Storia di Venezia

Pagina pubblicata 2 Gennaio 2014
aggiornamento 26 Luglio 2023

Cristoforo Tentori, Raccolta Cronologico Ragionata
di Documenti Inediti che Formano la Storia Diplomatica
della Rivoluzione e Caduta della Repubblica di Venezia, 1799, Indice

Tomo Primo 1788-1796 || Tomo Secondo 1796-1797 || Biografia di Cristoforo Tentori

   

Storia della caduta della Repubblica di Venezia,
Indice degli Argomenti

Ringraziamenti per l'opera sulla Storia della Caduta di Venezia

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Mi ero proposto di scrivere questi Ringraziamenti una volta conclusa la disamina dell'Opera di Tentori sulla Storia diplomatica della caduta della Repubblica di Venezia ma, come si dice, Ars longa vita brevis.
Sarei decisamente dispiaciuto di aver lasciato su questa Opera di Storia il mio solo nome. Tanto più che probabilmente non mi ci sarei mai accinto, se l'amico dott. Paolo Foramitti non mi avesse segnalato la Cronaca Ragionata del Tentori, unitamente alla Raccolta di Carte del Veneto Governo, che sono al momento tra le fonti storiche a stampa più significative per il reperimento di documenti relativi alla Storia della caduta di Venezia.

A quel tempo, ancora mi aggiravo alla ricerca di un bandolo di sincerità tra le pubblicazioni dell'epoca e successive, per comprendere cosa fosse realmente successo a Venezia, in quei foschi ultimi decenni del secolo XVIII che videro la caduta di Venezia dallo stato di Repubblica.

Con quelle prime indicazioni bibliografiche, Paolo mi ha fornito non solo il bandolo, ma l'intera matassa, che sono adesso impegnato a dipanare.
Sempre al dott. Foramitti devo una lunga serie di attenzioni, precisazioni e segnalazioni di testi possibilmente collegati a vere testimonianze dei fatti, che mi hanno permesso di interlacciare e confrontare i Dispacci veneti con altre sorgenti di dati attendibili sulla Storia della caduta di Venezia e sulle vicende a essa collegate.
Le concordanze riscontrate sono già in sé premio alla mia ricerca.

Ancora Paolo mi ha spronato ad affrontare letture importanti pur se in Francese, aiutandomi talvolta nella mia scarsa dimestichezza con quella lingua.

Sarebbe lungo elencare i testi sempre puntuali, sempre pertinenti, che Paolo mi ha consigliato in questi anni, dai Cahiers di Vernère, al Gachot, alle Memorie di Landrieux.

Uno in particolare devo citare in quanto di un Autore contemporaneo che a sua volta, pur con ricerche su un periodo più tardo, mi ha permesso riscontri sulla parabola Napoleonica molto rilevanti anche per la comprensione del periodo riguardante la Storia della caduta di Venezia, oggetto di questo studio.
Si tratta di Ernesto Damiani e dei suoi approfondimenti sulle Memorie di Filippo Pisani, Russia 1812, pubblicate da Nordpress nel 2006 con il titolo: "In guerra con Napoleone".
Valuto questo libro come estremamente importante per la reale comprensione del fenomeno Napoleone nel suo complesso e quindi per le dinamiche relative alla Storia della caduta di Venezia.

Mi piace annotare che, nella confidente amicizia che ci unisce, sono solito attribuire a Paolo Foramitti il titolo di "Musa ispiratrice" di quest'opera. :-)

Ancora voglio ringraziare Millo Bozzolan Zago e il Gruppo FaceBook "La Storia vista da un Veneto" da lui fondato, per avere a lungo partecipato a discussioni su questo mio lavoro, discussioni che mi hanno spinto ad approfondire e chiarire i collegamenti fra le mie argomentazioni e le possibili obiezioni pertinenti la Storia della caduta di Venezia. Spiace essermi allontanato da quel Gruppo, ma le scelte di tipo fazioso/partitico che presero a manipolarlo mi hanno costretto a un pur doloroso distacco.

Né voglio dimenticare Marco Girardi, che con costanza segue le mie pubblicazioni relative alla Storia di Venezia, collaborando a correggerle e integrarle con risultati dei suoi personali studi e delle specifiche conoscenze, soprattutto in materia religiosa ed ecclesiastica.

Grazie ai Curatori di Sala di Studio dell'Archivio di Stato di Venezia per l'assistenza e le istruzioni impartitemi sull'uso di Cataloghi e Repertori; alla dottssa Michela Dal Borgo anche per alcune sue voci nell'Enciclopedia Treccani particolarmente esaustive.

Di Patrizia meglio dirò nella dedica. Lei già sa che senza la sua positiva influenza e il suo supporto, presumibilmente la vita non mi avrebbe condotto a questi studi sulla Storia di Venezia.

Grazie a Wikipedia, a Gallica, alla Biblioteca Nazionale Francese, ai Rievocatori Storici e a tutti i siti Web da cui ho attinto immagini e informazioni, citandoli di volta in volta.

Grazie infine a tutti i Lettori, per il tempo che scelgono di offrire a questa non breve fatica sulla Storia della Caduta di Venezia. Conto che saranno ripagati con un adeguato bagaglio di conoscenza sulle reali vicende che prepararono e accompagnarono la Caduta della Repubblica di Venezia. Conoscenza che auspico si traduca in saggezza nella valutazione degli eventi contemporanei.

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Storia della caduta della Repubblica di Venezia,
Indice degli Argomenti

Parte Prima

|| Pag. 3 - 19 || Pag. 21 - 46 || Pag. 47 - 65 || Pag. 65 - 75 || Pag. 75 - 89 || Pag. 89 - 101 || Pag. 101 - 119 || Pag. 119 - 131 || Pag. 131 - 142 || Pag. 142 - 152 || Pag. 152 - 163 ||
|| Pag. 164 - 172 || Corollari Prima Parte ||

Parte Seconda

|| Pag. 173 - 182 || Pag. 182 - 188 || Pag. 188 - 199 || Pag. 199 - 211 || Pag. 211 - 221 || Pag. 221 - 232 || Pag. 232 - 242 || Pag. 242 - 252 || Pag. 252 - 262 || Pag. 262 - 273 ||
|| Pag. 273 - 283 || Pag. 283 - 293 || Pag. 293 - 302 || Pag. 302 - 313 || Pag. 313 - 324 || Pag. 324 - 333 || Pag. 333 - 341 || Pag. 341 - 353 || Pag. 353 - 368 || Pag. 368 - 371 ||
|| App. "A" || App. "B" || ill. App. "B" || Pag. 371 - 380 || Pag. 380 - 391 || Pag. 391 - 396 || Corollari Seconda Parte ||

Parte Terza

|| Pag. 3 - 12 || App. Landrieux || Pag. 13 - 29 || Pag. 29 - 45 || Pag. 45 - 58 || Pag. 58 - 72 || Sant'Eufemia || Pag. 72 - 76 || Pag. 76 - 83 || Pag. 83 - 104 || Pag. 104 - 117 ||
|| Ori e argenti || Pag. 118 - 134 || Pag. 134 - 142 || Pag. 142 - 150 || Pag. 150 - 167 || Pag. 167 - 178 || Pag. 178 - 188 || Pag. 188 - 218 || Pag. 218 - 227 || Pag. 227 - 242 ||
|| Pag. 242 - 252 || Pag. 252 - 262 || Pag. 263 - 282 || Pag. 282 - 294 || Pag. 294 - 301 || Pag. 301 - 315 || Pag. 316 - 325 || Pag. 325 - 335 || Pag. 335 - 351 || Pag. 351 - 363 ||
|| Pag. 363 - 373 || Pag. 373 - 386 || Pag. 386 - 399 || Pag. 399 - 416 ||

Storia della caduta di Venezia, Pubblicazioni relative al Tomo I

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Storia della caduta
di Venezia,
Edizione di riferimento Tomo I: Storia di Venezia - Raccolta cronologico-ragionata di documenti inediti che formano la storia diplomatica della rivoluzione e caduta della Repubblica di Venezia, corredata di critiche osservazioni. Tomo I. Augusta Anno MDCCIC
Introduzione e disegno dell'Opera (pagine 3 - 5)
Serie di Opuscoli a Stampa... (pagine 6 - 7)
Discorso Preliminare... (pagine 7 - 19)

Storia della caduta di Venezia,
Parte Prima, 1788 - 1796

Pagine 21 - 46 | 1788 - 1791
Pagine 47 - 65 | 1791 - 1793
Pagine 65 - 75 | 1794
Pagine 75 - 89 | 1794 - 1795
Pagine 89 - 101 | 1795
Pagine 101 - 119 | 1795 - 1796
Pagine 119 - 131 | Marzo 1796 - Luglio 1796
Pagine 131 - 142 | Marzo 1796 - Luglio 1796
Pagine 142 - 152 | Maggio 1796 a BG MI e Pesch.
Pagine 152 - 163 | Maggio 1796 a Pesch., VR, BG e MI
Pagine 164 - 172 | Maggio - Giugno 1796 a Pesch., VR, VE

Storia della caduta di Venezia,
Parte Seconda, 1796 - 1797

Pagine 173 - 182 | 2 Giugno 1796 a Venezia
Pagine 182 - 188 | 5 Giugno 1796
Pagine 188 - 199 | 9 - 26 Giugno 1796 a Bergamo e Venezia
Pagine 199 - 211 | 28 Giu. - 2 Lug. 1796 a BG, VE, Chioggia
Pagine 211 - 221 | 5 Luglio 1796 a Bergamo e Venezia
Pagine 221 - 232 | 8 - 12 Luglio 1796 a BG, VR e VE
Pagine 232 - 242 | 13 - 21 Luglio 1796 a BG, VE e MN
Pagine 242 - 252 | 23 - 30 Luglio 1796 a Parigi, GE, VE e BG.
Pagine 252 - 262 | 30 Mag.-27 Ag. 1796 in Tir., It., Tu., Sp.
Pagine 262 - 273 | 10 Lu.-13 Ag. 1796 WI, VE, Prov. Corti
Pagine 273 - 283 | 8-21 Ag. 1796 WI, PA, Prov., BG
Pagine 283 - 293 | 27 - 31 Ag. 1796 PA, WI, VE, BG
Pagine 293 - 302 | 30 Ag. - 11 Set. 1796 Luoghi Vari
Pagine 302 - 313 | 15 - 22 Set. 1796 a Venezia, Parigi e Torino
Pagine 313 - 324 | 27 Set. - 8 Ott. 1796 a Venezia e Parigi
Pagine 324 - 333 | 12 - 27 Ott. 1796 a BG, BS e VE
Pagine 333 - 341 | Ott.-Nov. 1796 in N.E. Italia e Parigi
Pagine 341 - 353 | Dic.96 - Mar.97 a Mi, Vr, Ve, Parigi
Pagine 353 - 368 | 24 Dic. 96 - 9 Gen. 97 a Bergamo
Pagine 368 - 371 | Nov. 96 - Gen. 97 a VR, Arc., Riv., MN
App. "A" | fonti alternative su Pubb. 32, Gazz. Univ.
App. "B" | fonti alternative su Pubb. 32, E. Gachot
Illustrazioni App. "B" | fonti alt. su Pubb. 32, E. Gachot
Pagine 371 - 380 | Gen. - Feb. 1797 a BG, MI e VR
Pagine 380 - 391 | Gen. - Feb. 1797 a Parigi e Venezia
Pagine 391 - 396 | Feb. - Mar 1797 a Ve e Bg, inv. Veneto

Storia della caduta di Venezia, Pubblicazioni relative al Tomo II

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Storia della caduta
di Venezia,
Edizione di riferimento Tomo II:
Storia di Venezia - Raccolta cronologico-ragionata di documenti inediti che formano la storia diplomatica della rivoluzione e caduta della Repubblica di Venezia, corredata di critiche osservazioni. Tomo II. Augusta Anno MDCCIC

Storia della caduta di Venezia,
Parte Terza, 1797

Pag. 3 - 12 | 9-11 Mar. 1797 a Bg, Mi, Br e Ve
App. Landrieux 1790 - 99 Francia e Nord-Italia
Pag. 13 - 29 | 12 - 17 Mar. 1797 a Bg, Br e Ve
Pag. 29 - 45 | 11 - 28 Mar. 1797 a Ve, Br e Peschiera
Pag. 45 - 58 | 20-24 Mar. 1797 a VR, VE, e Prov. Venete
Pag. 58 - 72 | 6-26 Mar. 1797 a Go, Ve, Salò, Mi e Parigi
Pag. 72 - 76 | 27 Marzo 1797 a VR - Francesco Battaja
Pag. 76 - 83 | 9 e 28 Marzo 1797 a MI e Crema
Pag. 83 - 104 | 29 Mar.-3 Apr. 1797 a VE, Salò, VR, Valli BR
Pag. 104 - 117 | 31 Mar.-6 Apr. 1797 a VE, Salò, VR, Valli BR
Ori e argenti del 1797 | 18 Mar.-18 Mag. 1797 a VE
Pag. 117 - 134 | 6-8 Apr. 1797 a VR, Peschiera e VE
Pag. 134 - 142 | 8-15 Aprile 1797 a VR, Valli e VE
Pag. 142 - 150 | 10 Aprile 1797 a Vienna e Venezia
Pag. 150 - 167 | 11-13 Aprile 1797 a VR VE e Salò
Pag. 167 - 178 | 9-15 Aprile 1797 a Judenburg e Venezia
Pag. 178 - 188 | 14-16 Aprile 1797 a VR e Provincia
Pag. 188 - 218 | 8 Apr.'97-30 Mar.'98 a VE, Parigi e Mi
Pag. 218 - 227 | 17 - 19 Aprile 1797 a Verona
Pag. 227 - 242 | 19-21 Apr. 1797 a VE, VR, VI, PD e TV
Pag. 242 - 252 | 19-22 Apr. 1797 a Klagenfurt, VE e VR
Pag. 252 - 262 | 18-23 Apr. 1797 a Venezia e Vienna
Pag. 263 - 282 | 22 Apr.-20 Mag. 1797 a VR, VE e PD
Pag. 282 - 294 | 25 - 27 Aprile 1797 a VE
Pag. 294 - 301 | 27 - 29 Aprile 1797 a VE
Pag. 301 - 315 | 25 - 29 Apr 1797 a Graz, Ebrnargen, Gradisca, VE, UD, VI, PD
Pag. 316 - 325 | 28 - 30 Apr 1797 a Venezia
Pag. 325 - 335 | 30 Apr-1 Mag 1797 a VE e UD
Pag. 335 - 351 | 29 Apr. - 1 Mag. 1797 a Palma, VE e Vienna
Pag. 351 - 363 | 1-2 Maggio 1797 a TV e VE
Pag. 363 - 373 | 2-3 Maggio 1797 a VE e Vienna
Pag. 373 - 386 | 5-8 Maggio 1797 a Venezia
Pag. 386 - 399 | 4-10 Maggio 1797 a Venezia
Pag. 399 - 416 | 9-16 Maggio 1797 a Venezia

Storia della caduta di Venezia, Pubblicazioni collegate

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Storia della caduta della Repubblica di Venezia, Tomo Primo

Storia della Caduta di Venezia, I - Pagine 3 - 5

Introduzione e disegno dell'Opera.

Cristoforo Tentori si è trovato nella condizione di poter esaminare e copiare i Documenti dell'Archivio Diplomatico Segreto della Repubblica "le cui venerande porte spalancò furibonda la Democrazia".
Grazie ai documenti di tale Archivio, l'Autore ritiene di aver sviluppato una chiara visione degli eventi e delle cause che determinarono la caduta di Venezia come Repubblica; egli afferma di voler dividere la sua esposizione in tre parti.

Tratterà la prima dell'origine della Rivoluzione, e degli avvenimenti che la precedettero. Nella seconda si svilupperanno i di lei progressi; e poscia nella terza si descriverà la sua totale consumazione.
Nell'osservarne tutte le traccie, si scopriranno le cause principali interne, ed esterne, e le secondarie, indi le occasionali, e le moventi, ed in fine le palesi, e le nascoste
.

Storia della Caduta di Venezia, I - Pagine 6 - 7

Serie di Opuscoli a Stampa sulla Caduta della Repubblica di Venezia

  • Serie di sedici opuscoli a stampa pubblicati tra il 1797 e il 1799 (anno in cui Tentori pubblica questo suo libro) sull'argomento della Caduta della Repubblica di Venezia. Secondo il Tentori nessuno di questi è degno di essere accreditato come Storia.

Storia della Caduta di Venezia, I - Pagine 7 - 19

Discorso Preliminare sullo Stato Politico della Repubblica di Venezia
all'Epoca della Rivoluzione & Caduta della Monarchia Francese.

  • Analisi sulle cause remote dell'indebolimento di Venezia; vantaggi dei nuovi traffici marittimi interni all'Adriatico rispetto a quelli con il Medio Oriente.
  • Elogio della "neutralità armata" e solidità militare dell'arrocco nell'Adriatico.
  • Evidenze della floridezza economica e finanziaria di cui Venezia ancora godeva al tempo di Napoleone.
  • Enumerazione delle risorse fisse e mobili nonché della Flotta, dell'Arsenale e dell'Erario a disposizione di Venezia.
  • Elenco ed entità dei sussidi elargiti alle Comunità di Terraferma per lenire i danni causati dalle scorrerie Francesi e Austriache "tollerate dalla Repubblica".
  • Cause morali ed evidenti della Caduta.
  • Cause occulte della stessa, le tensioni oligarchiche, l'egoismo, la falsa clemenza nei Tribunali, il "serpeggiante stravizzo".
  • Momenti importanti del disfattismo nel '700.
  • Degenerazione delle sagge Magistrature veneziane nella congiura dei Savj di Collegio.
  • L'esautorazione del Senato e degli Inquisitori da parte di questi.

Storia della caduta della Repubblica di Venezia, Parte Prima

Dell'origine della Rivoluzione dall'anno 1788 al 1 Giugno 1796 (pagine 21 - 172)

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Storia della Caduta di Venezia, II - Pagine 21 - 46

1788 - 1791, con riferimenti a fatti del 1762, 1780 e 1787

  • Allerta generale nella Diplomazia Europea causato dagli Stati Generali in Francia.
  • Dispacci da Parigi dell'Ambasciatore Antonio Cappello.
  • Figure ambigue di Giorgio Pisani (demagogo) e Carlo Contarini (demagogizzato) sobillatori dei barnabotti; loro condanne.
  • Storia e decadimento del tribunale degli Inquisitori.
  • I Savj del Collegio congiurati contro il Senato.
  • Primi Dispacci da Daniele Dolfin in Vienna (20 Gennaio 1790) e Rocco Sanfermo da Torino (20 Giugno 1790) in merito alla formazione di Club in quelle città.
  • Dispaccio del Cappello (7 Settembre 1790) su strutture ed eventi dei Club in Parigi.
  • Relazione di fine mandato del Cappello (2 Settembre 1790) resa al Doge Manin, che descrive la rivoluzione, le sue cause, i suoi mandanti ed esecutori.
  • Dissertazione del Cappello sulle forme politiche e sulla nuova Costituzione Francese.
  • Secondo Dispaccio del Sanfermo da Torino (5 Novembre 1791) con proposta di una Lega dei Principi Italici per arginare la propaganda clubbistica e anticlericale.
  • Rifiuto del Doge Manin di far aderire Venezia a quella Lega (19 Novembre 1791).
  • Seconda proposta di Lega difensiva firmata anche dal Re di Napoli (26 Novembre 1791).
  • Secondo rifiuto del Manin.

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Storia della Caduta di Venezia, III - Pagine 47 - 65

1791 - 1793: Venezia e Corti Europee, Francia

  • Nuova richiesta di aiuto nella difesa ideologica da Vittorio Amedeo III (24 Novembre 1791).
  • Il Piemonte come Stato più esposto.
  • Rifiuto dal Manin e dal Collegio.
  • Almorò Pisani sostituisce Antonio Cappello a Parigi.
  • Da Parigi il Pisani scagiona alcuni sospettati di giacobinismo in Venezia (30 Aprile 1792).
  • Intercettazioni di corrispondenza evidenziano intenzione francese di guerra all'Austria e dissidi interni al Governo francese.
  • Proposta di alleanza difensiva da Duca di Toscana, Re di Napoli e Pontefice Romano.
  • Manin rifiuta e arrocca la Flotta nell'Adriatico (Giugno 1792).
  • Almorò Pisani da Parigi informa dell'avvenuta deposizione del Re con un mese di ritardo (4 Settembre 1792).
  • Il Senato è ancora completamente all'oscuro di ogni pericolo nascente in Francia.
  • Anche le suppliche di aderire all'Alleanza difensiva di Andrea Fontana Residente Veneto in Napoli sono nascoste al Senato e rifiutate dal Manin e dal Collegio.
  • Contenuto della proposta Partenopea (13 Settembre 1792).
  • Rifiuto di aderire alla Lega di Pilnitz avanzata dall'Austria (17 Novembre 1792).
  • Deposizione del Re di Francia Luigi XVI (10 Agosto 1792).
  • Gli Inquisitori rilevano attività giacobine in Venezia ma ne reprimono solo le manifestazioni esteriori (Febbraio 1793).
  • Si scopre vasta congiura filo-Francese in Napoli (Marzo 1793).
  • La Francia cambia Ambasciatore in Venezia e affianca tale D'Enin all'incaricato d'affari Giovanni Giacobbi.
  • Grandi dichiarazioni di fratellanza fra Repubbliche.
  • Venezia è il primo Stato europeo a riconoscere il Governo regicida di Francia, a soli 9 giorni dall'omicidio (26 Gennaio 1793).
  • Secondo le gazzette francesi tale riconoscimento costa alle casse francesi 80.000 lire tornesi.
  • Il Popolo veneziano protesta contro le insegne ambasciatoriali riconosciute alla Francia.
  • D'Enin lascia il posto a Giacobbi in attesa dell'arrivo del Ministro Plenipotenziario Noel, noto come immorale, sedizioso e incendiario.
  • Gli Inquisitori affidano compiti di intelligence in Terraferma a Gian Andrea Spada, che si rivelerà poi essere sobillatore filo-Francese.
  • Comunicazione del Residente Inglese Worsley chiede l'allontanamento dell'ambasciatore Francese e lamenta che la "neutralità" di Venezia si traduce in gravi favoreggiamenti alla Francia (Dicembre 1793).
  • Anche Inghilterra, Spagna, Russia e Prussia sono entrate nella Lega di Pilnitz e offrono protezione a Venezia affinché essa espella il Giacobbi e il Noel, rifiutando ai Francesi di servirsi dei suoi Mari e delle sue Terre per i loro traffici.
  • Worsley informa Venezia di trame Francesi con il Turco a danno di Venezia, che trovano conferme dagli Inquisitori in Dispacci intercettati di Turchi all'Incaricato d'Affari Francese Giacobbi.
  • Worsley si mostra al corrente di un complotto filo-Francese in Venezia.
  • Anche le proposte inglesi sono rifiutate, ma si cambia denominazione al "Ministro Plenipotenziario della Repubblica Francese" in "Ministro Plenipotenziario della Nazione Francese", Nazione considerata sorella e ottima partner d'affari.

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Storia della Caduta di Venezia, IV - Pagine 65 - 75

1794 a Venezia Torino e Parigi

  • Desolante descrizione dello stato mentale e morale del Senato e dei Senatori veneti.
  • Perniciosa influenza sugli stessi della floridezza e stabilità dell'economia e della struttura politica Veneziana.
  • Cecità di fronte alle malversazioni e alla corruzione.
  • Rifiuto di un nuovo Trattato offerto dal re di Napoli.
  • Risveglio del Procurator Francesco Pesaro e di suo fratello Piero.
  • Il Senato allarmato vota il riarmo, ma questo viene sabotato dai Savj di Collegio e da una serie di funzionari a loro fedeli, con il "metodo Boerhaave" di "inzuccherare la pillola".
  • Il Senato ingoia la pillola nonostante le vive proteste dei Pesaro.
  • Nuova descrizione dello stato psicologico desolante in cui versano i Senatori.
  • Tecniche e dinamiche dei congiurati per gestire o paralizzare gli Alti Organi di Governo: Collegio, Dieci e Inquisitori.
  • Cinque Dispacci di Sanfermo che da residente a Torino è diventato Residente a Londra, ma con sede in Basilea.
    • Primo Dispaccio Sanfermo, 27 Maggio 1794
      • Arresto di Gorani, sovversivo internazionale, che non sembra entusiasmare il Sanfermo.
      • Notizie sulle congiure in Polonia, Grigioni e Napoli.
      • Passa senza importanza l'arresto di un altro agente, il Semonville.
      • La Francia potrebbe comportarsi con l'Italia diversamente da pacifica come si dichiara.
      • Avvicendamento nel banchiere del Comitato di Salute Pubblica.
    • Secondo Dispaccio Sanfermo, 6 Giugno 1794
      • Si avvale di un informatore a Parigi di nome Dagobert Guistendoerffer.
      • I risultati delle indagini rivelano i Francesi già pregustare il saccheggio d'Italia.
      • Ciò stanno preparando a mezzo di intrighi e corruzioni su larghissima scala.
      • Il complotto in Venezia è già costato oltre un milione di franchi all'Erario francese.
      • Venezia non sarà attaccata direttamente, ma si cercheranno dei pretesti fomentando tumulti.
    • Terzo Dispaccio Sanfermo, 20 Giugno 1794
      • Riceve comunicazioni dal Segretario dell'Ambasciata Francese Bacher sulle manovre militari del suo Paese.
      • La Francia promette un trattamento di favore a Venezia, ma il Sanfermo stesso la dichiara una presumibile bugia.
    • Quarto Dispaccio Sanfermo, 24 Giugno 1794
      • Riceve notizie da Lenoir su una riunione del Comitato di Salute Pubblica.
      • Scoperta la congiura in Torino, la Francia mostra propensione per l'attacco militare all'Italia dopo il raccolto del grano.
    • Quinto Dispaccio Sanfermo, 5 Luglio 1794
      • I rappresentanti francesi vogliono presentare una nota di protesta a Venezia perché in essa si coltiverebbe odio verso la Rivoluzione Francese.
      • Sanfermo si sottrae ai colloqui diretti, media il Borgomastro di Basilea, che cerca di convincere il Sanfermo di due posizioni divergenti nei Francesi rispetto a Venezia: vi è chi vorrebbe addormentare le Potenze neutrali e continuare con le sedizioni, e chi invece vorrebbe aiutare i Popoli che aspirano alla libertà senza turbare i tranquilli.
      • I Francesi considererebbero i Veneziani come molto facili da "sedurre".
  • Altre sedi diplomatiche veneziane confermano le intenzioni belliche della Francia.
  • Il Residente Giacomazzi da Torino lancia nuovi allarmi sull'arroganza dei nuovi dirigenti francesi e sul pericolo della loro propaganda; suggerisce anch'egli l'alleanza con Pilnitz e il riarmo generale della Repubblica.
  • Il Dispaccio del Giacomazzi provoca le ire di Savj congiurati, e in particolare quelle dello Zuliani, ma Giacomazzi trova comprensioone e protezione da altri Patrizi, quindi riceve solo una lettera che lo invita a più miti consigli.
  • Giacomazzi non se ne dà per inteso e continua sul suo tono le comunicazioni agli Inquisitori, ma questi non le trasmettono al Senato.
  • Altri cenni a tecniche e dinamiche di controllo e sabotaggio dei congiurati verso le Alte Istituzioni.
  • Tiepidezza degli Inquisitori nel riferire sui progressi della sobillazione filo-francese in Venezia.
  • Link ad alcune note sulle origini e la nascita dei Club giacobini.

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Storia della Caduta di Venezia, V - Pagine 75 - 89

1794 - 1795 a Venezia Torino e Parigi

  • Il Senato in balia dei Savj del Collegio.
  • Questi privilegiano sempre più il rapporto con la neonata Repubblica Francese.
  • Repressione dei dissidenti.
  • Principale subornatore del Senato è K. Girolamo Zuliani.
  • Decapitato Robespierre.
  • Instaurazione del Direttorio che preparerà il terreno per Napoleone.
  • Il nuovo Direttorio perdona l'espulsione del Noel e sostituisce il Giacobbi con un "Ministro della Repubblica Francese a Venezia", nella persona del sig. Lallement.
  • Proteste di Worsley, Ambasciatore inglese a Venezia, il 4 Novembre 1794.
  • Congedo del Giacobbi e Credenziali del Lallement, dove la Francia chiama esplicitamente Venezia sua Alleata.
  • A fronte del nuovo idillio Tentori riporta bruscamente ai numerosi precedenti Dispacci del Sanfermo sulle reali intenzioni francesi.
  • Le Credenziali sono perentorie e includono il compito riconosciuto del Lallement di effettuare propaganda filo-Francese in Venezia.
  • L'inclinazione dei Savj verso i feroci e instabili Francesi è per Tentori già prova di quella congiura interna finanziata con il milione di franchi segnalato nel dispaccio di Sanfermo.
  • I Savj accettano in toto le Credenziali Lallement.
  • Rifiutano invece le proteste di Worsley anche correndo il rischio di una rottura diplomatica con la Gran Bretagna.
  • La "neutralità disarmata" di Venezia si traduce sempre più nella libera circolazione di agitatori, ladri e assassini.
  • Si nascondono al Senato le malefatte di alcuni agitatori.
  • Nuovo Dispaccio Sanfermo da Basilea 17 Febbraio 1795
    • In Francia grandiosi preparativi per la Campagna in Italia.
    • 150,000 uomini e la Flotta di Tolone al comando di Scherer.
    • Il Comitato di Salute Pubblica disegna i nuovi confini di Francia e l'Italia vi rientra.
    • Conflitto tra Moderati e Giacobini con prevalenza dei primi.
    • Sospesi due Club a Parigi.
    • Rimozione busti di Marat.
  • Dispaccio di Giacomazzi da Torino 21 Febbraio 1795
    • Conferma rafforzamenti militari Francesi sul confine italiano.
    • Possibile piano d'invasione attraverso il Genovesato.
    • Possibilità di un voltafaccia della Corte Sabauda di fronte al pericolo di non venir sufficientemente supportata dall'Austria.
  • Dispaccio del Businello da Napoli 14 Aprile 1795
    • Scoperta congiura in Palermo che doveva essere supportata da 6000 fanti da sbarco della Marina Francese.
    • L'intercettazione di un Dispaccio francese rivela intenzioni di invadere le Due Sicilie.
    • Da Napoli eco di gravi torbidi in Parigi.
  • Nuovo ministro veneziano a Parigi con il titolo di "nobile": Alvise Querini (7 Marzo 1795).
  • Richiamato Pisani da Londra a Parigi per il commiato e per introdurre Querini come suo successore.
  • Entusiasmo del Querini nell'essere ammesso a parlare alla Convenzione di Francia (30 Luglio 1795).
  • Precisazione del Presidente La Reveillere Lepeaux che dichiara Venezia al contempo alleata e succube della Francia.
  • Le proteste di amicizia dei Francesi esplicitamente tacciate di malafede dal Tentori.

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Storia della Caduta di Venezia, VI - Pagine 89 - 101

1795 a Venezia, Bergamo e Torino

  • I Savj congiurati magnificano le gioie dell'"amicizia" con i Francesi, e cassano tutte le istanze che provengono dai sensori territoriali della Repubblica attraverso il Tribunale degli Inquisitori in merito alle attività sovversive degli agenti francesi anche nello Stato Veneto.
  • Primo dispaccio del nuovo Residente a Bergamo Alessandro Ottolini, 30 Luglio 1795
    • Dichiara che svolgerà attività informativa sotto l'esclusivo comando dei Savj.
    • Misure prese per prevenire il diffondersi delle sobillazioni nel Contado e fra il Popolo minuto.
    • Lassismo sui fenomeni analoghi all'interno del Patriziato, dei Funzionari e dei Notabili.
    • Accusa ricevuta di ordine da parte dei Savj di sorveglianza per tale Giovan Battista Muller.
  • Altri Dispacci dall'Ottolini: lamenta di non riceve notizie dal Querini Residente a Torino su un pericolo pubblico fuggito da Torino a Bergamo, tale Luigi Cervera.
  • Dopo tergiversazioni, i Savj estendono la loro ala protettrice sul Cervera.
  • Secondo il Tentori sono "mille e mille" i Dispacci che i Savj nascondono al Senato in quegli anni.
  • Comincia la saga del Conte di Lilla, erede al Trono Francese, rifugiato in Verona sotto la protezione della "neutralità" di Venezia.
  • Comunicazioni degli Inquisitori ai Savj del Collegio sulle vicende in Verona dell'illustre ospite, 10 Luglio 1795 - 7 Agosto 1795
    • Cerimonie d'incoronazione come Re di Francia, dopo la morte anche del Delfino Luigi XVII.
    • Forma riservata e ristretta delle Celebrazioni: si veste del Sigillo Reale ma continua a usare il titolo di Conte di Lilla.
    • Spedisce dispacci per le altre Corti Monarchiche Europee indirizzandole all'Armata del Condé.
    • Prepara un "Manifesto" da distribuire ai Realisti d'Europa.
    • Si avrà cura che questo manifesto non figuri stampato da torchi veneziani.
    • Probabile autore del testo è tale D'Antraigues, libellista facondo e agente al servizio di molte Potenze europee.
    • Luigi XVIII soddisfatto dell'ospitalità Veneta; biglietto confidenziale di ringraziamento del neo-Re ad Alvise Mocenigo Governatore Veneziano uscente di Verona.
    • rassicurazioni che il "Manifesto" in preparazione non porterà "la data di Verona".
  • Dispaccio da Torino del Querini, 25 Luglio 1795
    • Luigi XVIII ha scritto due lettere al Re Sabaudo, una ufficiale e una confidenziale.
    • La prima come Re di Francia, per informarlo della sua successione come tale alla morte del Delfino.
    • La seconda per pregarlo di continuare a proteggere nella sua Corte la sposa del Luigi XVIII stesso.
    • Amedeo III rimanda il riconoscimento dell'incoronazione a dopo sentiti i pareri di Austria e Inghilterra.
    • A Torino giungono voci che anche l'Austria tentenni, in attesa del parere Inglese.
    • Il parere inglese arriva dopo alcune settimane: attendere che in Francia si formi un partito che lo acclami Re.
    • L'Inghilterra nel frattempo supporta i realisti Vandeani, che non sono però dinasticamente orientati verso il Luigi.
    • La Neo-Regina mantiene alla Corte di Torino comportamento sobrio, figurando Regina solo in rapporti personali.
    • notizie ottenute da tale De Piercy, intimo del Conte di Lilla, in missione a Torino: Luigi XVIII teme di unirsi sia alla Vandea, dove Giorgio III gli offre il supporto di 20000 armati, sia all'Armata del Condé dalla quale non può recarsi senza specifico invito di Prussia e Austria
    • Il Conte di Lilla/Luigi XVIII sembra dunque intenzionato a continuare ad approfittare delle graziosa ospitalità della Repubblica Veneta in Verona.
  • Rapporto allarmato degli Inquisitori sull'innalzarsi della temperatura politica in Verona attorno al Conte di Lilla, 7 Agosto 1795
    • Giunge Lord Macartney Residente Inglese e rappresentanti più o meno in incognito di tutte le altre Corti Europee.
    • Plichi da Londra informano il Luigi dell'avvenuto sbarco di truppe realiste nella baia di Quiberon e di un probabile altro sbarco di Carlo X in Normandia.
    • La presenza di tanti Plenipotenziari in Verona e le notizie degli sbarchi rendono il morale del seguito di Luigi XVII molto alto.
    • È convinzione degli Inquisitori che anche il sig. Lallement faccia controllare molto da vicino le mosse dei realisti in Verona.
    • Macartney, che contava di partecipare alla stesura del "Manifesto" di Luigi XVIII, lamenta di averlo trovato al suo arrivo già pubblicato e diffuso da tre settimane.
    • Il Manifesto latore di ulteriori conflitti e scompensi nelle compagini monarchiche francesi e fra queste e l'Inghilterra.
    • Battaglia di Quiberon: disfatta militare completa delle compagini monarchiche francesi dovuta soprattutto a conflitti o incomunicabilità interne e con i supporter Inglesi.

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Storia della Caduta di Venezia, VII - Pagine 101 - 119

1795 - 1796 a Venezia e Parigi

  • Alcuni passi indietro di qualche mese
    • Le proteste del Lallement per le libertà concesse al Luigi XVIII turbano l'idillio franco-veneziano che si era instaurato dopo che nell'Aprile 1795 il Sanfermo aveva svolto un qualche ruolo di mallevadore nella pace fra Prussia e Francia e che nel Luglio analogo ruolo aveva svolto per la pace di Francia e Spagna.
    • Dispaccio fondamentale del Sanfermo in data 5 Aprile 1795
      • Esplicitamente informa i Savj che le alleanze formatesi e in formazione sotto i suoi occhi necessariamente portavano gli Stati Italiani a essere teatro delle battaglie tra Francia e Austria, e in particolar modo il Territorio Veneto.
      • Sanfermo apprende da un Ministro francese che essendo la Repubblica Veneta disarmata, i suoi Territori sarebbero Olandesizzati o smembrati in compensi ai vincitori
    • Le proteste Inglesi, Russe e Austriache per il ruolo svolto dal Sanfermo nello smembramento della Lega di Pilnitz lo fanno ritirare a Venezia da Basilea.
    • Sue proteste di innocenza contro tale provedimento, cui ubbidisce.
    • Tentori accusa apertamente il Sanfermo di avere agito come agente filo francese: in mala fede anche la sua protesta contro il richiamo, dal momento che avrebbe compromesso gravemente l'immagine neutrale di Venezia favorendo la Francia contro i suoi nemici.
  • Mesta panoramica di Venezia sul finire del 1795
    • Inazione totale.
    • Non si raccolgono Truppe.
    • Non si muniscono le Fortezze.
    • Non si fanno scorte di sussistenza.
  • Il 1796 vede Inquisitori e Savj sempre più preoccupati del suppurare della spina Luigi XVIII infilata a Verona.
  • Questa turba sempre più gravemente i rapporti non più idilliaci con il Ministro Lallement.
  • Luigi si fa chiamare Conte ma agisce da Re e questo si teme susciti le ire del Direttorio Francese, unico faro di serenità per i congiurati Veneziani.
  • Il neo-re infittisce sempre più le sue corrispondenze, e medita forse di ritirarsi addirittura in Venezia.
  • Dispacci dal Residente a Parigi Querini, 4 Aprile - 17 Marzo 1796
    • Secondo il Ministro Gauthier, Luigi XVIII sarebbe snobbato dalla Francia e poteva benissimo restare a Verona a recitare con la sua "miserabile corte".
    • Ma Luigi sta ricoinvolgendo la Spagna attraverso l'ingenuo Las Cases, e riceve aiuti in denaro dall'Inghilterra di Pitt l'Onesto.
    • Secondo il Gauthier, Luigi è in scacco matto, non potendo contare che nemici, sia nella Francia Repubblicana che nelle altre forze monarchiche in gioco.
    • Gauthier ipotizza al Querini una pace europea basata su spartizioni dei territori del Nord, senza effetti sull'Italia.
    • Ma Gauthier cade subito dopo, e Il Cittadino Reveillere Lepaux che gli succede non è degli stessi avvisi.
    • Reveillere ha appena decapitato Robespierre, e non è affatto contento che la "sorella" repubblica veneziana offra ospitalità regale al Luigi di Francia.
    • Reveillere espone il solo futuro possibile di Venezia in una fusione cieca con la sorella Repubblica Francese.
  • Gli Inquisitori aggiornano i Savj in base ai Dispacci Querini senza leggerli al Senato
    • Sul comportamentto riservato del Conte di Lilla.
    • Sulla libera circolazione accordata a truppe Austriache in movimento sul Territorio della Repubblica.
    • Che Vienna e Torino non sembrano gradire un eventuale trasferimento di Luigi presso di loro.
    • Sull'allontanamento di alcuni elementi "inopportuni ai Pubblici Riguardi", ma con provvedimenti lievi.
  • Dispaccio del Querini da Parigi 17 Marzo 1796
    • Diktat da parte francese di espellere Luigi dai Territori della Repubblica e viva lagnanza per la libera circolazione delle Truppe Austriache.
    • Luigi XVIII secondo il Querini è capziosamente ritenuto responsabile di presunte sommosse nel Sud Francia.
    • La stampa francese strumento di diffamazione e demagogia.
    • Tale stampa inscena una piece basata sul presunto rifiuto dei Veneziani al diktat di espulsione di Luigi
      • L'"Ami du Loix" filo-governativo condanna aspramente Venezia.
      • "Le Republicaine" di du Pont invece tesse elogi petrarcheschi della Repubblica.
    • Querini interviene ufficialmente per smentire ma la Promemoria del Ministro francese Carlo Delacroix che trasmette è tutt'altro che amichevole: fuori Luigi immediatamente o la Francia si dichiara nemica aperta (Luigi viene messo al sicuro con buon anticipo prima che possa eventualmente cadere in mano delle orde sanguinarie del Massena che invaderanno "pacificamente" Verona quattro mesi dopo?).
  • Tentori introduce una nota sulle scorrettezze Napoleoniche in rapporto alle alte idealità Leali sciorinate nella Promemoria del Delacroix.
  • Rassegna della Stampa francese sulla falsa notizia di un rifiuto veneziano all'espulsione di Luigi.
  • Note
    • Nota 1 su Carlo Delacroix.
    • Nota 2 sul giornale rivoluzionario "Le Républicain Français".
    • Nota 3 su Éleuthère Irénée du Pont de Nemours.

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Storia della Caduta di Venezia, VIII - Pagine 119 - 131

31 Marzo 1796 - 2 Luglio 1796 in Verona, Piemonte, Europa

  • La Promemoria Francese è presa come legge dai Savj che decretano immediata espulsione a Luigi XVIII.
  • Questi ne è informato dal proprio spionaggio nella persona del Conte d'Antraigues prima ancora che il provvedimento lo raggiunga attraverso il Segretario Gradenigo a ciò incaricato.
  • Riassunto dei dispacci del Residente a Verona Priuli in merito alle vicende dell'espulsione
    • Gradenigo trova un re già adirato e con la risposta già scritta.
    • Cede alla forza.
    • Esige la cancellazione del nome dei Borbone dall'Albo d'Oro della Nobiltà Veneziana.
    • Chiede la restituzione di una famosa armatura donata dal suo antenato Enrico IV alla Repubblica.
    • I Savj rifiutano di eseguire entrambe le operazioni.
    • Espatrio del Re in data 21 Marzo 1796, in direzione Tirolo.
    • Latore del messaggio d'espulsione e delle sterili trattative fu tale Marchese Carlotto.
    • D'Antraigues ne informa Macartney che non manca di farlo notare al Marchese stesso, il quale nega.
    • Tale "Haschelanden" ha ordinato alla "Ditta Angeli" di pagare gli Emigrati per tre mesi dopo la partenza del loro protettore e finanziatore.
    • Macartney lascia Verona per Hannover.
  • Panoramica generale del Tentori sulla situazione in Europa
    • Napoleone prende il posto di Scherer al comando dell'Armata d'Italia.
    • Stato miserevole della stessa negli ultimi anni.
    • Ciononostante Napoleone attacca il Piemonte il 10 Aprile 1796.
    • In poco più di un mese i 17.000 Piemontesi armati si arrendono e aprono le porte delle Fortezze, mentre i 32.000 armati austriaci scappano.
    • Elenco delle inspiegabili fulminee vittorie Napoleoniche nella campagna per il Piemonte.
    • Interferenze nelle comunicazioni dei due Comandi Austriaco e Piemontese.
    • Congiure in Torino.
    • In Venezia nonostante la sempre più evidente guerra portata in Italia i Savj continuano a predicare una improbabilissima neutralità disarmata.
  • Lungo carteggio tra Savj inquisitori e Corti straniere per negare alla Russia l'armatura di cui Luigi la ha nominata nuova custode
  • I Savj rifiutano uteriormente e definitivamente la restituzione e la cancellazione dei Borbone dall'Albo d'Oro Veneziano.
  • Formale protesta Veneta a Caterina di Russia per il comportamento tenuto dal D'Antraigues, ora alle dipendenze di quella Corte, nella faccenda di Luigi e delle sue richieste.
  • Aggiornamento della situazione in Piemonte e Lombardia
    • Le Fortezze piemontesi sono in mano Napoleonica.
    • Beaulieu è fuggito a Pavia con soli 18.000 austriaci lasciando a Napoleone armi cibi e munizioni.
    • Milano è già in grave pericolo.
    • Nel Veneto si comincia a mormorare, soprattutto nel Bergamasco.

