta della Repubblica di Venezia, 1799, XVII

INDICE || Tomo Primo 1788-1796 || Tomo Secondo 1796-1797

   

Storia della Caduta di Venezia , XVII
Sommario Commentato della "Raccolta Cronologica Ragionata..." di Cristoforo Tentori

PARTE SECONDA
Del Progresso della Rivoluzione dal Primo Giugno 1796 al 12 Marzo 1797 (pagg. 173 - 396)

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Storia di Venezia - Truppe Francesi in una ricostruzione storica

Truppe Francesi in una ricostruzione storica, da una foto di Fabrizio Zuccarato.

Da pag. 211:

Si aggravavano intanto le circostanze, e si accrescevano alla giornata i pericoli e di Bergamo, e della Provincia tutta per la mala fede de' Comandanti Francesi; ...

Alessandro Ottolin scrive un Dispaccio indirizzandolo sia al Senato in Venezia che al Provveditor Generale Foscarini in Verona. Chiede, neanche a dirlo, "opportune istruzioni".

La copia indirizzata al Senato è riportata nel Tentori dalla pagina 212 alla 215.

In quel 5 Luglio 1796, l'Ottolin si deve essere alzato di buonora, per scriverla, dato che appone firma e data alle 8 di mattina.

Riprendendo la narrazione dai Dispacci del 29 giugno, Ottolin racconta le sue preoccupazioni per la venuta di Truppe francesi "perchè universalmente si crede che non siano per venire colle più amichevoli intenzioni...".

Questo mette sempre più il Residente tra due fuochi: da un lato tener buona, con lusinghe e con minacce, la Popolazione locale che è sempre più insofferente dei Francesi, dall'altro tenere a bada gli Ufficiali e i Soldati Francesi che dal canto loro si fanno sempre più arroganti ed esagerano la portata delle scortesie loro fatte in più occasioni. Da pag. 212:

Molte in fatti furono le occasioni, nelle quali di quest'avversione de' Nostri si viddero non equivoci segni in faccia ai Francesi medesimi.
Alcuni motteggi, qualche tronca insultante espressione, qualche picciola rissa, certa equivoca curiosità furono le prime popolari accoglienza fatte a questi Ospiti, le quali, da essi esagerate, produssero delle vive querele.

Punto di contatto con i Francesi, per l'Ottolin, è il Generale Cervoni.

Questi ha preso l'abitudine di andare in giro travestito per non farsi riconoscere, e testimonia personalmente dei fatti accaduti.

Cervoni è tuttavia ben consapevole di essere con uno sparuto gruppo di uomini nel bel mezzo del Territorio di tribù pacifiche ma al presente dichiaratamente ostili. Tribù che hanno inoltre nomea di essere molto abili alla guerra, quando necessaria.

Sà certamente degli almeno diecimila montanari già pronti in armi nelle comunità vallive, e prende tempo spalleggiando l'Ottolin nel minimizzare la portata dei conflitti: sono certamente i suoi uomini a esagerare, e si deve invece lodare l'attaccamento al loro Sovrano dei Bergamaschi che rifiutano di arruolarsi coi Francesi.

Storia di Venezia - Truppe Francesi in una ricostruzione storica del 11eme Legere, da una foto di Lorenzo Baldoni

Truppe Francesi in una ricostruzione storica del "11ème Légère" da una foto di Lorenzo Baldoni.

Ottolin lo aiuta validamente, a mantenere i locali in pace con gli occupanti: da pag. 212:

Io non cesso di adoprarmi, onde impedire qualunque disordine, ... gli ordini sono già diffusi, e si rinnovano alla giornata, la forza militare, e l'attività degli Uffìziali è tutta disposta a questo importantissimo oggetto: le secrete incaricate figure mi tengono di tutto informato, e tutto cerco prevedere, ed a tutto provvedere, e mediante l'uso delle più caute, ed adattate disposizioni le cose procedono bastantemente tranquille.