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Storia della Caduta di Venezia, IX - Pagine 131 - 142

Marzo 1796 - Luglio 1796 a Bergamo

  • Dispaccio dal Vice Podestà di Bergamo Alessandro Ottolini, 30 Aprile 1796
    • Chiede più volte istruzioni su come gestire gli effetti delle vittorie Francesi sulle popolazioni Bergamasche, ma non ottiene che risposte di routine.
    • Fra coloro che espongono in pubblico la propria opinione, in Bergamo si fà più forte la fazione filo-francese.
    • La situazione resta sotto controllo ma alle opinioni si accompagna un generalizzato senso di lassismo morale e la diminuzione del rispetto dovuto al Governo.
    • Ottolini indaga i sovversivi ma con tutto il rispetto raccomandato sistematicamente dai Savj verso i filo-Francesi.
    • Bergamo tuttavia è una polveriera cui la minima scintilla può appiccar fuoco.
    • I buoni Cittadini trepidano temendo di essere abbandonati dalla protettrice Repubblica in mano agli invasori.
    • Ottolini lamenta di non disporre dei minimi mezzi per rassicurare effettivamente questa parte della Popolazione, ma che lo sta facendo a parole.
  • Tentori descrive le miserabili condizioni in cui giacciono le Fortezze veneziane di Terraferma, a partire da Bergamo fino a Venezia stessa.
  • I Savj non accennano minimamente a rinforzare alcuna difesa.
  • Dispaccio dell'Ottolini 9 Maggio 1796
    • Annuncia l'arrivo in Bergamo dell'Arciduca Ferdinando in fuga precipitosa da Milano.
    • Napoleone ha passato il Po a Piacenza e questo secondo l'Arciduca compromette tutta la Lombardia, dalla quale dunque fugge verso Verona e poi verso il Tirolo.
    • A seguito dell'Arciduca in fuga, il Bergamasco subisce massiccio arrivo di profughi dal Milanese.
  • Risposta standard dei Savj a Ottolini e a tutti i Residenti Veneziani delle province minacciate: gestire profughi ed eventualmente invasioni armate mantenendo la calma e la tranquillità, come fossero normale amministrazione. Come ciò si possa fare senza uomini, armi e munizioni i Savj non lo specificano.
  • Dispacci dell'Ottolini 10 1e 11 Maggio 1796
    • Grandi perdite e rotta del generale Beaulieu.
    • Incontro con Wilzek, Plenipotenziario Austriaco ma anche attivissimo fondatore di Logge e sette in Italia che chiede pronto cambio dei cavalli per un convoglio importante di documenti e denari dell'Arciduca.
    • Ottolini soddisfa la richiesta.
    • L'afflusso di profughi crea attrito con le Popolazioni locali e si teme che tra breve possano affacciarsi al confine anche i Francesi in armi, anche solo all'inseguimento della Cassa Militare Austriaca che si dice diretta a Bergamo.
    • Ottolini implora e supplica inutilmente di ricevere istruzioni sul comportamento da tenere con armati che pretendano di usare i pagherò con la Popolazione e se sia opportuno offrire somme ai comandanti invasori per ottenere disciplina dalle loro truppe.
    • Lamenta gravissime carenze di Truppa e quasi totale mancanza di ufficiali.
    • Riceve richieste di aiuto dalle comunità più esposte all'impatto di profughi e disertori dal Milanese ma non è in condizione di esaudirle se non con formali rassicurazioni.
    • 6000 Austriaci in armi sono accampati vicino al confine in Comune di Cividate, e la Popolazione ne è spaventata.
    • Giungono voci che Napoleone sia entrato in Milano.
  • Per i Savj risponde il Rocco Sanfermo, divenuto nel frattempo Segretario Cifrista del Consiglio dei Dieci: l'Ottolini non faccia nulla, lasci passare, profugo o in armi, chiunque si presenti alle frontiere e tenga buono il Popolo.
  • Quanto alla richiesta di ufficiali, il Collegio invia un prontamente eletto "Provveditor Generale in Terra Ferma" nella persona del N.H. Niccolò Foscarini, accompagnato, fuori ordinanza che prevederebbe un "Nodaro", dall'immancabile Sanfermo stesso.
  • Decreto di nomina del Foscarini firmato dal Segretario Rocco Sanfermo.
  • Nota su Johann Joseph Wilczek e sulla presenza di esponenti Rosacroce nelle principali Corti europee.

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Storia della Caduta di Venezia, X - Pagine 142 - 152

Maggio 1796 a Bergamo Milano e Peschiera

  • Il Provveditor Foscarini si insedia a Verona con il fido Sanfermo.
  • Dispacci Ottolini da Bergamo, 11 e 14 Maggio 1796
    • Napoleone ha vinto a Lodi e occupa quella città il 10 Maggio.
    • Traffico di aristocratici Austriaci in fuga da Milano.
    • Cominciano a circolare voci di saccheggi e soprusi da parte di armigeri e profughi verso la Popolazione vicina ai confini.
    • Ottolini promette di rifondere i danni dalle Casse della Repubblica
    • Riceve divieto dai Savj di arruolare nell'Esercito Veneziano i moltissimi disertori Tedeschi che lo chiedono.
    • Ottolini usa gli specialisti a sua disposizione per raccogliere informazioni su tutto il Territorio.
    • Chiede cosa fare con chi entrerà in Bergamo con coccarde tricolori divenute obbligatorie nel nuovo ordine di Milano.
  • Risposta dai Savi, 18 Maggio 1796
    • Le coccarde siano fatte gentilmente togliere ai Cittadini comuni e lasciate a ufficiali e personaggi ufficiali, represse invece nei Cittadini Veneti.
    • Si eserciti discreto controllo sulle pubblicazioni che dovessero giungere dalla Milano Francesizzata.
  • Beaulieu si ritira verso Mantova.
  • I francesi dilagano in Lombardia e impongono umiliante armistizio al Duca di Parma, a quello di Modena e al Pontefice.
  • I Francesi entrati a Milano bloccano tutti i Corrieri verso lo Stato Veneto.
  • Dispaccio Ottolini 19 Maggio 1796
    • Ottolini ha inviato agenti osservatori a Milano.
    • Il 18 Maggio passa per Bergamo un corriere francese con messaggi per Saliceti e Napoleone: Ottolini lo provvede di cavalli e scorta.
    • Notizie ottenute dall'Ottolini grazie ai suoi inviati a Milano
      • La città è caduta in mano ai Francesi in tre giorni a partire da Venerdì 14 Maggio 1796.
      • Primo a entrare è il generale Massena seguito da Napoleone e Saliceti.
      • Truppa male in arnese e Cavalleria con pochi cavalli.
      • Soldati giovani e sparuti per le fatiche della guerra.
      • Vari Editti proclamati a Milano
        • Si nominano sessanta Decurioni che provvedono ad alloggiare i Francesi nelle case e in tende sui bastioni.
        • Si dispone la coscrizione della gioventù e la requisizione di cavalli, cuoiami, panno e altro per una armata di 80.000 uomini.
        • Si impone formalmente ai Francesi di pagare in contanti e si disarma la Truppa Urbana Milanese consegnandone le armi ai Francesi.
        • Napoleone sospende la validità di tutti i passaporti: nessuno deve uscire o entrare a Milano fino a nuovo ordine.
      • Nel Castello restano asserragliati 6000 Austriaci molto agguerriti: in più episodi uccidono una trentina di persone che individualmente si erano avvicinate al Castello stesso.
      • I Francesi fanno vaghi preparativi di assedio e hanno predisposto cannoni a mitraglia e micce accese a tutte le porte della Città, puntati sia verso l'esterno che verso l'interno.
    • Si teme che i Francesi interrompano la via dei Corrieri attaverso Como, ma Ottolini assicura che resterà aperta quella detta di San Marco attraverso la Valtellina.
    • Giunge a Bergamo il Residente Veneto a Milano, che ha potuto lasciare la città col pretesto di accompagnare la Famiglia, ma sotto promessa d'onore di rientrare al più presto: conferma che Napoleone non riconosce né passaporti ne certificati di Cittadinanza Veneta.
  • Dispaccio dell'Ottolini 22 Maggio 1796: Napoleone a Milano cerca guide locali per le zone di confine del Garda, Brescia e Verona: le trova.
  • Informazioni da altri agenti mostrano i Francesi concentrati sulla Fortezza Veneziana di Peschiera in quanto porta di Mantova.
  • Comincia la "mortificante scena" della Fortezza di Peschiera.
  • Condizioni della Fortezza descritte dal Colonnello Carrara che formalmente la comanda: "6o Invalidi, l'Artiglieria smontata senza letti corrispondenti con sole Libre 100 di cattiva polvere; e mancante etc."
  • Coloro che da decenni berciano sulla povertà della Repubblica e che con tale paravento hanno ridotto le Fortezze e l'Esercito alla desolazione sono gli stessi che in quegli stessi anni realizzavano lucri personali immensi.
  • Note
    • Nota 1 sui sussidi elargiti dal Senato alle Province danneggiate.
    • Nota 2 su Zuanne Zusto e sulle forze armate disponibili in Laguna di Venezia.
    • Nota 3 sul numero di soldati atti alla guerra nell'Armata d'Italia.

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Storia della Caduta di Venezia, XI - Pagine 152 - 163

Maggio 1796 a Peschiera, Verona, Bergamo e Milano

  • Prima lettera, in data 24 Maggio 1796 del Colonnello Carrara da Peschiera al Provveditor Foscarini in Verona
    • Stato miserevole della Fortezza.
    • Le porte restano aperte "con la più cieca condiscendenza".
    • Il Colonnello teme per il suo prossimo domani.
  • Nessuna risposta.
  • Seconda lettera di Carrara, due giorni dopo
    • Le prevedibili angustie sono giunte.
    • Il Generale Liptal occupa di propria iniziativa la fortezza in nome dell'Austria.
    • Poche ore dopo conferma l'occupazione con ordine del suo Superiore Beaulieu.
    • Carrara è sperduto, prevede Peschiera come prossimo scenario di guerra.
  • Lettera di Beaulieu al Provveditor Foscarini, 26 Maggio 1796
    • Offre scuse alla Signoria di Venezia per l'occupazione di Peschiera.
    • La Fortezza pressocché abbandonata sarebbe altrimenti stata facile preda dei Francesi.
    • Provvederà a inventariare ogni bene presente e a garantirne la restituzione quando sarà cessato il pericolo presente.
  • La Fortezza viene messa in stato di difesa almeno provvisoria.
  • I Francesi avanzano da Ovest.
  • Gli Austriaci formano linea da Garda a Peschiera a Mantova intenzionati a difendersi.
  • Carrara osserva difficoltà di comunicazione fra i vari Corpi Austriaci (come già avvenuto in Piemonte).
  • La situazione resta statica fino al 30 Maggio.
  • Dispaccio dell'Ottolini il 25 Maggio 1796 sulla situazione a Milano e i riflessi in Bergamo
    • La non difesa di Milano ha evitato grandi spargimenti di sangue, ma la remissività della Popolazione ha eccitato nei Francesi "l'insaziabile loro ingordigia alla più detestabile rapina".
    • Depredati i Banchi Pubblici, il Tesoro del Duomo, le Chiese principali.
    • Il bottino avviato a Nizza.
    • Requisizioni di cibo e cavalli.
    • Spropositata imposta sugli immobili.
    • Il Territorio extra-cittadino è in balia di saccheggi delle soldatesche che seminano terrore e desolazione.
    • Le popolazioni cominciano a manifestare intenzione di ribellarsi.
    • A Milano gli 8000 Francesi rimasti potrebbero secondo l'Ottolini essere soparaffatti da una rivolta popolare, soprattutto se appoggiata dai 6000 Austriaci asserragliati nel Castello.
    • In tutto il Ducato serpeggia il grave malcontento popolare.
    • A Milano Francesi isolati vengono aggrediti e linciati.
    • Gli assunti con buona paga per i preparativi d'assedio al Castello uccidono le guardie e fuggono.
    • I Francesi arrestano i 60 Decurioni appena eletti.
    • Lodigiano, Pavese e Comasco sono in armi e a Lodi i Francesi sono stati massacrati dalla folla (conferme e dettagli nelle Memorie di Jean Landrieux).
    • Secondo Ottolini i Francesi, attualmente sparsi per le campagne in cerca di bottino, potrebbero essere facilmente sterminati da una rivolta generale dei Lombardi.
    • In Bergamo situazione tranquilla grazie alle rassicurazioni dell'Ottolini sulla protezione di Venezia.
    • Inquietudine fra coloro che possedevano beni nel Milanese.
    • Il contado di Bergamo è in subbuglio e messo in odio verso i Francesi dalle notizie della vicina Milano.
    • Ottolini riesce a calmare anche quello con analoghe false promesse di "Pubblica Protezione".
    • In quel 25 Maggio da Bergamo si ode un forte cannoneggiamento da Sud-Ovest.
    • Postilla dell'Ottolini il 26 Maggio
      • Conferma delle insurrezioni.
      • A Milano i Francesi "in apprensione" manovrano le Truppe di continuo e hanno imposto coprifuoco.
  • Da Venezia nessuna istruzione, questi Dispacci ricevono solo una risposta di elogio per l'operato dell'Ottolini.
  • I Francesi rompono la linea Austriaca al Borghetto e Liptal evacua la Fortezza di Peschiera senza combattere.
  • Nella Fortezza entra Augereau un'ora dopo l'evacuazione e rimprovera aspramente Carrara per averla concessa agli Austriaci.
  • Arriva Napoleone a Valeggio e minaccia strage per lo Stato Veneto reo di aver favorito gli Austriaci e ospitato il Re in esilio.
  • Foscarini terrorizzato invia un ufficiale come ambasciatore con l'offerta di sopperire a ogni esigenza Francese a spese venete.
  • Ambasciatore rifiutato dal Buonaparte che convoca espressamente il Provveditor in persona.
  • Foscarini pur terrorizzato obbedisce immediatamente.
  • Si avvia a raggiungere Napoleone a Peschiera in compagnia del Segretario Sanfermo, convinto di andare verso il proprio "olocausto".
  • I Savj del Collegio forniscono al Senato una loro versione rassicurante dei fatti in corso.
  • Note 1, 2, 3 su Napoleone e il suo bluff con Foscarini.

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Storia della Caduta di Venezia, XII - Pagine 164 - 172

Maggio - Giugno 1796 a Peschiera, Verona, Venezia

  • Comunicazioni da Bergamo dell'Ottolini trasmesse ai Savj del Collegio il 31 Maggio 1796
    • Un agente francese setaccia Bergamo alla ricerca di beni ivi lasciati dall'Arciduca di Milano.
    • In particolare sembra sapere dove si trovi la "Cassa Salariati".
  • Colloquio di Foscarini con Bonaparte il 31 Maggio 1796
    • Foscarini accolto bruscamente da Napoleone.
    • L'Invasore si dice deciso a incendiare Verona è avrebbe già inviato Massena a farlo.
    • I motivi pretestuosi addotti (favoreggiamento agli Austriaci e ospitalità al Conte di Lilla) fanno richiamare da Tentori il dispaccio del Sanfermo del 6 Giugno 1794, dove si preannunciava che i Francesi avrebbero cercato dei pretesti contro Venezia.
    • Il bluff atterrisce Foscarini che "ottiene", in extremis, di potersi arrendere e consegnare Verona senza condizioni.
    • Napoleone attende comunque entro sette giorni un possibile ordine dal Direttorio di dichiarare guerra all'intero Stato Veneto.
  • Foscarini rientra a Verona il 1 Giugno 1796 alle 5 di mattina e dispone ordini alla città per una resa completa.
  • In quello stesso giorno entra l'Armata Francese, e occupa sotto la guida del generale Salimbeni le Fortificazioni, le Porte e i Ponti.
  • La comunicazione di questi eventi a Venezia da parte del Provveditor Foscarini provoca "un nuovo ordine di cose in quella città".
  • Tentori fissa nel 1 Giugno 1796 il giorno d'inizio della rivoluzione e caduta della Repubblica di Venezia, che sarà oggetto delle Seconda Parte di questa Raccolta.
  • Dalla disamina dei documenti che ci ha esposto, Cristoforo Tentori ritiene di poter ricavare sette "Corollari certi e irrefragabili.

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Storia della caduta della Repubblica di Venezia
I Corollari alla Prima Parte di Cristoforo Tentori

Secondo l'Abate, quindi, dall'esame dei documenti e degli eventi esposti in questa Prima Parte si può dedurre quanto segue:
Da pagg. 170 - 172:

I

Che la Repubblica di Venezia, se non avesse deviato per suggerimento di alcuni Savj del Consiglio dal sistema adottato dai suoi maggiori, e posto in esecuzione nel 1701, 1735 e 1743, era in grado di sfuggire l'imminente naufragio con una "valida neutralità armata", quale la propose il N. H. K. e Procuratore di S. Marco Francesco Pesaro.

I I

Che il piano di neutralità disarmata sostenuto con invincibile ostinazione da alcuni de' Savj fu opera o di perfidia, o d'imbecillità: poichè o essi conobbero la natura della Rivoluzione Francese, e li principj del nuovo loro governo, delineati appuntino ne' Dispaccj dei Veneti Ministri alle Corti, ovvero nò.
Nel primo caso i loro suggerimenti, ed i sforzi per mantenere la Repubblica in stato di disarmo, furono perfidi, e tendenti alla di lei rovina.
Nel secondo furono imbecilli, e mancanti di quella politica penetrazione, che richiedeva il luminoso lor posto.

I I I

Il Senato, cui venivano celati molti de' Dispacci de' suoi Ministri alle Corti, e le più interessanti "Comunicate" degli Inquisitori di Stato, non era in grado di deliberare sempre con quella maturità, che era propria, e caratteristica, di quel Sovrano Consesso: e perciò ricade a peso di quei Savj, che li occultarono, il continuo abbaglio in cui da essi era tenuto.

IV

Qualunque fosse ne' Savj il movente del funesto loro sistema, il Senato mantenne sempre la "neutralità disarmata" con impuntabile lealtà, e le generose sue direzioni riguardarono sì l'Austria, che la Francia con indistinta amicizia, e con religiosa imparzialità, sfuggindo scrupolosamente tutto quello che turbar poteva la reciproca buona armonia con le due belligeranti potenze.

V

Le violenze, le frodi, le rapine, e le vessazioni dell'Armata Francese in Italia cagionarono nelle Venete Province l'odio, e l avversione alla medesima, ed al nome Francese; ma non perciò il Senato si allontanò dalla generosa, e leale sua condotta verso la Francia, ìspirando a' sudditi sentimenti di moderazione, e di soffferenza.

VI

La condotta del Governo Francese verso la Repubblica fu sempre all'opposto simulata, perfida, ed isleale: nè ricercò esso l'amicizia, e corrispondenza Diplomatica de' Veneziani, che ad oggetto di sedurli, e di addormentarli, per quindi tradirli disarmati, sacrificando i loro Stati, e l'esistenza loro politica all'iniquo suo interesse.

VII

La Sovranità e l'indipendenza della Repubblica di Venezia meritavano tanto maggiori riguardi, quanto che esse riposavano sulla fede pubblica, e sulle più solenni dichiarazioni del Governo Francese, che ricevuto aveva un Ambasciatore nella forma antica de' due Stati; e quindi doveva rispettarne le conseguenze, in vece di cancellare dalla Gerarchia Politica de' Governi il Governo medesimo, di cui con tanta interessenza aveva ricercata l'amicizia, e di cui solennemente riceveva l'Inviato.

Alla luce di quanto avvenne in seguito, e di notizie e fonti che presumibilmente non erano a conoscenza dell'Abate Tentori, noi contemporanei possiamo precisare, correggere in parte e di parecchio espandere i suoi Corollari. Cercherò di farlo nella Presentazione riassuntiva di questa prima parte della "Raccolta".

Storia della caduta della Repubblica di Venezia, Parte Seconda

Del Progresso della Rivoluzione, dal primo Giugno 1796 al 12 Marzo 1797

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Storia della Caduta di Venezia, XIII - Pagine 173 - 182

2 - 3 Giugno 1796 a Venezia

  • Condizioni in cui vengono a trovarsi i Contadi di Terraferma Ovest dopo l'occupazione francese di Verona: desolazione e saccheggi su Bergamasco, Bresciano, Cremasco, Veronese Padovano e Polesine.
  • Il governo veneto acquieta le popolazioni che vorrebbero ribellarsi e annientare i Francesi approfittando del loro spargersi per le campagne in cerca di bottino, rifondendo i danni e corrompendo su larga scala gli ufficiali francesi.
  • Oltre a questi enormi esborsi, l'Erario Veneziano, che avrebbe dovuto essere "esausto", riesce anche a mantenere l'intera Armata Napoleonica.
  • Nota sulla diffusione della corruttela in Venezia e nei suoi Domini.
  • La notizia della presa di Verona muove il Senato a provvedimenti urgenti
    • Richiamo a Venezia di tutta l'Armata Marittima del Levante.
    • Ordine urgentissimo al "General in Dalmazia il N.H. E. Andrea Querini, ed al N.H Capitanio a Capo d'Istria" perché arruolino Truppe.
    • Creazione di due Cariche straordinarie: un "Provveditor Generale alle Lagune e Lidi nella persona del N.H. Giacomo Nani K." e un "Commissario Pagador", il N.H. Zaccaria Valaresso.
    • Lettere Ducali per la comunicazione degli ordini, 2 Giugno 1796
      • Al "Capitanio in Golfo" il secco e immediato comando di far vela verso Venezia.
      • Al "Proveditor General da Mar in Otranto" di far salpare verso la stessa destinazione tutte le navi Venete del Mediterraneo, inclusi i postali che stanno trasportando il nuovo Bailo Veneziano in Costantinopoli, imbarcandovi quante più Truppe e Marinai sia possibile.
      • Al Residente di Napoli una brevissima istruzione affinché provveda all'inoltro del Dispaccio al Provveditor da Mar per la via di Otranto.
      • Al nuovo "Bailo alla Porta Ottomana Vendramin" un brevissimo ordine di liberare i legni e le milizie di scorta non appena giunto a Costantinopoli e di trattenersi colà in attesa di ordini.
      • Al "Pubblico Rappresentante di Capo d'Istria", stringatissimo ordine di affiancare l'inviato Colonnello Michieli nell'immediata raccolta di milizie locali o "Cernide".
      • Lettera pù lunga e articolata al "Provveditor General in Dalmazia, ed Albania"
        • Nomini un "Provveditor Generale alla Provincia dell'Albania Superiore" perché recluti Truppe e Ufficiali anche lì.
        • Requisisca ogni nave veneta utile al trasporto di dette Truppe.
        • Disponga il rimpatrio del Comandante Cleva.
    • Ducale di istituzione di due Cariche Straordinarie, 2 Giugno 1796
      • "Provveditor alle Lagune, e ai Lidi" e "Commissario Pagador".
      • Cariche non rifiutabili, precettazione dei nominati da qualsiasi altro incarico.
      • Possono conferire direttamente con il Collegio.
      • Il Provveditore può precettare qualsiasi altro Nobile gli sembri utile.
      • Può servirsi delle Forze di Terra come di Mare.
      • Ogni Funzionario deve obbedire agli ordini del Provveditore e del Commissario.
      • Entrambi sono autorizzati a richiedere la creazione di uffici ad hoc.
      • Si impartisce ordine in merito a tutti i Magistrati e Uffici.
    • Ducale al Nobile in Francia contenente Promemoria per il Direttorio Esecutivo (2 Giugno 1796)
      • Promemoria dal tono idilliaco, che minimizza le violazioni di Napoleone e mira a una improbabile captatio benevolentiae tramite adulazione e manifestazione di incrollabili sentimenti di amicizia verso la Francia.
      • Postilla al Promemoria, per il Nobile in Parigi, che non trascuri di "ungere" il Ministro degli Esteri Francese
    • Nomina di due Deputati che affianchino e all'occorrenza sostituiscano il Provveditor Generale in Terra ferma Foscarini (2 Giugno 1796).
    • Sono deputati al compito i N.N. H.H. Francesco Battaja e Niccolò Erizzo Primo (Andrea).
    • Comunicazione della nomina degli aiutanti al Foscarini (2 Giugno 1796)
      • Loro compito primo è conferire direttamente col Napoleone, con o senza il Foscarini stesso.
      • In nome della tranquillità dello Stato e dei Sudditi essi facciano al Napoleone qualunque offerta volta ad assicurarlo della benevolenza che la Repubblica coltiva nei suoi confronti.
      • Per conto suo il Foscarini continui a distribuire alle Popolazioni quei rimborsi che le tengono tranquille e agli Ufficiali occupanti quegli incentivi che possano alletarli a non eccedere nelle angherie.
      • I due nuovi deputati, a loro discrezione, sono autorizzati a leggere il Promemoria per il Direttorio Francese anche al Napoleone.
      • Si avvalgano, se possibile, dei favori presso il Francese di un diplomatico Spagnolo, il Cavalier Azara.
      • Il Dispaccio è firmato "Andrea Alberti Segretario"
  • Rapporto degli Inquisitori al Collegio 3 Giugno 1796
    • Un confidente riporta che il General Buonaparte medita di rompere la neutralità veneziana sostituendo i suoi soldati alle Milizie Venete in Terraferma.
    • Vuole impadronirsi di Legnago per controllare la navigazione sull'Adige e meglio minacciare Mantova.
    • Intende inviare truppe su ogni direttrice da e per l'Austria.
    • Al momento, egli minaccia la Dominante a mero scopo di estorsione.
    • Napoleone conoscerebbe il modo "topografico" di entrare nella Dominante.
  • Anche questo rapporto è nascosto al Senato nella consueta filza.
  • Il "confidente" degli Inquisitori come possibile doppiogiochista di rafforzo al bluff Francese.
  • I Deputati si dirigono da Verona a Roverbella, Quartier Generale di Napoleone.
  • Note
    • Nota 1 sulla corruzione, politica prima che morale, a Venezia
    • Nota 2 su Giacomo Nani.
    • Nota 3 su Zaccaria Valaresso.
    • Nota 4 sul Comandante Cleva.
    • Nota 5 sull'uso precoce della versione "Bonaparte" del cognome nel Promemoria inviato a Napoleone.
    • Nota 6 su interessanti rapporti d'affari tra gli Erizzo e Andrea Tron.
    • Nota 7 sul cavalier José Nicolás de Azara.

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Storia della Caduta di Venezia, XIV - Pagine 182 - 188

5 Giugno 1796 a Roverbella

  • Relazione dei Savj Battaja ed Erizzo sul loro colloquio con Napoleone in Roverbella
    • L'oggetto della missione adempiuto pienamente.
    • Napoleone non vuol più bruciare Verona e dichiarare guerra a Venezia.
    • Battaja ed Erizzo adulano Napoleone.
    • Napoleone ripete le lagnanze per il Conte di Verona e Peschiera, tuttavia la pur tardiva espulsione del Conte, e la buona accoglienze in Verona hanno inclinato il suo animo a riconsiderare amica la Repubblica di Venezia.
    • Egli si accontenterebbe dunque della sola rifusione amichevole dei danni da lui subiti a causa di quelle che ormai considera solo trascuratezze di funzionari.
    • In particolare intende che Venezia dimostri la sua lealtà e buona fede facendo sì che niente manchi alla sua Armata durante il "soggiorno" nei Territori della Repubblica.
    • Per il "danno pregresso", Napoleone si accontenta di tre milioni di ducati sull'unghia.
    • È soddisfatto nel frattempo delle "remissioni" fattegli da Crema, Brescia e soprattutto Verona.
    • Per evitare che si formino disordini in futuro, sarà bene che Venezia provveda generosamente l'Armata di grandi magazzini di cibo.
    • Accollerebbe la spesa a Verona, per "piccola meritata punizione".
    • Impone la creazione di "basse figure" all'uopo di gestire la questione dei rifornimenti e delle elargizioni.
    • Nuove professioni dei savj sulla presente e passata buona fede di Venezia verso la Francia.
    • Ciononostante, e nonostante il "dolore" e le blande querimonie dei savj, è inteso che i Francesi soggiorneranno a spese dei locali.
    • Accenno dei savj a possibili rivolte dei saccheggiati in caso di non risarcimento dei danni.
    • Napoleone passa sul teorico, distingue danni "politici" causati da combattimenti e foga momentanei dei soldati, e danni "morali", quelli cioé che i soldati continuano ad arrecare anche in stato di "tranquillità";
    • Per i primi si può chiedere, a proprio rischio e pericolo, indennizzo direttamente al Direttorio di Parigi.
    • Per i secondi si impegna lui a rilasciare ordini punitivi per i saccheggiatori, ma conta soprattutto sulla provata esperienza del Provveditor Foscarini nel far sì che ai militari non venga voglia di saccheggiare.
    • Il tempo previsto dal Napoleone per il soggiorno delle sue truppe a Verona dipende dalla durata della guerra.
    • Diminuirà comunque presto il Presidio, appena scacciati gli Austrici oltre le Alpi.
    • Napoleone scopre la trama del suo bluff chiedendo mille fucili in dono dai Veneziani perché la sua Truppa manca di armi.
    • I deputati ricusano in onore alla neutralità.
    • Napoleone osserva che basta che si girino dall'altra parte mentre lui se li prende
    • Confidenze di Bonaparte ai Savj sui futuri rivolgimenti politici
      • I Francesi ridaranno l'Italia agli Italici.
      • Costituiranno in Ducato indipendente il Milanese
      • Tuteleranno i diritti di Venezia procurandole vantaggi.
    • Battaja ed Erizzo formulano un profilo di Napoleone come politico di alto livello, con grande influenza sul Direttorio.
    • Pranzo in compagnia.
    • Napoloeone chiede come cosa di somma importanza per la sua Nazione di lasciar indossare ai Francesi in Venezia le loro coccarde.
    • I Savj demandano al "Senato" (in realtà al Collegio) la risposta.
    • Mie ipotesi sul perché si astengano dai pieni poteri proprio su questo argomento.
    • Per non turbare la buona disposizione del Condottiero i Savj omettono di chiedergli notizie dell'ordine da lui atteso dal Direttorio, in merito al dichiarare guerra e bruciare Verona, nonostante stiano per scadere i sette giorni preannunciati dal Napoleone al Foscarini.
    • I savj ritengono con il colloquio di avere dissipato l'oscuro orizzonte che minacciava la tranquillità di Venezia.
    • Ambiguità sulla fede da prestare alle promesse francesi.
  • Osservazioni del Tentori su questo Dispaccio
    • Erizzo e Battaja non hanno colto la doppiezza d'animo di Napoleone.
    • Si sono fatti incantare dal "dolce canto di quella perfida sirena.
    • La successiva condotta del Bonaparte lo dimostra.

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Storia della Caduta di Venezia, XV - Pagine 188 - 199

9 - 26 Giugno 1796 a Bergamo e Venezia

  • Dalle Province continuano a giungere notizie che sconsiglierebbero di continuare a fidarsi di Napoleone, ma i Savj continuano imperterriti a nasconderle nella Filza delle non lette in Senato.
  • Dispaccio di Ottolini da Bergamo, 8 Giugno 1796
    • Lamenta mancato arrivo dei rinforzi promessigli in data 11 Maggio.
    • Rapporto del suo agente da Milano
      • Saliceti molto "dispiaciuto" per notizia, pur falsa, che in Bergamo fossero state arrestate 40 persone per attività sovversiva.
      • I Francesi si dicono in Italia per la loro guerra, ma sarebbero disposti ad appoggiare eventuali fazioni insurrezionali locali.
  • Lettera da Milano agli Inquisitori, 9 Giugno 1796
    • Notizie sul Saliceti e il suo entourage.
    • Prendendo a pretesto una sua avversione per Venezia, vorrebbe dichiararle guerra.
    • Una sua "protetta", Contessa Greppi, pensa che tale avversione si possa spegnere col denaro, e si offre per l'incarico.
    • Anche il Cavalier Azara ha influenza sia sul Saliceti che sul Buonaparte, col quale ha appena trattato pace per Parma e per Napoli a "buone condizioni".
    • Saliceti uomo terrorista e occulto nemico del Napoleone.
    • A Milano è giunto il Commissario Peinzet, "Moderato".
  • Mia osservazione sul Saliceti che vuole essere pagato come Napoleone a Roverbella.
  • Richiamato a Venezia Tommaso Condulmer il 9 Giugno 1796
  • Due giorni dopo è nominato luogotenente del Provveditore ai Lidi.
  • Nota del Tentori sulla personalità giacobina del Condulmer con citazioni da un libello delle stesso.
  • Mia osservazione sul fatto che al Nani, noto comandante e patriota, si affianca un pari grado di segno opposto.
  • Condulmer prende il comando della Flottiglia e formula piani differenziati di difesa che Tentori chiama dannosi e "perfidi".
  • Su spinta del Provveditor Nani l'Arsenale intensifica la produzione navale.
  • Priuli, che aveva sostenuto la neutralità armata, si predispone a irregimentare le reclute che dovrebbero giungere di giorno in giorno.
  • Il 9 Giugno 1796 il Senato vara una Decima straordinaria sui fondi terrieri del Dogado.
  • Adesione spontanea e immediata alla Decima straordinaria anche da altri Territori della Serenissima, non chiamati dal Decreto.
  • Si uniscono alla colletta anche tutti gli Istituti ecclesiali e laici.
  • Il 30 Giugno 1797 il Senato emana Decreto per ringraziare i generosi sostenitori, e stabilisce una pubblica tabella in cui siano registrati i donatori e il donato.
  • Dispaccio dell'Ottolini da Bergamo 15 Giugno 1796
    • Tiene calmo il popolo che vorrebbe armarsi contro i Francesi.
    • Improbabile che la calma perduri se i Francesi dovessero arrivare anche in quelle contrade.
    • Prevede diretta istanza al Senato di riarmo difensivo da parte dei nobili bergamaschi.
  • Dispaccio Ottolini 18 Giugno 1796
    • I Milanesi, illusi di essere repubblica, abrogano i titoli nobiliari.
    • Reazione del Generale Francese Despinoy che destituisce i Municipalisti.
    • Rientra Saliceti da Pavia e destituisce Despinoy, ma non ritira le destituzioni.
    • La Municipalità di Milano è sotto diretto governo Francese.
    • Ancora non si attacca il castello di Milano, sono arrivati 18 cannoni pesanti dalle fortezze Piemontesi, date "in ostaggio" a Napoleone.
    • L'armistizio fra Napoleone e il Re di Napoli porterà Truppe Napoletane ad acquartierarsi nel Cremasco e Bresciano, Ottolini teme queste truppe in ozio, e implora ancora una volta "istruzioni".
  • Ducale del 23 Giugno 1796 a Ottolini
    • Contiene "istruzioni" solo in merito a un contenzioso per la pesca sul lago di Brivio.
    • Per quel che riguarda la guerra, faccia come se non ci fosse.
  • Dispaccio Ottolini 25 Giugno con Poscritto 26 Giugno 1796
    • Mentre fa come se niente fosse, a Bergamo arriva inaspettato un distaccamento di Cavalleria Francese al comando del General Cervoni, che chiede ospitalità al fine di fare base per ricognizioni territoriali
    • L'arrivo è inaspettato in quanto Ottolini non ha cavalleria di sentinella che lo avvisi.
    • Cervoni si proclama amico della Repubblica Veneta (Tentori annota che sarà proprio Bergamo, il primo luogo dove i Francesi sovvertiranno a mano armata l'Ordine veneto).
    • Il francese risponde vago alle domande.
    • Ottolini lo mette sotto osservazione dei suoi agenti.
    • Ritiene che scopo di Cervoni sia disporre un piano di Presidii in Val Brembana, Cavallina, Tellina e Camonica, possibili vie di accesso da parte degli Austriaci.
    • Cervoni cerca informazioni sulle forze venete in area, gli si risponde che il Territorio, all'occorrenza, è presidiato da Sudditi fedeli in armi.
    • È giunta a Bergamo la Compagnia di Fanteria "Capitan Ferro" come rinforzo.
    • Mancano però del tutto la cavalleria e gli Ufficiali, tanto agognati dall'Ottolini.
    • Lamentela, supplica e liberatoria ufficiale dalle responsabilità dell'Ottolini.
    • Elenco dettagliato delle carenze e delle necessità.
    • Nei rinforzi gran numero di assenti, vecchi e incapaci (mia riflessione sugli effetti della corruzione nella gestione dell'Esercito Veneto, con nota alle relazioni in merito di Bernardo e Giacomo Nani, rispettivamente nel 1731 e 1760).
    • A Milano sembra avvicinarsi l'attacco al Castello: sono state scavate le trincee d'assedio.
    • Poscritto 26 Giugno 1796
      • Cervoni presenta una lista di provvigioni necessarie e dichiara di voler pagare con dei "Buoni" incassabili a Milano.
      • A Ottolini giungono voci su 6000 Francesi diretti su Priviglio di Giara d'Adda.
      • Cervoni cerca mappe che comprendano i Laghi di Como, d'Iseo, e la Val Tellina.
  • Note
    • Nota 1 sulla famiglia Greppi e la sua rapidissima ascesa a potere e ricchezza. Paragone con i Vivante.
    • Nota 2 sul concetto dei "fuochi" come unita della democrazia repubblicana veneta.
    • Nota 3 sulle attestazioni di grave corruttela nell'esercito veneto del 1731 (B. Nani) e 1760(William Graham (Graeme) ).

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Storia della Caduta di Venezia, XVI - Pagine 199 - 211

28 Giugno - 2 Luglio 1796 a Bergamo, Venezia, Chioggia

  • Due Dispacci dell'Ottolini da Bergamo in data 29 Giugno 1796
    • Primo Dispaccio
      • In vari abboccamenti Cervoni tenta di tranquillizzare Ottolini sui progetti dei Francesi.
      • Non verranno truppe francesi nella Bergamasca, ma se verranno saranno tenute fuori da città e borghi.
      • Ottolini non gli crede.
      • Il controllo segreto sulle mosse del Francese rivela il suo interesse per un punto da cui la Cavalleria possa controllare entrambe le Valli verso Nord.
      • Giunge a Bergamo anche il Colonnello Vialli con due Ufficiali e sei soldati.
      • Ottolini è convinto che Cervoni, in procinto di partire per Milano, ne tornerà alla teta di Truppe.
      • Cervoni vende a mercanti francesi residenti in Bergamo balle di seta provenienti dal saccheggio del Monte di Santa Teresa in Milano.
      • Ottolini può controllare il traffico perché ha infiltrato un suo agente come servitore negli alloggi del Cervoni.
      • Ottolini tiene ancora calme le popolazioni con l'aiuto dei Capi delle Quadre e dei Parroci.
      • Se arrivernno Truppe d'invasione però teme di non poter ancora tenere a freno il popolo.
      • I Francesi appena arrivati si comportano in maniera arrogante.
      • Vialli chiede l'accumulo di biade in quantità.
      • Ottolini lo interpreta come segnale di arrivo di altre truppe.
      • Vialli cerca di arruolare gente locale a pagamento nel suo esercito, ma i Bergamaschi rifiutano tutti.
      • Altri colloqui col Cervoni
        • I Francesi non vogliono molto, faranno pace presto con l'Austria e gli altri potranno comperare la tranquillità con il danaro, come ha appena fatto il Papa.
        • Gaffe del Cervoni sulla parola Armistizio, si lascia scappare che loro Francesi fanno la guerra anche a coloro con cui sono in pace.
        • Si corregge subito ed elenca lagnanze contro il Papa.
        • Ribadisce che per denari loro si accomodano con tutti e che, per avventura, al momento ne hanno proprio bisogno.
        • Relazione su un espresso ricevuto a Bergamo da Milano
          • Inaspettatamente il Castello si è arreso senza combattere.
          • Il Presidio esce con onore delle armi ed è fatto prigioniero.
          • I Francesi esultano: molta nuova artiglieria e un'altra fortificazione alle spalle.
          • I Francesi a Milano accusano Cittadini Bergamaschi e Bresciani di rapina a mano armata nei loro confronti.
    • Risposte del Senato al Dispaccio Ottolini in date 30 Giugno e 2 Luglio 1796: contengono solo lodi per l'operato del residente, nessuna istruzione
    • Secondo dispaccio dell'Ottolini in data 29 Giugno 1796
      • Richiesta di chiarimenti su un ordine di proibizione alla vendita di polvere da sparo impartito al Magistrato all'Artiglieria.
      • Un ordine dall'alto ha proibito la vendita di polvere da sparo anche al minuto nella Bergamasca.
      • La popolazione è molto scontenta.
  • Spedito il dispaccio, Ottolini indaga sulla provenienza dell'ordine, eseguito malvolentieri dal Magistrato alle Artiglierie.
  • Proviene dall'ufficio del Provveditore Generale alle Lagune e Lidi.
  • Mie ipotesi che sia iniziativa del Luogotenente Condulmer o un falso del Sanfermo.
  • Il 2 Luglio i Savj ritirano parzialmente l'ordine, si venda polvere ma solo al minuto.
  • In Venezia Giacomo Nani Provveditore alle Lagune e Lidi presenta al Senato i risultati e i progetti per la difesa, elencando postazioni, armamenti e navigli.
  • Il Senato approva le sue iniziative.
  • Arrivano a Venezia le "Cernide" ordinate nei Domini con le lettere che abbiamo visto pagine addietro.
  • Tutti i Territori hanno risposto, Italia, Albania, Dalmazia e Jonio.
  • Venezia formicola di migliaia di reclute.
  • Occupano tutte le isole della Laguna, la Giudecca e i Monasteri della città.
  • Il Savio alla Scrittura Priuli le irreggimenta efficacemente con plauso del Senato.
  • Per il mantenimento di questo Esercito, e per continuare a pagare i Francesi e rifondere i danni da questi arrecati, il 30 Giugno si emana una nuova Tassa sul Dogado, denominata "Casatico".
  • I Francesi si sono impadroniti di Legnago e disturbano il traffico sull'Adige verso Verona.
  • Continui dispacci ai Savj da Brescia, Verona, Legnago e Rovigo sulle angherie dai Francesi.
  • Il cittadino Francesco Pesaro ha inopinatamente cambiato idea: lui che aveva cercato di svegliare il Senato è adesso tra i più convinti che non ci si deva opporre ai Francesi con la forza.
  • Viene nominato "Conferente con il Ministro Francese Lallement" ma ottiene solo false promesse.
  • Il Senato scrive una lagnanza a Parigi il 2 Luglio, ma raccomanda al residente Querini di non incolpare nessuno se non le dolenti circostanze.
  • Epidemia di bovini nel Veronese.
  • Citazione di una breve descrizione dello stato di Venezia fatta dal giornalista politologo francese Mallet du Pan: Venezia ha abbandonato tutti i suoi diritti, anche quello di lagnarsi.
  • Al Querini in Parigi si inviano copie di tutte le lagnanze pervenute in Senato e l'informazione che i navigli Austriaci sono stati espulsi dai Porti lagunari.
  • Lettera del Senato il 2 Luglio al proprio Ambasciatore in Vienna perché informi quella Corte del blocco navale.
  • L'Austria reagisce solo blandamente e accetta l'interdizione.
  • Nota su Jacques Mallet du Pan.

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Storia della Caduta di Venezia, XVII - Pagine 211 - 221

5 Luglio 1796 a Bergamo e Venezia

  • Dispaccio dall'Ottolini in data 5 Luglio 1796
    • Il Residente tra due fuochi, le arroganze francesi da un lato e il crescente malcontento della Popolazione dall'altro.
    • Abboccamenti con Cervoni: questi minimizza le aggressioni contro soldati francesi isolati e rassicura che non verranno altre truppe.
    • Evidente il suo intento di prendere tempo in attesa dell'arrivo di rinforzi.
    • Ottolini è consapevole della malafede dell'altro, ma prende comunque tutto per buono, al fine di "mantenere la calma nei pubblici stati".
    • È preoccupato del chiarissimo futuro prossimo che si viene delineando, ma continua la sua cieca obbedienza agli ordini del Collegio.
    • Reprime i moti spontanei del Popolo e tiene a freno gli oltre diecimila uomini che sono già in armi nelle valli.
    • Senza milizie regolari, usa il "Servizio Segreto" repubblicano al fine di prevenire ogni disordine.
    • Arriva un Commissario Francese e casca il palco del Cervoni: 6000 Francesi sono in marcia su Bergamo, 2400 arriveranno entro il giorno 8 Luglio.
    • Bisogna dargli alloggio fuori dai borghi e da mangiare per almeno 8 giorni, poi provvederanno in proprio alla sussistenza avvalendosi di "approvvigionatori locali".
    • I francesi non parlano affatto di pagamenti.
    • Vogliono propri uomini di guardia alle porte e proprie pattuglie di Polizia.
    • Ottolini si accorda per aggiungere un soldato francese alle esistenti Guardie.
    • Le Spese per Cervoni e Vialli non sono state fino ad ora ingenti, ma seimila uomini da sfamare preoccupano l'Ottolini.
    • Potranno esere importate derrate dal Milanese.
  • Relazione tattico-strategica di Giacomo Nani Provveditore alle Lagune e Lidi in data 5 Luglio 1796 (mai presentata al Senato come vedremo più sotto)
    • In un mese ha rivoluzionato la tattica di difesa precedentemente seguita da tale Sergente Generale Antonio Stratico.
    • Le difese fisse da quest'ultimo previste in ogni isola rimangono valide solo per la Laguna Nord dove la Terraferma è vicina e il suolo barenoso.
    • Gli altri tre quadranti invece saranno guardati da navigli e batterie galleggianti, difesa mobile su reti di canali ignote al nemico, in grado di concentrarsi dove maggiore sia la pressione.
    • Tali difese non saranno mai utilizzabili dal nemico in caso di sconfitta locale, in quanto affondabili.
    • Grande rinnovabilità grazie alle capacità cantieristice interne, cosa che non si può invece dire per le fortificazioni fisse.
    • Queste restano opportune, oltre che al Nord, a Brondolo, e su questa linea di fortificazioni il Nani sposterebbe gli ingegneri dello Stratico.
    • Nani assicura, senza scendere in dettagli come per gli altri fronti, che anche sul fronte dei Lidi è stato fatto tutto il possibile.
    • Ultimata la descrizione della linea difensiva interna, Nani passa alle proposte strategiche
      • Venezia pullula di volontari, largamente in soprannumero sulle esigenze di tale linea di difesa interna.
      • Pur rispettando la neutralità, Venezia mantiene il diritto di difendere i propri Sudditi da angherie nemiche.
      • I Forti e i confini di Terraferma devono essere presidiati e protetti.
      • Grazie all'ottimizzazione delle risorse difensive, all'entusiasmo e alla fedeltà dei Sudditi, Venezia ha le forze per ripristinare una prima linea di difesa non solo in Laguna ma anche sulla Terraferma.
      • Con l'aumento quotidiano di arruolamenti nelle "Cernide", questa linea potrà ben presto avanzare fino a riprendere il controllo dei confini.
      • I veneziani non conoscono guerra guerreggiata in Terraferma da centinaia d'anni e non hanno quindi un Comandante provato dal Fuoco.
      • Nani consiglia di ingaggiare un Condottiero professionista come uso della Repubblica in passato.
      • L'Esercito in Terraferma, e in mani competenti e salde, è essenziale non solo per proteggere i Sudditi dalla guerra, ma anche e soprattutto quando verrà la pace.
      • Difenderà dagli sbandati degli eserciti in smobilitazione.
      • Garantirà a Venezia un posto al tavolo delle trattative.
      • Secondo il Nani questo Secolo mostra una giurisprudenza di guerra secondo la quale solo chi può difendere in armi un Territorio, può sperare di mantenerne la Signoria.
      • In chiusura Nani chiede di aggregare al suo Ufficio Antonio Priuli, lo zelante irregimentatore delle Cernide, che esce di carica al Saviato delle Scritture.
  • La Relazione del Nani non viene portata al Senato.
  • I Savj congiurati (con nomi e cognomi) sobillano e supportano i sostenitori dello Stratico.
  • Per impedire che il Senato abbracci l'abilità e il buon senso dei consigli del Nani occultano il suo scritto.
  • Accuse di Tentori al Condulmer.
  • Nota sullo Stratico come coinvolto in dubbie operazioni finanziarie sulle fortezze di Cattaro già nel 1770.

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Storia della Caduta di Venezia, XVIII - Pagine 221 - 232

8 - 12 Luglio 1796 a Bergamo Verona e Venezia

  • All'Ottolini dal Senato con Ducali del 9 Luglio solo plausi ed elogi ma nessuna istruzione.
  • Nuovo Dispaccio di Ottolini in data 9 Luglio 1796
    • Metà dei Territori bergamaschi sono in armi e hanno presentato formale istanza di difendersi dai Francesi.
    • Sono 10.000 uomini con le loro armi.
    • Ottolini prevede che saranno presto seguiti dal resto delle Comunità, rallentate per via dei diversi sistemi di governo e reclutamento, portando il totale a 20.000 uomini.
    • A questi si aggiungono 1500 soldati della Milizia Territoriale.
    • Segnala in un allegato, non disponibile a noi, i nomi dei Capi e sindaci promotori dell'iniziativa.
    • Gli ideologi dell'istanza formale da presentare al Senato sembrano essere Defendente Bidasio e suo Padre.
    • Elenco delle località già formalmente in armi.
  • Accettazione formale dell'Istanza da parte del Senato, che però ne devia l'operatività ai Capi dei Dieci, i quali a loro volta la demandano agli Inquisitori.
  • La pratica viene dunque affossata con espedienti burocratici.
  • Abbiamo modo di sospettare, dalla seguente lettera del Provveditor Foscarini, che gli Inquisitori usino i nomi dei Patrioti forniti dall'Ottolini come liste di proscrizione per deportazioni e arresti.
  • Niccolò Erizzo, in un suo libello, sostiene che sarebbe stato il Senato a rifiutare l'offerta dei Bergamaschi.
  • Tentori smentisce l'affermazione di Erizzo, pubblicando il Decreto di accettazione da parte del Senato.
  • Fondati sospetti che l'accettazione al Senato fosse pilotata per spegnere lentamente gli ardori anziché provocare una rottura con un secco rifiuto.
  • Colloqui fra il Pesaro e il Lallement 10 Luglio 1796
    • Lallement chiede informazioni sull'evidente riarmo in corso nella Dominante e si dichiara perfettamente soddisfatto della risposta del Senato.
    • Denigra i suoi stessi ufficiali e dichiara di non avere alcun ascendente su di loro.
    • Consiglia di indirizzare un Promemoria al Direttorio.
    • Suggerisce che si controlli la "generosità" veneziana con le "basse figure" degli appaltatori.
    • Pesaro dichiara l'inutilità del colloquio stante il nullo potere dichiarato dal suo interlocutore in merito a mitigare i saccheggi e i soprusi francesi in Terra Veneta.
    • Suggerisce anche l'inutilità del Promemoria, visto che il precedente non ha mai avuto risposta, o forse non è nemmeno mai stato presentato dal Querini.
    • In conclusione, Pesaro se ne lava le mani e riconsegna alla "maturità" del Senato il problema.
  • I Savj decidono invece di obbedire al Lallement e scrivono il solito promemoria di lagnanze, inviato con Ducale il 12 Luglio 1796.
  • Punto interessante del promemoria è la dichiarazione di armare esclusivamente l'Estuario, rinunciando a qualsiasi azione militare sulla Gronda e Terraferma, il che significa che il Piano di Giacomo Nani e dei Bergamaschi è già escluso a priori.
  • Possibilità che il promemoria sia solo copertura per altre trattative di tipo meno ufficiale, come la ridefinizione delle "basse figure" degli appaltatori.
  • Tentori anticipa che il Promemoria non sortirà alcun effetto.
  • Lettera da Verona 11 Luglio 1796 del Provveditor Estraordinario in Terraferma, anche questa non verrà mai letta al Senato
    • Attrito sempre più forte fra la Popolazione e le truppe di invasione.
    • I Francesi cercano pretesti per allontanare le Truppe Venete di stanza a Verona e per disarmare la popolazione.
    • Foscarini mantiene la calma con il terrore, arrestando e deportando nelle prigioni degli Inquisitori gli elementi veronesi più facinorosi.
    • Avverte però che è l'intera Popolazione che vuole armarsi per supplire alla mancanza di difesa da parte di Venezia.
    • Per mantenerla calma si avvale anche dello zelante aiuto del Vescovo, dei Parroci, dei Nobili e degli Ottimati della città.
    • Chiede conferma al Senato per un provvedimento che gli consenta di chiedere analoga collaborazione ai Maestri delle Arti.
  • Foscarini non riceverà alcuna risposta dai Savj.
  • Considerazione del Tentori sugli abusi commessi dai Savj di Collegio.
  • Note
    • Nota 1 su Defendente Bidasio e suo padre Giovan Battista.
    • Nota 2 sul rapporto numerico Francesi-Bergamaschi e sulle poche speranze dei primi di uscire vivi dall'Italia in caso di insurrezione contro di loro.
    • Nota 3 sulla "Lettera ingenua ad un amico..." del Condulmer.
    • Nota 4 sulla funzione dei Savj Donà e Molin nella questione Bidasio e in successivi eventi della Municipalità Provvisoria (caso Carlo Contarini).
    • Nota 5 sull'uso delle Maiuscole di Tentori.

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Storia della Caduta di Venezia, XIX - Pagine 232 - 242

13 Luglio - 21 Luglio 1796 a Bergamo, Venezia e Mantova

  • Dispaccio di Ottolini da Bergamo il 13 Luglio 1796
    • Arrestato il "ladro di mule" ricercato da Despinoy a Milano.
    • Colloqui col Cervoni che paragona Buonaparte a Cromwell e Robespierre.
    • Cervoni loda i Veneziani e critica i Genovesi sulla questione degli Emigrati francesi.
    • Ottolini riporta che molti di questi erano in realtà agenti della Francia rivoluzionaria, alcuni di essi hanno frequenti abboccamenti con Cervoni.
  • Venezia sempre più armata.
  • Si arruolano volontarie tutte le Popolazioni dell'Estuario.
  • Antonio Foscarini non è piaciuto al Maggior Consiglio come Provveditore in Terraferma, scaduta la carica di Ottolini a Bergamo il 18 Luglio 1796, Foscarini viene eletto a quella per rimuoverlo dall'altissimo incarico (continueremo però a trovare Ottolini in carica a Bergamo sino al tragico epilogo nel Marzo 1797).
  • Gli affari d'Oltre Mincio sono affidati a Francesco Battaja, rimasto in Brescia dopo il colloquio di Roverbella.
  • Crescono le sventure nelle Province, e cresce il malumore popolare.
  • Relazione degli Inquisitori il 21 Luglio 1796 su una lettera proveniente da un funzionario veneto in Verona, che non viene nominato
    • Mia ipotesi che ne sia autore il Sanfermo.
    • Riporta notizie logistiche, militari e politiche.
    • Le Popolazioni sono esasperate e pronte al minimo cenno da parte del Governo a reagire in armi contro gli invasori Francesi.
    • Le epidemie di bestiame dovute all'afta e alle fatiche hanno quasi distrutto le mandrie bovine.
    • Un anonimo esploratore uscito da Mantova e intercettato con lettere per i Comandanti austriaci dà la città come prossima alla resa (si tratta presumibilmente di agente francese al servizio del recentemente istituito "Ufficio Segreto" di Landrieux).
    • La situazione dei Napoleonici è pessima: epidemie e perdite ingenti a causa delle sortite austriache.
    • Riporta presunte e improbabilissime offerte confidenziali fatte dai Generali francesi Napoleone, Kilmaine e Picot al Provveditore Straordinario o a suoi funzionari: ciascuno offre i propri servigi e consigli per beneficare la Repubblica di Venezia con la propria influenza.
    • Nella lettera si ipotizza che queste offerte potrebbero derivare dal timore dei Napoleonici di veder fallire la loro impresa a causa delle epidemie e delle perdite.
    • Il funzionario ricorda che le proposte dei militari sono comunque subordinate poi alle imperscrutabili decisioni dei Gabinetti.
    • Le notizie sugli Austriaci sono stringate
      • Sono inquieti verso i Veneziani per la manifesta partigianeria verso i Francesi.
      • Stanno per arrivare 60.000 uomini di rinforzo dal Tirolo, e se riconquisteranno Verona non la restituiranno a Venezia ma se ne impadroniranno a loro volta.
    • Ulteriori indizi che lo scrivente possa essere il Sanfermo.
  • Riprende Dispaccio Ottolini del 13 Luglio 1796: Cervoni ha ottenuto informazioni strategiche sulle difese di Bergamo da un cittadino, che si è poi confessato col parroco.
  • Dispaccio Ottolini 18 Luglio 1796
    • Il Colonnello Vialle (o Vialli) opera requisizioni violente di Beni Austriaci in custodia a Cittadini Veneti.
    • Ottolini lo rimprovera e si offre di effettuare lui le requisizioni consegnando poi la merce ai Francesi fuori dallo Stato.
    • Questo al fine di non provocare reazioni da parte della Popolazione sempre più esasperata e, nel Bergamasco, già in armi.
    • Chiede istruzioni ai Savj.
  • Questi rispondono con Ducale del 21 Luglio 1796
    • Ha fatto benissimo, requisisca lui in nome della Repubblica e consegni il bottino ai Francesi fuori dal confine.
    • Gran parte della Ducale consiste di sperticati elogi per l'Ottolini.
  • Dispaccio Ottolini 21 luglio 1796
    • Nuove requisizioni in casa dei Conti Colleoni, ma si è disposto di fare come proposto dall'Ottolini.
    • Collabora il Conte Colleoni stesso, che porterà personalmente i beni dell'Arciduca fuori dal confine per consegnarli al Vialli.
    • Si prevede l'arrivo della Cavalleria Napoletana a riposo in Bergamo per l'indomani, 22 Luglio.
    • Queste truppe sono viste di buon occhio, perché disciplinate e in forza di un accordo con il monarca Duosiciliano che paga la sussistenza.
  • Nota del Tentori dove annuncia che i Francesi si impadroniranno dei risarcimenti Duosiciliani, lasciando anche queste truppe a carico dei Veneziani.
  • Tentori enuncia di non poter descrivere e riportare le innumerevoli proteste che giungono da tutte le sedi di Governo Veneto invase dai Francesi.
  • Note
    • Nota 1 sulle larghe intese delle Corti Europee ai danni di Venezia e dello Stato della Chiesa che si manifestano attraverso l'impresa Napoleonica.
    • Nota 2 sul capitano Picot, che risulta essere già morto all'epoca dei fatti.

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Storia della Caduta di Venezia, XX - Pagine 242 - 252

23 - 30 Luglio 1796 a Parigi, Genova, Venezia e Bergamo

  • Ducale del Senato al Querini in Parigi in data 23 Luglio 1796
    • Varie lagnanze per il malcomportamento dei Generali nonostante le promesse fatte dal Direttorio al Querini e da questi comunicate in data 10 Giugno e 1 Luglio.
    • Saliceti ha rilasciato un assegno al Vivante, ma sarebbe pagabile solo dopo che i Francesi avranno riscosso la cauzione dal Papa a seguito del recente armistizio.
    • I Francesi hanno intercettato e trattengono i risarcimenti Napoletani per le proprie truppe in Territorio veneto.
    • Bloccano la navigazione sull'Adige e hanno spostato tutti i mulini veneti più a monte, nel Territorio da loro occupato, affamando le Popolazioni.
    • Si aggiorna il Querini sulle requisizioni fatte dal Vialli in Bergamo.
    • Querini chieda al Direttorio di sottomettere i suoi Generali in Veneto alle direttive del Ministro Lallement ivi residente.
    • Si cambia itinerario alla Posta diplomatica con Parigi per aggirare Milano (Basilea-Lugano-Bergamo).
  • Il 25 Luglio 1796 un confidente da Genova avverte che i Francesi cercano pretesti per aggredire quella città neutrale come hanno già fatto con Livorno; consiglia vivamente ai Veneziani di armarsi e di sostenere con i Francesi che lo fanno per difendersi da eventuali prevaricazioni austriache e da sommosse antifrancesi interne.
  • Nota di Tentori sulla malafede del Lallement, dimostrata nel seguente Dispaccio del Querini da Parigi.
  • Dispaccio del Querini da Parigi 26 Luglio 1796
    • Il Direttorio continua a blandire anicizia e fratellanza, ma ha ricevuto una nota dal Lallement in data 10 Luglio (il giorno dopo quello in cui si era professato col Pesaro tanto amico di Venezia e soddisfatto della sua condotta), dove l'ambasciatore avvisa invece che i Veneziani odiano i Francesi e si armano contro di loro.
    • Napoleone non intende effettuare rimborsi, in quanto è subentrato nei diritti degli Estensi, e ritiene di accampare diritti di legittimo dominio su tutto ciò che era stato feudo dei Ferraresi.
    • In particolare considera proprie Peschiera, Brescia, e tutti i luoghi in cui si trovano le sue truppe.
  • Dispaccio Di Ottolini da Bergamo 27 Luglio 1796
    • Il Civico Podestà di Lovere ha incontrato un disertore a nome Pobis, che sarebbe fuggito dalle Armate francesi in cui si era arruolato dopo essere stato fatto prigioniero pochi mesi prima.
    • Pobis reca informazione che Napoleone è una belva, che Venezia cadrà entro Agosto e che in seno al Governo Veneto ci sono due Savj e un Segretario che fanno la spia.
    • Poi Pobis si dilegua, ufficialmente diretto a Venezia ma scomparirà.
  • Lettera degli Inquisitori all'Ottolini 28 Luglio 1796
    • Tenga a freno i Bergamaschi.
    • Per aiutarlo in questo compito gli si invia un Capitano generale delle Armi nella persona del Sergente Generale Stefano Nonveiller.
    • Estendano assieme, sulle nuove comunità che nel frattempo si sono aggiunte agli Insorgenti, quelle misure caute e segrete atte a tenere tranquilli e succubi i sudditi.
    • Esautorino i capopopolo spontanei e accentrino ogni potere decisionale nelle loro proprie mani, nominando loro i capi delle Valli e delle Quadre.
    • Inviino al Collegio dati più precisi possibile sulla consistenza numerica degli armati e sulle loro dotazioni militari.
    • Analoga richiesta hanno effettuato anche a Defendente Bidasio, che è tornato in Bergamo per raccogliere tali informazioni.
    • Già sappiamo che il Bidasio non farà la spia per il Collegio, e finirà con l'abbracciare le armate Napoleoniche, disgustato dai Savj veneti.
  • Lettera degli Inquisitori all'Ottolini in data 30 Luglio 1796 per dare riscontro di avere avviato indagini sul Pobis.
  • Note
    • Nota 1 sul Vivante.
    • Nota 2 sull'improbabilità della figura del disertore Pobis e sui possibili sensi delle "informazioni" che trasmette.
    • Nota 3 su Stefano Nonveiller.

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Storia della caduta di Venezia, XXI - Pagine 252 - 262

30 Maggio - 27 Agosto 1796 in Tirolo, Italia, Turchia e Spagna

  • Riassunto degli eventi in Italia tra Maggio e Luglio 1796
    • Beaulieu si ritira in Tirolo.
    • Napoleone concentra le sue forze sull'assedio di Mantova.
    • La linea del fronte da Torbole a Mantova.
    • Il 28 Luglio Napoleone lascia in Brescia la moglie per sferrare assalto definitivo a Mantova.
    • Viene immediatamente fermato dalla discesa degli Austriaci dal Tirolo, al comando di Wurmser.
    • Gli Austriaci sbaragliano le guardie e le guarnigioni Francesi in pochi giorni.
    • Napoleone rinuncia all'assedio e distrugge la maggior parte delle proprie artiglierie.
    • La pur provvisoria sconfitta francese fa giubilare i Popoli Veneti, ma durerà molto poco.
    • Calmati i furori di Napoleone su Mantova, gli Austriaci ricominciano a perdere e a rifornirlo di armi, munizioni e presumibilmente uomini.
  • Dispaccio del Bailo veneziano a Costantinopoli, Ferigo Foscari, del 9 Luglio, comunicato dagli Inquisitori al Collegio 1l 29 Luglio 1796
    • Ha ricevuto offerte di una lega con Francia Turchia e Spagna contro Austria e Russia, prima dal Reis Effendi e poi dall'Ambasciatore Francese Verninac.
    • Informa che da Venezia ci sono fughe di notizie segrete: i Turchi e altre Potenze sono perfettamente al corrente di quanto si discute nei Secreta Veneziani.
    • Per comunicare in sicurezza, soprattutto senza far giungere la notizia delle proposte alleanze agli Austriaci, il Bailo decide di servirsi della Posta Francese.
    • La proposta francese avanzata al Bailo da Verninac
      Venezia si allei con Turchi, Francesi e Spagnoli per difendere i suoi Domini Ultramarini dall'avanzata dell'Impero Russo verso i Dardanelli, appoggiata dai Greci e dalle mire dell'Austria sull'Adriatico.
  • Risposta vuota del Bailo, che trasmette a Venezia il problema.
  • Tutto il carteggio sulla proposta alleanza viene nascosto al Senato: nomi dei Savj responsabili.
  • Stessa proposta di alleanza giunge da Napoleone al Battaja, dal Delacroix al Querini in Parigi e dal Primo Ministro Spagnolo ai due Ambasciatori Gradenigo e Pisani in Spagna.
  • Dispaccio 26 Luglio 1796 da parte degli Ambasciatori in Spagna
    • Motivazioni e proposte sono eguali a quelle consegnate al Bailo.
    • In Spagna l'ufficialità della proposta irrita l'Ambasciatore inglese, che chiude le relazioni e riattiva il blocco navale di Cadice.
    • Gli Ambasciatori confermano dunque l'avvenuta alleanza tra Francia Turchia e Spagna.
  • Note
    • Nota 1 sul generale Wurmser, i suoi ufficiali e sul comportamento dell'Esercito Austriaco. Ipotesi di riarruolamento concordato dei prigionieri austriaci
    • Nota 2 sul bilanciamento tra le conquiste Napoleoniche in Italia e le corrispondenti ritirate francesi sul fronte del Reno. Possibili ragioni personali di Bonaparte nel fallito attacco a Mantova: la Beauharnais e Serbelloni.
    • Nota 3 sulle notizie ricavabili dallle Lettere del Commissario Monge a Roma e sul disturbo delle comunicazioni diplomatiche.
    • Nota 4 su Manuel Godoy.
    • Nota 5 su Ferigo (Federico) Todero Foscari, prima Ambasciatore a Pietroburgo e ora Bailo a Costantinopoli.
    • Nota 6 su Raymond de Verninac-Saint-Maur, ambasciatore francese a Costantinopoli.
    • Nota 7 su John Stuart, ambasciatore inglese in Spagna.

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Storia della caduta di Venezia, XXII - Pagine 262 - 273

10 Luglio - 13 Agosto 1796 in Vienna, Venezia, Province e Corti Europee

  • Dispaccio da Vienna di Agostino Garzoni in data 1 Agosto 1796, passato dagli Inquisitori ai Savj il 7 Agosto, e archiviato nella filza nascosta
    • L'Austria approva il riarmo difensivo di Venezia.
    • Pone però un inspiegato veto sulla nomina a Capitano Generale delle Truppe di tale "P. N.".
    • Dubbi su come mai l'Austria sia al corrente di qualcosa (il Piano Nani) che i Savj hanno persino evitato di comunicare al Senato, e su chi sia questo P.N. che non piace all'Impero.
  • Dispaccio dei Savj il 6 Agosto 1796 al Nobile in Francia
    • Ragguagli sulle malefatte francesi del 9 e 10 Luglio 1796.
    • Descrizione delle varie ribalderie, delle esose richieste di cibo e mezzi.
    • Informa dell'improvviso abbandono di Verona da parte dei Francesi per l'avanzata di Wurmser.
    • Varie notizie su eventi della generale ritirata francese.
  • Analogo dispaccio stessa data ai Ministri nelle altre Corti esclusa l'Austriaca e la Francese: è molto più dettagliato ed esteso del precedente e con riferimento a fatti anche del 13 Luglio.
  • Nota di Tentori sul comportamento da orda dei Napoleonici e sulla loro assoluta carenza di mezzi e armi proprie.
  • Carteggio fra Arciduca di Milano e Autorità Venete in merito ai beni requisiti dai francesi in Bergamo, 17 Luglio - 13 Agosto 1796
  • Le pur puerili e artefatte risposte convincerebbero l'Arciduca, che subito si acquieta.
  • Dispaccio di Ottolini da Bergamo il 13 Agosto 1796
    • Descrive la fluidità della situazione nel tira e molla tra Wurmser e Napoleone in quei giorni.
    • Transitano verso la Giara d'Adda carrette piene di feriti.
    • I Francesi progettano di aprire ospedali in Bergamo.
    • Da Milano quotidianamente escono truppe dirette a Brescia.
    • Sempre a Milano "si crede" stia per arrivare un'avanguardia di rinforzi francesi dalla Vandea (credenza non validabile a fronte di altre fonti contemporanee ai fatti, vedi nota 5)
    • Il 12 Agosto passa per Cassano un drappello di 400 Cavalieri Piemontesi in "prestito coatto" a Napoleone.
    • Ottolini attribuisce alla barbarie ordalica francese le loro facili vittorie.
    • Truppa e Ufficiali francesi si vantano pubblicamente di voler presto saccheggiare Brescia, Venezia e impadronirsi di tutto lo Stato Veneto.
    • Le loro smargiassate deprimono e demoralizzano i Bresciani e gli Italici in genere.
    • Nel Milanese repressione poliziesca intensificata degli oppositori ai Francesi.
    • Ottolini non sa se augurarsi una tregua che farebbe svernare i Francesi nella sua provincia, o un proseguire della guerra che li porti altrove.
  • Note
    • Nota 1 su Agostino Garzoni, Bailo illuminista a Costantinopoli e sua moglie Pisana Querini.
    • Nota 2 su Johann Amadeus Francis de Paula, Baron of Thugut, ministro austriaco della guerra ma da lungo tempo agente doppiogiochista al servizio proprio e della Francia.
    • Nota 3 su "P. N.", ipotesi che la sigla rappresenti "Provveditor Nani".
    • Nota 4 sul Marchese Terzi.
    • Nota 5 sui cosiddetti rinforzi Vandeani.

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Storia della caduta di Venezia, XXIII - Pagine 273 - 283

8 - 21 Agosto 1796 a Vienna, Parigi, Province Venete, Bergamo

  • Comunicazione in data 13 Agosto 1796 all'Ambasciatore in Vienna Antonio Garzoni, accompagnata da una Species Facti e un Promemoria da presentare a quella corte
    • Lodi al Garzoni per una serie di informazioni da quello trasmesse.
      • Notizie sul fronte del Reno (con mia nota).
      • Possibilità e protagonisti di una Pace Austria-Francia.
      • Sostituzione del defunto ambasciatore austriaco a Venezia, conte di Braisner, con un Incaricato d'affari, "Sig. d'Homburg".
    • Altre lodi al Garzoni
      • Per aver condotto la questione dell'allontanamento dei navigli austriaci dai porti veneti.
      • Per aver trasmesso la protesta austriaca relativa all'occupazione francese della Fortezza veneta di Rocca d'Anfo, e aver mediatp la questione in forma amichevole.
      • Per aver riscosso manifestazioni di "particolar gradimento" da parte del Ministro Inglese a Vienna, cav. Eden.
    • Si dà incarico al Garzoni di assumere informazioni sul trattamento applicato dal Provveditor Lorenzo Soranzo ad alcuni ufficiali (presumibilmente inglesi), approdati a Cattaro.
    • Species Facti da esporre alla corte di Vienna
      • In Bassano gli Austriaci si sono comportati bene, pagando ciò che consumavano e rispettando i locali.
      • Con il proseguire della loro avanzata fulminea in Italia hanno però cambiato modi, giungendo a compiere omicidi e soprusi sui civili.
      • Hanno inoltre dato battaglia ai Francesi a Porta San Zeno di Verona, incuranti della Popolazione.
    • Il Promemoria è una protesta per gli atti di violenza e una richiesta di rifusione dei danni.
  • Prosecuzione dello Species Facti per il Nobile a Parigi, 13 Agosto 1796: eventi dal 31 Luglio in poi
    • Descrizione dettagliata della rioccupazione di Brescia da parte di Napoleone.
    • Questi requisisce ospedali in Brescia per oltre 6000 feriti.
    • In tutta la Terraferma veneta i Francesi compiono atti di sopruso sulla popolazione e sulle Istituzioni Venete.
  • Dispaccio di Ottolini da Bergamo, 18 Agosto 1796
    • Gli eventi delle vicine Province hanno mosso a concordia tutte le Popolazioni Bergamasche.
    • Esse offrono adesso oltre 30.000 uomini per la difesa della Repubblica e di loro stessi.
    • Ottolini è fiero del risultato e cita alcuni validi aiutanti nel processo di unificazione e di motivazione dei volontari.
  • Il Dispaccio Ottolini provoca severa reprimenda dal savjo Pietro Donà, noto esponente del disfattismo veneziano.
  • Risposta degli Inquisitori, su mandato del Senato, a Ottolini, in data 20 Agosto 1796.
    • Elogi per l'operato
    • Non sono accettate le richieste del Donà e si elogia Ottolini.
    • Il Senato ha deliberato di sottrarre al Collegio l'autorità sull'Ottolini e sottoporlo al solo Consiglio dei Dieci.
    • Il Senato ha confermato l'incarico di carta bianca al Provveditor Giacomo Nani per la difesa.
  • Mia riflessione sulla struttura e sulle possibilità di manovra dei congiurati.
  • Tentori annota che mentirà il Condulmer nel suo opuscolo "Il Cittadino Tommaso Condulmer agli Amatori della verità" dicendo che la decisione di conferma al Nani sarebbe stata presa solo il 17 Aprile 1797.
  • Dispaccio da Francesco Battaja 21 Agosto 1796
    • Comunica l'inasprimento di Napoleone a causa di lettere che ha intercettato dai Residenti Veneti a Genova e Milano.
    • Bonaparte chiede l'allontanamento del Foscarini dalla sede di Milano.
    • Napoleone sarebbe tenuto al corrente di tutto ciò che si discute nel Governo veneto.
  • Note
    • Nota 1 sul bilanciamento Austria - Francia tra fronte italiano e fronte renano.
    • Nota 2 sulla questione dei prigionieri austriaci, del numero di feriti a Castiglione e Lonato; ipotesi di riarruolamento dei militi austriaci nell'Armata Napoleonica.
    • Nota 3 su Francesco Arrigoni.

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Storia della caduta di Venezia, XXIV - Pagine 283 - 293

27 - 31 Ag. 1796 a Parigi, Vienna, Venezia e Bergamo

  • Zuanne Molin Savjo in Settimana riferisce sugli sviluppi dei mali sul Territorio 27 Agosto 1796.
  • Si producono aggiornamenti degli Species Facti per tutte le Corti 27 Agosto 1796.
  • Dispaccio 27 Agosto 1796 al Querini Nobile in Parigi con Species Facti da presentare al Ministro Delacroix
    • Elogi al Querini per i suoi rapporti con Delacroix.
    • si rende noto al Querini che Saliceti non ha ancora onorato i 300.000 Franchi che aveva promesso al ricevimento della cauzione papale.
    • Species Facti
      • Le azioni dei Francesi si fanno sempre più efferate.
      • Descrizioni dettagliate di alcuni soprusi da parte degli uomini di Augereau e di Napoleone.
      • Tra questi, la sistematica e dichiarata intercettazione di posta in transito per e da Austria e Venezia.
      • In Brescia Napoleone occupa di nuovo il castello.
      • Lista delle richieste francesi di "doni" dalla Popolazione di quella Città.
      • Se i doni non verranno "spontanei" si procederà a requisizioni.
      • Napoleone fà demolire la Rocca d'Anfo (nota sulla stessa).
  • Dispaccio 27 Agosto 1796 al Garzoni ambasciatore in Vienna con Species Facti da presentare a quella Corte
    • Le truppe Austriache cominciano a comportarsi come quelle Napoleoniche.
    • Elenco di loro malefatte in Bassano, Treviso, Conegliano e altrove.
  • Sempre il 27 Agosto 1796 sono spedite ricapitolazioni delle precedenti Species Facti agli ambasciatori in Costantinopoli, Pietroburgo, Londra, Madrid, Torino e napoli, nonché al Residente veneto in Milano.
  • Il 31 Agosto 1796 gli Inquisitori riferiscono al Consiglio dei Dieci sull'incarico ricevuto il 12 Agosto di sovrintendere al riarmo Bergamasco.
    • Lodi alla squadra incaricata, che ha saputo condurre la cosa nel massimo segreto.
    • Lodi a Ottolini per aver tenuto a freno la crescente "Massa" di volontari.
    • Nota di Tentori sulla funesta "Neutralità disarmata".
    • Gli Inquisitori offrono un Piano relativo ai volontari bergamaschi diviso in tre parti
      • La prima parte tratta dell'organizzazione militare degli oltre trentamila uomini
        • Ripartizione in 18 Corpi composti ciascuno da 4 Divisioni.
        • Struttura numero e tipo degli Ufficiali.
        • Si attendono da Venezia i 70 Ufficiali Superiori più il Comandante Supremo e l'Ajutante.
        • Il resto degli Ufficiali, per un totale di 2844, sono già selezionati e pronti in loco.
        • Venezia deve fornire qualche Corpo di cavalleria e di Truppe regolari.
      • La seconda parte riguarda artiglieria, armi e munizioni
        • Cannoni e munizioni, se non inviati da Venezia, possono essere prodotti in loco in aggiunta agli esistenti e importati da paesi Confinanti.
        • Venezia deve inviare artefici e artiglieri per contribuire all'addestramento di altri specialisti.
        • Le armi individuali sono pressocché sufficienti.
        • Ogni Cittadino è armato in proprio.
      • La terza parte si occupa del cibo
        • Si chiedono 36.000 (ducati?) all'Erario per un mese di autonomia alimentare.
        • In prevalenza si acquisteranno frumento e granone, che sarà possibile rivendere in caso di non attivazione dell'Armata.
        • I volontari entreranno in paga solo se utilizzati in combattimento.
        • Gli Inquisitori suggeriscono che si prelevi il denaro in loco dai fondi della vendita del miglio, e questo la dice lunga sull'esiguità della somma richiesta.
      • Considerazioni degli Autori del Piano
        • Si sono esaminate le possibilità di analogo riarmo nelle province limitrofe.
        • Brescia e Verona sono ormai sottoposte a occupazione straniera, e non è possibile condurvi operazioni come quelle effettuate a Bergamo.
        • Nonostante in quelle città sia ancora forte il sentimento filo-veneziano vi sono carenze di sicurezza e avvilmento della Popolazione.
        • Si sono invece uniti Comuni del Vicentino e alcuni del Veronese offrono sostegno economico
    • La mancanza di ordini e di risposte da parte del Governo Veneto potrebbe avvilire anche i Volontari Bergamaschi.
    • Gli Inquisitori si elogiano per aver svolto l'incarico in meno di 20 giorni.
    • Ancora elogi all'Ottolini.
    • Rimettono al Senato le decisioni in quanto di sua esplicita competenza.
    • Consegnano la relazione ai Dieci e questi ai Savj di Collegio.
    • I Savj di Collegio, come ormai loro consuetudine, fanno sparire il tutto nella solita "Filza delle non lette al Senato".
    • Savjo in Settimana è quello stesso Pietro Donà che voleva censurare Ottolini
  • Tentori vuol vedere la buona volontà degli Inquisitori soparaffatta dall'abuso dei Savj, ma la sintassi condizionale e ipotetica dello scritto Inquisitoriale induce seri dubbi, come il non averne imposto la lettura in Senato. Il paragrafo sull' "avvilimento in mancanza di ordini" sembra quasi un consiglio.
  • Note
    • Nota 1 su Rocca d'Anfo.
    • Nota 2 sul bilancio Erariale in rapporto alle richieste dei Bergamaschi.

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Storia della caduta di Venezia, XXV - Pagine 293 - 302

30 Agosto - 11 Settembre 1796 in Prealpi Venete, Verona, Mantova, Bergamo, Costantinopoli, Spagna e Venezia

  • Descrizione e cronologia degli eventi bellici in val d'Adige, Bassano, Legnago e Mantova.
  • Nota integrative ed esplicativa degli stessi.
  • Dialogo di Napoleone con il Priuli sul ritiro del Foscarini da Verona.
  • Informazioni da Berna sull'inaffidabilità del Direttorio e su sobillazioni francesi in Spagna.
  • Comunicazioni dal Bailo di Costantinopoli: il Turco ha scoperto l'inettitudine militare dei Veneziani ed è incline a ritirare la proposta di alleanza.
  • Provvedimento del Senato per impedire l'accesso di forestieri in Venezia e in Chioggia, 10 Settembre 1796. Il 15 verranno esonerati i latori di patenti francesi.
  • Completamento del Piano Ottolini
    • Nonveiller per il riarmo della Bergamasca.
    • Trovato il metodo di raccogliere un Corpo di 2500 Cavalleggeri, mobilitando i 25 Condottieri d'Arme professionisti in esercizio nella Repubblica, tenuti per legge a fornire 100 armati alla Repubblica in caso di necessità.
  • Nota del Tentori sull'accidia degli Inquisitori, che continuano a svolgere il loro lavoro incuranti del cattivo uso che ne fa il Collegio.
  • Antonio Nicolini, bandito da Venezia da due anni, torna con veste di pentito a portare "informazioni" carpite al Napoleone.
  • Si tratta in tutta evidenza di un altro bluff intimidatorio di Napoleone.
  • Note
    • Nota 1 sui "manifesti" di Napoleone al Tirolo e sugli Schutzen
    • Nota 2: analisi strategica degli eventi bellici di questi giorni con mappe; rafforzamento dell'ipotesi di fornitura di uomini a Napoleone da parte dell'Austria sotto forma di finte perdite sul campo e di prigionieri riarruolati.
    • Nota 3 sull'ingenuità di Tentori che vorrebbe vedere il Senato come del tutto innocente rispetto agli eventi, in quanto tenuto all'oscuro degli eventi.
    • Nota 4 sui bluff Napoleonici.

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Storia della caduta di Venezia, XXVI - Pagine 302 - 313

15 - 22 Settembre 1796 a Venezia, Parigi e Torino

  • Il 15 Settembre 1796, su richiesta del Lallement, il Senato specifica deroghe alla proibizione di ingresso in Venezia e Chioggia per portatordini e staffette francesi: tutti i Francesi diventano portaordini e staffette e si moltiplicano di numero.
  • Dispaccio di Alvise Querini da Parigi del 3 Settembre 1796 comunicato ai Savj il 18 Settembre e da questi nascosto al Senato
    • Querini effettua maneggi di corruzione a Parigi per ottenere il pagamento o la promessa di pagamento dei debiti Napoleonici dal Direttorio.
    • Tutto inutile, i Francesi non hanno soldi per pagare nessuno e anche li avessero non vogliono farlo.
    • I corruttibili si scusano dicendo che Napoleone, anche se richiamato dal Direttorio, potrebbe non ubbidire (mia ipotesi che Napoleone giochi su un tavolo più alto di quello del suo Governo).
    • Napoleone dice che gli Stati Italiani, amici o nemici devono espiare con la distruzione (mia osservazione su questo concetto di espiazione).
    • La Francia non intende proteggere le singole Repubbliche cittadine che si vengono a creare.
    • Lo farà solo con una Repubblica unitaria che le unisca.
    • Bologna molto reticente temendo di essere relegata in un ruolo secondario.
  • Dispaccio del Querini da Parigi in data 7 Settembre 1796 comunicata ai Savj il 22 poi alla "Filza delle non lette al Senato"
    • Riguarda cambiali che il Napoleone vorrebbe emettere pagabili in Olanda.
    • Altre più estese manovre di corruzione ma identico risultato: i Francesi non hanno alcuna intenzione di pagare.
  • Un altro Alvise Querini è "Segretario Circospetto" alla Corte di Torino: riporta in data 21 Settembre 1796 gli esiti della sua attività di spionaggio
    • I suoi infiltrati riportano il contenuto di una lettera dell'Ajutante generale di Napoleone di Vial a un amico nel Consiglio degli Anziani, dove lo informa sulle Condizioni miserrime dell'Armata napoleonica
      • Numero esorbitante di feriti e ammalati.
      • Considerazioni poco lusinghiere su Napoleone e Saliceti.
      • Falsificazioni propagandistiche sulla consistenza dei rinforzi vandeani.
      • Diserzioni.
      • Fallimento dei reclutamenti locali.
      • Disorganizzazione e contrasti fra i Comandanti.
      • Truppe e ufficiali malpagati.
      • Spese e requisizioni in aumento.
      • Napoleone in bilico sul disastro.
    • Intercettate comunicazioni fra il Ministro Inglese, quello Austriaco e il capo dei ribelli Barbet nizzardi
      • Progetti, speranze e situazione dei Barbet.
      • I Ministri mostrano simpatia e attendismo.
      • I Barbet potrebbero tagliare le comunicazioni e la via di fuga fra Napoleone e la Francia.
      • Secondo i Ministri la flotta Inglese potrebbe neutralizzare dal mare la batteria francese a San Pier d'Arena.
    • Querini da Torino opina che la batteria francese a San Pier d'Arena potrebbe invece tenere aperta la strada a Bonaparte.
    • Di Vial chiede al Re di Piemonte altre munizioni e ancora vestiti per i militari.
    • I Ministri Esteri ostili protestano, ma noi sappiamo che il Piemonte "presta" al Corso anche cavalleggeri, oltre ad armi, munizioni, fortezze e vestiti.
  • Mia osservazione che di rinforzi dalla Francia comunque non ne arrivano e che Napoleone non sembra voler fuggire.
  • Note
    • Nota 1 sulla "neutralità" veneziana che pencola decisamente verso i Francesi.
    • Nota 2 sul livello di potere di Napoleone.
    • Nota 3 sul concetto di "espiazione" e su chi sia in diritto di chiederla.
    • Nota 4 sulla lettera del di Vial, sospetti che gli intercettati sappiano di esserlo.
    • Nota 5 sul Barbettismo.
    • Nota 6 sul Gherardini ministro di Francia e collezionista d'Arte come Zuliani e il de Azara.
    • Nota 7 sui tentennamenti dei Ministri di Inghilterra e Austria a Torino.