In pratica, disponendo di scarsissima forza militare, Ottolin tiene a morso la legittima ribellione popolare utilizzando la rete di informatori e di agenti del "Servizio Segreto" Veneziano.

Mentre sul lato interno la ricerca di quiete del Residente è ancora abbastanza efficace, le difficoltà subentrano con le intemperanze invece da parte francese, "per l'aperta malafede, che con somma impudenza manifestano".

Il Generale Despinoy da Milano sembra cercare ogni pretesto per minacciare di invasione il Bergamasco, denunciando improbabili ruberie ai suoi danni come atti di aperta ostilità da parte dei confinanti.

Ottolin cerca di "prendere di petto" il Cervoni in un abboccamento privato. Queste in sunto le questioni che pone al Francese:

  • Il Cervoni ha dichiarato pochi giorni prima che non ci sarebbe stato ingresso di Truppe nel Territorio Bergamasco. Eppure Ottolin ha rapporti sempre più irrefutabili sul fatto che questo arrivo sia ormai imminente.
  • Ottolin fa presente che il Bergamasco è regione povera di generi di sussistenza per i suoi stessi abitanti, che sono costretti a importare gran parte del loro fabbisogno da altri Territori. Non è dunque in condizione di sfamare grossi contingenti di truppa.
  • Questa popolazione è inoltre spaventata dalle circostanze, e suscettibile di divenire pericolosa.
  • Chiede comunque al Cervoni, al fine di contenere le occasioni di conflitto aperto, di segnalare prontamente ogni molestia arrecata agli amici francesi, affinché lui stesso possa provvedere alla punizione dei colpevoli.
  • Ultima quaestio, o forse meglio querimonia, riguarda il ritornello che, se soldati devono venire, li si tenga almeno fuori dalle città.
Storia di Venezia - Truppe Francesi in una ricostruzione storica del 11eme Legere, da una foto di Lorenzo Baldoni

Truppe Francesi in una ricostruzione storica del "11ème Légère", da una foto di Lorenzo Baldoni.

Con linguaggio moderno potremmo già definire l'Ottolin un "collaborazionista". Lui stesso ha appena affermato e confermerà ancora più oltre, prima di essere confermato dai fatti stessi, la malafede che contraddistingue il suo interlocutore, eppure continua a pendere dalle sue labbra.

da pag. 213:

Le sue risposte, abbenchè molto succinte, furono però accompagnate da' modi i più cortesi ed esuberanti e tali da tranquillizzare "chiunque fosse non abbastanza istruito del Doppio loro Linguaggio".

Risponde dunque Cervoni:

  • I Francesi non intendono inviare truppe nel Bergamasco, in quanto lui stesso ha potuto verificare che il Paese è povero di sussistenze e non vi sono posizioni strategiche per dominare contemporaneamente il Lago d'Iseo e quello di Como.
  • Quelle strade sono del resto impraticabili agli Austriaci coi loro pesanti carriaggi e artiglierie.
  • Non entreranno dunque truppe nella regione, o se vi entreranno saranno solo di passaggio, alloggiando fuori dai centri urbani.
  • Non hanno alcuna lagnanza verso i Bergamaschi, e se qualche ufficiale Francese si lamenta, certamente lo fa a torto.
  • L'Ottolin sarà comunque prontamente informato di ogni novità. e contattato per concordare gli alloggiamenti delle truppe.
  • A riprova delle propria "sincerità", il Cervoni mostra all'Ottolin la corrispondenza che personalmente intrattiene con Buonaparte, nella quale informa il "Generale in Capite" di come sia superfluo sprecare truppe nel Bergamasco.

Da pag 214:

"Se tali luminose attestazioni fossero partite da meno sospetta fonte", sarebbero bastevoli a ricondurre la calma nell'abbattuto mio spirito, ma non posso negare, che a fronte di ciò io non mi trovo punto tranquillo sull'avvenire.
Sono troppo ripetuti, ed uniformi i rapporti in contrario, che alla giornata mi arrivano, troppo diffamate, e costanti le voci, che li confermano, e "troppo nota la Francese mala Fede", perchè io mi possa acquietare alle loro assicurazioni.