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Storia della caduta di Venezia, XXVII - Pagine 313 - 324

27 Settembre - 8 Ottobre 1796 a Venezia e Parigi

  • Richiesta perentoria da parte del Lallement, in data 27 Settembre 1796, di stipulare alleanza con la Francia
    • Il Direttorio ha particolare attenzione e amicizia verso Venezia.
    • Lallement traccia un quadro in cui l'Austria è sempre stata nemica della Serenissima e intenderebbe impadronirsi dei suoi Territori nonché dei porti e della navigazione Adriatica e Mediterranea con l'appoggio di Russia e Inghilterra.
    • Solo l'alleanza con il valore delle armi francesi può salvare la Repubblica di Venezia.
    • Proseguendo nella sua neutralità essa sarà annientata.
    • Rifiutando la proposta di alleanza la Francia stessa le ritirerà la sua garanzia di protezione.
  • Il 27 Settembre 1796 gli Inquisitori comunicano ai Savj un dispaccio del Querini da Parigi datato 11 Settembre
    • Sulla Stampa francese è partita una nuova campagna anti-veneziana.
    • Riporta articoli da "L'Amico delle Leggi", "la Gazzetta Francese" e "Il Censore" che combattono tra loro sull'opportunità di "liberare" militarmente Venezia.
  • Mia nota sul redattore de "L'Amico delle Leggi" collegabile alla setta Rosa Croce.
  • Imbarazzo dei Savj di fronte a quattro possibilità
    • Alleanza con la Francia.
    • Alleanza con l'Austria.
    • Neutralità armata.
    • Neutralità disarmata.
    • Valutazioni di ciascuna.
    • I Savj optano per la quarta, la più manifestamente e provatamente funesta, ma che consente loro di lasciare all'oscuro il Senato dell'ultimatum francese nonché di tutte le altre precedenti comunicazioni al riguardo.
    • Rifiutano l'offerta con una lettera che sembra normale amministrazione e la fanno ratificare dal Senato.
  • Considerazioni di Tentori sul possibile scambio tra Francia e Austria dello Stato Veneto a fronte dei Paesi Bassi, come in effetti avverrà.
  • Testo della risposta al Lallement e considerazioni sulla stessa.
  • Nota sulle ipotesi avanzate dal Lallement e sulla sua persona.

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Storia della caduta di Venezia, XXVIII - Pagine 324 - 333

12 - 27 Ottobre 1796 a Bergamo, Brescia e Venezia

  • Dispaccio di Ottolini da Bergamo 15 Ottobre 1796
    • Esposizione dettagliata di nuove prospezioni logistiche francesi nelle Valli Bergamasche.
    • Secondo Ottolini, che li ha fatti accompagnare da una guida che finge di non parlare Francese, l'intento è di organizzare postazioni di difesa contro una eventuale calata Austriaca dal Tovale (Tonale?).
    • Ottolini ritiene l'Armata Francese troppo debole per azioni offensive verso il Tirolo, ma intenzionata a spostare il teatro della guerra e dell'occupazione anche nelle sue Valli.
    • Circola voce che vogliano spostare i confini del Milanese in modo da includervi il Bergamasco e parte del Bresciano.
    • Da Milano i Francesi intensificano la propaganda sovversiva e sanguinaria, e cominciano a raccogliere consensi tra le fasce più povere e meno riflessive della popolazione.
    • Si parla di una legione di volontari Milanesi che andrebbe in soccorso ai ribelli nel Ducato di Modena.
    • In conseguenza i Francesi hanno rotto il patto e forse già invaso quello Stato.
    • I Francesi millantano di ricevere rinforzi, ma Ottolini sa che non è vero, perché la coscrizione in Francia va male e i Barbets bloccano i valichi Liguri.
    • Napoleone è partito per Lodi o forse per Modena per appropriarsi delle casse di quello Stato.
  • Giungono proteste agli Inquisitori perché il Battaja in Brescia avrebbe trasformato la sua ambasciata in un Club Giacobino.
  • Il 20 Ottobre 1796 il Tribunale gli indirizza un rimprovero e una velata minaccia.
  • Gli si ritira il "Segretario Fedele" Giacomo San Fermo e lo si sostituisce con il "Circospetto" Rocco Sanfermo.
  • Il 12 Ottobre Lallement inoltra una lunga nota di proteste: Venezia non sarebbe abbastanza neutrale e i suoi sudditi poco ospitali con i Francesi.
  • Il 27 Ottobre il Tribunale risponde a Lallement, e ci offre uno straordinario spaccato delle sue attività investigative e e repressive.
  • Fra le richieste del Lallement, l'allontanamento da Venezia del D'Antraigues, ora associato alla Legazione Russa e dell'Inglese "Drahe" (Francis Drake).
  • Note
    • Nota 1 sulla Franciacorta.
    • Nota 2 sulla posizione del Battaja.
    • Nota 3 sui fogli pubblici veneziani.
    • Nota 4 sulla repressione dei patrioti e dei facinorosi.
    • Nota 5 su Francis Drake, sulla diplomazia inglese e sul parallellismo tra Genova e Venezia nell'evoluzione della gestione del potere.

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Storia della caduta della Repubblica di Venezia, XXIX - Pagine 333 - 341

Ottobre-Novembre 1796 in Nord Italia e Parigi

  • Descrizione degli eventi bellici di Ottobre - Novembre 1796: presumibilmente Tentori non desume questo racconto dai Dispacci ma dalla cronaca
    • Davidowich attacca da Nord e scalza prima Dubois da Trento e poi Massena da Bassano.
    • Alvinzi attacca da Est e giunge quasi a Verona.
    • Davidowich, in colonna separata, supera Verona a Nord e incalza un Corpo francese fino a Peschiera.
    • Mantova, che stava per cadere per fame, può tirare un sospiro.
    • Napoleone contrattacca e gli Austriaci si assestano in Padova e Bassano.
  • Dispaccio del Querini da Parigi 3 Novembre 1796
    • Lunga schermagia diplomatica del Nobile veneziano con il Direttore Rewbel.
    • Il tema è quello consueto: rimostranze dei veneziani ed elusività da parte francese.
    • Nuove pressioni per l'alleanza con Francia Spagna e Turchia.
  • Note
    • Nota 1 sulle manovre militari descritte, con accenni a possibili nuove ragioni per il riarruolamento di soldati austriaci nell'Armata francese e per la mitizzazione del Buonaparte.
    • Nota 2 su una possibile sincerità di Rewbel.

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Storia della caduta della Repubblica di Venezia, XXX - Pagine 341 - 353

Dicembre 1796 - Marzo 1797 a Milano, Verona, Venezia, Parigi

  • Dispaccio di Ottolini da Bergamo 10 Dicembre 1796
    • A Milano i Francesi parlano di vendicarsi di Venezia occupandola ufficialmente in armi.
    • Napoleone è arrabbiato con i Milanesi che non gli hanno ancora corrisposto la nuova oblazione di 3 milioni di Lire Tornesi.
    • A causa della loro spilorceria egli non può vestire e armare i suoi uomini così da battere definitivamente gli Austriaci e impadronirsi di Venezia.
    • Minaccia, in caso di propria sconfitta, di sterminare i Milanesi come ultimo atto.
    • In Milano si parla di manovre diplomatiche Veneziane a Parigi per impedire la formazione della Repubblica Lombarda.
  • Lettera di Priuli da Verona a Bonaparte il 4 Dicembre 1796
    • Lunga serie di querimonie per i maltrattamenti ai sudditi veneti.
    • Sostanzialmente la lettera sembra voler rassicurare Napoleone che lo Stato Veneto continua a tenere sotto controllo le eventuali spontanee ribellioni dei sudditi stessi.
  • Due comunicazioni dagli Inquisitori ai Savj del Collegio, in data 19 e 22 Dicembre 1796
    • Vertono su un ipotetico tentativo dell'Incaricato d'Affari Austriaco di ordire in segreto una intelligenza con le Autorità Veneziane per catturare Verona con la loro complicità.
    • Secondo gli Inquisitori i Francesi a Verona non sarebbero in grado di opporre valida resistenza agli Austriaci, ma potrebbero vendicarsi sulla Popolazione.
    • Da molteplici fattori, ipotizzo che si tratti di un falso, ovvero di un tentativo di dimostrare ai Francesi che Venezia non accetta alcuna forma di collaborazione con l'Austria.
  • Dispaccio del Querini da Parigi 23 Dicembre 1796
    • L'Ambasciatore di Prussia Sandoz-Rollin propone "familiarmente" che Venezia si allei con il suo Paese, per ottenerne protezione a guerra ultimata.
    • Querini nicchia e avrà poi ordine dai Savj, in data 7 Gennaio 1797, di non ascoltare nemmeno simili proposte.
    • Eseguirà l'ordine in occasione di un secondo incontro con il Prussiano in data 7 Marzo 1797.
  • Note
    • Nota 1 sulle immense requisizioni di stoffa e cuoiami e sulla possibilità che Napoleone stia allestendo un esercito tutto nuovo, mano a mano che elimina i desperados ereditati dalla Rivoluzione; notizie sui rinforzi inviati dal Reno e dai Paesi Bassi, rallentati nel collo di bottiglia della Savoja, con rimandi ai Cahiers di Vernère; raggiungeranno Bonaparte solo in occasione della battaglia del Tagliamento; ulteriori osservazioni sul bilanciamento delle conquiste francesi in Italia cui corrisponde il loro sguernire il fronte renano.
    • Nota 2 sul Sig. D'Homburg, proveniente da zona di influenza Prussiana, possibile Rosicruciano, forse "bassa figura" di faccendiere austriaco.
    • Nota 3 su Sandoz, David Alphonse de Rollin, ambasciatore Prussiano a Vienna, presumibilmente coinvolto nella defezione dalla lega anti-francese sia della Prussia che della Spagna; un altro Mecenate
    • Nota 4 sulle possibili ragioni della proposta di alleanza di Venezia con la Prussia; due ipotesi: schiacciare l'Austria oppure rendere Venezia attaccabile da eserciti regolari.

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Storia della caduta di Venezia, XXXI - Pagine 353 - 368

24 Dicembre 1796 - 9 Gennaio 1797 a Bergamo

  • Dispaccio di Ottolini da Bergamo 24 Dicembre 1796
    • Ha ricevuto una lettera da Baraguey d'Hilliers che annuncia l'arrivo di 4000 fanti e 900 cavalieri.
    • Ottolini preoccupato per la scarsità di foraggi ma dà immediate disposizioni per l'alloggio degli Ufficiali in case private.
    • Manda incontro al Baraguey un suo ufficiale, con lo specifico incarico di tenere tranquillo il popolo al passaggio dei francesi.
    • Conclude il dispaccio assicurando ai Savj tutto il suo impegno per tenere buoni i suoi e accontentare le truppe straniere a costo di qualunque sacrificio.
  • Dispaccio di Ottolini da Bergamo 26 Dicembre 1796
    • Baraguey d'Hilliers e truppa arrivano prima che l'ufficiale loro spedito incontro possa fare rapporto.
    • Entra in Bergamo con i cannoni puntati e micce accese.
    • Artiglieria e Cavalleria si accomodano nel Lazzaretto, e la Fanteria nella Fiera.
    • Baraguey annuncia il prossimo arrivo di Bonaparte e avanza richieste
      • Vuole occupare il Castello e le Mura.
      • Chiede la lista di tutti gli attrezzi da guerra disponibili.
      • Intima l'espulsione dalla città dell'intera Guarnigione Veneta.
    • Ottolini riesce a contrattare la permanenza della sua scorta di 40 Carabinieri e di 100 uomini da mescolare ai Francesi, allo scopo precipuo di non allarmare troppo il popolo e tenere al sicuro i Francesi da possibili rivolte.
    • Sia Baraguey che Ottolini pubblicano due proclami rassicuranti a tal fine.
    • Baraguey tiene Ottolini responsabile personalmente di ogni eventuale reazione antiFrancese.
    • I Francesi richiedono razioni in soprannumero rispetto alle loro reali necessita.
    • Ottolini li soddisfa, nonostante elenchi le condizioni di disperata penuria in cui versano la Città e il Contado.
    • Si attende a breve di dover consegnare anche armi e munizioni.
    • Tentori omette di riportare i Proclami e altre carte trasmesse da Ottolini.
  • Risposta insipiente dei Savj il 27 Dicembre 1796, Savjo in Settimana Piero Donà
    • Accogliere con ogni cortesia il Buonaparte e attendere l'arrivo del Provveditor Battaja, inviato a Bergamo.
    • Rifiutare formalmente per iscritto la cessione delle armi, ma senza "azzardosa resistenza".
    • Riguardo ai viveri, attenersi alle disposizioni del Provveditore e tentare di diminuire le razioni.
    • Far gestire questo aspetto da figure terze.
    • Soprattutto, tenere con ogni mezzo tranquillo il Popolo ed evitare con ogni impegno di irritare i Francesi.
  • Dispaccio Ottolini 29 Dicembre 1796: Bergamo è tranquilla e si elogiano alcuni collaboratori.
  • Dispaccio Ottolini 31 Dicembre 1796
    • I Francesi vogliono le armi e le munizioni.
    • Ottolini nicchia a una consegna ufficiale.
    • Per proteggere i Francesi dalla rabbia popolare che potrebbe scatenarsi, fa eseguire la consegna in privato di nascosto a mezzo del capitano Corner degli Artiglieri.
    • I Francesi spostano le artiglierie dalle Mura al Castello.
    • Mettono il Castello in stato di sostenere assedio richiedendo immediatamente grandi quantità di vettovaglie e altre sussistenze.
    • Ottolini rileva che non vi sono avvisaglie di possibili attacchi austriaci, ergo immagina che i Francesi si asserraglino per poter dettare legge alla Città stessa e ai Borghi.
    • I soldati francesi cominciano a non voler pagare le consumazioni nei locali pubblici.
    • Baraguey d'Hilliers emette ordinanze terroristiche, ma Ottolini vede il suo bluff, e non crede che attuerebbe effettivamente le minacce di fucilazioni che promette a chi infastidisca i suoi soldati.
    • Ottolini supplisce, arrestando lui chi lo faccia.
    • Baraguey vuole i 1500 fucili della Guardia Territoriale e pare li ottenga per le solite vie traverse.
    • La permanenza prolungata dei Francesi, secondo Ottolini, indurrà una desolante carestia in tutta la zona.
    • I Francesi dislocano drappelli nelle Valli, senza minaccia alcuna di arrivo di Austriaci.
    • Ottolini sospetta la loro intenzione di controllare il Territorio e sobillare le popolazioni a proprio favore.
    • Napoleone vuole che sul Castello da lui occupato sia mantenuto il Vessillo Veneto.
    • Ottolini acconsente dopo aver consultato per iscritto il Battaja , quest'ultimo però non è del tutto convinto.
    • Ottolini acclude un dispaccio del Nobile a Parigi giuntogli tramite il residente a Torino, ma non ne abbiamo copia.
    • Si attende a Bergamo l'arrivo del Battaja di persona.
  • Dispaccio di Ottolini da Bergamo 4 Gennaio 1797
    • Scopre il bluff dei Francesi.
    • Essi sanno di essere appesi a un filo in Bergamo.
    • La loro sopravvivenza dipende da quanto l'Ottolini e i suoi accoliti riescono a tener ferma la Popolazione.
    • Essi sono protetti solo dalle "Pubbliche Massime" e dalla sua abilità nell'implementarle.
    • La popolazione comincia a subodorare
      • Ogni giorno riceve nuove querele dai fedelissimi.
      • Ci si sente abbandonati e traditi da una Dominante che aveva promesso e garantito per secoli la libertà dal dispotismo, e che adesso invece abbandona i suoi sudditi nelle mani di un nemico straniero e rapace.
      • I meno fedeli invece già tramano e complottano nell'ombra.
      • Ottolini rassicura gli uni e reprime gli altri senza sosta.
    • Continua nel frattempo a esaudire le richieste francesi cercando di non renderne avveduta la popolazione.
    • Ha trasferito un tale detenuto Metaxà dal Castello ad altra prigione.
    • Obbliga un impresario teatrale a spostare la sua compagnia nel teatro della Fiera da quello nel suo Palazzo per soddisfare la voglia di spettacoli della moglie del Generale Francese.
    • Intende però proibire le maschere e le feste da ballo.
    • Parla di alcuni "offerenti" che sono soddisfattissimi che le loro offerte siano state gradite alle Eccellenze in Venezia.
    • Sono stati asportati dei libri, ma non ha avuto il tempo di farne inventario.
    • Approfondirà le richieste di informazioni su tale Cavagnini.
  • Risposta degli Inquisitori in data 9 Gennaio 1797
    • Panegirico dell'Ottolini e della neutralità.
    • Si proibiscano pure le feste e le maschere ma lasciando qualche innocuo trattenimento.
    • Si soddisfi prontamente e con tutta l'Autorità necessaria la voglia di teatro della moglie del Generale.
    • Si attendono con calma l'inventario dei libri asportati e le notizie sul Cavagnini.
    • Firme degli Inquisitori.
  • Mia osservazione sull'assenza dai fatti del Nonveiller, e ipotesi.
  • Note
    • Nota 1 su Louis Baraguey d'Hilliers, compagno di prigione del Buonaparte durante il Terrore.
    • Nota 2 sugli inganni al Popolo e al Senato.
    • Nota 3 sull'idea che i Francesi hanno che un Popolo non si ribelli senza la sobillazione dei suoi Maggiori.
    • Nota 4 sulla consapevolezza di Ottolini di poter schiacciare i Francesi attivando i volontari e sulle rassicurazioni date dal Priuli a Napoleone nella lettera del 4 Dicembre 1796.
    • Nota 5 sul Metaxà.
    • Nota 6 sul Cavagnini e sulle ragioni per cui gli Inquisitori controllano i giacobini locali.

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Storia della caduta della Repubblica di Venezia, XXXII - Pagine 368 - 371

Novembre 1796 - Gennaio 1797 ad Arcole, Rivoli, Mantova

  • Riassunto lacunoso e impreciso, da parte del Tentori, del periodo di tregua tra Arcole e Rivoli e di quest'ultima Battaglia.
  • Necessità di altre fonti in merito.
  • Enunciazione delle fonti alternative e considerazioni sulla loro attendibilità.
  • Ragioni della necessità di chiarire questi eventi.
  • Il racconto di Tentori.
  • Incongruenze nella Storia ufficiale della prima Campagna d'Italia di Napoleone, e ragionamenti sulle stesse.
  • Sistemi di riarruolamento dei prigionieri.
  • Note
    • Nota 1 sulla "Gazzetta Universale".
    • Nota 2 sui Volontari di Vienna.

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Storia della caduta di Venezia, XXXII A - Appendice "A" alla Pubblicazione XXXII

Novembre 1796 - Gennaio 1797 ad Arcole, Rivoli, Mantova

  • Valutazione delle fonti alternative e articolazione delle stesse nelle Appendici.
  • Importanza della "Histoire Militaire de Massena" di Édouard Gachot.
  • Lettera di Napoleone in data 14 Novembre 1796, tratta da Felice Turotti, "Storia dell'Armi Italiane dal 1796 al 1814".
  • Osservazioni sugli obiettivi strategici delle Campagne dell'Alvinzy.
  • Osservazioni sui rapporti di potere di Bonaparte.
  • Notizie sui rifornimenti ricevuti da Mantova.
  • Articoli commentati dalla "Gazzetta Universale
    • I rifornimenti a Mantova.
    • Gli Editti Imperiali di Perdono ai Disertori.
    • La presenza del Clarke e nota sullo stesso.
    • I falsi rinforzi "Francesi" a Napoleone.
    • I veri rinforzi ad Alvinzy.
    • Il riarmo dello Stato della Chiesa.
  • Nota sulla "Gazzetta Universale".

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Storia della caduta di Venezia, XXXII B - Appendice "B" alla Pubblicazione XXXII

Novembre 1796 - Gennaio 1797 ad Arcole, Rivoli, Mantova

  • Dalla Discesa di Alvinzy alla Battaglia di Arcole nella narrazione di Édouard Gachot
    • Gachot Racconta la Battaglia di Arcole.
    • Enumerazione delle forze in campo e delle perdite.
    • Considerazioni del Gachot sul diverso valore delle Divisioni Napoleoniche.
    • Varie mie considerazioni su incongruenze del racconto.
    • Periodo di Tregua.
    • Battaglia di Rivoli.
  • Mie considerazioni sulla formazione e l'entità numerica dell'Armata Francese d'Italia dalla sua nascita alla Battaglia di Rivoli.
  • Mie osservazioni sul racconto di questa Battaglia da parte di Gachot.
  • Entità numerica delle forze e ordine di apparizione sul campo.
  • Piano d'Attacco dell'Alvinzy.
  • Reazione dei Francesi.
  • Perdite delle parti.
  • Mie osservazioni sull'altissimo numero di prigionieri Austriaci.
  • Note.
    • Nota 1 su Joseph Alvinczy von Berberek.
    • Nota 2 sulla gittata utile dell'artiglieria Napoleonica.

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Storia della caduta di Venezia, XXXII C - Illustrazioni commentate dell'Appendice "B" alla Pubblicazione XXXII

Gennaio 1797 a Rivoli

  • Illustrazione tridimensionale degli scenari e del campo di Battaglia in Google Earth.
  • Stato degli Eserciti nel periodo di Tregua Novembre 1796 - Gennaio 1797.
  • Il movimento di attacco di Alvinzy tra il 10 e il 13 Gennaio 1797.
  • Come sarebbe stato il movimento di attacco se Alvinzy si fosse posto quale obiettivo l'annientamento dell'Armata Napoleonica.
  • La reazione dei Napoleonici all'attacco di Alvinzy.
  • Lo scenario di Rivoli.
  • Il piano di attacco di Alvinzy a Rivoli.
  • Come sarebbe stato il piano di attacco di Alvinzy a Rivoli se l'obiettivo fosse stato l'annientamento di Napoleone.
  • Note.
    • Nota 1 su Joseph Alvinczy von Berberek.
    • Nota 2 illustrata sulla gittata delle artiglierie Napoleoniche appostate sul Dosso di Camporengo.

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Storia della caduta di Venezia, XXXIII - Pagine 371 - 380

Gennaio - Febbraio 1797 a Bergamo, Milano e Verona

  • Dispaccio di Ottolini da Bergamo in data 5 Febbraio 1797
    • Informazioni su un prete agitatore giacobino che rientra a Bergamo dopo aver svolto attività a Milano e in Corsica.
    • Intercettazione di una sua lettera a nobildonna Bergamasca.
    • Alcuni Bergamaschi cominciano ad arruolarsi con Napoleone, Ottolini non sa come fermarli.
    • In allegato, un rapporto di informatore da Milano
      • Dubbio se tale rapporto sia indirizzato a Ottolini o a Battaja.
      • L'informatore spreme notizie su Napoleone da un prete corso di cui si finge amico.
      • Napoleone ha fatto le scarpe a Saliceti e Garrau (controllori per parte del Direttorio) comperando con i proventi dei saccheggi i due membri che non gli erano favorevoli nel consiglio dei Cinque.
      • Bonaparte aspetta 40.000 uomini dal fronte del Reno per conquistare Trento Trieste e Mantova.
      • Imporrà una nuova contribuzione militare a Milano.
      • Vuole senza fallo fare proprie la Bergamasca e il Cremasco e possibilmente anche il Veronese e la Bresciana.
      • L'informatore teme fortemente che vi siano segrete intelligenze filo-napoleoniche in Venezia stessa.
      • Descrizione di eventi interni alla Municipalità di Milano
        • Napoleone ha incaricato l'integerrimo Pietro Verri di verificare le spese amministrative del Comune.
        • Scontro in assemblea tra il Verri e i suoi controllori del Consiglio dei 40 con gli amministratori municipalisti ladroni del Visconti.
        • La rissa deve venire sedata dalle Guardie Civiche.
      • L'informatore è dolente di non poter procurare al destinatario della sua missiva le promesse bottiglie di rum giamaicano: questo rafforza il sospetto che il destinatario vero della lettera non sia Ottolini ma il Battaja con la sua corte di giacobini gaudenti.
      • Notizie su un altro agitatore, Gian Antonio Ronza, che pubblica Trattati e libelli in Milano
        • Ronza ipotizza la divisione del Nord Italia in due Repubbliche con capitale a Pisa: la nuova Cispadana e la vecchia Venezia.
        • Quest'ultima dovrebbe cedere alla prima il Veronese, il Bresciano, la Bergamasca e il Cremasco, acquisendo in cambio L'Istria, il Friuli Austriaco e Trieste.
        • Condizione è che Venezia si liberi entro l'anno della sua decrepita aristocrazia.
        • Ronza esprime un parere poco lusinghiero sull'Ottolini (altro indizio che il destinatario definitivo della lettera sia il Battaja).
      • L'Agente da Milano parla dei prigionieri austriaci lì giunti
        • Sarebbero poco più di tremila (sugli oltre 25.000 che risultano dai rapporti sulle battaglie).
        • Vengono tenuti al freddo e alla fame se non si riarruolano come legionari sotto Napoleone.
        • Con un Proclama si proibisce alla popolazione alcun rapporto con detti prigionieri.
        • Gesti eroici di Milanesi in solidarietà ai prigionieri maltrattati.
        • 600 di questi prigionieri hanno già ceduto all'arruolamento forzato.
        • Mie osservazioni sull'eroismo di questi irriducibili.
        • Possibilità che alcuni di loro abbiano poi effettivamente raggiunto campi di prigionia in Francia (segnalazione di Paolo Foramitti su un Diario esistente in merito).
      • L'agente da Milano rimanda l'invio dei disegni di alcune fortificazioni, ma acclude un'ode saffica gettata dal loggione del teatro: la valuta bella ed evidentemente ritiene che tale gusto sia condiviso dal destinatario: altro indizio che si tratti del Battaja.
  • Dispaccio di Priuli da Verona, conseguente a un abboccamento con Napoleone, ricevuto in data 20 Gennaio 1797
    • Il conquistatore vorrebbe che Venezia cambiasse la via di transito concessa all'Esercito austriaco lungo la Val d'Adige con quella della Valsugana.
    • Buonaparte è largo di suggerimenti militari alla Repubblica: vorrebbe che questa fortificasse e restaurasse le piazze da lui già conquistate, e che ne costruisse di nuove sui Territori già in sua mano: evidentemente include fra queste anche Palmanova, che gli apparterrà tra breve.
    • Napoleone prevede che a fine guerra gli Stati Italici torneranno all'Austria a eccezione di Venezia, che anzi riceverà Mantova in cambio di Crema, laddove si impegni a farsi barriera contro i movimenti austriaci.
    • La Francia resterà Repubblica, aristocratica o popolare ha poca importanza, per il Corso.
  • Notizie del Tentori sulla situazione e sulla Capitolazione di Mantova, probabilmente prese dalla stampa dell'epoca.
  • Note su Pietro Verri e su alcuni toponimi.

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Storia della caduta di Venezia, XXXIV - Pagine 380 - 391

Gennaio - Febbraio 1797 a Parigi e Venezia

  • Resoconto degli Inquisitori ai Savj del Collegio del 12 Febbraio 1797, in merito all'attività di Intelligence del Querini a Parigi
    • Citazione di un dispaccio del Settembre 1796, dove si riportano ipotesi di un trattato Francia Austria sulla spartizione di Territori contesi, compresi gli Stati Italici.
    • Nulla di fatto per opposizione della Prussia a cedere la Baviera.
    • Citazione di un dispaccio del Novembre 1796 sulla missione di Clarke in Italia: da Milano avrebbe preso accordi segreti con l'Ambasciatore austriaco a Torino, accordi che prevedono seri danni agli interessi della Serenissima.
  • Dispaccio del Querini in data 25 Gennaio 1797
    • Da confidenze di persona vicina a un Membro del Direttorio si viene a sapere che il Clarke avrebbe potere di cedere all'Austria tutte le Province italiche, incluso lo Stato Veneto, in cambio del Belgio.
    • Querini interroga Rewbel in merito, e questi smentisce, ma il veneziano non ritiene sia sincero.
    • Speranze in un prossimo rinnovo della dirigenza francese.
  • L'invasione delle province Venete centrali dopo la ritirata di Alvinczy provoca nuova ondata di proteste dei Rappresentanti per i saccheggi dei Francesi.
  • Pesaro incaricato di fare pressioni su Lallement.
  • Il francese accetta, e si mostra indignato a nome proprio e del Napoleone.
  • Napoleone è impegnato a Tolentino e Massena fa le sue veci.
  • Lallement quindi scrive a questo Generale ma dopo il suo messaggio i soprusi peggiorano.
  • Massena anzi chiede ulteriori contribuzioni alla Dominante, in quanto i Territori sui quali insiste la sua Armata ormai sono allo stremo.
  • A latere Massena fa chiedere anche velatamente dei contributi "extra" al fine di tenere buone le truppe, ma questa volta il Senato rifiuta.

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Storia della caduta di Venezia, XXXV - Pagine 391 - 396

Febbraio - Marzo 1797 a Venezia e Bergamo, invasione del Veneto

  • A seguito delle pressioni esercitate sul Tribunale dal Battaja contro di lui, Ottolini invia due lettere di discolpa il 25 Febbraio e il 1 Marzo 1797: Tentori riporta solo la seconda
    • Sostanzialmente Ottolini informa che le comunicazioni riservate da lui inoltrate al Battaja vengono dall'entourage di questo girate a Ufficiali francesi e sobillatori in Bergamo, con grave pericolo per lui e per la rete di informazione della Repubblica in quella città.
    • Chiede quindi di poter inviare messaggi segreti al solo Tribunale, evitando il Battaja.
    • Secondo Ottolini anche il richiamo di una mezza Compagnia di Cavalleria da Bergamo è frutto delle macchinazioni del Battaja.
  • La risposta del Tribunale, anche se apparentemente ambigua, obbliga l'Ottolini a continuare il passaggio delle informazioni al Battaja.
  • Gli si assegna il compito di consegnare un invito di comparire a Venezia per tale Conte Pietro Caleppi.
  • Sarà invece tale conte, otto giorni dopo la lettera, a ingiungere a Ottolini di lasciare Bergamo in nome della "rivoluzione".
  • Estratto dalla "Lettera a un amico" di Niccolò Erizzo in merito al colpo di stato in Bergamo e Brescia a opera del Caleppi.
  • Stringata narrazione degli eventi bellici dal Tagliamento a Klagenfurt.
  • Conseguente abbandono da parte degli Austriaci dei Territori Veneti, che si vengono a trovare completamente in balia dei Napoleonici, e delle congiure da tempo ordite all'interno dello Stato Veneto.
  • Corollari alla seconda Parte di Tentori.
  • Mie riflessioni sui Corollari.
  • Note
    • Nota 1 sui rapporti tra funzionari della Repubblica e "Savj del Collegio"
    • Note 2 e 3 sulle trattative segrete che sfoceranno nel Trattato di Leoben.
    • Nota 4 sulle manovre militari in Tirolo.

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Storia della caduta della Repubblica di Venezia
I Corollari alla Seconda Parte di Cristoforo Tentori

Secondo l'Abate, quindi, dall'esame dei documenti e degli eventi di questa Seconda Parte si può dedurre quanto segue:
Da pagg. 395 - 396:

I

Che poco plausibile fu la condotta della maggioranza de' Savj del Collegio nel continuar a sostenere "il chimerico Sistema di Neutralità disarmata" a fronte degl'immensi Sacrifizj e pubblici e privati, delle umiliazioni, e delle soprafazioni, alle quali era esposta tutto dì la Repubblica da chi non riconosceva altra legge che quella "del più Forte."

II

Poco plausibile parimente la non curanza delle opportunità favorevoli a correggere il primo errore, giacche la posizione delle Armate Austriache nelle quattro spedizioni del VVurmser, e dell'Alvinzi presentarono l'apertura ad accrescere senza ostacolo l'armamento, incominciato nelle Lagune nel mese di Giugno 1796

III

Poco plausibile altresì la politica con cui continuarono ad occultar al Senato tante "Comunicate degl'Inquisitori di Stato", e tanti Dispaccj interessanti de' Ministri alle Corti, i perfidi disegni de' Francesi, le giuste querele de' Sudditi abbandonati, e le spontanee lor obblazioni di armarsi a pubblica, ed a propria difesa.

IV

Poco plausibile finalmente la debolezza degl'Inquisitori di Stato, i quali vedevano a fronte serena il continuo abuso, che si faceva di tante lor importantissime "Comunicate", celate alla cognizione Sovrana del Senato, il quale rimaneva all'oscuro di quei lumi ch'essi si affrettavano con tanta sollecitudine di proccaciar al medesimo, senza che a vista di un tanto incostituzionale scandalo reclamassero.

V

Che turpe ed esecranda fu la direzione del Direttorio Esecutivo di Francia, il quale con profumate, e continue lusinghiere promesse tradiva i Veneziani, dimostrando dispiacenza de' disordini, che non voleva impedire, lusingando di pagare i debiti dell'armata, quando presa "aveva la massima di nulla pagare", e di far cadere a solo carico dei Veneziani il totale mantenimento dell'armata d'Italia.

VI

Che turpe ed esecranda fu pure la di lui direzione, fingendo sempre d'aver a cuore gl'interessi della Repubblica, di cui ricercava l'Alleanza nel tempo stesso, che pose i di lei Stati nel urna dei compensi, autorizzando il General Clark ad esibirli aIl'Augusta Casa d Austria.

VII

Che non meno turpe e nefanda fu la condotta de' suoi Generali in Italia, dediti a' latrocinj, alle depredazioni sconoscenti ed isleali nel tempo, in cui il General in Capite fingeva d'essere grato ai Veneziani, e prometteva ad essi ingrandimento di Dominio ec. a fine di poter senza ostacolo preordinare le cose alla totale rivoluzione, e perdizione de' medesimi.

Storia della caduta della Repubblica di Venezia, Tomo Secondo

Storia della caduta della Repubblica di Venezia, Parte Terza

Consumazione della Rivoluzione e Caduta della Repubblica di Venezia
Dal giorno 12 Marzo sin al dì 13 Maggio 1797 (pagg. 3 - 416)

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Storia della Caduta di Venezia, XXXVI - T. II, pagine 3 - 12

9 - 11 Marzo 1797 a Bergamo, Milano, Brescia e Venezia

  • Tentori descrive a grandi linee gli ultimi due mesi della Repubblica di Venezia.
  • Scambio di dispacci tra Ottolini e Battaja tra il 7 e il giorno 11 Marzo 1797
    • Ottolini segnala un piano di colpo di stato giacobino imminente ma rifiuta di rivelare al Battaja il nome dei suoi informatori.
    • Insistenze del Battaja sull'argomento.
  • Relazione del segretario di Ottolini, Stefani, incaricato di un abboccamento segreto con il Capo di Stato Maggiore della Cavalleria Francese in Italia, nonché capo della Polizia segreta del Bonaparte, Jean Landrieux.
  • Vari approfondimenti da fonti supplettive sull'operazione che vede protagonista la figura di Jean Landrieux e del suo superiore Kilmaine e che di fatto condurrà direttamente al colpo di Stato.
  • effetti della cospirazione anticipata del Landrieux sul comportamento di alcuni savj veneti, sulle Pasque veronesi e la rivolta delle Quadre Bergamasche, nonché sulla formazione delle Municipalità Provvisorie.
  • Note
    • Nota 1 sull'avvocato Serpieri.
    • Nota 2 sul Landrieux.
    • Nota 3 con descrizione del complotto personale di Kilmaine e Landrieux ai danni dei Repubblicani Milanesi e delle Autorità Venete; suoi effetti sui Savj congiurati e le prime insorgenze a Verona e nelle Valli.

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Storia della Caduta di Venezia, Pubblicazione collegata - Jean Landrieux

Approfondimento sulla figura di Jean Landrieux 1790 - 99, Francia e Nord-Italia

  • La formazione giovanile
    • Espulsione dal seminario, viaggi e studi.
    • Titolo di Avvocato al Parlamento.
    • Impiego presso la corte del Conte di Provenza.
  • Vita e carriera come specchio della Francia
    • Note sulla Biografia scritta da Grasilier e sulle Memorie del Landrieux come fonte storica fondamentale per la comprensione della Francia tardosettecentesca, dell'Armata d'Italia e dei primi colpi di Stato in Veneto.
    • Conferme e precisazioni a notizie già incontrate nel Tentori.
  • Capo dell'Ufficio Segreto nel 1796
    • Vari livelli dell'Intelligence Napoleonica e ragioni della scelta di Landrieux e Kilmaine per questo incarico.
    • Abilità del Landrieux nel costruire una rete e un piano di arricchimento personale ai danni sia dei giacobini locali che della Repubblica Veneta.
  • La grande truffa
    • Descrizione degli antefatti: Landrieux si spaccia al contempo per rivoluzionario con i rivoluzionari e da conservatore con i conservatori.
    • Tradirà entrambi, detratte le proprie "competenze", per servire alla fine Bonaparte.
    • Effetti del complotto Landrieux su alcuni Savj congiurati veneti e sulle insorgenze filo-venete di Verona e Bergamo dell'Aprile 1797.
  • Altre notizie utili ai lettori della Storia della Caduta di Venezia
    • Spopolamento del contado mantovano e speculazioni degli approvigionatori.
    • Attendibilità e inattendibilità del Landrieux.
    • Note su attività sediziose a Venezia, in prima persona, del Saliceti e del Landrieux accompagnato da Salvatori, redattore de "L'Amico delle Leggi", nell'Inverno 1796-97.
    • Descrizione di Salvatori.
    • Notizie sulle altissime perdite dei Francesi a causa delle epidemie.
  • Note
    • Nota 1 su Charles Edward Saul Jennings de Kilmaine.
    • Nota 2 su Antoine Christophe Saliceti e sulle contesse doppiogiochiste Greppi e Albani.

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Storia della Caduta di Venezia, XXXVII - T. II, pagine 13 - 29

12 - 17 Marzo 1797 a Bergamo, Brescia e Venezia

  • Relazione di Ottolini presentata agli Inquisitori a Venezia il 16 Marzo 1797, sul colpo di Stato in Bergamo del 12 - 13 Marzo
    • Descrizione delle manovre militari francesi in città il 12 Marzo 1797.
    • Pretesti addotti dal Comando francese: rinforzo delle pattuglie di Polizia veneta e riunione dei Bombardieri.
    • Sono inutili i chiarimenti offerti da Ottolini.
    • I Francesi obbligano i notabili della città a firmare il "Voto della Nazione per la Libertà, e per l'unione del Bergamasco alla Repubblica Cispadana.
    • Ottolini invia dispaccio urgentissimo a Battaja.
    • Minacciato di morte in caso di rifiuto, Ottolini mette per iscritto le sue spiegazioni sulle pattuglie e sulla riunione dei Bombardieri.
    • Mia nota sull'uso di tale dichiarazione da parte dell'Ufficio Segreto di Napoleone al fine di sostenersi estranei al golpe: essi manovrano per prevenirsi da un pericolo, non è colpa loro se nel frattempo la città insorge contro la Serenissima
    • All'alba del 13 Marzo si ammaina lo stendardo veneto dal Castello, e Ottolini apprende che il suo messaggio a Battaja è stato intercettato
    • In mattinata il Comandante francese dichiara di voler sostenere la "rivolta" dei Bergamaschi, e intima a Ottolini di partire entro un'ora.
    • Richieste francesi a Ottolini prima della sua partenza
      • Consegna della "cassa Bagatino" (70 lire; vedi nota);
      • Dichiarazione scritta che lo impegni a sostenere in Venezia la liberazione dei prigionieri "politici".
      • Licenziamento della Truppa veneta.
    • Ottolini ottempera solo alla seconda richiesta
    • Raccomanda al Camerlengo di possibilmente far pervenire a Venezia le 75 lire della "Pubblica cassa".
    • Ottolini parte, incontra brevemente Battaja a Brescia e si porta a Venezia.
  • Mia nota sul fatto che Ottolini non menziona i suoi accordi segreti col Landrieux.
  • Dispaccio di Battaja da Brescia ai Savj il 13 Marzo 1797
    • Ha appreso dei fatti in Bergamo, prima che da Ottolini, da una lettera del capitano Wlastovich, che acclude ma non è riportata dal Tentori.
    • Invia Ottolini a Venezia perché racconti personalmente la sua storia.
  • Manifesto di autoproclamazione della Municipalità Provvisoria di Bergamo, 14 Marzo 1797.
  • Lettera della stessa con richiesta di unione alla Repubblica Cispadana, 14 Marzo 1797.
  • Dispaccio di Battaja da Brescia in data serale del 14 Marzo
    • A Bergamo è stata sciolta la Truppa veneta con consegna delle armi
    • I funzionari pubblici sono precettati ai loro posti.
    • Battaja lamenta di non avere notizie precise, teme il contagio sulle Province limitrofe e si duole di non avere controllo della situazione.
  • Alessandro Marcello Savjo in Settimana informa il Senato dei fatti di Bergamo, 15 Marzo 1797.
  • Provvedimenti del Senato in data 15 Marzo 1797
    • Risponde con proteste scritte a Lallement e al Direttorio.
    • Incarica Francesco Pesaro e Zan Battista Corner di parlamentare prima con Lallement e poi con Napoleone.
    • Dà disposizione al Consiglio dei X di accrescere la vigilanza.
  • Relazione di Pesaro il 16 Marzo sul colloquio con Lallement.
    • Lallement si dice all'oscuro dei fatti.
    • Le disposizioni del suo Governo sono di segno contrario al muovere guerra a Venezia.
    • Riteneva che si trattasse di una spontanea ribellione dei Bergamaschi.
    • Dà credito a Pesaro che vi siano ufficiali francesi coinvolti, ma ciò probabilmente dipende da "malumori" tra questi e il Residente Ottolini.
    • Appoggerà quindi le proteste veneziane sia presso Napoleone che col Direttorio.
    • Approva l'incontro dei deputati veneti con Bonaparte, fornisce i lasciapassare necessari ma consiglia di attendere che il Generale sia meno occupato con la guerra, dal momento che stà attualmente inseguendo gli Austriaci in ritirata nel Tirolo.
    • mostra un dispaccio del 15 febbraio 1797, dove gli si comunica di scorrerie delle Truppe venete nel Territorio milanese come origine della decisione di occupare il Castello di Bergamo.
    • Altro argomento del colloquio Battaja-Lallement è la zona di non belligeranza navale nel Golfo di Venezia.
    • Lallement concorda di tracciarla previa consultazione con un Comandante della sua Marina di stanza a Bologna.
    • Produrrà al Senato le patenti per i suoi corsari autorizzati.
    • Ha già deviato, in deroga a ordine diretto di Bonaparte, una fregata che avrebbe dovuto mettersi alla fonda nel porto di Venezia
    • Napoleone stesso ha approvato il dirottamento sul porto di Punta di Piave, dove già si era in passato ricoverata pacificamente una Squadra inglese.
    • Chiusura della relazione Pesaro con pessimismo autocommiserativo sugli esiti del prossimo incontro con Bonaparte.
  • Il Senato loda la relazione Pesaro la sera del 17 Marzo e lo conferma con il Corner per un prossimo incontro con Napoleone.
  • Nella stessa riunione dà mandato al Consiglio dei Dieci per un'inchiesta sul comportamento e le responsabilità di Ottolini nei fatti di Bergamo.
  • Nota sulla "Cassa del Bagatino".

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Storia della Caduta di Venezia, XXXVIII - T. II, pagine 29 - 45

11 - 28 Marzo 1797 a Venezia, Brescia e Peschiera

  • "Ricercata" del Senato al Tribunale degli Inquisitori 17 Marzo 1797
    • Incarico di avviare un' inchiesta sui fatti di Bergamo e in particolare sul Rappresentante Ottolini.
    • Operare perché nelle zone occupate si mantenga viva la fiducia nel Governo Veneto, senza svolgere azioni per ristabilirne l'autorità (secondo il consiglio del Battaja). Il "mantenere viva la fiducia nel Governo Veneto", come vedremo meglio specificato nei dispacci esposti nella prossima Pubblicazione, riferisce al reprimere ogni forma di tentativo di ribellione spontanea agli invasori.
    • Sia il Consiglio dei Dieci a indagare ed eventualmente procedere segretamente su Ottolini.
  • Lunga nota di Tentori in difesa di Ottolini
    • Comportamento ineccepibile dell'Ottolini, ligio agli ordini.
    • Disarmo di Bergamo avvenuto il 22 Dicembre 1796 per ordine di Battaja.
    • Ottolini tradito da alcuni Savj, in particolare Pietro Donà e Francesco Battaja, in quanto ritenuto potenziale attivatore delle Truppe volontarie.
  • Mia nota su Ottolini nella rete di Landrieux.
  • Il segretario Soderini rifiutando l'udienza in Senato a Ottolini, lo informa che l'intero Stato sarà "rivoluzionato" entro due mesi.
  • Ducale al Provv. Battaja in Brescia il 17 Marzo 1797
    • Si adoperi per la conservazione della fiducia delle popolazioni al Governo Veneto.
    • Prenda misure per arrstare il corso della rivolta minacciata (ambiguità riferibile all'impedirte o0gni rivolta contro i Francesi.
    • Provveda nuova destinazione al Presidio cacciato da Bergamo.
    • Lode delle lettere scritte da Battaja a Kilmaine (15 Marzo) e a Napoleone.
    • Rinnovo della fiducia del Senato nel Provveditore
  • Il Senato dispone misure economiche per fronteggiare le enormi spese: si vendano quelle argenterie delle chiese che non sono necessarie al culto divino (18 Marzo 1797).
  • Il Residente in Milano Vincenti Foscarini riceve e trasmette una lettera con la quale Kilmaine ordinerebbe al suo generale in Bergamo Le Faivre di non partecipare ad alcuna azione anti-veneziana (18 Marzo 1797).
  • Risposta al Residente in Milano Vincenti Foscarini 18 Marzo 1797
    • Il Senato dà fiducia alla lettera di Kilmaine e al Residente Vincenti Foscarini.
    • Firma Andrea Alberti Segretario.
  • Lettera di Kilmaine a Le Faivre
    • Ordine al suo generale in Bergamo Le Faivre di non partecipare ad alcuna azione anti-veneziana.
    • Osservazioni di Tentori sulla vera data della lettera, precedente il 16 Marzo.
  • Relazione da Verona in data 28 Marzo sulla caduta di Brescia
    • Attribuzione della Relazione a Francesco Battaja.
    • Osservazioni di Tentori sulla vera data della lettera, precedente il 16 Marzo.
    • Eventi dell'11 Marzo 1797
      • Inviato di Ottolini riporta a Battaja le informazioni di Landrieux; la "rivoluzione" scoppierà prima a Brescia e poi a Bergamo.
      • Ulteriori dettagli sul "Piano Landrieux" e conferme di quelli già noti.
      • Scarsa credibilità del Piano Landrieux (uscita dei congiurati dalle mura, uccisione del Battaja, del Mocenigo e altre 60 Autoritò Venete
      • Data fissata per il golpe in Brescia: 21 Marzo: richiesta di Landrieux di arrestare e fucilare i congiurati in quella data.
      • Battaja scarta l'ipotesi di arrestare e fucilare congiurati temendo ritorsioni da Napoleone in persona.
      • Provvedimenti presi da Battaja
        • Chiedere rinforzi a Verona.
        • Chiudere tutte le porte del palazzo a eccezione della principale.
        • Radunare il maggior numero possibile di truppa italiana per la difesa dello stesso.
        • Radunare i corpi di Cavalleria attualmente sparsi.
        • Costituire un deposito munizioni.
      • In serata Battaja scrive a Napoleone per chiedere cannoni e protezione dalle Truppe lombarde.
      Eventi del 12 Marzo 1797
      • Pomeriggio: lettera di Ottolini informa Battaja del colpo di Stato in Bergamo
      • Rilevamento contraddizione con precedente affermazione di Battaja di essere stato informato prima da lettera del capitano Wlastovich.
      • Indecisione del Battaja sull'affidabilità delle informazioni in suo possesso, che prevedevano invece il colpo di Stato in Brescia come primo atto del complotto.
      Eventi del 13 Marzo 1797
      • Nella notte tra 12 e 13 raduno in Brescia delle truppe e cavalleria sparse.
      • La sera del 13 Battaja rimanda a Verona i rinforzi.
      • Battaja convoca i maggiorenti della città con richiesta di denaro e aiuti.
      • La risposta è negativa.
      • Battaja ritiene inutile e pericoloso reclutare volontari.
      Eventi del 14 Marzo 1797
      • Arriva da Bergamo il capitano Corner che conferma il colpo di Stato in quella città come appoggiato dalle truppe francesi.
      Eventi del 15 Marzo 1797
      • Lo Stato Maggiore del Battaja decide di non avere forze sufficienti per una azione su Bergamo.
      • Sera: Risposta da Napoleone
        • Nega aiuti, afferma la libertà d'opinione e auspica un colloquio con Battaja.
        • La noncuranza di Napoleone rafforza l'ipotesi che egli fosse al corrente del Piano Landrieux.
      • Battaja risponde auspicando accordi tra Bonaparte e i parlamentari Pesaro e Corner inviatigli da Venezia
      • Due incontri di Battaja con un sospetto capo dei congiurati, conte Francesco Gambara, accrescono i suoi dubbi.
      • Biglietto a Battaja di Vincenti Foscarini lo invita a non fidarsi del comandante del Castello di Brescia, Chambran, che avrebbe ordine di ucciderlo.
      • Ipotesi che Chambran fosse estraneo al Piano Landrieux.
      Eventi del 16 Marzo 1797
      • Vincenti Foscarini trasmette a Battaja copia dell'inutile lettera di Kilmaine a Le Faivre.
      • Battaja promulga amnistia e scarcera tutti gli agitatori filo-francesi.
      • Dopo l'incontro con il capo dei congiurati, conte Lecchi, Battaja decide che la sua battaglia è perduta.
      Eventi del 17 Marzo 1797
      • Vincenti Foscarini informa che si vogliono introdurre a Brescia 300 Francesi travestiti, ma Battaja non trova conferme.
      • Battaja sostiene di aver consegnato la Cassa Pubblica al conte Martinengo perché la porti a Venezia, ma questi se ne appropria in nome del Popolo Bresciano.
      • Non sa dire a quanto ammontasse in quanto ha licenziato i ragionieri per far risparmiare l'Erario.
      • Nota del Tentori che accusa apertamente Battaja di esersi appropriato di tale Cassa.
      • Un distaccamento di Cavalleria Veneta viene bloccato a Loncaglio da truppe miste (500 uomini) Lombardo-Francesi agli ordini di Antonio Nicolini, aiutante di Kilmaime.
      Eventi del 18 Marzo 1797
      • Le Truppe del Nicolini si avvicinano a Brescia e i congiurati escono dalla città per unirsi a loro.
      • Battaja invia due parlamentari e riceve la minaccia di distruzione della città in caso di resistenza.
      • Battaja consegna le Sue truppe nelle caserme con ordine di non opporre resistenza, e licenzia anche le Guardie del Palazzo.
  • Un diverso racconto dei fatti in Brescia
    • Tentori riporta in nota il racconto di un testimone oculare dei fatti, letterato, ufficiale e suddito fedele. Potrebbe trattarsi del Vice Podestà Mocenigo, vedi nota 1.
    • Questa testimonianza inficia gran parte del racconto di Battaja.
    • Brescia disponeva sia di Ufficiali che di Truppe, vi erano inoltre tra 10 e 15 mila Cittadini atti alle armi.
    • Il Presido disponibile fu vanificato solo dagli ordini del Battaja.
    • Osservazioni sulla corte corrotta e giacobina che attorniava il Provveditore.
    • Questi si è opposto a ogni iniziativa di difesa voluta dal Mocenigo.
    • Le Truppe del Nicolini che assaltano Brescia ammontano a poco più di cento uomini, non 500 come raccontato da Battaja.
    • Nicolini avrebbe millantato l'arrivo di 10.000 francesi sanguinari a supporto del suo manipolo.
    • Tuttavia Battaja resta placido e licenzia le sue proprie guardie.
    • Dubbio del testimone se Battaja sia solo un vile o se abbia intese segrete col nemico.
    • Elenco delle misure che Battaja avrebbe potuto prendere per difendere efficacemente Brescia.
  • Mia considerazione sulla tranquillità di Battaja: pur all'oscuro del Piano Landrieux, il Provveditore potrebbe essersi sentito rassicurato dalla risposta tranquilla di Bonaparte alle sue domande, rimanendo in attesa di chiarimenti nel proposto colloquio con il Generale. Tranquillità che non durerà a lungo, come vedremo in prossimi dispacci alla Pubblicazione XXIX.
  • Seguito della relazione Battaja
    Eventi del 18 Marzo 1797 (segue)
    • Battaja propone a un Procurator Pisani che si trova agli arresti di essere trasferito a Venezia (probabilmente Giorgio Pisani, vedi nota 2).
    • Pisani accetta.
    • Gli assalitori entrano in Brescia.
    • Con loro disappunto Mocenigo è partito.
    • Il conte Lecchi legge a Battaja un proclama di libertà per Brescia.
    • Disposizioni di Lecchi
      • Disarmo delle Truppe Venete.
      • Occupazione del Palazzo.
      • Arresto di Battaja e alcuni ufficiali.
      • Intimazione al Provveditore di lasciare Brescia entro 4 ore.
    • Scontri per disarmare la Compagnia Stuari.
    • Lecchi accusa Battaja di tradimento, lo malmena minacciandolo con la spada e lo conduce in Castello.
    • Due ore dopo Lecchi dichiara Battaja innocente riguardo gli scontri.
    • Pisani viene liberato e acclamato dagli insorti, e ricusa il progettato trasferimento a Venezia.
    • La partenza di Battaja è rimandata all'indomani.
    Eventi del 19 Marzo 1797
    • La partenza viene ancora rimandata a causa di sommosse locali contro i congiurati.
    • Battaja è guardato a vista da uomini feroci uno dei quali avrebbe ordine di ucciderlo se necessario.
    • Parte infine alle tre di notte con due ufficiali disarmati sotto scorta di due Francesi e due Municipalisti.
    • Giunge a Peschiera dal Colonnello Carrara.
    • Il Generale francese Guillaume gli comunica di essere all'oscuro dei Fatti di Bergamo e Brescia.
    • Secondo Battaja i rivoltosi fanno pressioni sugli Ufficiali veneti rimasti in Brescia perché si arruolino con loro.
    • Le pressioni sono particolarmente violente sul Capitano Stuari che nominerebbero Colonnello.
  • Note
    • Nota 1 su Pietro Alvise Mocenigo come possibile testimone oculare in Brescia.
    • Nota 2 Su Giorgio Pisani.

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Storia della Caduta di Venezia, XXXIX - T. II, pagine 45- 58

20 - 24 Marzo 1797 a Verona, Venezia, e in varie Province Venete

  • Il 20 Marzo 1797 il Senato invia la medesima lettera Ducale ai Rappresentanti veneti in tutte le Provincie: Tentori riporta il testo di quella diretta a Padova.
  • Ducale di Ludovico Manin a Giovanni Francesco Labia, Vice Podestà di Padova, 20 Marzo 1797
    • Lo informa dei fatti in Bergamo e Brescia.
    • Intima di mantenere calme le popolazioni.
    • Rassicuri i Comandanti francesi sul fatto che il Governo veneto vigila perché non vi siano reazioni spontanee contro di loro.
    • A questo scopo, si invieranno alcuni rinforzi di truppa.
    • I Residenti si facciano aiutare nel tener calme le popolazioni dai ministri del culto.
    • Nella lettera standard, Manin riferisce al "Mons. Vicario Capitolare di Padova", trascurando il fatto che era una carica vacante, essendo morto recentemente il Mons. Niccolò Zustinian, Vescovo appunto di quella città.
  • 20 Marzo 1797, Verona, Padova e Treviso presentano dichiarazioni di fedeltà alla Repubblica. Da Bergamo e Brescia invece proclami che dichiarano tirannico il Governo veneto.
  • Dispaccio del 20 Marzo 1797 dai Deputati Pesaro e Corner, in viaggio verso l'incontro con Bonaparte.
    • Descrivono lo stato miserando delle province trevisane e friulane che attraversano, sottoposte a razzie dai Francesi.
    • Trasmettono gli attestati di fedeltà raccolti nel viaggio.
  • Il Senato risponde con due Ducali del 21 Marzo 1797, spedite la sera del 22.
  • Prima Ducale a Pesaro e Corner del 21 - 22 Marzo 1797.
    • Rammarico per le devastanti condizioni delle Province di Treviso, Conegliano, Sacile Pordenone e Udine descritte dai Deputati nel loro Dispaccio del 20 Marzo.
    • Lodi del Senato ai Rappresentanti di quelle città.
    • Raccomandazione ai Deputati di "accelerare in tutti i modi possibili" il loro colloquio con Bonaparte, raggiungendolo "in qualunque luogo, anche fuori del Veneto Stato".
  • La seconda Ducale 21 - 22 Marzo 1797 si limita a trasmettere "copie tratte dalle stampe pubblicate in Bergamo", affinché i Deputati possano provare le gravi ingerenze francesi nel colpo di stato in quella città.
  • Tentori confuta una affermazione in merito alle Ducali precedenti, contenuta nell'opuscolo: "Memoria, che può servire alla Storia Politica degli otto ultimi anni della Repubblica di Venezia".
    • L'Autore della "Memoria" sostiene che il Senato con queste Ducali avrebbe autorizzato i Deputati a trattare con Napoleone modifiche allo Stato veneto e alla sua Costituzione.
    • Le Ducali, che la "Memoria" non riporta, come vediamo non fanno alcun riferimento a questo Decreto di autorizzazione.
    • Il Senato non aveva autorità per emanare un simile Decreto, in quanto la materia costituzionale era riservata al solo Maggior Consiglio.
  • Dispaccio del 22 Marzo 1797 dai Deputati Pesaro e Corner, in viaggio verso l'incontro con Bonaparte.
    • I Deputati, informati sui fatti di Bergamo e Brescia, li vedono come rivelatori di un Piano estremamente vasto, rispetto al quale si ritengono inadeguati.
    • Gran parte del dispaccio esprime il loro senso di impotenza e il più completo pessimismo sul risultato del loro prossimo colloquio con Napoleone.
    • Riguardo la data dell'incontro, sono in attesa del ritorno dei messi inviati a Bonaparte per fissarla.
    • In un poscritto ricusano di produrre a Bonaparte le stampe loro inviate relative alle ingerenze francesi in Bergamo e Brescia. Vi faranno eventualmente riferimento verbale se le condizioni lo consentiranno.
  • Bande girovaghe di giacobini bresciani e bergamaschi si installano in alcuni borghi e proclamano di voler assalire Verona.
  • In Verona risiedono Francesco Battaja col segretario Rocco Sanfermo e il neo-eletto Vice Podestà Alvise Contarini, che ha sostituito il Priuli.
  • Osservazioni sull'improvviso voltafaccia di Francesco Battaja, che abbandona la Neutralità disarmata e diventa fomentatore di rivolta.
  • I Veronesi preoccupati convocano una riunione delle Autorità
    • Conte Bortolo Giuliari, Provveditore della Città: inclinerebbe alla resa.
    • Conte Francesco Emilj, Provveditore della Città: deciso alla difesa in armi.
    • Tutti gli Ufficiali e i Ministri veronesi: decisi alla difesa in armi.
    • N. H. Alvise Contarini, succeduto a Antonio Marin Priuli nella carica di Capitanio e Vice Podestà.
    • N. H. Francesco Battaja, Provveditore Straordinario in Terra Ferma
  • Primo Dispaccio da Verona del Provveditore Straordinario Francesco Battaja, 23 Marzo 1797 ore sei della sera
    • Battaja ha cambiato registro, adesso è lui a incitare i Cittadini alla resistenza armata. Il dispaccio ricorda le richieste di aiuto di Ottolini da Bergamo e il Piano Nani al tempo stesso.
    • Ha dato mandato al Clero di fare altrettanto.
    • Ha mobilitato quattro condottieri e attuato un piano strategico di difesa militare della città.
    • Inoltra concitate richieste di aiuto in armi, munizioni, uomini e ufficiali.
    • Trasmette notizie allarmistiche sul nemico, che sarebbe con 500 armati ormai in prossimità di Verona.
    • Composizione e gerarchia delle pattuglie di difesa
    • Istituisce un "Offizio di sopraveglianza" con ampi poteri.
    • Scrive a Napoleone per raccontargli ciò che ha subito in Brescia.
    • Si rammarica di non avere avuto il tempo di trasmettere le stesse notizie al proprio governo. Lo farà, come sappiamo, solo con la Relazione del 28 Marzo.
    • Ipotesi che cerchi rassicurazione da Bonaparte sul proprio ruolo nel grande complotto, che al momento sembra averlo emarginato.
    • Postilla alle ore nove: informato di un prossimo attacco, ha disposto in allerta le difese militari.
  • A Venezia il 24 Marzo 1797 si ricevono attestazioni di fedeltà da parte di Udine, Conegliano e Pordenone.
  • Sempre il 24 Marzo il Senato revoca l'incarico di Provveditore al Battaja e lo nomina Avogador da Comun. Una rassicurazione che evidentemente ancora non basta al Battaja, che continua a fare il barricadiero, anche perché ancora non è richiamato a Venezia: il sostituto sarà designato solo il 1 Aprile.
  • Dispaccio di Battaja da Verona il 24 Marzo 1797
    • Informa che i rivoltosi non erano così vicini quanto aveva temuto.
    • Egli è comunque deciso a tutelarsi in ogni modo possibile.
    • Propone di arruolare con l'uniforme veneziana il Conte Nogarola, "Generale al servizio dell'Elettore di Baviera".
    • Ha raccolto in poche ore, alle porte di Verona, "oltre 5000 armati, discesi dalla Val Policella".
    • Li passa in rivista a cavallo e li incita alla resistenza a ogni costo.
    • Si arruolano anche 100 giovani della migliore società di Verona, disposti a difendere la città "fino all'ultima stilla di sangue".
    • Battaja li incoraggia concedendo loro di costituirsi in corpo militare con l'uso di distintivi.
    • Chiude il Dispaccio con nuove accorate richieste di aiuto dalla Dominante.
  • Allegato al Dispaccio precedente il decreto di istituzione delle cariche di difesa accennate nel Dispaccio del 23 Marzo
    • Si istituisce un "Tribunale di sopraveglianza" composto di cinque membri
      • I due "Nobili Provveditori di Città" (presumibilmente il Contarini e il Battaja stesso).
      • Il conte Alessandro Murarj.
      • Il signor Bortolo Meriggi d'Azalini.
      • Il "Sindico del Territorio" Pajola.
    • I condottieri incaricati di ispezionare le pattuglie sono "il Nobil sig. Co: Gio: Battista Campagna" e "il Marchese Giulio Carlotti".
    • L'Ufficio ha pieni poteri "sopra ogni ceto di persone, e senza riguardi di sorte". Non rispetterà dunque nemmeno la famigerate patenti diplomatiche rilasciate dai Francesi.
  • Confutazione da parte di Tentori di affermazioni del Segretario Sanfermo nella sua "Lettera dal Castello di San Felice", dove attribuisce a iniziativa personale del nuovo Provveditore Straordinario Giovanelli i numerosi arresti per Giacobinismo. Sanfermo mente sapendo di mentire, dal momento che era perfettamente avveduto della costituzione e attività del Tribunale, alle cui indagini devono ricondursi tali arresti.
  • Note
    • Nota 1 su Francesco Calbo Crotta come probabile autore della "Memoria, che può servire alla Storia Politica degli otto ultimi anni della Repubblica di Venezia".

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Storia della Caduta di Venezia, XL - T. II, pagine 58- 72

6 - 26 Marzo 1797 a Gorizia, Venezia, Salò, Milano e Parigi

  • Relazione del 25 marzo 1797 da Udine di Pesaro e Corner sull'incontro con Napoleone a Gorizia
    • Hanno incontrato Bonaparte a Gorizia la sera del 24.
    • Durante il viaggio osservano miserevoli condizioni dei paesi saccheggiati e la demolizione delle mura di Gradisca.
    • Bonaparte sta trattando la resa di Trieste coni Commissari di quella città.
    • Napoleone si dice già informato dei fatti di Bergamo ma all'oscuro di quelli di Brescia.
    • Ritiene che si tratti di ribellioni locali alle quali i Francesi sono estranei (sappiamo che mente dalle memorie di Landrieux).
    • Promette comunque di far indagare e processare a Milano il Comandante della sua guarnigione in Bergamo.
    • I Deputati chiedono che Venezia possa difendersi in armi dai ribelli e che alle guarnigioni francesi sia ordinato di non interferire, anzi che possibilmente si allontanino dalle città ribelli visto che non sussiste più minaccia austriaca in quelle zone.
    • Napoleone accetta in linea di massima l'intervento militare della Serenissima (perfettamente rispondente ai suoi piani segreti con Landrieux, vedi nota 4), ma rifiuta di allontanarele guarnigioni.
    • Propone che siano i Francesi a ristabilire l'ordine.
    • I Deputati rifiutano ma auspicano una collaborazione alla repressione, rifiutata da Bonaparte.
    • Napoleone caldeggia velatamente l'alleanza formale di Venezia con la Francia.
    • I Deputati difendono la posizione neutrale.
    • Bonaparte rimastica le lagnanze per l'ospitalità al conte di Verona, e accampa diritti sui tesori lasciati in custodia a Venezia dal lui e da altri suoi nemici (Inglesi e duca di Mantova)
    • I Deputati smentiscono e ricordano comunque l'inviolabilità dei beni eventualmente in affido fiduciario.
    • Bonaparte aggiorna l'udienza al mattino successivo.
    • La mattina del 25 Napoleone dà il suo benestare per le azioni repressive armate, ma consiglia di aspettare in merito anchela risposta del Direttorio al Promemoria veneziano del 15 Marzo
    • Si dice al corrente del fatto che Venezia stia già inviando truppe.
    • Mostra una carta senza firma né data in cui i Bresciani chiederebbero la protezione francese.
    • Per consolidare le sue promesse verbali, i Deputati le riportano in una lettera che gli indirizzano, per averne conferma scritta.
    • Pesaro e Corner chiedono se adesso che la guerra si sposta a Nord le Province venete saranno liberate da requisizioni e saccheggi.
    • Napoleone risponde che anzi aumenteranno dovendo alimentare le sue truppe dalle retrovie, data la penuria di risorse nelle montagne ostili.
    • Potrebbe però farle cessare a fronte di un versamento mensile per sei mesi di 1 milione.
    • Le requisizioni e i saccheggi raggiungono le sue armate meno che dimezzate, essendo il resto preda della disonestà dei suoi Commissari e degli approvvigionatori.
    • Pagando invece in contanti, il debito sarebbe più facilmente contabilizzato al momento del futuro saldo.
    • Alle proteste dei Deputati, Napoleone esibisce una approfondita conoscenza delle risorse dell'Erario veneto (Da Landrieux lo sappiamo informato inmerito da tale Pol Franceschi).
    • Accampa inolte il fatto che, ormai, con la resa di Trieste egli stringe Venezia da ogni lato, e può dettare legge.
    • Alle pagine 67 e 68 della "Raccolta" è riportata la lettera adulatoria ma puntualizzante che Pesaro e Corner gli invieranno. Non si dice se mai vi rispose.
    • Nota del Tentori che dimostra come non corrispondano al vero le accuse rivolte in seguito al Pesaro di avere contrattato in quell'occasione mutamenti nella Costituzione del Governo Veneto.
  • Dispaccio di Battaja da Verona in data 25 Marzo 1797 che inoltra la relazione di un suo agente a Salò, Andrea Giacomini.
    • La mattina del 25 Marzo Salò è stata assalita da 13 uomini a cavallo al comando di Francesco Gambara, seguiti da una ventina a piedi che hanno percorso la città gridando slogan contro il giogo veneziano e inneggianti alla libertà.
    • Hanno disarmato la guardia degli Schiavoni, arrestato il Provveditore veneto e occupato le Cancellerie e gli Archivi.
    • Sono più tardi raggiunti da altri 50 uomini armati senza divisa ma con coccarde, pennacchi e un cannone austriaco.
    • Questi manipoli sono composti in maggioranza da "sbirri e spadacini".
    • Nonostante gli incitamenti, nessun Salodiano aderisce alla rivolta.
    • Viene istituita una Municipalità, ma molti dei predesignati si sono resi latitanti (quelli che si sottrarranno al destino riservato a questa rivolta dal Piano Landrieux).
    • Primo atto della Municipalità è censire le risorse nelle casse Pubbliche.
    • Al Provveditore veneto non viene effettuata violenza fisica.
    • L'Informatore di Battaja viene allettato con promesse di cariche importanti, che rifiuta e viene lasciato partire (sempre secondo il Piano Landrieux la notizia deve giungere a Verona e Venezia, per provocare le reazioni desiderate).
    • Nomi di alcuni identificati tra i rivoltosi. Tra questi anche cinque francesi che si dicono congedati dal loro esercito e riarruolati nelle truppe rivoluzionarie locali.
    • Prima della propria partenza, l'informatore Giacomini ha visto imbarcare la guarnigione di Schiavoni, con probabile destinazione Verona.
  • Il 25 Marzo 1797 si ricevono a Venezia le attestazioni di fedeltà del Cadore, di Feltre, di Belluno, di Desenzano e della Val Sabbia, che in difesa della Serenissima offrono "e sangue, e vite, e sostanze.".
  • Dispaccio del Querini da Parigi in data 26 Marzo 1797, con la risposta del Direttorio al suo Promemoria del 15 Marzo.
    • La risposta del Direttorio è di essere in attesa di informazioni da Bonaparte.
    • Delacorix promette che il Direttorio darà nuova prova della sua amicizia e lealtà verso Venezia.
    • Carnot opina che i Veneziani possono difendersi dai rivoltosi se non attaccano le truppe francesi.
    • Querini termina il Dispaccio con alcuni avvertimenti
      • Il Direttorio non ha un piano politico, e si regola di volta in volta in base agli eventi.
      • Loro scopo principale è di allontanare l'Austria dall'Inghilterra, e di non fare la pace se non acquisendo il Belgio.
      • Le rivoluzioni in Italia sono fomentate allo scopo di compensare l'Austria con le città venete in cambio del Belgio.
      • Bonaparte è plenipotenziario, quindi il Direttorio non ha autorità su di lui.
      • Venezia deve prendere precauzioni.
      • Augereau va sostenendo che i Triestini hanno trasferito le loro ricchezze a Venezia.
  • Tentori rileva che il gioco di rimpallo tra il Direttorio e Bonaparte, unito alla loro manifesta malafede, non smuove i Savj dalle loro nefaste abitudini di nascondere i dispacci al Senato e di rimanere neutrali e disarmati.
  • Note
    • Nota 1 sul mentire di Napoleone in merito alle notizie da Brescia.
    • Nota 2 sulle truppe in movimento dalla Serenissima.
    • Nota 3 Sulle "basse figure" che erano state "suggerite" da Napoleone stesso a Roverbella, mentre in realtà egli le aveva di già istituite 10 giorni prima di quel colloquio, con il Trattato di Sant'Eufemia del 27 Maggio 1796.
    • Nota 4 molto lunga e importante. Riporta gli ordini segreti impartiti verbalmente da Berthier per conto di Napoleone a Kilmaine e Landrieux, in merito alle sollevazioni da indurre nelle Province e ai loro scopi. Altre notizie sull'evolversi del Piano Landrieux.
    • Nota 5 riporta le prime notizie sul Trattato di Sant'Eufemia.

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Il Trattato di Sant'Eufemia - Dalle Memorie dell'Aiutante di Campo Jean Landrieux

27 Maggio 1796 a Brescia, vera data della Capitolazione di Venezia

  • Premessa al Trattato di Sant'Eufemia
    • Verità e menzogne nell'opera di Landrieux.
    • Motivi delle falsificazioni.
    • Importanza di Landrieux nel dipanare la Storia della Caduta di Venezia.
    • Livelli di segretezza nell'Armata Napoleonica e nella Riforma generale del Mondo.
    • Napoleone come Deus ex machina.
    • Landrieux falso autore del Trattato di Sant'Eufemia.
  • Testo del Trattato di Sant'Eufemia, 7 Articoli firmati da Bonaparte, Salicetti e Berthier con Rocco San Fermo e Benedetti del Bene più uno firmato solo da Napoleone e San Fermo.
  • Osservazioni sui singoli Articoli.
  • Osservazioni in particolare sulla sincronicità dei fatti di Peschiera.
  • Ulteriori notizie sul Trattato e sull'uso fattone da Napoleone, dalle Memorie di Landrieux.
  • Debolezza numerica dei Francesi.
  • Riflessioni sull'etichetta.
  • Note
    • Nota 1 sull'inesplicabilità delle vittorie Napoleoniche agli occhi di Landrieux.
    • Nota 2 sulla riabilitazione e il reinquadramento del Sanfermo nei suoi probabili rapporti con i Vivante e il Sionismo.

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Storia della Caduta di Venezia, XLI - T. II, pagine 72- 76

27 Marzo 1797 a Verona - Francesco Battaja

  • Dispaccio da Verona di Francesco Battaja del 27 Marzo 1797
    • Nuovo cambiamento di stile del Provveditore.
    • Tentori ritrova dunque modo di accusare Battaja della caduta della Serenissima.
    • A Verona si ricevono notizie di sovvertimenti anche a Desenzano e Crema.
    • Tentori rileva che Crema sarà rivoluzionata solo il giorno dopo.
    • Battaja non sa più prevedere provenienza e consistenza di un possibile attacco a Verona.
    • Disperde quindi le sue forze su un fronte molto vasto.
    • Battaja licenzia 27.000 volontari su 30.000 per ragioni di "pubblica economia".
    • Altre accuse di Tentori
    • Ogni volontario arruolato costa 20 soldi al giorno.
    • I 3000 rimasti saranno comunque mantenuti quanto più possibile da offerte volontarie della popolazione.
    • Valutazioni sulla risibilità delle economie del Battaja a fronte del milione e mezzo di zecchini che il Senato regala a Napoleone per suggerimento del Pesaro.
    • Valore dello zecchino in soldi
    • Affidando la difesa della città al conte Nogarola ufficialmente in servizio presso l'Elettore di Baviera battaja alimenta le calunnie di Landrieux su intese segrete tra Venezia e Austria.
    • Piano di difesa del Nogarola
    • Giungono nei pressi di Verona quattro cannoni inservibili.
    • Mancano gli artiglieri anche per la manovra dei pezzi disponibili.
    • Nel Dispaccio inserite questioni di normale amministrazione: traffico del sale, regalia a un collaboratore.
    • Segnalazione di avere ricevuto corrieri dal Tirolo
    • In allegato il "Piano Militare Esterno per difesa della Patria, e per la conservazione della giurata Sudditanza Veronese all'amoroso Veneto Governo"
  • Considerazioni sul ruolo e la figura di Francesco Battaja
    • Ragioni per cui è lecito supporre che Battaja non fosse al corrente del Piano Landrieux.
    • Confutazione dell'opinione di Tentori che Battaja fingesse quando eccitò i Veronesi alla rivolta.
    • Ragioni per i Francesi di tenere Battaja all'oscuro almeno nei primi tempi del Piano Landrieux.
    • Ragioni di Battaja per reagire spontaneamente in maniera inconsapevole ma perfettamente efficiente al Piano Landrieux.
    • Possibilità del Battaja di raccogliere fino a 100.000 uomini se avesse continuato la sua reazione spontanea
    • Il Dispaccio dal Tirolo come momento di rassicurarlo e ricondurlo all'ovile Napoleonico prima che la sua sollevazione diventi troppo pericolosa.
    • Battaja torna a fare il pompiere trasferisce il comando di Verona a quattro cittadini e a un ceto Zulati, che "massacrerà" i "rivoluzionatori" di Salò.
    • Uso propagandistico del "massacro" di Salò da parte di Landrieux.
    • A Salò uccise poche decine di persone, presumibilmente i finanziatori di Landrieux per il riarmo delle truppe di Kilmaine
    • Anticipazioni sul Giovanelli come agente a libro paga di Napoleone.
  • Il 27 Marzo 1797 giunge a Venezia l'attestazione di fedeltà anche da parte di Vicenza.
  • Il 28 Marzo 1797, in mancanza di "rivoltosi" indigeni, i Francesi "rivoluzionano" Crema in proprio, con la sola copertura di alcuni "ribelli" importati da Bergamo.
  • Note
    • Nota 1 Sulla conversione in zecchini dei 6 milioni chiesti da Napoleone al Pesaro, sul rapporto tra zecchini e soldi e sulla possibilità di Battaja di sconfiggere l'Armata Napoleonica.
    • Nota 2 sull'inquadramento della figura e del ruolo di Francesco Battaja.

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Storia della Caduta di Venezia, XLII - T. II, pagine 76- 83

28 Marzo 1797 a Crema - Antefatti a Milano 9 Marzo 1797

  • Relazione sull'invasione di Crema da parte dei Francesi
    • Dopo i fatti di Bergamo si spargono voci di analoghi eventi prossimi anche in Crema.
    • Zan Battista Contarini Rappresentante saggia la popolazione e ricava che non vi sono volontà di ribellione.
    • I Capi dei Corpi della città rinnovano il giuramento a Venezia.
    • Dopo i fatti di Brescia si prendono misure di sicurezza in città.
    • 24-25 Marzo la popolazione si raffredda per timore di essere attaccata dai Francesi.
    • 27 Marzo compare un corpo di 40 Cavalleggeri al comando del Capitano Garuff che ottiene di entrare in città e alloggiarvi.
    • 28 Marzo si presentano altri Corpi di truppa francese due gruppi da 200 uomini.
    • Colpo di mano dei francesi dentro le mura apre le porte agli altri.
    • Contarini disarmato e arrestato dal Capitano Bettenach.
    • Colloqui di Contarini con Lhermite e altri. Si intende cambiare forma di governo ma non sottrarre il Territorio alla Serenissima.
    • 29 Marzo albero della libertà in Piazza con poca partecipazione.
    • Inibizione al Rappresentante di mostrarsi in pubblico.
    • 30 Marzo all'alba il Podestà viene espulso sotto scorta assieme al Camerlengo e abbandonato poi a Cremona.
    • Contarini riceve cavalli dal Comandante francese di Cremona, prosegue per la via di Mantova, fa breve sosta a Verona per redigere un breve memoriale e poi prosegue verso Venezia.
  • Dalle Memorie di Landrieux gli antefatti dei colpi di Stato
    • Relazione su Assemblea del Consiglio di Alta Polizia a Milano il 9 Marzo 1797
      • Lungo intervento di Porro.
      • Intervento di Salvatori.
      • Correzioni a Salvatori da parte di Landrieux sul proprio incarico segreto a Venezia nel Settembre - Ottobre 1796.
      • Continua intervento di Salvatori.
      • Intervento del delegato di Landrieux, Comeyras detta le condizioni per accettare le offerte del Consiglio.
      • Il Comitato stanzia 1.500.000 franchi e 600 uomini per ottenere l'appoggio francese ai colpi di Stato nelle Province venete.
    • Landrieux ingaggia malvolentieri Lhermite come agente sobillatore a Bergamo.
    • Guai creati da Lhermite.
    • Intenzione di Landrieux di far fucilare Lhermite, non portata a termine.
    • Falsa versione della presa di Crema in due rapporti di Landrieux a Kilmaine, dove si descrive come protagonista diretto del fatto.
  • Notizie sul precedente ingresso in Crema dei Francesi a fine Maggio 1796.
  • Passaggio per Crema di Napoleone e il suo Q.G. il 26 Maggio 1796, giorno precedente il Trattato di Sant'Eufemia. Napoleone menziona Sanfermo.

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Storia della Caduta di Venezia, XLIII - T. II, pagine 83- 104

29 Marzo - 3 Aprile 1797 a Venezia, Salò, Verona e Valli Bresciane

  • 29 Marzo 1797 giuramento di fedeltà da parte di Sacile e Portogruaro.
  • Corner diritorno a Venezia la trova molto cambiata. Vi sono molti appostamenti di truppa e non si sà perché. Secondo Tentori sono iprodromi del bluff della congiura dei 16.000.
  • Pesaro cerca di convincere il Senato a non usare le "autorizzazioni" Napoleoniche alla repressione, subodorando la trappola. Nota sul Pesaro e il suo voltafaccia.
  • Considerazioni del Tentori sugli "errori" commessi dai Savj.
  • Decreto del Senato del 30 Marzo 1797 per la risposta da darsi a Napoleone
    • Riporta le fumose promesse fatte da Bonaparte a Pesaro e Corner.
    • Da mandato a Pesaro di scrivere una nuova lettera a Napoleone dicendogli che si accetta la sua richiesta di 250.000 zecchini mensili per sei mesi.
    • Mandato ai Provvisori del Denaro e ai Cassieri di trovare il modo di reperire la cifra entro otto giorni (analogo incarico avevano già avuto in largo anticipo con decreto del 18 Marzo.
    • Dopo lungo dibattimento il Decreto è approvato con 116 favorevoli, 7 contrari e 78 astenuti.
  • 30 Marzo 1797 giuramento di fedeltà dei Popoli della Val Seriana nel Bergamasco, Trompia nella Provincia Bresciana, e delle Comunità di Rovigo, Adria, Lendinara, e Cologna.
  • Dispaccio Battaja da Verona 30 Marzo 1797
    • Salò e la Riviera sono stati liberati.
    • La Val Sabbia, la Val Trompia e la Val Camonica sono pronte a ogni azione per difendere il Veneto Governo.
    • Prossimo a lasciare la Carica, Battaja ha nominato interinamente a Governo Civile quattro Cittadini veronesi e affidato il comando delle azioni militari al Capitano Zulati.
    • Crescendo il fervore patriottico delle Popolazioni, cresce di pari passo il bisogno di armi e di soldati, ma Battaja formula richieste blande, sempre sottoposte alla Sapienza del Senato e alle valutazioni di economia. Molto diverse da quelle precedenti (vedi Pubb. XXXIX)
    • Zulati è stato inviato a presidiare Salò con 60 Oltremarini.
  • Seguono gli ultimi tre dispacci di Battaja in qualità di Provveditore Straordinario, tutti del 31 Marzo 1797
    • Il primo annunzia la già descritta "rivoluzione" di Crema.
    • Il secondo dà imprecise notizie sulla battaglia con i ribelli Bresciani per Salò.
    • Il terzo annuncia la completa vittoria dei Salodiani, aiutati dagli Abitanti della Val Sabbia.
    • Quest'ultimo è riportato dal tentori, ma più avanti in questa Pubblicazione.
  • 31 Marzo 1797 giuramento di fedeltà alla Repubblica dagli Abitanti della Val Camonica e dalle Comunità di Bassano, Asolo, Castel Franco, Porto Buffolè, Val de Maren, San Donà di Piave &c.
  • La notizia dei fatti di Crema non sposta il Senato dall'idea di concedere a Napoleone il denaro richiesto. Si respinge la proposta di inviargli nuovi parlamentari e si approva la lettera del Pesaro.
  • Lettera di Francesco Pesaro per Bonaparte, 1 Aprile 1797
    • Preambolo riservato al Senato, dove avverte di avere inserito una protesta per i fatti di Crema e di avere pensato di pagare in lire tornesi anziché in zecchini.
    • Attribuisce a disobbedienza dei Generali francesi i fatti di Crema.
    • Avverte che i Veneziani stanno inviando truppe nelle città sovvertite per ricondurle al proprio governo.
    • Comunica l'accettazione di un versamento mensile di 250.000 zecchini, chiamando impegnato Napoleone a sospendere immediatamente ogni requisizione.
    • La sospensione delle requisizioni sarebbe nell'interesse stesso di Bonaparte, dato che egli verrà pagato con le rendite delle Province.
    • Chiede istruzioni su come e dove consegnare le somme.
    • Formula di saluto decisamente amichevole e reverenziale.
    • Nonostante l'ormai arcinota malafede del Bonaparte, la lettera viene approvata e spedita il 1 Aprile 1797.
  • Il 1 Aprile 1797 si nomina il sostituto per Battaja uscente da Provveditore in Terraferma. Se ne creano due: Iseppo Giovanelli per Verona, Brescia e Oltre-Mincio e Angelo I, detto Giacomo, Zustinian Recanati. Per il Polesine rimane in carica Niccolò I Erizzo.
  • Riflessione di Tentori sul fatto che in soli undici mesi si erano nominati e pagati ben cinque Provveditori di Terraferma. Di questi, l'Erizzo, lo Zustinian e il Giovanelli rifiutarono l'emolumento.
  • Dalla Francia Querini informa che il Direttore Carnot ha negato recisamente da parte del Direttorio il permesso che Venezia impieghi le sue truppe per ricondursi le città "rivoluzionate". Querini avvierà una campagna di corruzione su larga scala, ma si vedrà più avanti.
  • Ultimo dispaccio di Battaja in veste di Provveditore Straordinario di T.F. 1 Aprile 1797
    • Non può fornire notizie certe e ufficiali sui fatti di Salò, riporta solo il rapporto verbale di una persona da lì giunta.
    • I "rivoluzionatori" di Salò sono stati battuti dai Salodiani assieme ai volontari della Val Sabbia sitto la direzione del Conte Fioravanti, acclamato Generale sul campo.
    • Ancora si ignora il numero dei morti e dei prigionieri. Sono state prese delle artiglierie.
    • Le Popolazioni delle Province di Verona e Brescia sono infiammati dalla vittoria e vogliono attaccare anche Brescia.
    • Battaja ha imposto che i prigionieri nontransitino per Verona ma siano portati sotto scorta del Capitano Viani direttamente all'attenzione di Erizzo a Vicenza.
    • Sono state liberate anche Lonato e Desenzano, ma in quest'ultima località e in Peschiera i Francesi impediscono la libera circolazione delle Milizie venete, dei volontari armati e dei corrieri, interrompendo di fatto le comunicazioni con Salò.
    • Battaja ha scritto al Comandante francese di Peschiera perché tolga il blocco,ma con poche speranze. I Francesi bloccano le porte di notte anche a Verona.
    • I Veronesi, avveduti del Decreto del 18 Marzo 1797 (vedi prossima Pubblicazione), offrono gli Argenti delle Chiese e dei Luoghi Religiosi per ricavarne moneta utile a difendere la loro Provincia.
    • Battaja passa le consegne provvisoriamente al Vice Podestà Contarini e parte per Venezia previo abboccamento con Erizzo a Vicenza.
  • Dispaccio da Verona di Alvise Contarini 2 Aprile 1797
    • Numero dei prigionieri fatti a Salò: 257 gregari e 291 cosi detti Ufficiali, la maggior parte delle più distinte Famiglie di Brescia e di Bergamo.
    • I prigionieri sono stati condotti a San Pancrazio.
    • I capi più importanti sono stati inviati a Vicenza in vettura per assicurarsi che restino disponibili come ostaggi per garantire la vita del Podestà di Salò Condulmer e altri tenuti prigionieri a Brescia.
    • Il podestà è convinto che i ribelli siano in combutta con i Francesi.
    • Ha scritto a Ballard perché tolga i blocchi a Peschiera e Desenzano, ma ha ricevuto come risposta solo proteste perché a Salò sarebbero stati uccisi soldati francesi.
    • Ha inviato denaro e rifornimenti in Val Sabbia.
    • Liberata anche Lonato con il concorso di Volontari da altre Comunità vicine.
    • Inviate munificenze alla Comunità di Asola.
    • Mandato il Capitano Vidali con un subordinato in Val Camonica che chiede solo ufficiali.
    • Inoltra un dispaccio del Querini da Parigi arrivato da Edolo.
  • Dispaccio da Verona di Alvise Contarini 3 Aprile 1797
    • L'entusiasmo e l'emulazione si spargono tra le popolazioni delle Province.
    • Ha convinto i Volontari a non assaltare Brescia ma a stringerla in un blocco a dieci chilometri dalla mura.
    • Ha fatto nominare delegati a tutti i Corpi volontari che attendano ordini dal Senato in Verona.
    • Movimenti delle truppe Venete. Si getta un ponte a Mozambano.
    • Nogarola approva il piano bellico e accetta di dirigerlo.
    • Ballard non ha risposto sui blocchi e continua a inviare proteste.
    • I Francesi continuano a reclamare requisizioni: 4000 quintali di farina.
    • La Confraterna Vivante presenta i conti per le forniture alle Comunità, a Legnago e ai Francesi in Verona dal 21 al 31 Marzo e ne implora il pagamento. Totale circa 36.940 ducati.
    • Al momento di chiudere il dispaccio, riceve notizia che il Comandante francese di Peschiera pretende la demolizione del nuovo ponte di Mozambano.
  • Note
    • Nota 1 Ipotesi sulla figura di Francesco Pesaro.
    • Nota 2 Calcoli di Landrieux sulle possibilità belliche della Repubblica di Venezia.
    • Nota 3 Osservazioni sull'incarico di reperire denaro e riferimento al decreto del 18 Marzo.
    • Nota 4 Confronto fra i toni di Battaja nel chiedere aiuto a Venezia il 23 e il 30 Marzo 1797.