Aiutante di Campo Capitano Paolo Foramitti

Il dott. Paolo Foramitti, prezioso collaboratore di questa pubblicazione, indossa l'uniforme di Aiutante di Campo del "11ème Légère" mentre custodisce la scure di un geniere.

Cosa avrebbe trovato di rassicurante Ottolin nelle dichiarazioni del Cervoni, anche se questi fosse stato in buona fede, lo sa solo lui, dal momento che il Francese, mentre nega che verrà nessuno, al contempo gli comunica che sarà contattato per concordare gli alloggi...

Infatti, da pag. 214:

Ero appunto per chiudere il presente umilissimo dispaccio, quando mi venne ricercato dal General Cervoni un secreto colloquio. Mi si presentò egli con un Commissario di guerra, giunto in questa sera alle ore 2 ed in sostanza mi disse:

  • che 6000 Francesi erano già in marcia per Bergamo;
  • che 2400 di questi giungeranno entro Venerdì 8 Luglio;
  • che il rimanente arriverà nei due-tre giorni successivi;
  • che occorreva provvedere immediatamente agli alloggiamenti per le truppe;
  • che si dovevano anche alloggiare nei borghi 100 Ufficiali;
  • che a questo Corpo di Spedizione si dovevano fornire provviste per otto giorni;
  • che dopo questi otto giorni il Commissario avrebbe trattato con degli approvvigionatori locali di sua scelta, o avrebbe provveduto in proprio ai rifornimenti.

Il Commissario si informa sui problemi connessi all'acquisto di derrate, e alle proteste dell'Ottolin sulla somma difficoltà di provvedere a tanta gente, acconsente alla possibilità di importare grani, legumi e altri generi di necessità dal Milanese.

Il Francese sembra confermare che accamperà i soldati "fuori dai borghi".

Vuol porre Guardie francesi alle porte delle città e far girare per le vie di queste, proprie pattuglie oltre a quelle di Polizia della Repubblica.

Ottolin si accorda in maniera che ci sarà un uomo francese inserito sia nelle guardie che nelle pattuglie venete.

Il Dispaccio si chiude con l'amara considerazione del Residente sulle pretese dei Francesi, che egli confessa di non poter prevedere fin dove si spingeranno, visti gli esempi di Verona e di Brescia.

Il Francese non ha fatto accenni a forme di pagamento. Cervoni, Vialli e i loro pochi uomini non hanno sinora comportato grave spesa, "ma otto giorni d'intiero mantenimento di sei mille uomini porta un serio pensiero.".

Da pag. 215:

Ho in tanto tutto significato all'Eccell. Provveditor Generale per la opportune dettagliate istruzioni col mezzo del Corriere Paganoni ... raffermo, che io non mancherò in alcuna di quelle particolarità che sarà possibile conciliare per ben servire alle Sovrane Commissioni. Grazie.
Bergamo 5 Luglio 1796 ore 8
Alessandro Ottolin Cap. Vice Podestà.

Storia di Venezia - Truppe Francesi in una ricostruzione storica del 11eme Legere, da una foto di Lorenzo Baldoni

Truppe Francesi in marcia di avvicinamento, in una ricostruzione storica del "11ème Légère", da una foto di Lorenzo Baldoni.

Storia di Venezia - Veduta del Porto di Malamocco, fine Settecento

Veduta del Porto di Malamocco con la Fortezza di San Pietro, eretta circa l'anno 1650, in un disegno di F. Tironi inciso da A. Sandi. Anni 1780 - 1800 (courtesy of http://www.clker.com/).

Nel frattempo a Venezia, "il zelante K. Giacomo Nani Provveditor alle Lagune e Lidi presentava una ben ragionata Scrittura al Collegio de' Savj da rassegnare al Senato ...".