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Storia della Caduta di Venezia, XLIV - T. II, pagine 104- 117

31 Marzo - 6 Aprile 1797 a Salò, Verona e Venezia

  • 4 Aprile 1797 Zuanne Zusto subentra come Provveditore alle Lagune e Lidi aGiacomo Nani che è deceduto. Zusto è uomo "di Patrio zelo e d'impuntabile politica condotta" ma vecchio e malato. Il Provveditorato è in mano a Tomaso Condulmer, Luogotenente.
  • 5 Aprile 1797 nomina di Francesco Cicogna a Provveditore interino per Salò, "Deputato a Salò, e Valli Bresciane", in sostituzione di Almorò COndulmer, prigioniero dei ribelli a Brescia.
  • Primo Dispaccio di Iseppo Giovanelli da Verona, 4 Aprile 1797
    • Panegirico del proprio patriottismo e abnegazione.
    • Si è proceduto al blocco di Brescia con un cordone a dieci miglia dalle mura della Città.
    • A Ghedi è stato abbattuto l'albero della Libertà e ripristinate le insegne Marciane.
    • Continuano le scaramucce epistolari con i Comandanti francesi.
    • In Verona, i Francesi accumulano munizioni nei Castelli e lavorano alacremente sulle fortificazioni.
    • Segnala il passaggio per Verona del Provveditore interino Cicogna, e il suo pronto portarsi a Salò.
  • Secondo Dispaccio di Iseppo Giovanelli da Verona, 5 Aprile 1797
    • Continua il blocco di ordinanze e corrieri veneti da parte dei Francesi a Peschiera e Verona.
    • Ricevuta lettera di Landrieux che protesta la violazione di neutralità da parte delle Valli Bresciane.
    • Testo integrale della lettera in data 4 Aprile del Sindaco sabbino Antonio Turini con racconto dettagliato dei fatti di Salò.
  • Tra il 2 e il 5 Aprile colloqui a Venezia tra Pesaro e Lallement. Pesaro riferisce in Senato il 6 Aprile 1797.
  • Primo colloquio: scambi di rimostranze del Pesaro e di dicharazioni di discolpa del Francese, che si dice all'oscuro e attribuisce i fatti di Crema e altre angherie ad abusi di ufficiali minori, contro gli ordini del Direttorio e di Napoleone.
  • Secondo colloquio Pesaro - Lallement, 5 Aprile 1797
    • Secondo colloquio Pesaro - Lallement, 5 Aprile 1797, prima parte, le questioni del Pesaro
      • Racconto dei fatti di Salò ed esaltazione dell'amore dei Popoli veneti verso la Serenissima.
      • Reclamo per la presenza di soldati francesi tra i prigionieri catturati a Salò.
      • Reclamo per il comportamento dei Comandanti francesi, per l'appoggio ai ribelli e per gli intralci alle operazioni della Serenissima.
      • Richiesta di ragguagli sulle voci che in Treviso e Legnago si stiano raccogliendo di nascosto Truppe Lombarde e Cispadane.
      • Esposizione del fondato sospetto che barche armate francesi stiano muovendo da Pontelagoscuro verso Mesola al fine di entrare in Laguna di Venezia.
      • Provvedimenti presi dal Provveditor Giustinian in merito allo svaligiamento di un corriere diretto a Napoleone, avvenuto nei pressi di Treviso.
    • Le risposte di Lallement sono vaghe e deboli giustificazioni. Si dice soddisfatto dei provvedimenti sulla rapina al corriere e assicura che nessuna barca armata francese ha intenzione di violare la Laguna.
    • Lallement rimette il tutto a una lettera che scriverà per espresso a Bonaparte e invita il Pesaro a fare altrettanto.
    • Secondo colloquio Pesaro - Lallement, 5 Aprile 1797, seconda parte, le questioni di Lallement
      • Chiede la liberazione di elementi di un distaccamento Polacco arrestati a Salò.
      • Un porto veneziano ha offerto asilo a un convoglio austriaco in fuga da Trieste e unvascello veneziano li avrebbe aiutati nel combattimento con una squadra francese. Tentori corregge la realtà dei fatti da dispaccio del Pubblico Rappresentante di Città Nova.
      • Napoleone ha deciso di stabilire il suo Ufficio di contabilità a Venezia e invierà il suo banchiere Haller per operazioni finanziarie su 30 milioni di Lire tornesi, con un giro settimanale di 200.000 talleri. Chiede che la Zecca intensifichi la produzione di monete per fare fronte a questa prossima esigenza del Banco Giro (nota sulla effettiva destinazione di ori e argenti delle chiese venete).
      • Chiede che i numerosi agenti finanziari coinvolti nelle operazioni non siano sottoposti a verifiche di passaporti ma scortati direttamente all'ufficio.
      • Chiede esenzioni dai dazi per merci provenienti da Trieste che Napoleone farà lavorare a Venezia, prevalentemente vestierio per le Truppe.
    • Pesaro chiude la relazione accettando il mandato conferitogli dal Senato di scrivere ancora a Napoleone.
  • Lettera di Francesco Pesaro a Napoleone 6 Aprile 1797
    • Informa Napoleone degli eventi di Salò e del generale accorrere alle armi delle Popolazioni di Terraferma.
    • Tra i prigionieri fatti a Salò figurano quattro soldati francesi, che saranno consegnati a un Comandante francese (Landrieux).
    • Chiede di non permettere Truppe francesi di interferire con le operazioni che riguardano Venezia e sudditi a lei ribelli.
    • Chiede il richiamo all'ordine del Generale Balland, comandante di Verona e del comandante di Peschiera Domergue.
    • Legnago e Treviso, che avevano accettato le Truppe francesi, non tollerano la ventilata sostituzione con Truppe lombarde o cispadane.
    • Attestazioni diffuse di stima e di amicizia della Repubblica di Venezia verso quella Francese e del Pesaro stesso verso il Bonaparte.
  • La lettera di Pesaro è approvata senza opposizioni con 163 voti favorevoli e parte per espresso il 6 Aprile 1797.
  • In coda al Decreto di approvazione, mandato al Pesaro di aggiungere una postilla sulla consegna dei quattro prigionieri a Landrieux.
  • Mia nota sulle attività di Landrieux in quei giorni.
  • Note
    • Nota 1 racconto dello scontro navale a Porto Quieto.
    • Nota 2 sulle manovre finanziarie di Napoleone e sul destino degli ori e argenti donati dalla Chiese e Schole venete.
    • Nota 3 sulle città effettivamente liberate dai Valligiani bresciani

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Storia di Venezia - Ori e argenti sacri fusi nel 1797

18 Marzo - 18 Maggio 1797 a Venezia

  • Presentazione dei documenti sulla requisizione di ori e argenti sacri nel 1797
    • Il Decreto 18 Marzo 1797.
    • La Lettera Ducale di Ludovico Manin del 5 Maggio 1797.
    • Le Liste di preziosi sacri trovate nella busta 157 Canc. Inf. Doge, A.S.Ve.
      • Le Chiese.
      • Chiese demolite o sconsacrate non incluse nel censimento di VeniceXplorer.net 2002.
      • Monasteri, Scuole, Corporazioni e donazioni private.
      • Elenco degli Enti che compaiono nelle liste della busta 157.
    • Le Ricevute delle verghe d'argento e d'oro consegnate in Zecca
    • Conclusioni.
    • I bollettini di pagamento mensile di Manin e della sua Corte
    • Ringraziamenti.
  • Allegato PDF A (6,6 mb)
    • Gli articoli precedenti
    • Tabelle delle verghe d'argento e d'oro consegnate in Zecca.
    • Note sulla Metrologia veneziana.
    • Note sulla qualità dei facsimili.
    • Trascrizioni e facsimili.
  • Allegato PDF B (59 mb)
    • Facsimili delle liste di ori e argenti sacri da requisire nel 1797.

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Storia della Caduta di Venezia, XLV - T. II, pagine 118 - 134

6 - 8 Aprile 1797 a Verona Peschiera e Venezia

  • Dispaccio Giovanelli da Verona 6 Aprile 1797
    • Notizie incerte su movimenti dei ribelli e della Legione Polacca.
    • Contromisure adottate.
    • Questioni politiche sul comportamento da tenere con i Polacchi e con eventuali Truppe francesi mescolate ai ribelli.
    • I Salodiani hanno fatto nuovi prigionieri, tre dei quali, polacchi, sono stati avviati a Venezia.
    • In questi nuovi arresti figura il Conte Giuseppe Beltramelli bergamasco.
    • Giovanelli chiede autorizzazione e inasprire la repressione verso i fiancheggiatori e gli agitatori che si muovono sotto copertura.
    • Verona è la frontiera dove si gioca il destino della Patria. Elenco dei rinforzi richiesti.
  • Tentori descrive il trattamento dei prigionieri inviati a Venezia. Due Nobili sono stati nominati per averne cura, e li trattano come se fossero eroi invece che traditori. I Deputati sono Tomà Mocenigo Soranzo (figlio di Tomà Mocenigo Primo) e Domenico Almorò Tiepolo figlio di Alvise K.).
  • Dispaccio Giovanelli da Verona 7 Aprile 1797
    • Dispaccio definito importante dal Tentori, soprattutto per i numerosi allegati che svelano le sleali e perfide manovre francesi.
    • I Francesi stanno usando un falso Proclama antifrancese a firma di Battaja per allertare le guarnigioni e minacciare le città.
    • Ciononostante il Generale Balland ha acconsentito a non far transitare per Verona un contingente Polacco atteso da Mantova.
    • Una Lettera del Colonnello Antonio Carrara da Peschiera descrive analoga situazione di all'erta nella sua Piazza come conseguenza del Proclama Battaja.
    • In città vengono affissi e distribuiti "insidiosi fogli" che non sono però meglio descritti.
    • Elenco delle rimostranze francesi
      • Accusano i Salodiani dell'uccisione di un francese.
      • Chiedono la liberazione del ribelle Bernardino Lecchi, dichiarato membro del personale civile dell'Armata Francese: un rifiuto sarà interpretato come dichiarazione di guerra.
      • Reclamano come appartenenti a loro le artiglierie catturate dai volontari della Val Sabbia a Salò.
    • In un altro allegato, si decrivono inutili manovre dei Francesi nelle Valli bergamasche, sventate da contromisure opportune.
    • Disposizioni impartite da Giovanelli
      • Il Conte Fioravanti, incaricato della custodia del ribelle Lecchi, risponda che il prigioniero è già stato instradato a Venezia.
      • Il Provveditore di Salò non restituisca le artiglierie in quanto esse non possono appartenere ai Francesi.
      • Nelle Valli ben si è agito, trattando i Francesi come se fossero ribelli che abusassero di quelle uniformi.
      • Il Brigadiere di Chiari riarmi i volontari e riporti l'ordine.
      • Ripresa Chiari, il Brigadiere Maffei richiuda il cerchio attorno a Brescia.
      • Alla cattura con l'astuzia da parte dei ribelli bresciani di 11 soldati veneti a cavallo, si è risposto catturandone e uccidendone numero maggiore. Si fà tesoro dell'astuzia scoperta per non ricaderci.
    • Ha insignito 24 nobili di Asola con uniforma militare in quanto guardie volontarie del Provveditore di quella città.
    • Nuove esose richieste di forniture da parte dei Francesi, sulle quali si temporeggia.
    • I commercianti veronesi chiedono la sospensione temporanea della "nuova Tariffa di esazione sulle merci".
    • Allegati al Dispaccio Giovanelli da Verona 7 Aprile 1797
      • Lettera del Colonnello Carrara da Peschiera in data 7 Aprile 1797
        • Avvisa di due carte spedite da Landrieux al Comandante francese della Piazza di Peschiera.
        • La prima è il Proclama Battaja, che Carrara stima apocrifo.
        • la seconda è la lettera in cui Landrieux si vanta di avere seminato il terrore nelle Valli montane, e Carrara la ritiene "mendace ed esagerata".
        • Le due carte sarebbero state inviate in copia "al General in Capite, al Quartier Generale in Mantova, ed a tutti li Comandanti Francesi nello Stato Veneto."
        • Carrara non è riuscito a procurarsi una copia delle lettere che descrive a nessun prezzo.
    • Neanche Giovanelli è riuscito a procurarsi copia delle lettere.
  • Osservazioni sulla singolarità di questo fatto, dal momento che Tentori può riportarle entrambe in quanto pubblicate su numerosi fogli pubblici filo-francesi.
  • Su vari di questi giornali, il Proclama Battaja riporta date diverse, dal 21 al 28 Marzo 1797.
  • La lettera di Landrieux suggerisce due note a Tentori
  • La lettera di Landrieux porta data del 10 Aprile 1797, e dichiara tra le altre cose che Napoleone avrebbe spiccato un mandato di cattura contro Battaja. Ma a quella data Battaja era ormai a Venezia, quindi tale mandato non poteva avere efficacia. Inoltre Napoleone non farà imprigionare Battaja nemmeno quando ne avrà più tardi l'occasione.
  • Mia nota sul fatto che Tentori non realizza la portata dei metodi demagogici di Landrieux.
  • Nella seconda nota, l'Abate ricorda però che Landrieux è quello stesso Ufficiale che aveva raggirato Ottolini e Vincenti Foscarini a Milano.
  • Il Dispaccio Giovanelli del 7 Aprile fu letto al Senato il giorno 8 Aprile, e la sera stessa fu inviato uno Species Facti a tutti gli Ambasciatori e Residenti presso le Corti straniere.
  • Lo Species Facti è pubblicato integralmente dalla pagina 129 alla 134, si tratta di un dettagliato compendio degli eventi che abbiamo già visti descrivere nelle pubblicazioni precedenti, dal colpo di Stato in Bergamo, a quelli in Brescia e Crema, fino alle ultime pretestuose lettere del Landrieux.
  • Note
    • Nota 1 sul Generale Dabrowski.
    • Nota 2 sull'astuzia di Landrieux con il suo falso proclama Battaja, reso però credibile dal temporaneo voltafaccia del Provveditore dopo la sua cacciata da Brescia.
    • Nota 3 sulla lettera di Landrieux in merito alle sue millantate vittorie nelle Valli.
    • Nota 4 sul "Termometro Politico della Lombardia" e sull'impossibilità che Giovanelli non ne avesse conoscenza.

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Storia della Caduta di Venezia, XLVI - T. II, pagine 134 - 142

8 - 15 Aprile 1797 a Verona, Valli e Venezia

  • Tre Dispacci consecutivi da Giovanelli. Tentori purtroppo omette gli allegati, ma ho potuto parzialemte rimediare ai dati mancanti con ricerca in Archivio di Stato.
  • Storia di Venezia, Dispaccio di Iseppo Giovanelli da Verona 8 Aprile 1797
    • Lettera di Landrieux a Maffei e Filiberti
      • Le guarnigioni di Brescia e di Bergamo apriranno il fuoco su chiunque si avvicini in armi alle città.
      • Landrieux stesso è al comando di un Corpo che attaccherà chiunque si presenti armato.
      • Intende ristabilire a colpi di cannone la comunicazione tra la Lombardia e il Generale in Capite.
      • Ritarderà le azioni di guerra per due ore in attesa di un abboccamento con il Brigadiere.
    • Giovanelli autorizza il colloquio e incarica Maffei di sbugiardare il proclama Battaja, di asserire che le comunicazioni francesi non vengono disturbate e che Landrieux si sta muovendo contro gli impegni presi da Napoleone.
    • I Francesi hanno fatto evacuare la guarnigione veneta da Peschiera, hanno disarmato i volontari di Ponti e muovono verso Monzambano, con l'intento di distruggere il ponte.
    • A Salò 300 Francesi hanno preteso di montare guardia alle porte assieme ai Veneti.
    • Giovanelli invia istruzioni da diffondersi in tutte le Valli di non opporsi in armi ai Francesi.
    • In Brigadiere Miniscalchi ha fatto 20 nuovi prigionieri, Dagli interrogatori risulta sempre più evidente l'interferenza francese neio colpi di Stato.
    • A Desenzano i Francesi hanno proibito di alzare il vessillo veneto.
    • Giovanelli accenna che obbedirà alle istruzioni ricevute da Venezia. Le istruzioni non sono riportate, ma a Nota 1 ho potuto ricavarle da altro materiale dell'Archivio di Stato.
  • Storia di Venezia, Dispaccio di Iseppo Giovanelli da Verona 9 Aprile 1797
    • Balland dichiara di volersi mantenere in armonia e di rispettare le promesse di Bonaparte.
    • Al contempo però continua a rofornire i forti e a minacciare la città con i loro cannoni.
    • Nelle Valli Bresciane e Bergamasche, le popolazioni conformemente alle istruzioni di Giovanelli si sono lasciate disarmare dai Francesi, e adesso subiscono le loro violente sopraffazioni.
    • Dopo averne disarmato la popolazione, i Francesi hanno tentato di uscire da Peschiera per doistruggere il ponte di Monzambano, ma i Villici si sono raccolti al suono delle campane e li hanno costretti a ripiegare.
    • Il Comandante di Peschiera tenta adesso di ottenere la distruzione di quel ponte per mezzo di lettere intimidatorie.
    • Giovanelli ha ricevuto nuove istruzioni da Venezia ele ha diffuse nel Territorio. Prevedono ancora una volta di non opporsi in armi ai Francesi.
    • Maffei per obbedire a tali istruzioni ha dovuto abbandonare la linea del Mincio, fra il cocente dolore delle Popolazioni
    • Giovanelli risponde di ritirarsi in difesa della Valpolicella.
    • Nuovo Proclama di Landrieux chiede il disarmo dei Villici.
    • Lettera di Landrieux che chiede la liberazione di un prigioniero.
    • Giovanelli risponde che è già stato liberato, in sordina per non irritare il popolo.
    • Il Prigioniero era un Capoposto che, dopo aver disarmato la popolazione in base alle istruzioni Giovanelli, aveva saccheggiato e bruciato il villaggio.
    • I Francesi sembrano intenzionati a bloccare le comunicazioni venete anche sul Garda. Per mantenere la comunicazione con la Riviera di Salò bisogna estendere la linea di terra fino a Lonato, Giovanelli chiede a Venezia se sia il caso di farlo.
    • Le Comunità fedeli e combattenti sono attonite per il ritiro delle Truppe venete a seguito delle istruzioni impartite da Giovanelli. A Montichiari si è temuto che il popolo trattenesse soldati e artiglieria con la forza.
  • Storia di Venezia, Dispaccio di Iseppo Giovanelli da Verona 10 Aprile 1797
    • Balland rinnova le minacce di bombardare Verona dai Castelli.
    • A Legnago sarebbero giunti 5000 uomini, con l'intenzione di disarmare i Volontari veneti.
    • Nogarola si è spostato verso Cerea, ma ha dovuto lasciare indietro l'artiglieria a causa dei carriaggi guasti.
    • Giovanelli dice di avere dedicato due ore a un piano per la difesa della Valpolicella, puntando al massimo risparmio da parte dell'Erario.
    • Un rapporto del Capitano Vidali conferma che i Francesi, disarmate senza dover combattere le Genti della Val Seriana, hanno infierito sulla popolazione inerme.
    • Giovanelli ha inviato un suo uomo in Tirolo per sapere come vanno le cose a Napoleone.
  • Note
    • Nota 1 sulla ricerca presso l'Archivio di Stato di Venezia relativa alle istruzioni impartite dai Savj a Giovanelli. Ricerca che ha condotto alla scoperta che Giovanelli trasmetteva ai Comandanti francesi i Dispacci segreti degli Inquisitori. Note su Lorenzo Vignola e Daniele Dolfin
    • Nota 2 sui bluff francesi, Quando la popolazione si oppone in armi, essi sono sconfitti. Avranno la meglio sui Valligiani solo a causa dell'ordine impartito da Giovanelli di rassegnare le armi all'invasore.
    • Nota 3 chiarimento sul metodo francese di disarmare e poi saccheggiare.
    • Nota 4 sul perché Giovanelli faccia ritirare le truppe verso Verona.
    • Nota 5 sul successo delle spedizioni di Landrieux nelle Valli.
    • Nota 6 sugli arresti indiscriminati del Giovanelli e sui Dispacci relativi conservati in A.S.Ve..
    • Nota 7 analisi dei Dispacci sottoposti al visto francese: le macchie di vino rivelano i tempi in cui ciò avvenne.
    • Nota 8 citazione da Treccani su Daniele Dolfin, incaricato dalla Municipalità di consegnare gli Archivi veneti ai Francesi.

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Storia della Caduta di Venezia, XLVII - T. II, pagine 142 - 150

10 Aprile 1797 a Vienna e Venezia

  • Due Dispacci da Zan Pietro Grimani, Ambasciatore a Vienna, 10 Aprile 1797, indirizzati uno al Senato e uno al Tribunale degli Inquisitori.
  • Primo dispaccio da Zan Pietro Grimani, 10 Aprile 1797 da Vienna, al Senato
    • Accusa ricevuta di tre Ducali con notizie dei fatti di Bergamo, Brescia, Crema e degli accordi del Corner con Napoleone.
    • Tali notizie sono già state sparse dalle Gazzette, e il mondo diplomatico Viennese lo bersaglia di domande.
    • Ha risposto attenendosi alle istruzioni ricevute nelle Ducali.
    • I Ministri austriaci gli hanno chiesto più specificamente se il Senato stia optando per il riarmo.
    • Grimani, privo di istruzioni precise su questo argomento, ha risposto prudentemente che la Repubblica stà solo reprimendo ribellioni interne.
    • I Diplomatici austriaci auspicano che il fenomeno del volontariato dei Veneti si estenda ad altre Popolazioni del Nord-Italia, si da creare terra bruciata alle spalle di Napoleone.
    • Grimani è stato convocato dal Barone Thugut, formalmente Ministro degli Esteri ma di fatto con tutti i poteri di un Ministro della Guerra.
    • Il sunto del colloquio con il Thugut è reso sommariamente in questo Dispaccio, e sarà esposto in dettaglio nella comunicazione indirizzata al tribunale degli Inquisitori.
    • Grimani ha notato un ammorbidimento dell'Austria sulle condizioni di una pace con la Francia.
    • La Spagna stà presentando proposte al Direttorio, mentre la Prussia perora pressola Corte di Vienna.
    • È dato per certo che l'Arciduca Carlo da un lato e il Clark dall'altro abbiano pieni poteri e istruzioni per la firma di un trattato.
    • Thugut, "che tutto dirige" vorrebbe un armistizio di due mesi per preparare ilTrattato e rinforzare la sua posizione militare.
    • Napoleone ha accettato solo una tregua di sei giorni per inviare a Vienna il suo Generale Merfeld.
    • Il contendere pricipale sarebbe la Lombardia, desiderata da entrambi i contendenti, mentre per i Paesi Bassi e gli altri Stati italiani sarebbe possibile un accordo.
    • A Vienna si sono spontaneamente arruolati circa 60.000 cittadini.
    • Storia di Venezia, eventi bellici in Tirolo Aprile 1797
      • I Francesi sono stati cacciati dalla Pusteria.
      • Il Generale Laudon si è unito con Kerpen e Liptal.
      • La colonna francese ha come unica via di ritirata la Carinzia, presidiata però dalla forte Armata dell'Arciduca Carlo.
      • Le linee di sussistenza dei Francesi sono tagliate, e se non retrocedono si troveranno a mal partito.
  • Secondo dispaccio da Zan Pietro Grimani, 10 Aprile 1797 da Vienna agli Inquisitori.
    • Contiene la descrizione dettagliata del colloquio con Thugut.
    • Thugut pone due domande: il numero dei volontari e le intenzioni del Senato rispetto a usarli contro i Francesi.
    • Grimani risponde di non conoscere il numero e che il Senato è incline a credere che i colpi di Stato siano iniziative personali di alcuni Comandanti, quindo si reagirà con la Francia solo a livello diplomatico.
    • L'Austriaco invita a non fidarsi del Direttorio che inende impadronirsi della Province venete di Terraferma.
    • Se i volontari veneti si unissero agli Austriaci con il benestare del Senato Napoleone potrebbe essere annientato in Tirolo.
    • In questo modo si potrebbe impedire l'alterazione dell'assetto territoriale dell'Italia, rintuzzando le pretese d'ingrandimento del Re di Sardegna e del Granduca di Parma.
    • In questo, secondo Thugut, gli interessi di Venezia e dell'Austria coincidono. Non vuole proporre una alleanza, ma ne introduce l'atmosfera, trattando con confidenza umana l'Ambasciatore.
    • L'Austria ha emanato un Editto di allontanamento da Vienna di tutti gli stranieri, Grimani deve rilasciare molti passaporti e fa firmare a Bergamaschi e Bresciani una dichiarazione di fedeltà al Governo Veneto.
  • Contrariamente alle loro abitudini, gli Inquisitori non trasmettono i Dispacci Grimani nemmeno ai Savj del Collegio. Risponderanno con molto ritardo,il 22 Aprile, dichiarando all'Ambasciatore che le circostanze non consentivano di comunicare nemmeno a loro le confidenze del Thugut.
  • Note
    • Nota 1 sulla versione della repressione di moti interni come efficiente alla propaganda francese.
    • Nota 2 i consigli del Thugut aiutano Napoleone nella ricerca del casus belli.
    • Nota 3 sulla commedia di tregue e armistizi.
    • Nota 4 Thugut si comporta in modo da favorire le voci francesi su una alleanza segreta tra Venezia e Austria.
    • Nota 5 Tra i Savj, per la rotazione delle Cariche, c'era forse qualcuno che non doveva sapere.

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Storia della Caduta di Venezia, XLVIII - T. II, pagine 150 - 167

11 - 13 Aprile 1797 a Verona Venezia e Salò

  • Dispaccio Giovanelli da Verona 11 Aprile 1797
    • Il Generale Nogarola è ripiegato su Cerea.
    • Giunti da Vicenza 500 Oltremarini, acquartierati a San Pancrazio.
    • Maffei difende il Mincio, Miniscalchi la via del Lago.
    • Giovanelli ha inasprito gli arresti in città.
    • Uno dei capi ribelli, conte Riva, è sfuggito all'arresto rifugiandosi dai Francesi.
    • Balland non risponderebbe alle richieste di riavere il ricercato e di far entrare in città gli Oltremarini.
    • Si è inviato un artificiere nelle Valli Bresciane perché produca polvere da sparo in loco.
    • Allegata relazione 11 Aprile del Tenente Spiridion Zapoga sul cannoneggiamento di Salò
      • Domenica 9 Aprile una feluca francese si è presentata al porto di Salò.
      • Chiede la consegna delle barche ormeggiate nel porto con i loro equipaggi.
      • Il Provveditor Cicogna acconsente e le barche lasciano Salò.
      • Lunedì 10 Aprile giunge notizia del fermo da parte dei Francesi di un piccolo battello diretto a Salò con quattro barili di polvere da sparo.
      • Spiridion è inviato a chiedere la restituzione del battello sull'isola base navale francese.
      • La restituzione è negata e si prospetta un prossimo colloquio del Comandante francese Colombo con il Provveditore.
      • Alle ore 16 del 10 Aprile i Francesi si ripresentano al porto con sei barche armate di cannoni.
      • Il Comandante scende a terra e incontra un altro Comandante francese che da tre giorni si trova nei pressi di Salò con 300 uomini.
      • Le Truppe di terra francesi si ammassano sull'altura di Santa Caterina presso Salò.
      • Alle ore 18 del 10 Aprile i Francesi con una carta chiedono la consegna di tutte le armi esistenti in città o bombarderanno.
      • Vano tentativo di parlamentare. Spiridion viene inviato a fronteggiare i Francesi a terra con 500 volontari, ma questi si danno alla fuga quando dalle navi parte la prima salva di cannoni contro il paese.
      • Il Tenente torna al quartier Generale ma lo trova abbandonato e con una bandiera bianca esposta.
      • Nel frattempo i Francesi hanno sparato una decina di bordate.
      • Anche il paese è deserto salvo pochi uomini armati di fucile appostati qua e là.
      • Zapoga cerca i suoi Superiori fino a Toscolano, residenza del conte Fioravanti.
      • Con il favore della notte egli attraversa il Lago e riesce a giungere a Verona dove consegna il suo rapporto.
      • Prima di lasciare Salò, ha visto sparare rade fucilate verso le barche nemiche e uccidere a terra un magazziniere francese, il cui corpo è stato poi nascosto.
  • I Francesi continuano sia a gridare al tradimento da parte di Venezia sbandierando il Proclama Battaja, sia ad aiutare in tutti i modi i ribelli.
  • Per sventare questa manovra il Senato Veneto emana a sua volta un proclama, in cui afferma la grande amicizia reciproca tra Venezia e la Francia, invitando i propri sudditi a non credere agli incitamenti alla lotta del falso proclama Battaja.
  • Dispaccio Giovanelli da Verona 12 Aprile 1797
    • Grazie alla repressione, Verona è tranquilla.
    • Ancora non si è avuta risposta dai Francesi in merito alla consegna dei ricercati.
    • I Veneti a Legnago hanno rifiutato di lasciarsi disarmare. Nogarola si è accordato per consentire il transito di Truppe cispadane dirette in Tirolo.
    • Dopo quel transito, la Milizia veneta si è ritirata da Legnago, ne è stata licenziata una parte e Nogarola è rientrato a Verona.
    • Dal fronte del Mincio Maffei riferisce che alcune migliaia d'uomini usciti da Brescia hanno incendiato il sobborgo di San Marco e si dirigono verso Verona.
    • La gente di Lonato è ripiegata su Pozzolongo e Nogarola ha inviato un folto numero di Valpolicellesi verso Castel Novo in supporto.
    • La Val Trompia ha perduto quattro paesi e quattro cannoni per penuria di munizioni.
    • Giovanelli ha disposto l'invio di un artificiere per la produzione di polveri in loco. Ha anche tentato di inviare quattro barili di polvere, ma sono stati intercettati sul Lago, come abbiamo visto, e dispera che si possano inviare soccorsi alle Valli.
  • Tentori ci informa che il Provveditore di Salò Francesco Cicogna si era ritirato al Lago d'Idro, da cui spedisce un primo Dispaccio al Provveditor Giovanelli 1l giorno 11 Aprile 1797.
  • Dispaccio del Provv. di Salò Cicogna al Provv. Straordinario Giovanelli, 11 Aprile 1797
    • Il Dispaccio contiene una serie di improbabili bugie, definibili come tali sia dal raffronto con la relazione di Zapoga che con il conteggio dei tempi.
    • Sostanzialmente, Cicogna è fuggito tra i monti per interporre tutta la Val Sabbia tra sé e il pericolo.
    • Non bastasse, presumibilmente per propria maggiore sicurezza, si è portato dietro anche tutta la milizia regolare che ha raccolto nella fortezza d'Anfo, lasciando Salò difesa soltanto da pochi irriducibili volontari.
  • Dispaccio Giovanelli da Verona 13 Aprile 1797
    • Non vi sarebbero più dubbi sul fatto che i Francesi non intendono rispettare i diritti dello Stato Veneto.
    • Vorrebbe inviare due Compagnie di fanti Ultremarini a Salò, ma dubita che sarà possibile.
    • I ribelli che avanzavano verso Verona sono ripiegati di nuovo al sobborgo di San Marco.
    • A Verona i Francesi hanno disposto guardi armate in tutte le postazioni, inclusi gli accessi all'Adige.
    • Segue una lunga serie di bugie sulla sua impossibilità di comunicare con Balland che non risponde alle lettere e si fa negare ai colloqui. La falsità del Giovanelli è provata dalle firme di Balland e altri Ufficiali Francesi sui dispacci degli Inquisitori con data di quei giorni già segnalati in precedente pubblicazione.
    • Sulla questione di far entrare in città gli Schiavoni acquartierati a San Pancrazio, Giovanelli dichiara che, non riuscendo a parlare con il Balland, tenterà di mettere in atto i "mezzi occulti", ovvero la corruzione dei sottoposti, ma non garantisce che l'esborso vada a buon fine.
    • Allega un nuovo Dispaccio del Cicogna in data 13 Aprile, questa volta inviato da Salò
    • Dispaccio del Cicogna da Salò 13 Aprile 1797
      • Cicogna è tornato a Salò. Anche qui le sue dichiarazioni non sono congruenti nei tempi e nella logica.
      • Avrebbe ottenuto una tregua su Salò dei Francesi, e il ritiro delle truppe di terra.
      • Assai più probabile che i Francesi si siano ritirati visto fallire il tentativo di disarmo della Popolazione.
      • Cicogna invia a Verona i Capi delle Valli con il presumibile intento di farli sterminare nelle prossime Pasque veronesi.
  • Note
    • Nota 1 Sugli arresti del Giovanelli.
    • Nota 2 Nota del Tentori sulla diffusione nel Trevisano dell'editto sulla falsità del Proclama Battaja.
    • Nota 3 Collocazione archivistica attuale dei documenti relativi all'editto anti-Proclama.
    • Nota 4 Integrazione dispacci veronesi controfirmati da Balland.
    • Nota 5 Sulle probabili ragioni dell'invio a Verona dei Capi della Valli in armi.

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Storia della Caduta di Venezia, XLIX - T. II, pagine 167 - 178

9 - 15 Aprile 1797 a Judenburg e Venezia

  • Napoleone ha posto il suo Q.G. a Judenburgo, da dove scrive due lettere il 9 Aprile 1797, una a Lallement e una al Doge di Venezia.
  • Le lettere sono portate dall'aiutante Junot il 13 Aprile e lette ai Savj il 14.
  • Incontro di Pesaro con Junot e Lallement per stabilire i modi delle udienze.
  • Lettera di Napoleone da Judenburgo a Lallement, 9 Aprile 1797
    • Non si può più dubitare che i Veneziani tramino il tradimento alle spalle dei Francesi.
    • Sette punti di lamentele.
    • Sette punti di richieste perentorie, sostanzialmente volti al disarmo della Terraferma e delle Lagune.
  • Si ammette il Junot a leggere la lettera in udienza dai Savj del Collegio il 15 Aprile.
  • Prima di tale udienza Pesaro legge due lettere appena ricevute da Berthier e da Napoleone.
  • Quella di Berthier da Scheifting del 5 Aprile annuncia solo la seguente di Bonaparte.
  • Lettera di Napoleone da Gratz a Francesco Pesaro11 Aprile 1797
    • Accusa Pesaro di aver rifiutato il suo aiuto per ristabilire l'ordine a Bergamo e Brescia.
    • Accusa Venezia di avere cercato pretesti per spargere sangue francese.
    • Accusa Venezia di avere effettivamente sparso sangue francese con crudeltà e furore.
    • Informa di avere inviato Junot con un Ultimatum da obbedirsi entro 24 ore.
    • In caso contrario dichiarerà guerra.
    • Definisce tale eventuale dichiarazione "paradossale" in quanto egli ormai si trova in pace con tutta l'Europa. Eppure i Preliminari di leoben non sono ancora firmati. Lo saranno solo una settimana dopo.
  • Lettera di Napoleone da Judenburgo al Doge di Venezia, 9 Aprile 1797
    • I Paesani veneti sono stati armati e incitati al grido di "Morte ai Francesi".
    • I Francesi, "primo popolo del Mondo", vendicheranno i loro caduti sotto il perfido tradimento.
    • In 24 ore le Armate francesi debelleranno i paesani armati, proteggendo al contempo i popoli rurali veneti.
    • Il Senato disarmi immediatamente la Terraferma e consegni i rei di crimini contro i Francesi.
  • Nella stessa sera del 15 Aprile 1797 il Senato approva tre carte proposte dal Savjo in Settimana Filippo Calbo.
  • Prima carta approvata dal Senato il 15 Aprile 1797
    • È la risposta a Lallement.
    • Per ragioni di tempo non si può rispondere in dettaglio alla sua memoria.
    • Cortesemente trasmetta a Napoleone la risposta alla di lui lettera.
    • Venezia è amica della Francia. CHi ha commesso crimini verso francesi sarà arrestato e punito.
    • La carta viene approvata pur con molte opposizioni.
  • Seconda carta approvata dal Senato il 15 Aprile 1797
    • Ducale del Manin.
    • Ennesima ripetizione dei sentimenti di amicizia verso la Francia.
    • L'armamento è solo inteso a difendersi dalle ribellioni interne.
    • Il Senato è comunque intenzionato ad assecondare il desideri del Generale in Capite Francese.
    • Si lasciperò a venezia il diritto di difendersi dalle rivolte.
    • Saranno inviati due Deputati per fornire le prove della lealtà veneziana e concordare i modi dell'aiuto francese nel ristabilimento dell'ordine.
    • La lettera è fortemente osteggiata ma passa con 156 voti.
  • Terza carta approvata dal Senato il 15 Aprile 1797
    • Decreto per i due Deputati da inviare a Napoleone.
    • Proveranno oltre ogni dubbio a Napoleone il rispetto della neutralità da parte dei Veneziani.
    • Contratteranno l'offerta di collaborazione dello stesso nel ristabilire l'ordine.
    • Chiariranno che il riarmo è partito spontaneamente da alcune Province, nonostante i limiti posti dal Governo.
    • Indagheranno e afferreranno ogni possibilità di negoziazione finalizzata alla pace.
    • A questi scopi porteranno con sé una serie di documenti e dispacci elencati nel dettaglio.
    • Anche questa lettera è fortemente osteggiata ma passa con 156 voti.
  • Sono eletti Deputati al nuovo incontro con Bonaparte Francesco Donà, attualmente Censore, e Leonardo Zustinian, Savio alla Scrittura uscito.
  • Note
    • Nota 1 su Judenburg, "Castello degli Ebrei".
    • Nota 2 - lunga nota sui possibili motivi di inscenare una commedia come quella che vediamo tra Napoleone e i Savj. CItazioni dall'A.S.Ve. delle testimonianze dei prigionieri di Salò, e altri documenti che attestano la teatralizzazione delle trattative con il Bonaparte.
    • Nota 3 sull'esame della busta 81 del fondo Consiglio di X.
    • Nota 4 sulle congiure in atto a Venezia.

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Storia della Caduta di Venezia, L - T. II, pagine 178 - 188

14 - 16 Aprile 1797 a Verona e Provincia

  • Dispaccio Giovanelli da Verona 14 Aprile 1797
    • I Francesi adottano una condotta sempre più chiaramente ostile.
    • Lettera allegata del Colonnello Carrara da Peschiera 13 Aprile 1797
      • Allega due lettere, una di Landrieux e una di La-Hoz, che dichiara rotta la Neutralità e chiede l'immediato disarmo dei Veneti.
      • La flottiglia francese è salpata da Peschiera il 13, e alle ore 1 del mattino seguente Salò è caduta sotto l'attacco combinato con 2000 tra Bresciani e Francesi.
      • Gli abitanti si sono ritirati sui monti e con essi il Provveditor Cicogna.
      • Ignora il destino della truppa regolare Veneta, forse prigioniera.
    • Saputi i fatti di Salò, Giovanelli ha rinunciato a inviarvi le due Compagnie che stavano per imbarcarsi a Bardolino con due cannoni.
    • Le due Compagnie sono adesso schierate a difesa della linea del Lago agli ordini del Brigadier Miniscalchi.
    • Si ha notizia che Lonato, Sirmione e Desenzano sono occupate da ribelli e Francesi.
    • Muove truppe a Ovest di Verona, mente i Villici della Val Pantena guardano il lato Est.
    • Ha ottenuto il permesso di far entrare in Verona quattro Compagnie di Oltremarini.
    • La situazione di Verona è debole per la vastità del fronte da vigilare.
    • Le Truppe sono stanche per i continui spostamenti causati da falsi allarmi.
    • Composizione della guarnigione di Salò.
    • Le minacce formulate da Landrieux alle Valli nel suo Proclama sembra averne infiacchito la combattività
    • Non può inviare rinforzi alle Valli, delle quali solo la Val Sabbia è ben operativa, mentre la Trompia e la Camonica mancano di validi dirigenti.
    • Ha stampato e afiggerà il Procalma che dichiara falso il "proclama Battaja".
    • Rifiuta invece di stampare il secondo Proclama del Senato, ricevuto assieme al precedente il 12 Aprile, in quanto potrebbe sobillare i Sudditi ad azioni che lederebbero la desiderata Neutralità.
    • Produce i conti da pagare alla Ditta Vivante per il periodo dal 1 al 10 Aprile, circa 115.000 ducati V.C..
    • Post Scriptum: riceve notizia dal Brigadiere Bevilacqua che 400 Traspadani diretti a Padova marciano invece su Verona.
    • Non può parlare con Balland che si è trasferito per qualche giorno a Castel Novo. Ne fa le veci Beaupoil.
  • Dispaccio Giovanelli da Verona 15 Aprile 1797
    • A Peschiera i Francesi hanno disarmato violentemente il Presidio veneto e messo agli arresti il Governatore.
    • Maffei comunica di essere stato sconfitto a Desenzano, e che tre suoi ufficiali sono stati fatti prigionieri.
    • Sia Maffei che Miniscalchi informano che i Villici sono demoralizzati dal non vedere Truppe venete regolari al loro fianco.
    • Il 15 Aprile sono entrati in Verona 350 Cispadani con carri carichi di uniformi, probabilmente destinate a vestire loro fiancheggiatori locali. Hanno ignorato violentemente le Guardie venete alle porte.
    • Beaupoil definisce tale operazione come una precauzione contro gli Austriaci, che sono avanzati su Borghetto (TN).
    • Riassunto della situazione generale della Provincia di Verona al 15 Aprile 1797
      • 6000 uomini tra insorgenti bresciani, Francesi e militi di altre nazionalità sono pronti a invadere il Veronese.
      • A Verona si attendono due Battaglioni di Cispadani.
      • Si è saputo che i malintenzionati locali contano sull'appoggio di queste Truppe per i loro scopi sovversivi.
      • Un Corpo che deve partire dalla Bresciana potrebbe attaccare Peschiera.
    • Giovanelli è in difficoltà a combinare le "Pubbliche Massime" con le esigenze della difesa.
    • Definisce "strana" la condotta francese,
    • Consultatosi con Nogarola, i Provveditori di città e i Sindici del Territorio ha scitto una lettera a Balland.
    • In tale lettera gli chiede di chiarire le intenzioni dei Comandanti francesi per capire come comportarsi.
    • Da tempo Balland non gli risponde per iscritto.
    • Conclusione con frase enigmatica sulla ristrettezza dei mezzi,l'ardore dei Villici e al non impegnare truppa quando negli scontri siano coinvolti Francesi.
  • Dispaccio Giovanelli da Verona 16 Aprile 1797
    • Informato della designazione di due Deputati a trattare con Napoleone, ha diramato istruzioni di chiedere ovunque ai Comandanti Francesi di sospendere le richieste di disarmo.
    • A tutti coloro che si trovano di fronte a truppe francesi è stato ordinato il massimo rispetto della neutralità.
    • Il mattino del 16 Aprile i Francesi hanno violentemente disarmato 350 Villici a Castel Novo.
    • Fallito il loro tentativo di disarmare Punta San Vigilio e Bardolino, hanno però sacheggiato le due località.
    • A seguito dell'episodio di Castel Novo sono state prese le seguenti misure:
      • Sono stati avvertiti i Brigadieri Maffei e Miniscalchi di tenersi in guardia.
      • 500 Schiavoni, che erano accampati a San Giacomo, si sono fatti marciare verso la Croce Bianca con alcuni cannoni.
      • Il Provveditor Co. Francesco Emilj marcia alla testa dei Sudditi della Val Pantena a sostegno di quelli respinti alla Ca' di Carri (Ca' di Capri).
      • La Valpolicella, agli ordini del Conte Perez il Padre, è pronta a soccorrere dove occorra.
      • In Città si è rinforzata la vigilanza sotto gli ordini del benemerito Provveditor Con: Bortolo Giullari e di altri Nobili Cittadini.
      • È stata inviata una nuova lettera a Balland, reclamando per i fatti di Castel Novo ed esigendo una pronta risposta alla precedente richiesta scritta di chiarimenti.
    • Balland finalmente risponde per iscritto. Nonostante sia egli stesso a Castel Novo, si dice stupito di quanto vi è accaduto.
    • Nuovo colloquio con Beaupoil. COmunica che Balland non può più fornire risposte,in quanto Kilmaine ha assunto il comando non solo della Lombardia ma di tutte le truppe fino all'Adige e al Po. Ogni richiesta dovrà quindi essere indirizzata a lui.
    • Ricevuta notizia dei nuovi Deputati inviati a Napoleone, Giovanelli dirama l'ordine di chiedere a tutti i Comandanti francesi di sospendere gli ultimatum sul disarmo e nel frattempo rispettare strettamente le regole della Neutralità.
    • Nota di Tentori sulla scelleratezza dei Comandanti francesi, che mentre ostentano amicizia si apprestano a bombardare Verona il giorno dopo.
  • Note
    • Nota 1 sulla funzione dei Francesi alla retroguardia per impedire la fuga dei reclutati a forza.
    • Nota 2 Ipotesi sull'uso da parte di Cicogna della truppa veneta di Salò.
    • Nota 3 sull'uso che Giovanelli fa delle parole "strana" e "misteriosa" per definire la condotta francese.
    • Nota 4 SUlla contraddizione di Balland che si stupisce dei fatti di Castel Novo pur trovandosi in quel luogo.
    • Nota 5 Su Giovanelli che si guadagna la mancia di Berthier tessendo la regia della disfatta veneta con operazioni militari e di polizia segreta.
    • Nota 6 sul personaggio di Sinone nel ciclo epico di Troia.

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Storia della Caduta di Venezia, LI - T. II, pagine 188 - 218

8 Aprile 1797 - 30 Marzo 1798 a Venezia, Parigi e Milano

  • Provvedimenti del Senato del 17 Aprile 1797
    • Una lettera di presentazione per i due Deputati Donà e Zustinian inviati a Napoleone.
    • Documenti relativi al colloquio tra Pesaro e Lallement e relazioni da Padova e Legnago sono inviate ai due Deputati.
    • Damò: le carte spedite ai Deputati siano trasmesse in copia a Pesaro.
    • Al medesimo, si consegna risposta scritta a una interrogazione di Lallement, riguardante prevalentemente le lementele per maltrattamenti inflitti dalla popolazione a Ufficiali francesi in transito per Venezia.
    • Damò: Incarico al Porvv. alle Lagune e Lidi di interdire l'accesso al porto di Venezia a qualunque legno armato straniero, anche con la forza.
    • Damò: Proclama alla popolazione di non insultare o nuocere in alcun modo ai numerosi Ufficiali francesi che transitano o risiedono a Venezia.
  • Nota di Tentori dove dimostra che Pizzamano obbedì a ordini precisi già sanciti con Decreto 7 Luglio 1796 opponendosi all'ingresso del Liberateur.
  • Dispaccio Querini da Parigi 8 Aprile 1797, inviato in cifra
    • È falsa la voce che voleva giunti a Parigi i Delegati di Bergamo e Brescia.
    • Circolano voci di avvenute rivoluzioni anche a Brescia e Verona e di una in corso a Crema.
    • Un corriere riferisce di una nuova vittoria di Bonaparte, e che questi al suo passaggio ha trovato Bergamo e Brescia già rivoluzionate.
    • Battibecco tra Querini e un Membro del Direttorio sul diritto dei Veneziani a difendersi dalle ribellioni interne.
  • Quattro Dispacci Querini da Parigi dei giorni 17 e 22 Aprile 1797, due al Senato e due agli Inquisitori.
    • La documentazione citata da Tentori è integrata da mie ricerche d'archivio.
    • L'intero carteggio documenta le vicissitudini di un tentativo di corruzione da parte del Querini verso Barras, tramite un certo Wiscovich e il ministro Delacroix
    • I dispacci al Senato sono eufemistici, quelli agli Inquisitori più espliciti. Barras chiede prima 600.000 lire tornesi poi 700.000 a causa delle notizie su Salò e del Proclama Battaja.
    • Querini infine accetta a condizione che i Francesi reprimano i colpi di Stato, non interferiscano con la repressione dei ribelli ed evacuino le Piazze venete non più necessarie alla guerra con l'Austria.
    • Non ottiene però i documenti impegnativi che chiedeva, solo dichiarazioni ufficiose e assai probabilmente false, che ho ritrovato e pubblicato.
  • Autorizzazione del Senato al rilascio delle cambiali per Barras, 26 Aprile 1797
    • Tentori non riporta il documento da me ritrovato, e sostiene che fosse opera dei soli Savj, ma l'intestazione è "in Pregadi".
    • Del resto il giorno seguente risulta approvato anche dal Consiglio di X.
  • Tentori cerca ancora di sollevare il Senato dalle sue responsabilità sostenendo che i Dispacci Querini furono gestiti dalla "illegale Conferenza", ma le date non coincidono secondo quanto lui stesso riporta.
  • Dispaccio della Conferenza a Querini il 6 Maggio 1797, che informa della tratta delle cambiali sulla ditta Pallavicino di Genova come richiesto da Barras e caldeggiato dal Querini stesso. Risibile il fatto che nonostante il tempo trascorso e il nulla di fatto delle promesse francesi si sia proceduto comunque a questa operazione.
  • Ducale al Console Veneziano di Genova perché avalli le cambiali e ne garantisca il pagamento a partire dal 22 Maggio 1797.
  • Dispaccio Querini da Sain Cloud del 22 Luglio 1797
    • Accusa ricevuta delle Ducali del 6 e 11 Maggio. Sembra ignaro di quanto accaduto a Venezia il 12 Maggio.
    • Informa il Governo che non è necessario mettere in pagamento le cambiali in quanto il Barras non ha rispettato il patto.
    • Ringrazia comunqueper l'avvallo ufficiale che lo ha sollevato dall'esserne eventualmente responsabile inprima persona, dato anche il dissesto delle sue finanze.
    • Segnala di essere stato espulso da Parigi e dalla Francia, e di poter attendere i familiari solo per una quindicina di giorni e ad almeno 14 miglia da Parigi.
    • Allega i nomi dei Consiglieri francesi uscenti e di coloro che li hanno rimpiazzati il primo di Prairal.
    • Rispedisce i corrieri, poiché ritiene non gli debbano più servire.
  • Lunga nota in cui Tentori racconta il seguito della questione delle cambiali, sulla base di un verbale di interrogatorio subito del Querini durante la prigionia nel Castello di Milano. Tale verbale però è solo frutto della memoria del Querini stesso, l'originale non è mai stato consegnato al Querini.
  • Resta molto in dubbio il destino delle cambiali tratte sulla Ditta Pallavicini di Genova.
  • Note
    • Nota 1 sulla figura e funzione di Barras.
    • Nota 2 Lettere e dichiarazioni promissorie di Barras e Delacroix.
    • Nota 3 sull'analogia della richiesta di denaro da parte di Barras dopo la regalia a Napoleone di Gorizia con quella di Saliceti dopo Roverbella (vedi pubb. XV.

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Storia della Caduta di Venezia, LII - T. II, pagine 218 - 227

17 - 19 Aprile 1797 a Verona

  • Secondo tentori, gli arresti effettuati dal Giovanelli hanno scompaginato i congiurati veronesi, cosicché i Francesi sono costretti ad agire in prima persona. Tentori ignora che questo era proprio il compito del traditore Giovanelli, fare in modo che si giungesse a uno scontro diretto con i Francesi dopo aver indebolito le difese spontanee del Popolo.
  • Dispaccio Giovanelli da Vicenza 18 aprile 1797
    • Ritarda di un giorno la comunicazione di argomenti gravissimi.
    • Alle ore 21 del 16 Aprile i Francesi hanno aperto il fuoco di artiglieria dai Castelli contro la Città.
    • Il Popolo reagisce suonando a martello e aggredendo ogni francese che non fosse nei Forti, uccidendone sul posto oltre 100, incluse donne.
    • 26 i morti Veronesi in questa prima fase.
    • Sono minacciati anche i Veronesi ritenuti filofrancesi.
    • Le Autorità venete in Verona cercano di sedare il popolo, fermano le campane ed espongono bandiera bianca sulla Gran Torre.
    • Il fuoco francese cessa solo parzialmente, rimanendo attivo da Castel Vecchio.
    • Si inviano a parlamentare Zuanne Emilj e il Capitano Castelli.
    • Beaupoil dichiara che si tratta di una reazione contro l'ostilità del popolo locale e non contro il Governo Veneto.
    • Nel frattempo la ribellione popolare si impadronisce delle porte della città, aiutata delle truppe di Francesco Emilj e del Nogarola.
    • Beaupoil viene malmenato mentre a sua volta scende a parlamentare.
    • Raggiunge un accordo con i Veneti, ma quando dovrebbe restituirlo firmato da Balland questi invia invece un ultimatum di resa totale della città.
    • Tira molla di parlamentari mentre i Francesi restano inamovibili dall'ultimatum e continuano a bombardare da Castel Vecchio.
    • Anche il popolo è irremovibile nel voler cacciare i Francesi dal Castello, e comincia a guardare ai Rettori veneti come traditori.
    • Giovanelli decide di fuggire prima di essere arrestato dai Veronesi, si reca a Vicenza intenzionato a proseguire per Venezia.
  • Venezia viene informata dei fatti di Verona da tre dispacci di Erizzo da Vicenza.
  • Le novità vengono comunicate con ducale del 18 Aprile 1797 ai Deputati inviati a Napoleone.
  • Il Governo Veneto ordina a Erizzo di spostarsi a Verona, ma quando gli giunge quest'ordine Erizzo ha già provveduto a rispedire a Verona il Giovanelli e il Contarini.
  • Dispaccio Giovanelli da Verona 19 aprile 1797
    • Gli scontri sono ancora accesi, con notevoli perdite anche fra i Veronesi.
    • I Rettori cercano in ogni modo di calmare il popolo.
    • Pubblicano due proclami, uno per la disciplina e uno contro il saccheggio del Ghetto.
    • I Francesi tentano una sortita con un cannone ma lo perdono.
    • Giovanelli chiede rinforzi e munizioni.
    • I nemici avanzano da Villafranca e Bussolengo, Maffei ha dovuto ripiegare su Sommacampagna con 900 Soldati e molti Villici.
  • Mia nota sul vero motivo per cui Giovanelli chiede rinforzi e sul fatto che sia stato rispedito a Verona dall'Erizzo, formalmente suo parigrado
  • Note
    • Nota 1 sulla cattiva amministrazione veneziana dei Domini di Terra Ferma con proclami contro la corruzione dal 1789
    • Nota 2 testo di uno dei proclami del 19 Aprile 1797 tratto dalla "Condotta Ministeriale" di Sanfermo.
    • Nota 3 possibile ricerca del testo del secondo proclama 19 Aprile pertinente il saccheggio del Ghetto e dei magazzini Vivante nell'Archivio di Stato di Verona.
    • Nota 4 lettera di Maffei dalla "Condotta Ministeriale" di Sanfermo, con rimandi alle ragioni della demoralizzazione dei Valsabbini.

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Storia della Caduta di Venezia, LIII - T. II, pagine 227 - 242

18 - 21 Aprile 1797 a Venezia, Verona, Vicenza, Padova e Treviso

  • Storia di Venezia, Relazione di Zuanne Zusto al Senato sui Lidi e le Lagune 18 Aprile 1797
    • Loda Nani e il suo piano, ma al contempo lo smembra.
    • Fornisce dati infedeli sull'effettiva consistenza delle forze disponibili nell'Estuario.
    • Il tutto è sottilmente disfattista.
    • Chiede l'istituzione di una terza Carica per la difesa del centro cittadino.
    • Il Senato approva in toto, e il 21 Aprile nominerà Niccolò Morosini IV Deputato all'interna Custodia della Città.
  • Richiesta di istruzioni dal Provveditor Estraordinario di Treviso Anzolo I Zustinian in merito a nuove immani requisizioni effettuate da Villemant
  • Sostanzialmente, gli viene risposto di arrangiarsi e di tener buoni i sudditi.
  • Storia di Venezia, Dispaccio Giovanelli da Verona del 20 Aprile 1797
    • Continua il cannoneggiamento dai Castelli.
    • I Veronesi hanno rintuzzato alcune sortite e preso due cannoni.
    • Giovanelli tuttavia insinua che i Veronesi sarebbero stanchi.
    • Nogarola è trattenuto prigioniero a Castel Vecchio, lo sostituisce il conte Verità.
    • Verità sta organizzando attacchi a tenaglia.
    • Il Provveditore ha scritto a Erizzo per avere aiuto, eppure lo aveva visto di persona due giorni prima.
    • Kilmaine ha finalmente risposto alle lettere, dicendo che se i Veneti non disarmano, allora i Francesi li attaccheranno.
    • Giovanelli si dà per circondato da preponderanti forze nemiche.
    • Ignora lo stato delle forze attestate a Sommacampagna.
    • Una nuova sortita dei Francesi ha incendiato il villaggio di Campagnola, ma il conte Perez potrebbe respingerli.
  • Descrizione dettagliata dei fatti del bastimento francese Liberateur d'Italie nel porto di Lido, effettuata dal Capitano Domenico Pizzamano, 21 Aprile 1797.
  • Provvedimento del Senato che ordina a Erizzo di portarsi a Verona con tutte le forze disponibili a Padova e Vicenza.
  • Storia di Venezia, disposizioni di Erizzo ai Capitani di Vicenza e Padova 19-20 Aprile 1797.
    • Siporta via tutte le truppe regolari, l'artiglieria,le munizioni e i volontari più agguerriti.
    • Ordina di deviare o respingere le Truppe francesi in arrivo mobilitando i contadi con le campane a martello.
    • Chiede l'inoltro a Verona di 20.000 ducati che attende da Venezia.
  • Storia di Venezia, lettere al Senato dei Capitani di Vicenza e Padova in merito agli ordini di Erizzo
    • Entrambi i Podestà informano del rifiuto delle popolazioni di mobilitarsi senza truppe regolari, ufficiali e artiglieria.
    • Quello di Padova aggiunge che se dichiarasse nemici i francesi la popolazione aggredirebbe immediatamente quelli già in città.
    • A Padova arriva il fratello di Bonaparte, e dà la lieta novella di Leoben, senza le clausole segrete, ma sono già un segreto di pulcinella per i due Deputati inviati a Napoleone.
  • Note
    • Nota 1 sulla cariera di Zuanne Zusto.
    • Nota 2 sull'imprigionamento di Nogarola a Verona.
    • Nota 3 sul disfattismo di Giovanelli.
    • Nota 4 sulla galeotta di Viscovich.
    • Nota 5 sul carico e la missione di Laugier.
    • Nota 6 sul senso di concentrare le Truppe venete di Terra Ferma a Verona.
    • Nota 7 sulla località di Saint Fait.

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Storia della Caduta di Venezia, LIV - T. II, pagine 242 - 252

19 - 22 Aprile 1797 a Klagenfurt, Venezia e Verona

  • Dispaccio da Klagenfurt di Donà e Zustiniani 21 Aprile 1797
    • Manifestano preoccupazione per l'effetto che le notizie da Verona possono produrre sui loro interlocutori.
    • Tra i Francesi corre voce la Venezia abbia apertole ostilità verso la Francia.
    • Na poleone e l'Austria hanno firmato un Trattato: potrebbe comprendere la spartizione di Territori veneti.
    • Sono preoccupati per la propria incolumità ma continueranno a cercare il colloquio con Bonaparte.
  • Ducale ai deputati Dona e Zustiniani del 21 Aprile 1797 in risposta a loro dispaccio del 19, che trasmette copie dei Dispacci scambiati con le Cariche di Verona e Vicenza negli ultimi giorni
  • Ducale ai deputati Dona e Zustiniani del 21 Aprile 1797 in risposta a lro dispaccio del 19
    • Lodi ai Deputati e al Segretario Orazio Lavezzari al loro seguito.
    • Complimenti per aver ottenuto conferma del Trattato austro-francese dal generale Du Fresne.
    • Si trasmette la relazione di Pizzamano sulla cattura del Liberateur d'Italie nel porto di San Nicolò.
    • Si affrettino a conferire con Bonaparte per riferirgli la versione veneziana dei fatti.
    • Si offra a Napoleone la liberazione di tutti i prigionieri francesi e dei sudditi filo-napoleonici già arrestati.
    • Si chieda in cambio la liberazione dei Rappresentanti veneti tuttora prigionieri dei ribelli in Italia.
    • Si allega il carteggio relativo ai recenti colloqui di Pesaro con Lallement.
    • Si allegano i carteggi recenti con le Cariche di Verona.
    • Si informa dell'arresto da parte dei Francesi del conte Nogarola, presumibilmente effettuato con il consenso di Napoleone. I Deputati usino la loro abilità diplomatica per ottenenerne la liberazione.
  • Species Facti per il Nobile a Parigi 21 Aprile 1797
    • Eventi nelle Valli bresciane costrette al disarmo dai Francesi.
    • Occupazione armata di Salò.
    • Espulsione del Presidio Veneto da Peschiera e arresto del Governatore Colonnello Carrara.
    • Attribuzione di un Proclama apocrifo a Battaja.
    • Arrivo minaccioso a Venezia dell'Aiutante Junot.
    • Dettagli relativi a questi avvenimenti.
  • Dispaccio Giovanelli da Verona 21 Aprile 1797
    • I Veronesi continuano a vincere, ma Giovanelli li vuole stanchi.
    • Enfatizza gli incendi di due borghi a ridosso dei Castelli.
    • Ha richiamato Maffei a Verona e nel frattempo gliuomini di quest'ultimo, lasciati sotto il comando del Tenente Ferro, sono stati sbaragliati e dispersi. Ritornano solo 400 Regolari che si attestano a Porta San Zeno.
    • Giovanelli riporta di sue trattative a mezzo di lettere con i Francesi, e in particolare con un tale generale Chabram.
    • Affida una ultima lettera al Capitano Vidali, con incarico di parlamentare personalmente, e convincere i Francesi a sospendere il fuoco per consentire alle Autorità venete di calmare il popolo.
    • Vidali, appena tornato dalla Valli bresciane, aveva comunicato di un armistizio fra i Valsabbini e i Bresciani prolungato fino al 26 Aprile.
    • Giovanelli sostiene di avere anche voluto guadagnare tempo in attesa di Erizzo con i rinforzi.
    • Da Vicenza intanto ha ricevuto 30 barili di polvere.
    • Chabram dichiara intenzioni pacifiche e aspetta parlamentari.
    • Non si è ancora avuto modo di far giungere una risposta a lettera che Nogarola avrebbe scritto dalla prigionia nei Castelli, ma la lettera è stata scritta.
    • Scarseggiano le palle da cannone, e molti affusti bisognano di riparazione.
    • Il Popolo di Verona è sempre più diffidente verso i Rappresentanti veneti, e li sorveglia per impedire che si arrendano proditoriamente.
    • Nel comando militare in Città si distinguono i conti Augusto Verità e Bortolo Giuliari.
  • Dispaccio Giovanelli da Verona 22 Aprile 1797
    • A Verona sono giunti Erizzo e lo Stratico con 400 fanti, 1000 VIllici e quattro cannoni.
    • CHabram ha incendiato Pescantina e catturato due cannoni di grosso calibro che Giovanelli aveva fatto collocare assurdamente sul Colle San Leonardo.
    • I Veronesi non demordono dalla determinazione di cacciare i Francesi dai Castelli.
    • Giovanelli continua l'opera disfattista e conflittuale al tempo stesso, parlamentando inutilmente con Balland.
    • Incontro di Giovanelli, Emilj, Zusti e Merighi (+ Sanfermo?) con Chabram, Landrieux e Chevalier.
    • Giovanelli specifica di avere voluto Merighi perché influente sul popolo di San Zeno, del quale teme la diffidenza.
    • Non si raggiunge un accordo, e le ostilità proseguono.
    • Il 22 i Francesi fortificano le nuove posizioni al colle San Leonardo.
  • Descrizione dei Proclami rilasciati da Giovanelli e firmati da Sanfermo tra il 19 e il 22 Aprile 1797. Ingliunzione al popolo di rientrare nelle contrade. Registrazione obbligatoria dei Villici armati, consegna delle palle di cannone raccolte.
  • Note
    • Nota 1 sullo Stratico e sul Collegio degli Ingegneri Militari (Salimbeni).
    • Nota 2 sull'impossibilità balistica di battere il Castello di San Felice da Colle San Leonardo; considerazioni e notizie sul tradimento di Iseppo Giovanelli; documenti sulla sua futura carriera nel Regno d'Italia.
    • Nota 3 sui rapporti tra Sanfermo e Giovanelli.
    • Nota 4 testo del Proclama 19 Aprile 1797.
    • Nota 5 testo del Proclama 21 Aprile 1797.
    • Nota 6 testo dei Proclami 22 Aprile 1797.
    • Nota 7 estratto dalla Relazione di Salimbeni sull'Armata Napoleonica.

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Storia della Caduta di Venezia, LV - T. II, pagine 252 - 262

18 - 23 Aprile 1797 a Venezia e Vienna

  • Il Senato risponde il 22 Aprile 1797 ai Rappresentanti di Terraferma riguardo le loro richieste di soccorso e istruzioni. La risposta è sostanzialmente un "arrangiatevi". Non si usa questa parola ma ci si dichiara certi che le doti dei Rappresentanti stessi sarabno sufficienti a rintuzzare i Francesi e assicurare la tranquillità dei Sudditi.
  • Il Provveditore di Verona riceve una comunicazione personalizzata lo stesso giorno, ma il messaggio è lo stesso. Si prende atto che le trattative sono fallite, ma si è certi che riprenderanno cin successo. Ma con le Cariche di Verona si usa una frase quanto mai rivelatrice:"maggiori disgrazie, che ad essa (Verona) fatalmente sovrastano".
  • Il 22 Aprile 1797 il Senato elargisce un encomio solenne a Domenico Pizzamano per la cattura del Liberateur d'Italie. Agli equipaggi che hanno partecipato all'azione, la gratifica di un mese di paga extra.
  • Sempre il 22 si spedisce una Species Facti a tutti i Veneti Rappresentanti nelle Corti europee. Riassume gli eventi dall'arrivo di Junot a Venezia alla cattura del Liberateur. Ve ne sono alcuni che non sono stati riportati nei documenti della Raccolta.
    • Lallement lamenta che il comportamento di alcuni comandanti di navi venete a Trieste ha causato la caduta di merci francesi in mano agli Austriaci.
    • Il Ministro francese promette di scrivere a Victor perché cessi le ostilità e ai comandanti della flottiglia francese in Adriatico perché non si avvicinino al porto di Venezia.
    • I Veneziani gli promettono di liberare tutti i prigionieri, francesi e ribelli, presenti e futuri.
    • Si accenna a una permanenza di Erizzo a Verona molto breve. Avrebbe deciso di lasciare la città perché il popolo non intendeva appoggiare le sue profferte di amicizia a Balland, e anzi lo considerava un traditore.
  • Al nuovo Ambasciatore a Vienna Zan Pietro Grimani si tralmettono lodi per le informazioni sui movimenti militari, sulle trattative di pace e altre locali come il trasferimento della corte a Buda.
  • All'Ambasciatore a Vienna uscente Agostin Garzoni ancora lodi per il servizio svolto, in particolare per l'autorizzazione concessa a Nogarola di servire Venezia. Lo si autorizza a usare i modi e i mezzi più opportuni per far irntro in Patria, stanti le condizioni belliche in atto.
  • Al Nobile in Parigi Querini una lettera brevissima, che sostanzialmente lo autorizza a rialzare le offerte al Barras e a smentire la campagna alzata dalla stampa Bonapartista sulla questione della corruzione.
  • Dispaccio da Vienna di Zan Pietro Zustinian 22 Aprile 1797.
    • Circola la notizia della firma dei Preliminari di Leoben, ma non è ancora ufficiale.
    • Cita i nomi dei firmatari: Marchese del Gallo Ambasciatore Estraordinario di Napoli e General Merfeld per parte di Sua Maestà l'Imperatore, General Buonaparte per parte del Direttorio.
    • I patti garantirebbero l'integrità dell'Impero germanico.
    • La Lombardia tornerebbe austriaca.
    • Si sono spediti corrieri a Parigi per la ratifica definitiva dal Direttorio. Si attende la risposta per il 29 o il 30 Aprile.
    • Secondo il mondo diplomatico viennese, i tempi per conoscere le reali clausole potrebbero essere lunghi e le clausole stesse poco onorevoli.
    • Hanno espresso questa opinione anche il Legato Pontificio mons. Albani e il Vice Cancelliere dell'Impero.
  • Il Senato nomina un nuovo tirapiedi per il Provveditore alle Lagune e Lidi. Niccolò Morosini quarto diventa "Deputato all'interna Custodia della Città".
  • Questi espone lo stato delle difese della Dominante. Il Litorale è ben difeso ma la Città no.
  • Installa alcune batterie fisse e alza il numero del Presidio da 300 a 1700 uomini
  • Note
    • Nota 1 Sul fatto che le maggiori disgrazie "fatalmente sovrastano" Verona.
    • Nota 2 Sull'avvicendamento di Zustinian a Garzoni in Vienna.
    • Nota 3 Sull'inutilità delle misure prese da Morosini.
    • Nota 4 Sulle Cernide mancanti.

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Storia della Caduta di Venezia, LVI - T. II, pagine 263 - 282

22 Aprile - 21 Maggio 1797 a Verona, Padova e Venezia

  • Primo Dispaccio di Giovanelli 23 Aprile 1797
    • I Castelli bombardano la città e Chabram la attacca dall'esterno.
    • I Veronesi sono comunque vittoriosi, ma Giovanelli è disfattista.
    • Denigra i Veronesi e non vede salvezza possibile per la città se si abbandonano le massime di neutralità.
    • In pratica, continua a proibire al Popolo di assaltare i Castelli.
    • Cerca nuovi abboccamenti con Balland.
  • Secondo Dispaccio di Giovanelli 23 Aprile 1797 da Verona
    • Balland si mostra amichevole e disponibile a trattative.
    • Si è sparsa ufficialmente la notizia della Pace a Leoben.
    • Si è fissata una conferenza di pace tra lo Stratico e i Generali francesi per il mezzogiorno del 24 Aprile.
    • Nel frattempo si osserverà una tregua.
    • Chiaro l'intento di far guadagnare tempo ai Francesi per permettere ai rinforzi di Victor di portarsi a Verona.
    • Proposta di capitolazione in otto punti affidata allo Stratico perché la negozi all'indomani con Balland.
    • La Capitolazione si mostra tale da ingannare i Veronesi illudendoli che lo Stato Veneto fosse ancora in grado di imporre condizioni agli occupanti francesi.
  • Dispaccio di Giovanelli del 24 Aprile 1797 da Verona
    • Giovanelli esplicitamente dichiara di non credere accettabile dai Francesi la sua capitolazione in otto punti.
    • Ha notizia del transito di Victor da Padova con 6000 fanti 1000 cavalleggeri e 20 cannoni.
    • I Veronesi non potranno difendersi da questo attacco, e i Villici sono stati praticamente tutti disarmati.
    • Stratico non può fungere da parlamentare con Balland perché colpito da gotta. Gli si sostituiscono Rocco Sanfermo, Garavetta e il conte Emilj.
  • Dispaccio del 24 Aprile 1797 da Padova di Zan Francesco Labia Cap. e V. P.
    • L'intera divisione di Victor è giunta a Padova nella notte tra il 23 e il 24 Aprile.
    • Sono stati alloggiati e nutriti, mentre al popolo si è intimata la tranquillità.
    • I Francesi sono aloro volta rimasti tranquilli.
    • In un colloquio con Victor questi gli ha manifestato la determinazione francese di una esemplare vendetta contro Verona.
  • Il mezzogiorno del 24 Aprile 1797 Emilj, Garavetta e Sanfermo salgono al Castello di San Felice per trattare con Balland.
  • I Francesi ormai certi del prossimo arrivo di Victor, rifiutano ogni trattativa e dettano nuove vessatorie condizioni.
  • I parlamentari le riportano a Giovanelli e Contarini, che firmano chiedendo una clausola sulla salvaguardia della vita e dei beni degli abitanti.
  • Secondo Giovanelli, una volta tornati in Castello, i parlamentari videro del tutto ignorata la clausola. (questa versione è smentita dal racconto di Sanfermo, secondo il quale i Francesi avevano invece accettato la clausola a fronte dell'offerta dei parlamentari di rimanere dall'istante come ostaggi, e si sarebbero invece irrigiditi dopo la notizia della fuga delle Cariche da Verona).
  • Giovanelli afferma che, ricevute le condizioni di capitolazione senza la clausola di salvaguardia, avrebbe deciso di non firmarle e di fuggire con le altre cariche, abbandonando i Veronesi e i parlamentari al loro destino.
  • Le Cariche fuggono infatti la notte del 24 Aprile 1797.
  • Dispaccio di Giovanelli e Contarini da Padova del 25 Aprile 1797
    • Riassumono gli eventi già descritti dal 22 Al 24 Aprile.
    • Osservazioni sul fatto che né Contarini né Stratico erano stati richioesti in ostaggio.
    • Ipotesi che i Francesi intendessero far linciare Contarini dal Popolo inferocito per la resa e le lunghe dilazioni che hanno permesso l'arrivo dei rinforzi francesi. Essi intendevano inoltre usare lo Stratico per le manovre di passaggio dell'attrezzatura bellica dai Veronesi a loro.
    • Giovanelli sostiene di non aver firmato la resa perché non insignito dell'autorità di farlo, dimenticando che ne aveva firmata un'altra il giorno prima.
    • Giustifica la fuga, che avviene alle 4 del mattino del 25 Aprile, con la necessità di sottrarsi all'ira del popolo.
  • Dispaccio di Giovanelli e Contarini da Padova del 26 Aprile 1797, ultimo della loro Reggenza.
    • Dichiarano di essere in stato di confusione mentale.
    • Inventano colpe e responsabilità dei Veronesi per giustificare la sconfitta.
    • Sostiene che a Verona la popolazione si divide in tre parti: i fedeli a Venezia, gli inclini all'Austria e gli inclini ai Francesi.
    • Dice senza mezzi termini che le rivolte di Bergamo e Brescia, nonché la presa di Verona fanno parte di un piano Napoleonico da lungo tempo meditato, e che pertanto era impossibile opporvisi.
  • Risposta del Senato a Giovanelli e Contarini del 26 Aprile 1797.
    • Manifesta amarezza, ma tratta la questione come una sconfitta momentanea.
    • Impartisce laconiche istruzioni. Le Cariche attendano in Padova l'ordine di rientrare a Verona o a Venezia secondo prossima decisione del Senato.
  • Mio completamento del racconto delle vicende di Verona e del Sanfermo basato sulla "Condotta Ministeriale..." di quest'ultimo.
  • Note
    • Nota 1 - Sui rapporti di forza fra le difese veronesi e gli invasori francesi e sulla funzione disfattista di Battaja e Giovanelli.
    • Nota 2 - Sulla contraddizione tra il racconto di Giovanelli e quello di Sanfermo.
    • Nota 3 - Sulla visione del Sanfermo e del suo libro da parte dell'abate Tentori.

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Storia della Caduta di Venezia, LVII - T. II, pagine 282 - 294

25 - 27 Aprile 1797 a Venezia

  • Damò 25 Aprile 1797
    • Si palesa il pericolo dell'arrivo in Golfo di due fregate e due brich che si aggiungono alla già numerosa flotta francese.
    • Si ordina di accelerare l'armo di tre bastimenti a noleggio.
  • Damò 26 Aprile 1797
    • Sollecito al Provv. Alle Lagune di attuare le misure previste
    • Si ordina che le principali Magistrature si turnino in modo da essere disponibili durante l'arco delle 24 ore.
  • Secondo Damò 26 Aprile 1797
    • Si ordina a vari Magistrati di provvedere tutto l'occorrente per l'armo della nave Vittoria.
  • Ducale del 26 Aprile 1797 all'Almirante delle Navi
    • Lo si informa dell'arrivo delle quattro nuove navi francesi.
    • Deve dissuadere i capitani francesi dal tentare di entrare nell'estuario. In caso estremo usi la forza.
  • Ducale del 26 Aprile 1797 al Nobile in Francia
    • Elogi per le informazioni sulle condizioni di pace e sulla possibile alleanza Francia/Sardegna.
    • Incitamento a continuare i maneggi a Parigi in occasione delle prossime elezioni.
    • Congratulazioni su una questione di passaporti concessi dal rappresentante veneziano a Londra per commercianti diretti in Francia
  • Seconda Ducale del 26 Aprile 1797 al Nobile in Francia (per espresso)
    • Più specifica della prima, ma sempre elegiaca ed eufemistica.
    • Ci si dispiace che i fatti di Salò abbiano danneggiato le aperture di corruttela così ben orchestrate dal Querini.
    • Servendosi della Species Facti allegata, Querini dovrà in ogni modo riprendere quelle trattative.
    • Indaghoi con ogni mezzo sulle condizioni di pace di Leoben.
    • Si allegano due memoriali del Lallement, che Querini dovrà confutare sevendosi dello Species Facti.
    • La Ducale si conclude con un Damò rivolto agli Inquistori di Stato perché favoriscano ogni attività e richiesta del Nobile in Francia
  • Species Facti per il Querini del 26 Aprile 1797.
    • Sommaria ricostruzione degli eventi di Salò e Verona secondo la versione di Cicogna e Giovanelli.
    • Venezia ha di fatto perso tutti gli Stati dell'Oltre Mincio.
    • Accenno a una somma versata ai Francesi in Verona per salvaguardare popolazione e religione.
    • Le Autorità venete hanno lasciato Verona e si pensa vi si installerà una Municipalità filofrancese.
    • Tutti i villici sono disarmati e stanno rientrando alle loro case.
    • Stringato racconto dei fatti del Liberateur.
  • Ducale del 26 Aprile 1797 ai Deputati presso Napoleone
    • Risponde al loro dispaccio del 21 Aprile
    • Raggiungerà i destinatari solo dopo che questi avranno lasciato Napoleone.
    • Raccomanda di informare Napoleone che i fatti di verona e Salò sono stati causati dai capitani francesi che non hanno rispettato gli accordi di Balland e Kilmaine.
    • Informare anche del totale sbando dei villici armati.
    • Rapporto su uno screzio con Lallement riguardo l'ammissione di corrieri in deroga alla proibizione d'ingrasso in Dominante agli stranieri. Lallement ne ha abusato e ora si lamenta della limitazione nel numero.
    • Ci si dilunga sull'interdizione all'ingresso di legni armati nelle lagune, a fronte della richiesta di Lallement di aprire il porto al naviglio francese.
    • Si convinca Napoleone che i fatti del Liberateur sono dovuti a un colpo di testa del suo capitano.
  • Richiamo a Venezia di Giovanelli, Erizzo e Contarini, 27 Aprile 1797
    • Sono richiamati per ragioni di sicurezza, e per garantire alla Dominante il presidio dei suoi migliori cittadini. In realtà Manin prepara la fatidica Conferenza.
  • Ducale del 27 Aprile 1797 ai Deputati presso Napoleone
    • Contattino Napoleone con ogni mezzo.
    • Hanno carta bianca per negoziare qualunque offerta pur che riveli le sue intenzioni su Venezia e prometta di conservarne lo Stato..
  • Note
    • Nota 1 - Sul fatto che non risulta alcuna somma versata in Verona. Forse per offrire il destro al Querini di introdurre l'argomento in Francia
    • Nota 2 - L'affermazione sullo sbando dei villici confligge con l'ordine di tenerli in sospeso fatto alle autorità di Verona in quello stesso giorno.

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Storia della Caduta di Venezia, LVIII - T. II, pagine 294 - 301

27 - 29 Aprile 1797 a Venezia

  • Relazione del Commissario Pagador Zaccaria Vallaresso sullo stato delle sussistenze. 27 Aprile 1797
    • Notizie sugli esperimenti di mulini a cavalli e a uomini da realizzarsi nell'Arsenale e nei principali conventi della città. Il prototipo di mulino a cavalli sarà pronto il 29 Aprile, quello a uomini poco dopo.
    • Nota del Tentori sull'assurdità di questa operazione a lungo termine e dispendiosa, mentre si potevano spostare in Laguna una cinquantina di mulini galleggianti dai fiumi Adige e Po. I mulini a corrente avevano funzionato in Laguna per secoli.
  • Stato delle granaglie
    Farina complessiva 24.895 quintali (espressi in stari e con specifica delle suddivisioni tra forni pistori e fontici.
    Frumento complessivo 17.936 quintali (espressi in stari e con specifica delle suddivisioni tra forni pistori e fontici.
    Vi sono ulteriori 5460 quintali pronti per la consegna a forni e fontici.
    Le scorte di biscotto ammontano a 19.079 quintali. Si suggerisce di sollecitare la consegna anche di quello già ordinato ai produttori.
    Biade e granaglie in mano privata 120.299 quintali di cui 75.880 quintali in frumento. Questa quantità potrebbe però diminuire dato che è ancora consentita l'esportazione. Vallaresso consiglia al Senato di riflettere su possibili provvedimenti in merito.
    Scarseggia invece la farina gialla, merce deperibile di cui non si usava tenere scorte. Vi si rimedierà con i nuovi mulini ma si consiglia di promuovere questo commercio presso fruttaroli e biavaroli.
    Stato dell'acqua dolce
    Grazie al restauro dei pozzi del Lido e a otto nuovi ivi fatti scavare dal Provveditor Nani nel Giugno 1796 vi è una scorta di oltre un milione di botti presso il Castello di San Nicolò, inoltre è assicurata ai pozzi cittadini la fornitura quotidiana di sei burchi grossi. Nota del Tentori sulla correttezza del Nani, che costruì quei pozzi in ottimo materiale e con spesa modesta.
    Stato delle carni
    Vallaresso sta ancora aspettando risposta dai Savi alle Beccarie. Suggerisce che si imponga a tutte le dogane e dazi di non rilasciare bollette di esportazione per carnami prima di averle sottoposte al vaglio delle opportune magistrature per il controllo delle quantità disponibili.
    Stato dell'olio
    Vi sono scorte atte a soddisfare il consumo medio per circa 16 mesi, 2.653.815 litri (espressi in miara).
    Stato del vino
    Vi sono scorte atte a soddisfare il consumo medio per alcuni mesi. Se ne prevede l'incremento grazie al decreto sull'importazione di vino foresto del 6 Aprile 1797.
    Stato di legna fascine e carbone
    Si tiene sotto controllo l'importazione, ma non lo si considera un problema urgente dato l'approssimarsi della stagione estiva.
  • Mia nota sul fatto che gli ingenti quantitativi di derrate, nonostante i costanti prelievi per Terraferma e Napoleone, confermano lo stato di ricchezza della Repubblica, come già dimostrato da Tentori nelle prime pagine dell'opera.
  • Proclama di La Hoz da Vicenza il 27 Aprile 1797 che dichiara Venezia come nemica della Francia e instaura la Municipalità in quella città, 32 i membri.
  • Proclama di La Hoz da Vicenza il 28 Aprile 1797 che instaura la Municipalità anche a Padova.
  • I Savi rispondono ai proclami di La Hoz con due Damò il 28 Aprile 1797, approvati dal Senato il giorno seguente.
  • Il primo Damò incarica il magistrato alle Biave di bloccare in porto alcuni bastimenti carichi di biscotto per il Levante.
  • Il secondo al Provveditore alle Lagune e Lidi perché impedisca l'accesso in città agli stranieri, ma sono confermate le deroghe vigenti.
  • Mia nota sulla futilità di entrambi i Damò.
  • Note
    • Nota 1 - Sullla conversione da stara a quintali.
    • Nota 2 - Sullla conversione da libbre a quintali.
    • Nota 3 - Sullla conversione da miara a litri.