Ma il Senato non vide mai la "ben ragionata Scrittura" del Nani, che fu occultata con intrighi e relegata nella solita "filza delle non lette".

La leggiamo invece oggi noi, grazie all'abate Tentori che la riporta dalla pagina 215 alla 220.

Giacomo Nani esordisce esponendo la strategia che ha messo in atto "in modo che garantita si trovasse la Dominante da qualunque armata licenziosità, e da qualunque militare trascorso".

Il Provveditore ha ritenuto che Venezia debba essere difesa soprattutto da difese mobili, ovvero da artiglierie poste su imbarcazioni o galleggianti di vario tipo, lasciando alle piccole isole sparse della Laguna la principale funzione di magazzinaggio e turnazione degli uomini a bordo.

Tale scelta è motivata principalmente da tre fattori.
Da pag. 216:

  • ... perchè quelle perdite, che possono sempre sopravenire, poteano essere facilmente riparate dalla forza intrinseca della Città ... (l'Arsenale era in grado di armare una nave da guerra completa al giorno).
  • ... perché con esse si avea grande vantaggio sopra qualunque altra esterna forza per la conoscenza degl'interni canali, che per essere esclusivamente noti alla sola nostra Flottiglia, veniva a dare alla stessa la maggior superiorità.
  • ... si aggiunga, che le suggerite difese mobili in confronto alle stabili non potranno essere mai rivolte a danno della Dominante, perché si sarebbero almeno per la maggior parte affondate ne' luoghi stessi, dove avessero dovuto combattere.

Stabilito che la Flottiglia e le batterie mobili sono il perno della Difesa, Nani identifica due classi a seconda dei luoghi lagunari in cui tali difese dovranno essere impiegate. Da pag. 216:

Ognuno ... conosce, che le tre quarte parti della Laguna, ossia tutto lo spazio compreso tra il Castello di S. Andrea sino a Brondolo, è tutto intersecato da canali, in cui con i convenienti armati legni si può opporsi all'avanzamento di qualunque legno armato nemico.
Ma conoscono ancora, che con alcun in(i)mmaginabile legno non si potrebbe opporre a quei nemici, che volessero introdursi per la via di Campalto, del Dese, e precisamente verso Burano; poiché tutto quel tratto in luogo di canali presenta barene alte, coperte di elba, e comode in modo, che in alcuni tratti vi si può passeggiare sopra, e quasi sempre all'asciutto.
(vedi mappa)

In queste zone di barena, Nani vede opportuno utilizzare a fianco delle imbarcazioni adatte a quelle particolari zone, anche difese di tipo fisso, terrestre. Il quarto Nord della Laguna dovrà dunque vedere un sistema di difesa misto, flottante e stabile.

Il fatto però che la maggior parte delle difese sia mobile, permetterà di poterle di volta in volta concentrare dove più forte si manifestasse la pressione del nemico, mentre la capacità cantieristica della Città potrà costantemente supplire ai danni e alle perdite.

Nani si dilunga poi nell'elogiare lo zelo delle persone con cui ha collaborato: da pag. 217:

... il N.H. Cav, Condulmer ... l'Eccellentissimo Savio alla Scrittura ... il Reggimento all'Arsenal, Artiglieria, Fortezze, e de' N.N. H.H. assistenti aì medesimi, ... unitamente a quelli, che furono eletti per l'assistenza dei ... Deputati alle varie parti della Laguna, ed a quei altri in molto numero, che dal N. H. Capitanio delle Navi ritornato Cav. Condulmer furono eletti per sopraintendere alle varie parti della Flottiglia ...

Storia di Venezia - Galeazza Veneziana

Galeazza Veneta, antenata delle batterie mobili volute dal Nani e delle moderne corazzate (courtesy of http://navivelieri.altervista.org).

Storia di Venezia - Piani di Batteria mobile Austriaca costruita dall'Arsenale di Venezia attorno al 1850

Piani di una Batteria mobile Austriaca costruita dall'Arsenale di Venezia attorno al 1850 (courtesy of http://miles.forumcommunity.net).

Storia di Venezia - Batteria mobile Austriaca costruita dall'Arsenale di Venezia attorno al 1850

Batteria mobile Austriaca costruita dall'Arsenale di Venezia attorno al 1850 (courtesy of http://www.agenziabozzo.it).

Si potrà cogliere una qualche ironia, in quel "Capitanio delle Navi" ritornato "Cavaliere" proprio quando comanda la Flottiglia più importante della Repubblica? Oppure il Condulmer ha del tutto subornato il Nani, facendogli credere alla propria buona fede? Penso che lo scopriremo tra non molto.

Lo Stato Maggiore Veneziano ha prestato particolare attenzione "Alla difesa terrestre di Brondolo, che è luogo dove mettono capo tutte le comunicazioni de' grandi fiumi Pò, Adige, e Brenta, e per dove potrebbe introdursi quantità di que' legni che navigano sopra i medesimi fiumi con gente armata" (da pag. 217).

Storia di Venezia - Mappa del Forte di Brondolo

Mappa del Forte di Brondolo, sopravvissuto fino agli anni del 1960, e poi distrutto per dar luogo ai capannoni di un mercato ortofrutticolo (courtesy of http://www.nuovascintilla.com).

Per quel fronte il Nani conta di affidarsi ai consigli del "Sargente gener. Stratico e d'altri Uffiziali Ingegneri" ai quali si dovranno prestare mezzi e rinforzi stabili all'uopo, nonché il sussidio straordinario della Flottiglia del Luogotenente Condulmer all'occorrenza.

In tal modo anche la porta di Brondolo sarà ben guardata, tenuto anche presente che un sistema di sentinelle lungo il corso dei fiumi potrà avvisare di eventuali pericoli con sufficiente anticipo.

Esiste infine un quarto fronte, dopo la Laguna aperta, quella barenosa e Brondolo: quello dei "Lidi", ovvero i lunghi litorali che separano la Laguna dal Mare.

Giacomo Nani rimanda a una nota apposita la descrizione dei dettagli sulla fortificazione dei Lidi, limitandosi qui a rimarcare che erano più di 250 anni che Venezia non si poneva questo problema, essendo rimasta sovrana assoluta dell'intero Adriatico praticamente dal tempo della vittoria sulla Lega di Cambrai. Assicura:

... che niente è stato pensato, e verificato senza la continua presenza dell'Eccellentissimo Sig. Zaccaria Valaresso, il quale con quel zelo, che lo anima relativamente alla Commissione, di cui si trova incaricato, si prestò meco a riconoscere tutte le parti dell'adottato sistema. (da pag. 218).

Da questo punto in poi, la scrittura del Nani cambia tono, e dal relazionare sulla sua attività nell'ultimo mese passa decisamente a una perorazione strategica e politica. Pur ritenendo infatti di avere disposto nel migliore dei modi la Difesa della Laguna, Nani scrive:

Storia di Venezia - Forte marittimo di Sant'Andrea, a Venezia

Veduta dell'isola fortificata di Sant'Andrea, a Venezia (courtesy of http://www.associazionelagunari.it).

da pag. 218:

... devo però confessare, che l'animo mio non si trova intieramente quieto, e tranquillo.
Compiesi in questi anni appunto il giro d'un Secolo, dacchè Venezia in quel tempo si rendea formidabile nelle sue guerre coi Turchi.
"Mortifica il mio animo il vedere, che dopo un Secolo solo dopo quel importante Epoca sieno V.V E.E. ridotte a pensare alla difesa del solo Estuario, senza osare di rivogliere il pensiero neppur una linea fuori del medesimo".

Ora, prosegue il Nani, sia pur fatta salva la strategia di non ricercare conflitti e, con la "neutralità", rimanere in uno "stato passivo". Tale scelta è sostanzialmente fondata su tre elementi:

  • "la fedeltà alle Pubbliche Massime" (ovvero, in sintesi, la fedeltà all'indole pacifica del governo repubblicano, espressa nel motto "Pax Tibi").
  • "la necessaria neutralità" (non partecipare a guerre, in rispetto di quella massima).
  • "la situazione decaduta delle Finanze" (si riferisce a quelle pubbliche, dal momento che quelle private in quegli stessi anni erano invece volate alle stelle. Ecco forse perché Nani usa il termine "decaduto", che si esprime più in ambito politico che economico).

Non violerebbe alcuno di questi impegni il Senato se, trovandosi al momento in sovrabbondanza di forze concentrate nella Dominante, Egli decidesse di soccorrere e proteggere dalle angherie i propri stessi Sudditi nella Terra Ferma.
Da pag. 218:

Spontaneo, e copioso è stato il concorso dei fedelissimi loro Sudditi dell'Istria, e della Dalmazia a difesa della loro Dominante, e ogni giorno si rende maggiore il numero di gente forte e robusta, che accorre al di Lei servizio.

Queste forze sono attualmente in gran soprannumero rispetto a quelle impiegabili nel sistema di difesa della Laguna.

Storia di Venezia - Isole-monastero Veneziane: Sant'Elena

L'Isola Monastero di Sant'Elena dall'Isolario Veneto di Antonio Visentini (courtesy of Franco Filippi Editore).

Inutile e dannoso tenere tutti questi soldati, il cui numero aumenta giorno per giorno, assembrati in isolette e monasteri.
Questo stato presenta spese molto ingenti e demoralizza quelle truppe, giunte a Venezia con l'entusiasmo necessario a combattere, che vengono invece fatte avvilire nell'ozio e nella tensione di una imperscrutabile attesa.

Molto più opportuno sarebbe, secondo il Nani, che queste truppe in soprannumero andassero in un primo momento a costituire una linea di difesa attestata nella Gronda lagunare.

Con l'incremento delle Cernide questa linea di difesa avrebbe poi dovuto espandersi fino a portare soccorso e presidio a tutte le Province di Terraferma, ristabilendo la presenza veneziana lungo i propri confini.

A quel che sembra, prima della nomina del Nani a Provveditore Generale, la ordinaria difesa lagunare era affidata al Sergente Generale Stratico, il quale la aveva gestita in maniera molto diversa dal Nani, puntando anziché sulle difese mobili su fortificazioni fisse nelle isole.

Questo precedente sistema appare adesso molto dispendioso al Nani, che mette in evidenza la difficoltà di provvedere a tanti uomini su un Territorio così piccolo. Avanzando la linea di difesa fortificata alla Terraferma, la sussistenza delle Truppe veniva a essere molto più economica.

Spostando i tre quarti della difesa sulle navi, e riducendo le Fortezze proposte dallo Stratico a quei soli luoghi nella Laguna Nord dove esse effettivamente avevano ragione di essere, l'Erario ne ricavava un risparmio molto consistente.

Da pag. 219:

... dunque ogni ragione spinge a riunire al di fuori, e sulle rive dell'Estuario tutto quello, che sopravanza di Truppe alla stretta, e positiva difesa della Laguna ...

Storia di Venezia - Isole-monastero Veneziane: San Giorgio in Alega

L'Isola Monastero di San Giorgio in Alega dall'Isolario Veneto di Antonio Visentini (courtesy of Franco Filippi Editore).

Sarebbe stato opportuno, sempre secondo il Nani, che le Loro Eccellenze avessero pensato a trovare un Comandante adeguato a queste truppe di tutela della Terraferma prima, che questa si trovasse di fatto invasa da eserciti stranieri.

A maggior ragione è indispensabile oggi che tale comando venga assunto da un uomo d'armi con dimestichezza al combattimento, figura che in Venezia non è ravvisabile, essendo appunto la Dominante in neutralità ormai da cento anni.
Essa dovrà dunque, come già avvenne in passato più volte, affidare le truppe di Terraferma a un Condottiero mercenario "che, purché accompagnato sia da personal Riputazione ..., non si trovi indegno di occupare il primo Posto nelle Truppe della Repubblica.".

Tale figura delle Truppe di Terraferma al comando di un valido militare professionista sarà utile, ad avviso del Nani, non solo nelle presenti situazioni di Difesa, ma a maggior ragione quando sarà stipulata la Pace, e sui Territori si verificheranno quei fenomeni di saccheggio e brigantaggio che accompagnano lo scioglimento degli eserciti di occupazione.
Da pag. 219:

Tale figura è necessaria ... nello stato presente di Neutralità, essa lo sarà molto più necessaria in quel momento, in cui si farà la Pace per garantire le Provincie Venete da quell'inondazione di malviventi, con cui, come nel 1700, reliquie de' sbandati, e vittoriosi Eserciti colle proprie loro derubazionî inondavano e affligevano la Lombardia.

Quasi in un crescendo di tono e di argomentazioni politiche, Giacomo Nani conclude la sua perorazione ribadendo che le Truppe di Terraferma, sotto un valido Comandante, saranno di somma importanza nell'atto stesso del concludere una Pace e nello stabilirne gli articoli.
Da pag. 219:

Perché se è vero, che nessun privato può vantarsi Padrone di alcun Bene, se non quando Egli può difenderne il possesso coi titoli, ... la pratica di questo secolo mostra, che nessun Principe può possedere alcuna Provincia, se non quando con la propria forza possa difenderla ...

Storia di Venezia - Isole-monastero Veneziane: San Secondo

L'Isola Monastero di San Secondo dall'Isolario Veneto di Antonio Visentini (courtesy of Franco Filippi Editore).

Il comportamento di Buonaparte che taccia di ignominia il bravo Colonnello Carrara per non avere difeso Peschiera prova oltre ogni ragionevole dubbio "che i titoli di antica prescrizione di tempo nulla vagliano, e che il potere difenderli è il solo principio, che regna nella presente Guerriera Giurisprudenza." (da pag. 220).

La Relazione sulla Difesa presentata dal Nani termina con la richiesta di poter associare al proprio Ufficio il protagonista dell'organizzatore delle reclute, l'Eccellente Giuseppe Priuli, che si trova uscente dalla Carica di Savio alle Scritture.

Da pag. 220:

Data dal Provved. alle Lagune e Lidi li 5 Luglio 1796
Giacomo Nani K. Provveditor.

Abbiamo accennato che purtroppo questa sensatissima orazione del Nani non raggiunse mai le orecchie del Senato, e il Tentori in questo caso ci spiega anche come.
Da pag. 220:

Non ebbe il zelante Provveditor il conforto di vedere prodotta al Senato la di lui benemerita Scrittura: la cabala, e l'intrigo la fecero sparire: ecco il come.

Storia di Venezia - Isole-monastero Veneziane: Santo Spirito

L'Isola Monastero di Santo Spirito dall'Isolario Veneto di Antonio Visentini (courtesy of Franco Filippi Editore).

Cristoforo Tentori elenca per esteso i nomi dei Savj responsabili del tradimento al Nani.
Da pag. 220:

Tra i Savj attuali, a quali non piaceva che il Senato pensasse alla Terraferma, v'erano i N.N. H.H. Piero Donà K., Daniel Dolfin K., e Giacomo Grimani Savj del Consiglio, e tra quelli di Terraferma i N.N. H.H. Bernardin Renier, Lunardo Zustinian, e Tomà Mocenigo Soranzo.

A questi congiurati diciamo "attivi" si unì una frangia di altri Savj, più zelanti verso la Repubblica, ma in vario modo disturbati dal fatto che il Nani in sostanza proponesse di sostituire lo Stratico, loro "protetto" con un nuovo "Generale Straniere". Da pag. 220:

I Savj dunque raggiratori si posero a secondarli esaltando i meriti dello Stratico, ed esagerando il torto, che li verrebbe fatto dal Senato ... quindi di comune consenso fu deliberato di nulla manifestar al Senato, onde impedire, che ... si passasse alla nomina d uno Straniere ... In cotal guisa la causa Pubblica venne sacrificata alle varie private Passioni de' Savj: ed i buoni e zelanti furono senza avvedersene colla più raffinata malizia acciecati da' loro colleghi.

Difficile credere che i "buoni e zelanti" fossero davvero tutti motivati solo da un malinteso rispetto verso il Sergente Generale.
Assai più diretto vederli coinvolti con gli appalti di quei complessi edilizi difensivi voluti dallo Stratico(1) che certamente, se non forse utili alla Difesa di Venezia, lo sarebbero stati al sistema di corruttela che da ormai almeno mezzo secolo si era installato nelle forniture militari.

Prima di passare a raccontarci le novità che giungono da Bergamo, e che vedremo nella prossima pubblicazione, Tentori lancia un'altra frecciata al Condulmer.
Nel già citato Opuscolo da questi pubblicato dopo la caduta di Venezia, "Il Cittadino Tommaso Condulmer agli Amatori della verità", non solo della Comunicazione del Nani viene citato solo l'ultimo paragrafo, ma il "Capitanio delle Navi ritornato Cavaliere" falsifica gli eventi affermando che le istanze del Nani furono accolte dal Senato, al quale invece tali notizie non pervennero affatto, cosa che il Condulmer non poteva ignorare "poiché interveniva alle adunanze tutte di quel Sovrano Consesso.". Da pag. 221:

Tale è la candida sincerità, che regna nella di lui Apologia.

Umberto Sartori

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Storia di Venezia - Mappa della Laguna di Venezia in una incisione di Joseph Roux del 1764

Mappa della Laguna di Venezia in una incisione di Joseph Roux del 1764 (courtesy of http://www.florenceprints.com).


Note

Nota 1 - Cercando notizie di questo Sergente Generale Antonio Stratico, in rete troviamo principalmente la testimonianza di quando, alla caduta della Repubblica, salì in lacrime sull'altare di una chiesa di Padova per baciare il Gonfalone.

Tuttavia, in "Alvise Foscari - Dispacci da Zara 1777 - 1780", ed. La Malcontenta, a cura di Fausto Sartori, leggiamo il Dispaccio datato "Zara, 14 Gennaio 1777 (m.v.)" a pag. 14.

Vi troviamo che questo Stratico era già stato segnalato in concomitanza di dubbie operazioni sulle fortificazioni militari in Cattaro, dall'allora Provveditore Generale in Dalmazia e Albania Alvise Foscari.
Il Provveditore scrive al Senato di avere inviato a Cattaro un certo Brigadier Moser, uomo di provata esperienza, a verificare la natura di alcune ingenti richieste di finanziamento per lavori di restauro sulle fortificazioni, trasmesse a Zara dal Colonnello Stratico. Il quale colonnello dovrebbe poi passare a revisionare anche le fortificazioni Zaratine.
Il rapporto del Maurer rende edotto il Foscari che tali lavori verterebbero su edifici che il piano di ristrutturazione dei Generali Rossini e Greem ha già previsto di demolire o ricostruire ex-novo.

Da pag. 14 di "Alvise Foscari - Dispacci da Zara 1777 - 1780":

che per conseguenza andava affatto persa ogni spesa che si volesse ora impiegare a beneficio degl'edifici stessi, ho creduto di non prendere a mio arbitrio, senza il preciso comando di Vostre Eccellenze, le fatture richieste dal collonello Stratico.

Non è dunque del tutto peregrina la mia ipotesi che il Sergente Generale Antonio Stratico potesse essere assai più un procacciatore di affari illeciti a ingegneri e imprenditori d'assalto, che un vero e proprio militare.


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