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Storia della Caduta di Venezia, LIX - T. II, pagine 301 - 315

25 - 29 Aprile 1797 a Graz, Ebrnargen, Gradisca, VE, UD, VI, PD

  • Dispaccio da Gradisca di Giustinian e Donà.del 28 Aprile 1797
    • Hanno raccolto voci tra Pontebba e Klagenfurt sulla spartizione degli Stati Veneti tra Francia e Cispadana, e altre voci su omicidi di Francesi in Venezia per i quali le truppe straniere chiedono vendetta.
    • Hanno raggiunto Napoleone a Graz, nonostante abbiano forti dubbi sull'utilità e i pericoli della loro missione.
    • Hanno consegnato a Berthier una lettera del fratello di Napoleone da Udine dove si dice che in quella città i Francesi sono contenti e soddisfatti.
    • Incontrano Napoleone la mattina del 25 Aprile 1797
    • Lo scrivente sembra essere il Donà
    • Descrizione di Bonaparte osservando che sembra recitare una parte.
    • Esposizione degli scopi della visita: ribadire l'amicizia e dissipare gli equivoci e le false notizie.
    • Le due Repubbliche non vogliono la guerra reciproca, con presentazione dei motivi di nonbelligeranza sia da parte francese che veneziana.
    • La guerra è voluta solo da affaristi e sobillatori, che diffondono notizie false per fomentarla.
    • A questi va ascritto anche il falso proclama Battaja.
    • Venezia è comunque disposta a soddisfare tutte le richieste di Napoleone.
    • I responsabili di aggressioni contro i Francesi saranno puniti, ove si voglia indicarli con prove certe.
    • Le popolazioni saranno tutte disarmate, se i francesi si impegnaranno a difendere le città dai rivoltosi in armi.
    • Si avvedono che Napoleone non ha intenzione di ragionare.
    • La sua risposta infati è un laconico "Ebbene, sono liberati i prigionieri?".
    • Alla risposta che sono stati liberati tutti i Francesi, i Polacchi e alcuni Bresciani, egli ribadisce che vuole tutti liberi i detenuti per opinione, oppure lo farà lui con la forza. Asserisce di volere abbattere l'Inquisizione e instaurare la libertà d'opinione.
    • I Deputati fanno notare che un reato d'opinione diviene reato comune quando per quell'opinione poche persone armate sopraffanno molti disarmati.
    • Napoleone cambia il tiro e parla di vendetta per i Francesi uccisi a Venezia.
    • Gli si risponde che indichi con chiarezza i fatti e i responsabili e saranno puniti.
    • Napoleone scarica sugli "spioni" veneti il compito di scoprire gli assassini. Se un governo non sa tenere a bada il suo popolo non merita di esistere. L'odio per i francesi è istigato nel popolo dai nobili.
    • Nessuna polizia può imbrigliare milioni di Sudditi, e men che meno quelle opinioni che lui stesso vuole libere, ribattono i Deputati. L'odio nel popolo è sorto per i soprusi e i saccheggi commessi dalle sue Armate.
    • Bonaparte comincia a gettare la maschera: Esige la punizione per i colpevoli di violenza antifrancese, che venezia scacci l'ambasciatore inglese, disarmi, liberi tutti i prigionieri e scelga tra Francia e Inghilterra. Altrimenti dichiarerà la guerra.
    • Pronuncia la famosa frase in cui si dichiara "un Attila per lo Stato Veneto".
    • Venezia gli ha rifiutato l'alleanza quando questa poteva essergli utile, e ha anzi armato le popolazioni alle sue spalle.
    • Adesso lui è forte e Venezia debole. Egli imporrà la propria legge con la forza
    • I Deputati lo richiamano ai benefici ricevuti e alle sue promesse, tra cui quella di proteggere le città venete dai rivoltosi.
    • Voleva proteggere con una linea sul Mincio, ma adesso che i Veronesi assassinano i suoi uomini egli vuole invece vendetta e imporre la sua legge.
    • Congeda i Deputati.
    • Giustinian riesce a convincerlo per un nuovo abboccamento nel pomeriggio
    • Uno Stato deve difendere il suo Territorio e i Sudditi, se Venezia disarma unilateralmente vien meno a questo principio.
    • Se Napoleone si assume per iscritto questa responsabilità di difesa, allora sarà esaudito.
    • Non è pensabile che mentre fa la pace con i suoi nemici voglia invece attaccare la sua amica Venezia.
    • Restituite le città ribelli alla Repubblica, si libereranno anche tutti i prigionieri.
    • Napoleone ribadisce che prima di ogni altra cosa vuole esaudite tutte le sue richieste e rimanda la discussione a Treviso dove conta di giungere dopo tre giorni, incontrato il Marchese del Gallo e visitato l'avamposto di Bruch
    • Incontro con il Commissario Wilmau per ottenere una diminuzione delle requisizioni a Pordenone, Conegliano e Treviso. Risultato negativo.
    • Da Wilmau e Berthier si avvedono che i generali napoleonici sono già in ordine per sbranare Venezia.
    • A pranzo difendono Venezia e gli Inquisitori dai frizzi continui e dalle voci malevole che già sono quelle che informeranno il Daru.
    • Napoleone si ribadisce deciso alla forza per sovvertire il Governo Veneto.
    • Richiede adesso anche 22 milioni e tutti i beni inglesi in Venezia,
    • I Deputati annotano che non fa richieste sul Duca di Modena né sui di lui beni. Forse è protetto nelle clausole di pace con l'Austria.
    • Napoleone si ride degli Schiavoni e afferma di avere molte amicizie in Dalmazia
    • Legge una accesa lettera di Kilmaine da Verona. Gli rispondono che è stato Balland ad aprire le ostilità e danno la loro versione anche per Crema, Brescia e Salò.
    • Nella discussione è stata di grande aiuto l'esperienza e la prontezza del Lavezzari, ma ogni ragionamento è inutile con chi, come Napoleone, sembra aver già preso le sue decisioni
    • La guerra a Venezia è forse premeditata dalla Francia già dai tempi della rivoluzione. La sua ricchezza faceva gola.
    • Tuttavia se ne temeva la leggendaria invincibilità, suffragata dalla larghezza di mezzi mostrata mantenendo l'intera armata francese per mesi.
    • Così sono state proposte alleanze a più riprese: In Spagna, a Costantinopoli, con il memoriale Lallement del 28 Settembre 1796 e infine a Gorizia.
    • Forse la Francia voleva Venezia come baluardo anti-russo in Morea e anti-austriaco in Italia orientale.
    • In Marzo 1797 a Gorizia forse cercava la sicurezza delle retrovie in caso di sconfitta in Tirolo.
    • La trattativa che sarebbe stata possibile a Gorizia non lo è più. Venezia non ha più nulla da offrire a chi adesso non ha più nemici in armi sul suolo europeo e ha avuto modo di vedere l'intrinseca debolezza della repubblica di Venezia.
    • Napoleone è stato chiaro: egli è forte e Venezia debole. Farà e prenderà ciò che vuole.
    • Non possono ubbidire alla Ducale del 21 Aprile tornando da Napoleone, e pensano sia meglio raggiungerlo a Treviso entro pochi giorni.
    • Temono di rimanere a Graz perché potrebbero essere perquisiti e sono sprovvisti di codici cifrati. Inoltre potrebbero rimanervi bloccati se Napoleone sposta il Q.G requisendo tutti i cavalli disponibili.
    • Hanno inviato a Napoleone una lettera riguardo i fatti del Liberateur.
    • In quella lettera anche adulazioni e richiami ai punti salienti del loro discorso.
    • Sulle istruzioni ricevute con la Ducale 25 Aprile obiettano che con Napoleone si può ormai trattare solo se gli si prospetterà qualcosa di utile per lui.
    • Non hanno alcuna notizia sulle clausole del Trattato di Leoben. tutto viene tenuto molto segreto.
    • Hanno inviato le poche informazioni in loro possesso anche al rappresentante di Venezia a Vienna, approfittando di un corriere di passaggio.
    • Nel viaggio di andata hanno incontrato circa 18.000 soldati francesi tra Pontebba e Klagenfurt
    • Nel viaggio di ritorno hanno incontrato circa 4.000 soldati francesi, al comando di Bernardotte, diretti a Palma con molti cavalli.
  • Lettera a Napoleone di Giustinian e Donà da Ebrnargen.del 26 Aprile 1797
    • Saggio di grande abilità dialettica.
    • Mette in luce la scorrettezza del Laugier, riconosciuta anche da Lallement.
    • Ribadise i concetti del colloquio, e in particolare quello della guerra voluta dagli affaristi.
    • Avvisa Napoleone che i deputati partono per Venezia.
    • Se non muioverà guerra aperta la Serenissima gli ubbifdirà con entusiasmo.
  • Dispaccio da Udine di Giustinian e Donà del 29 Aprile 1797
    • Hanno ricevuto la Ducale del 27 Aprile con i fatti di Vicenza e Padova, che confermano i loro timori sulle intenzioni di Napoleone.
    • Personalmente ripudiano i maneggi di corruzione, ma li tenteranno per amor di Patria raggiungendo Bonaparte a Palma il giorno dopo, accompagnati dal Luogotenente di Udine, che sembra essere nelle grazie del Francese.
    • Vicenza e Padova però dimostrano ai loro occhi che non c'è più tempo per trattare con l'invasore, che adesso mira alla Dominante.
    • Ritengono che nessuna offerta in denaro potrà smuoverlo, perché il denaro è solo un suo movente secondario
    • Chiedono di essere affiancati o sostituiti da qualcuno di più esperto nei maneggi.
    • Si fanno latori di un sollecito per la riforma della tassa locale sul vino da destinarsi a finanziare gli approvvigionamenti francesi in Friuli.
    • La riforma è stata inviata a Venezia il 20 Aprile. Se approvata ufficialmente consentirebbe alle Autorità locali di andare a prestito da privati per le ingentissime spese, che nelle sola Palma ammontano a 1000 ducati giornalieri.
  • Ducale e Species Facti del Senato ai Deputati Giustinian e Donà del 29 Aprile 1797
    • Si sollecita risposta alle Ducali del 27.
    • SPECIES FACTI
    • Sui fatti di Verona ricalca quella spedita al Querini. Nessun accenno anche qui all'imprigionamento di Emilj, Garavetta e Sanfermo avvenuto il 24 Aprile.
    • Le Truppe Venete uscite da Verona sono state inseguite, e quelle rimaste in città catturate.
    • I Francesi si sono spinti verso Vicenza, e in località tavernelle hanno concordato la "rivoluzione" di quella città con i fratelli conti Bissaro, promettendo quete se espelleranno ogni Autorità veneta.
    • Sono entrati in Vicenza il 27 Aprile, demolendo i dazi, atterrando gli stemmi veneti e imponendo la coccarda francese ai cittadini.
    • Il rappresentante in Padova è stato avvisato il giorno 28 dal comandante francese dell'arrivo di un grosso contingente di truppe che si aggiungono ai 300 uomini attuali.
    • Gli abitanti di Padova si sono ribellati alla Dominante. Quasi tutti i nobili hanno firmato una carta per aderire al cambiamento di Governo.
    • Si rinnova il mandato ai Deputati di usare qualsiasi mezzo per fermare la sciagura.
    • Il Senato ha dato analogo ordine al Nobile in Parigi.
  • Le truppe francesi al comando di D'Hilliers si dirigono verso l'Estuario per circondarlo.
  • Il 29 Aprile 1797 Baraguey d'Hilliers approfitta della guerra non dichiarata per incontrare a Venezia il Conferente Pesaro.
  • Nota di Umberto Sartori su Francesco Donà, Lunardo Zustinian e Orazio Lavezzari.
    • I due deputati e il segretario sono molto diversi dai precedenti interlocutori di Napoleone. Sono onesti e verosimilmente non appartengono ad alcuna congiura.
    • Le loro riflessioni su Napoleone e la guerra sono acute e non convenzionali.
    • Sono coraggiosi e ben preparati dialetticamente e giuridicamente.
    • Anche Lavezzari ha precedenti di onestà nella questione Gratarol.
    • Domanda: "perché loro come ultimi inutili interlocutori del Corso?".
    • Risposta: "Li si vuole bruciare davanti al popolo per evitare che possano eventualmente divenirne guide in extremis
    • Citazione di precedenti analoghi.
    • Effetti della paura di Venezia nei secoli seguenti: demolizione del campanile, "serenissimi".
  • Note
    • Nota 1 - Sul modo di ottenere la lettera del fratello di Napoleone.
    • Nota 2 - Sul Lavezzari a Londra.
    • Nota 3 - Sullla pagina 303 mancante.
    • Nota 4 - Su Napoleone e l'orda barbarica.
    • Nota 5 - Attila e la Russia.
    • Nota 6 - I nobili di Terraferma erano nel Governo, Manin friulano era Doge.
    • Nota 7 - Donà e Zustinian erano all'oscuro dei dispacci che prefiguravano da anni l'"olandesizzazione di Venezia".
    • Nota 8 - Lavezzari non era Cifrista.
    • Nota 9 - Ipotesi sulla collocazione di "Ebrnargen"
    • Nota 10 - Pregi del terzetto veneziano.

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Storia della Caduta di Venezia, LX - T. II, pagine 316 - 325

28 - 30 Aprile 1797 a Venezia

  • Incontro di Francesco Pesaro con Baraguey d'Hiliers in Venezia il 29 Aprile 1797
    • Pesaro ha voluto l'incontro per cercare di decifrare le intenzioni francesi.
    • Baraguey nega di conoscere i motivi del comportamento di La Hoz.
    • Lui personalmente ha ordini solo di disperdere eventuali contingenti di paesani armati.
    • Per lui nel Trevigiano e in Friuli regna la tranquillità, a eccezione di un episodio che ha però già chiarito con il Luogotenente di Udine.
  • Incontro di Francesco Pesaro con Lallement in Venezia il 29 Aprile 1797
    • Anche lui non comprende il gesto di La Hoz, contrario agli ordini del suo Governo, e gliene chiederà ragione.
    • Non conosc ela clausole di Leoben,ma ipotizza che in Italia resteranno la repubblica Lombarda e la Cispadana, sotto protezione francese, mentre alla Repubblica di Venezia verrà chiesto di modificare la forma di governo.
    • Non è comunque autorizzato a parlare di questi argomenti, e consiglia a pesaro di trattare direttamente con Napoleone, cercando di assecondarlo.
  • Damò del 27 - 29 Aprile 1797 al Provveditore alle Lagune e Lidi
    • Trasferisca con urgenza in Venezia le truppe di stanza a Padova e tutte le imbarcazioni esistenti sul fiume Brenta, a Mestre e Fusina.
  • Tre Damò al Savio di terraferma alla Scrittura, al Magistrato alla Sanità e a quello alle Biave del 28 - 29 Aprile 1797
    • Il Magistrato alla Sanità porti tutta l'acqua possibile in città prelevandola dalla Seriola e dal Sile
    • Il Savio di Terraferma alla Scrittura provveda a far trasportare in Venezia la maggior quantità di fieno possibile
    • Il Magistrato alle Biave è incaricato di portare nella Dominante la maggior quantità di farine possibile e pietre da macina di ogni grandezza.
  • Ducale 29 Aprile in risposta alla Memoria del Commissario Pagador
    • Ci si complimenta per l'iniziativa dei mulini a uomini e a cavalli nei Monasteri.
    • Si accolgono tutti i suggerimenti da lui proposti che vengono trasmessi come ordini alle varie Magistrature.
  • Damò 29 Aprile al Provveditore alle Lagune e Lidi
    • Presidi con ogni cura tutti gli accessi lagunari
    • Ha carta bianca per nominare sostituire o rimuovere tutti gli incaricati della Difesa.
    • Rafforzi i pattugliamenti notturni in città, e se possibile istituisca ronde diurne servendosi della Milizia regolare.
  • Damò 29 Aprile agli Inquisitori di Stato
    • Vigilino strettamente su tutte le figure militari e navali preposte alla difesa.
  • Convocazione della Conferenza nelle stanze del Doge ed esautoramento del Senato 30 Aprile agli Inquisitori di Stato
    • Si prende a pretesto per il colpo di stato il dispaccio di Donà e Zustinian del 28 Aprile da Gradisca, dove i deputati informano delle intenzioni di Napoleone di abbattere il Governo veneto.
    • Elenco completo dei membri della Conferenza.
  • Note
    • Nota 1 - Su Francesco Pesaro e il suo curioso comportamento.
    • Nota 2 - Sugli episodi di ribellione ai Francesi in Friuli e su altri fatti che mettono in luce la reale debolezza degli occupanti.

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Storia della Caduta di Venezia, LXI - T. II, pagine 325 - 335

30 Aprile - 1 Maggio 1797 a Venezia e Udine

  • Storia di Venezia, la Conferenza dei Savi 30 Aprile - 1 Maggio 1797
    Storia di Venezia, Introduzione di Manin.
    • Prima di affrontare il modo di approcciare il M.C. si ascolti una proposta di Dolfin
    Storia di Venezia, Proposta Dolfin.
    • Si è legato di amicizia con Haller durante una sua precedente ambasceria a Parigi.
    • Definisce erroneamente Haller come attuale Ministro delle Finanze francese.
    • Ha mantenuto questa amicizia durante tutto il soggiorno parigino.
    • Chiede di essere incaricato di rinverdire quell'amicizia per perorare la causa di Venezia.
    • La proposta viene ignorata dai Savi e derisa da Antonio Cappello
    Storia di Venezia, Interventi di Francesco Pesaro e Antonio Cappello.
    • L'intervento di Pesaro è riportato molto confusamente da Tentori. Sembrerebbe orientato alla difesa attiva della cittòà come unica soluzione vista l'aggressività di Napoleone dolo i fatti del Liberateur.
    • Antonio Cappello sostiene ci si debba attenere alle decisioni del Senato di difendersi in armi.
    Storia di Venezia, Lettura di carte presentate da Lallement sull'avvicinamento dei Francesi e sulla procedura di presentare la questione in M.C.
    • Si vuole che il M.C. deliberi immediatamente di autorizzare Donà e Zustinian a trattare una pace ad ogni costo con Napoleone.
    • A questo desiderio si oppone l'impossibilità istituzionale per il M.C. di votare una Parte prima di otto giorni dalla proposta.
    • Si teme che, avuto il tempo di riflettere, il Corpo Patrizio rifiuti la resa. Ai traditori necessità che il voto avvenga sotto la suggestione immediata della paura e della sorpresa.
    • Si applica dunque una sorta di ostruzionismo durante la lettura delle carte, in modo che la Conferenza diventi sempre più confusa e si prolunghi fino a tarda notte.
    • Zaccaria Vallaresso propone di affidare al Doge il compito di comunicare con il M.C. in quanto il Doge è l'unico che può far derogare all'obbligo degli otto giorni.
    • È approvata con entusiasmo dai cospiratori, assecondati dai "timidi e dagli imbecilli"
    Storia di Venezia, Dispaccio da Fusina del Provveditore alle Lagune e Lidi.
    • Condulmer avvisa che i Francesi a Fusina costruiscono terrapieni e avanzano drappelli di soldati dentro botti.
    • Se gli viene ordinato, può fermare questi lavori con qualche colpo di cannone.
    • La notizia sparge il panico tra i Savi. Manin pronuncia la famosa frase: "Sta note no semo sicuri nè anche nel nostro leto"
    Nota di U.S. .
    • Dimostrazione di come una rapida invasione di Venezia fosse impossibile sia da parte di terra che dal mare
    • Impossibilità per Napoleone di affrontare un lungo assedio della città.
    • Le manovre a Fusina e i piagnucolii del Manin fanno parte di una campagna di destabilizzazione psicologica nei confronti dei Savi imbecilli."
    Storia di Venezia, Risposta al dispaccio da Fusina del Provveditore alle Lagune e Lidi.
    • Pietro Donà e Zan Antonio Ruzini propongono la resa della città.
    • I Savj di Terraferma, il Savio alla Scrittura Iseppo Priuli e il N.H. Niccolò Erizzo secondo vogliono rispettare le scelte di difesa prese del Senato.
    • Si produce un Damò che ordina la difesa con la forza dove fallissero le trattative.
    Storia di Venezia, Conclusione della Conferenza del 30 Aprile 1797.
    • Scena madre del Pesaro che dichiara di voler scappare in Svizzera.
    • Viene consolato da Vettor Sandi e Camillo Cassina, dopodiché aiuta Zaccaria Valaresso a scrivere la Parte che il Doge farà approvare in M.C. l'indomani.
    • La seduta della Conferenza si chiude verso le tre del mattino del primo Maggio 1797.
    Storia di Venezia, altri eventi del 30 Aprile 1797
    Molti colpi di cannone uditi nel pomeriggio da Fusina.
    Storia di Venezia, Dispaccio del Provveditore a Lagune e Lidi con relazione dell'Alfiere Orsich.
    • Racconta di una scaramuccia con scambio di colpi di cannone tra Francesi e batterie galleggianti veneziane.
    • Si sono sparati una quarantina di colpi per parte.
    • Non risultano feriti o morti dalle due parti.
    Storia di Venezia, Dispaccio scritto in Udine da Donà e Zustinian il 30 Aprile 1797
    • Non hanno avuto risposta alla lettera mandata a Napoleone.
    • I Francesi rallentano i corrieri alle stazioni di posta.
    • Napoleone si sposta molto velocemente
    • Non è andato a Bruch ma a Trieste, e adesso si muove verso Gorizia e Palma.
    • Cercheranno di precederlo in quest'utima città.
    • Descrivono movimenti di truppe napoleoniche.
    • A Palma li accompagnerà il Luogotenente di Udine, Alvise Mocenigo che si ritiene goda delle simpatie del Buonaparte.
    Storia di Venezia, riunione del Maggior Consiglio primo Maggio 1797
    Atmosfera intimidatoria in città.
    • Palazzo Ducale circondato di soldati con cannoni a miccia accesa
    • Guardia straordinaria di Arsenalotti e Bocchesi accampata a San Zaccaria.
    • Secondo Tentori l'atmosfera è creata ad arte per intimorire i Patrizi facendo credere a una possibile insurrezione in città.
    Storia di Venezia, Parte letta da Manin in M.C. il primo Maggio 1797
    • Manin esordisce piangendo.
    • Descrive una situazione tragica alla quale si può por rimedio solo autorizzando Dona e Zustinian a trattare una pace che includa modifiche al Governo.
    • La sua proposta è appoggiata dal Consigliere ZUanne Minotto e dal Capo dei Quaranta Pietro Bembo.
    • La Parte scritta da Valaresso la sera precedente è molto breve, Propone di estendere il mandato ai Deputati di trattare anche argomenti riguardanti il governo della Repubblica.
    • Gli argomenti non sono meglio specificati.
    • La Parte invece parla esplicitamente della liberazione dei prigionieri politici, quasi a far sembrare che sia quello il nodo principale.
    • La Parte viene approvata con 598 voti favorevoli, 14 non sinceri e sette contrari.
    Storia di Venezia, fuga di Francesco Pesaro da Venezia il primo Maggio 1797
    • Giunge notizia che Francesco Pesaro è fuggito da Venezia
    • Il Doge e la Signoria gli sostituiscono immediatamente nel ruolo di Conferente con Lallement Pietro Donà, che il giorno precedente in Conferenza aveva proposto la resa immediata della città.
    • Questo Donòà sembra ricevere autorizzazioni simili a quelle ottenute per i Deputati.
    Storia di Venezia, Damò primo Maggio 1797 al Provveditore Lagune e Lidi
    • Logicamente e sintatticamente sconclusionato.
    • Si confermano le precedenti istruzioni di reagire ma si sottopongono alle nuove commissioni affidate ai Deputati, che sono invece di sottomettersi.
    • Ai capi da Mar si da incarico di tentare di fermare con trattative le navi che tentassero di forzare il porto. Se le trattative fallissero, si minacci l'uso della forza. Si minacci la forza, non si usi la forza.
    • Evidente lo scaricabarile su ciascun ufficiale, ciascuno dei quali ormai doveva ben sapere che Napoleone stava chiedendo la testa di Pizzamano per aver affondato il Liberateur.
  • Note
    • Nota 1 - Sull'origine e funzioni del Maggior Consiglio.
    • Nota 2 - Biografia di Rudolph Emmanuel Haller
    • Nota 3 - Sul computo delle ore a Venezia.
    • Nota 4 - Note approfondite sulla figura di Francesco Pesaro e sulla destinazione della sua fuga.

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Storia della Caduta di Venezia, LXII - T. II, pagine 335 - 351

29 Aprile - 1 Maggio 1797 a Palma, Venezia e Vienna

  • Dispaccio ai Deputati presso Napoleone e al Luogotenente di Udine 1 Maggio 1797
    • Promettano la liberazione di tutti i prigionieri richiesti.
    • Aderiscano alle richieste di modificazione del Governo.
    • Non risultano assasini di Francesi nella Dominante, e per la Terraferma non si ha più autorità alcuna.
    • Rompere la neutralità con gli Inglesi sarebbe pericolosissimo per Venezia.
    • Ci si dichiara del tutto all'oscuro delle questioni relative all'eredità Thierry.
    • Si allegano lettere e rapporti sul proseguire delle ostilità dei Francesi verso la Repubblica. I ddeputati chiedano a Napoleone di farle cessare.
  • Dispaccio dei Deputati da Codroipo 1 Maggio 1797
    • Napoleone ha rifiutato l'incontro esigendo invece una lettera.
    • Riassunto della lettera, che chiede ancora un incontro.
    • Napoleone rifiuta ancora e intima ai Deputati di lasciare la Terraferma, che considera di sua appartenenza.
    • Queste comunicazioni avvengono per mezzo del Luogotenente di Udine.
    • Mentre stanno per partire, ricevono una lettera da Napoleone.
    • Risponde alla precedente del 26 Aprile da Ernhaugen, sui fatti del Liberateur.
    • Non li riceve perché grondanti di sangue francese. GLi argomenti addotti dai veneziani sono solo menzogne.
    • Accetterà di parlare solo previa consegna nelle sue mani dell'Ammiraglio che ha ordinato l'affondamento, del comandante di Sant'Andrea e degli Inquisitori di Stato.
    • Se i Deputati hanno ricevuto nuove istruzioni sui fatti del Lido, allora li riceve, altrimenti lascino subito la Terraferma.
    • Si recano al colloquio nonostante non abbiano affatto queste nuovew istruzioni
    • Tentano per l'ennesima volta di blandire il Generale e rabbonirlo.
    • Napoleone replica come il solito con ingiurie e menzogne contro Venezia, appoggiato dai suoi ufficiali.
    • Il governo di Venezia è nelle mani di pochissimi, e da tre settimane non si riunisce il Consiglio degli Ottocento. Lui spezzerà le catene dei Veneti.
    • Se Venezia vuole la pace, proscriva tutti i nobili anti-francesi
    • Rifiuta ogni possibilità di corruzione. nemmeno 100 milioni d'oro più tutto l'oro del Perù. Egli vuole vendetta
    • Ha scritto al Direttorio per la dichiarazione di guerra formale, ma nel frattempo egli passa a vie di fatto.
    • I Deputati dichiarano di tornare celermente a Venezia per istruzioni; chiesto un nuovo colloquio, Napoleone non lo promette né lo nega.
  • Lettera dei Deputati a Napoleone 30 Aprile 1797
    • Consueto piccolo capolavoro di piaggeria diplomatica.
    • Nessun veneto è più in armi controla Francia
    • Venezia sarà disposta a qualsiasi accomodamento per ottenere la pace.
  • Dispaccio del Luogotenente di Udine primo Maggio 1797
    • Vuole inviare a Venezia la propria moglie ad accompagnare la moglie di Baraguey d'Hilliers, perché tale donna perori la causa di Venezia presso il marito.
    • Le donne sosteranno alle Porte del Sile scortate da un ufficiale in borghese, in attesa di autorizzazione all'ingresso in città.
  • Dispaccio al Senato dell'Ambasciatore a Vienna Zan Piero Grimani, 29 Aprile 1797
    • Non ha notizie sul contenuto dei Preliminari di Leoben.
    • Tenta alcune considerazioni dettate dalla logica, sostanzialmente deduce che gli Austrici non hanno interesse né a lasciare l'Italia a Napoleone né a impadronirsene.
    • La ratifica dei Preliminari è attesa da Parigi per il 5 Maggio.
    • Da Vienna sta partendo per l'Italia un forte Corpo d'Armata, 31 battaglioni di fanteria, 600 cavalleggeri, 200 cannoni con grossi calibri.
    • Sono stati sciolti quasi tutti i Corpi di volontari, ma si continua la fortificazione di Vienna.
    • Il 22 Aprile numerose colonne francesi hanno passato il Reno e fatto prigionieri alcuni battaglioni austriaci.
    • Gli austriaci sul Reno erano al corrente della pace, i Francesi non si sa.
    • Spera di incontrare Thugut all'indomani.
    • Spedisce il dispaccio via Trieste, e così farà per i prossimi.
    • Non ha potuto incontrare l'Ambasciatore di Napoli, Marchese del Gallo. Questi è in procinto di accompagnare l?arciduchessa Clementina a Trieste, dove si imbarca per Napoli. Lui invece rimane perché in attesa della ratifica da Parigi e dei colloqui definitivi.
    • Corrono varie voci sul lluogo del trattato definitivo, ma nessuna certa.
    • Annuncia un (falso) avvicendamento nel ruolo di plenipotenziario prussiano alla Corte di Vienna (Lucchesini).
  • Dispaccio al Senato dell'Ambasciatore a Vienna Zan Piero Grimani, primo Maggio 1797
    • Il 30 Aprile ha incontrato Thugut, ma non ne ha ricavato alcuna informazione utile.
      • Ritiene di avere almeno parzialmente corretto le false informazioni sui fatti nella Terraferma che Thugut aveva ricevuto dal Marchese del Gallo, a sua volta informato da Napoleone.
      • Thugut si è mostrato molto interessato ai fatti di Salò e Verona, nonché sulla tranquillità delle province di qua del Mincio.
      • Thugut rifiuta di rispondere sulla collocazione dei Francesi dopo il ritiro dall'Austria. Takle notizia sarà però pubblicata nel Bollettino di Corte della stessa sera.
      • Nelle varie incertezze, sente l'austriaco poco compreso dei problemi di Venezia e dei riflessi sulla situazione internazionale.
      • Ritiene che la pace sia stata firmata dagli Austriaci frettolosamente, sotto la spinta di paure per il Reno e la Capitale.
      • Ribadisce che gli Austriaci non hanno interesse alla distruzione di Venezia.
    • Descrive il Bollettino di Corte del 30 Aprile 1797
      • L'Armata diretta in Italia sarà comandata dal Generale Terzi, con Wallis e Chateler.
      • Il Marchese del Gallo dichiara che gli Austriaci (60.000 uomini) si attesteranno sull'Isonzo con Q.G. a Gorizia, i Francesi sul Tagliamento con Q.G. a Palma.
    • L'Ambasciatore di Napoli è partito con l'Arciduchessa per Buda, non per Trieste, ma tornerà per il Trattato definitivo che si firmerà a Udine o a Brescia o a Bergamo.
    • La conferma dei Preliminari da Parigi pare non giungerà prima del 18 Maggio.
    • Allega dispacci da Londra e da Costantinopoli, più uno per i Provveditori al Denaro.
  • Dispaccio agli Inquisitori di Stato dell'Ambasciatore a Vienna Zan Piero Grimani, primo Maggio 1797
    • Riferta di un confidente su colloqui privati del Marchese del Gallo.
      • Il Marchese ha una pessima opinione di quel che è successo in Verona, Salò etc.
      • Una persona della sua cerchia, amico dei Veneziani, ha cercato di informarlo meglio.
      • Il Marchese pensa che Venezia ha due pesime alternative: o guerra coi Francesi per evitare il cambiamento di Governo, o con gli Austriaci se accetta di cambiarlo.
    • Grimani tenta ancora di scoprire cosa pensi Thugut.
      • Secondo fonti vicine al Barone, in Venezia esisterebbe un partito filofrancese organizzato da Lallement che potrebbe rovesciare il Governo.
      • Grimani definisce "falasissima" questa ipotesi, ma pensa che potrebbe essere usata come pretesto.
      • Il pretesto servirebbe all'Austria per venire in Italia come mediatore armato oppure per impedire la democratizzazione di Venezia a opera di tale congiura.
      • Da fonti solitamente attendibili ha saputo che il piano austriaco sarebbe annullato se Venezia non cambiasse forma di Governo.
  • Mia nota sull'improbabilità che il Grimani sia sincero in questi suoi dispacci.
  • Note
    • Nota 1 - Sull'eredità Thierry.
    • Nota 2 - Sulla moglie di Baraguey d'Hilliers.
    • Nota 3 - Sul Plenipotenziario prussiano a Vienna Girolamo Lucchesini.

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Storia della Caduta di Venezia, LXIII - T. II, pagine 351 - 363

1 - 2 Maggio 1797 a Treviso e Venezia, Manifesto di Palmanova

  • Manifesto di Palmanova 1 Maggio 1797
    • Inutilità del confutare le menzogne contenute.
    • Nota di U.S. sulle violazioni alla Costituzione francese del 1795 commesse da Napoleone con questo Manifesto e a Leoben.
    • Dati raccolti da Paolo Foramitti sul Manifesto e la sua pubblicazione, lettera di Napoleone a Berthier.
    • Ipotesi sui motivi che possono aver spinto Napoleone a scrivere il Manifesto.
    • Effetti psicologici del manifesto sul Maggior Consiglio.
    • Conferma di Guillaume di Vaudoncourt sulla effettiva diramazione del Manifesto come Ordine del Giorno del 2 Maggio.
  • Incontro tra il Provveditore Zustinian e Napoleone a Treviso il 2 Maggio 1797
    • Napoleone minaccia due volte di far fucilare il Provveditore Zustinian se nonb lascerà immediatamente Treviso.
    • Zustinian rifiuta e dichiara che obbedirà solo a ordini del proprio governo.
    • Napoleone chiede la testa di Francesco Pesaro e di dieci Inquisitori di Stato.
    • Zustinian rifiuta di farsi latore di questa richiesta e si offre come ostaggio o vittima sacrificale per placare la vendetta francese.
    • Napoleone sembra colpito dal coraggio del Provveditore e lo lascia libero.
    • Zustinian ritiene indispensabile riferire a Venezia sul suo colloquio. Fa confermare il giuramento di fedeltà alla repubblica alle Autorità di Treviso e parte per la Dominante.
    • Reincontra Bonaparte a Marghera, mentre è a colloquio con i Deputati, rimandati al generale con l'incarico del primo Maggio.
    • Viene ammesso al colloquio e scopre che Napoleone ha già concesso un armistizio di cinque giorni e ha ridotto le richieste. Non vuole più il Pesaro e per gli altri chiede punizione esemplare e non la morte.
    • Zustianian è convinto dai Deputati a recarsi a Venezia con loro.
  • Nuova descrizione sull'atmosfera di disfattismo e paura alla Conferenza del 2 Maggio.
  • La Conferenza del 2 Maggio 1797, ordine del Giorno:
    • relazione del Provveditore Straordinario di Treviso sul suo colloquio col Bonaparte;
      • presenta una stringata esposizione dell'incontro di Treviso;
      • Omette la richiesta di Pesaro perché poi abbandonata da Napoleone a Marghera.
    • relazione dei Deputati;
      • Raggiunti dal nuovo incarico a Mazzorbo,mentre tornavano a Venezia;
      • Si sono comunque abboccati nella tarda sera del primo Maggio con i Savj prima di ripartire;
      • Hanno incontrato Napoleone a Marghera, con due corpi di truppe.
      • Napoleone non è convinto dalla "part" del primo Maggio. Teme che sia un tranello dilatorio.
      • Vuole che i Deputati siano esplicitamente investiti di poteri plenipotenziari.
      • Rifiuta comunque ogni trattativa prima che siano condannati a morte tre Inquisitori di Stato, il Governator del Castello e il Grand'Ammiraglio responsabili dell'affondamento del Liberateur.
      • Minaccia di impadronirsi di venezia entro 15 giorni, e di far condannare a morte tutto il patriziato confiscandone i beni.
      • Dice di avere un piano per oltrepassare le Lagune.
      • Vuole risposta a Mantova entro 24 ore.
      • La chiusa della Memoria dei Deputati è tale da far pensare che essi fossero passati a sostenere la guerra psicologica di Napoleone.
      • Lettera di Berthier ai Deputati per concedere un armistizio di quattro giorni. Per i fatti del Lido si chiede la punizione di uno solo.
      • Nota di Tentori che rileva come durante questo armistizio in realtà Napoleone completa la sottomissione di tutte le provincie venete di Terraferma (Polesine,Friuli, Cadorino, Bellunese, Feltrino, Marca Trevigiana
    • Memoria del Ministro francese Lallement presentata quel giorno stesso.
      • Abbandona la maschera di uomo dolce e onesto e assume toni di aperta minaccia;
      • estende la richiesta di punizione anche all'equipaggio della galera che ha affondato il Liberateur.
      • pronuncia un ultimatum, vuole risposta a lui entro 48 ore e a Napoleone in Mantova entro 96.
      • Incongruenza di Lallement che mentre chiede punizione per gli alti responsabili e non per le mezze figure dell'Ammiragliato, chiede poi la punizione dell'equipaggio.
    • Tutti i Savj usciti si schierano per obbedire a Bonaparte senza condizioni.
    • Quattro lo fanno senza batter ciglio e mostrando anzi l'impazienza di sciogliere la repubblica: Il K. Dolfin, il Procurator Pisani, il N.H Giacomo Grimani, il N.H. Francesco Battaja.
    • Si emana un Damò al Provveditore alle Lagune e Lidi perché arresti il Sopracomito Pasqualigo che si supponeva essere l'Ammiraglio del Lido richiesto da Napoleone.
    • L'arrivo di Pietro Donà, Conferente del Lallement, precisa che è Pizzamano che i francesi vogliono.
    • Altro Damò che annulla il precedente e impone l'arresto di Domenico Pizzamano, comandante del Castello del Lido.
  • Note
    • Nota 1 - Sui possibili motivi della richiesta napoleonica riguardo al Pesaro. Sistema usato dai Ministri Francesi a Venezia per comunicare velocemente con la Terraferma.
    • Nota 2 - Sul fatto che tutti i felloni si trovano nella posizione di Savj usciti.

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Storia della Caduta di Venezia, LXIV - T. II, pagine 363 - 373

2 - 3 Maggio 1797 a Venezia e Vienna

  • Discussione sulla necessità di arrestare Francesco Pesaro perché non fugga a Vienna 2 Maggio 1797.
    • L'arresto senza processo è proposto da Battaja appoggiato da Giacomo Grimani.
    • A tutti sembra essere noto che il Pesaro è diretto a Vienna e si trova imbarcato sulla nave del nipote Leonardo Correr, Almirante alle Navi.
    • Il Savio alla Scrittura Iseppo Priuli si oppone al damò di arresto.
    • Priuli invia un messaggio al Pesaro avvisandolo del pericolo e invitandolo a partire velocemente.
    • La vicenda si conclude con una Ducale con cui si richiedono informazioni all'Almirante alle Navi.
  • Calunnie sugli Schiavoni diffuse in Città, sarebbero turbolenti e pronti alla rivolta.
  • Damò 2 Maggio 1797
    • Su proposta di Piero Donà si rinuncia a impedire l'accesso al porto ai legni stranieri armati, imponendo di sorvegliarli ma escludendo l'uso della forza.
    • I Savj di Terraferma, inizialmente contrari, accettano.
    • Gli Schiavoni devono essere sottoposti a stretta sorveglianza dal Provveditore alle Lagune e Lidi.
    • Si rimanda ogni altra discussione importante alle decisioni del Maggior Consiglio che si riunirà il 4 Maggio.
    • Si consente l'ingresso a Venezia alla moglie del d'Hilliers accompagnata dalla moglie di Alvise Mocenigo Luogotenente di Udine.
    • Accettata la richiesta di Lallement di far entrare in città l'ufficiale Dur.
    • Si ordina il rilascio dell'equipaggio del Liberateur.
    • I Savj di terraferma cercano di opporsi a queste misure disfattiste, ma passano per la debolezza condiscendente della Signoria ( Doge, Consiglieri, Capi di 40)
  • La confusione e il timore regnano sulla Conferenza. Foris pugnae, intus timores. Si continua a evitare la riunione del Senato. Condulmer e Morosini quarto diffondono notizie false sull'indifendibilità di Venezia e sulla congiura dei 16.000 pugnali.
  • La Conferenza del 3 Maggio 1797
    • Si ordina la sospensione di ogni reclutamento di truppe e lo scioglimento delle leve già in cammino verso la Dominante.
    • Si prepara la Parte dal proporre al Maggior Consiglio del 4 Maggio
  • Riunione Maggior Consiglio 4 Maggio 1797
    • Stessa messinscena del primo Maggio: cannoni a micce accese in Piazza, Manin gronda lacrime etc..
    • La parte proposta dal Doge è appoggiata da Minotto e Bembo, quindi passa subito in votazione.
    • L'armistizio è visto come atto di fiducia sul ristabilimento dei rapporti con la Francia.
    • Si assegnano i poteri plenipotenziari a Dona, Zustinian e Mocenigo. Possono trattare su tutto, inclusi Costituzione e Governo. Il Maggior Consiglio si riserva la ratifica.
    • Si ordina agli Avogadori da Comun di arrestare i tre Inquisitori per responsabilità e istigazione negli assassini di Francesi nello Stato e per i fatti del Liberateur.
    • Arrestino anche il Pizzamano ma sia detenuto in luogo diverso da quello degli Inquisitori.
    • Nota di Tentori sul fatto che Avogador da Comun era il vile fellone Francesco Battaja e che gli Inquisitori avrebbero potuto evitare tanti scempi se avessero compiuto il loro dovere di arrestare lui e gli altri notori felloni.
    • Si invia copia della Parte ai Deputati perché la mostrino a Napoleone. I savj usciti la recapitano anche a Lallement, che nonostante la dichiarazione di guerra continua a tenere aperta la sua Ambasciata.
    • La Parte è approvata con 704 voti favorevoli, 15 contrari e 12 non sinceri.
  • Memoria dell'Ambasciatore a Vienna Zan Piero Grimani al Ministro Thugut 4 Maggio 1797
    • Chiede che si faccia leggere all'Imperatore la Species Facti veneziana per smentire le calunnie napoleoniche sui fatti che occorrono in Italia.
    • Venezia è stata sempre leale nella sua neutralità, rifiutando occasioni vantaggiose e assumendosi i pericoli (alleanza Turco.ispano-francese del 96).
    • Napoleone ha abusato e sta abusando della neutralità.
    • Il Grimani e la sua Repubblica rifiutano di credere alle voci fatte circolare dai Francesi nel Trevisano e a Ceneda che essi starebbero conquistando le terre venete a favore di altra Potenza, ovvero per scambiarle col trattato di pace.
    • Egli vuole invece credere alle promesse imperiali di mai collaborare a nuocere alla Serenissima.
  • Note
    • Nota 1 - Sulle ragioni dell'apparente accanimento contro il Pesaro.
    • Nota 2 - Sull'imbarcazione brazzera.
    • Nota 3 - Traduzione di "foris pugnae, intus timores".

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Storia della Caduta di Venezia, LXV - T. II, pagine 373 - 386

5 - 8 Maggio 1797 a Venezia

  • Dati sulle forze in campo nell'"assedio" di Venezia.
    • Dalla parte di Marghera "300 laceri Francesi con un cannone da 12"
    • La Dominante era difesa da "206 legni armati, undeci mila Schiavoni reggimentati, 3500 Italiani e 800 pezzi d'artiglieria,
    • Osservazione che i Francesi non disponevano di barche né zattere
  • Il 5 Maggio 1797 si mandano due Deputati in Terraferma per ottenere una proroga dell'armistizio nel caso che Napoleone torni senza che i tre Deputati siano riusciti a incontrarlo.
    • L'onere cade sul Luogotenente Straordinario (alle Lagune e Lidi) Tommaso Condulmer e sull'ex-Provveditore Straordinario di Treviso, Anzolo primo Zustinian.
    • Devono rassicurare Napoleone che i suoi ordini sono stati eseguiti e che i tre Deputati hanno le credenziali plenipotenziarie.
    • Giunti a Mestre si abboccano invece con d'Hilliers.
    • Condulmer offre in cambio della proroga di far arretrare il proprio naviglio da San Secondo a Venezia.
    • Zustinian chiede che i Francesi smobilitino dalla Torre di Marghera occuoata durante l'armistizio.
    • Baraguey rifiuta la proroga.
    • Condulmer fe egualmente arretrare il naviglio abbandonando San Secondo.
  • La Conferenza del 5 Maggio 1797 sul da farsi in caso di attacco francese.
    • Condulmer paventa un attacco su Chioggia.
    • La maggior parte dei Savi è incline a cedere nel caso che l'attacco si estenda alla Dominante.
    • Si opta per dare a Condulmer delle condizioni per la resa.
    • I Savj di Terraferma non credono possibile un attacco dei Francesi ma attendono di vedere le commissioni affidate a Condulmer.
    • Le condizioni sono dettate da Antonio Ruzzini e chiedono le salvaguardie che vedremo nel Damò..
    • I Savj di Terraferma e Iseppo Priuli ritengono che ci si dovrà difendere con la forza se le condizioni non saranno accettate.
    • Reazione furente di Ruzzini e Piero Donà, terrore o finto terrore negli altri savi (Alvise Pisani, K. Dolfin, Giacomo Grimani, Francesco Battaja &c.)
    • All'alba del 6 Maggio la Conferenza si scioglie rimandando ogni decisione al Maggior Consiglio
    • Si riunisce invece il Collegio della Signoria e da l'incarico al Condulmer
      • Sono quattro articoli più due aggiunti. Sostanzialmente però ha facoltà di arrendersi anche senza condizioni.
      • Deve chiedere la proroga fino all'arrivo delle notizie dei Deputati, oppure il tempo di allontanare gli Schiavoni dalla città.
      • Che entrino in città poche truppe e solo francesi.
      • Che siano fatti salvi: la Religione, la Libertà, l'Indipendenza, la Zecca, il Banco, l'Arsenale, Armi, Munizioni, Navigli, Archivj, vite e proprietà degli abitanti.
      • Che non si perseguitino individui e famiglie.
      • Se sono negate le garanzie, chieda il tempo di consultarsi col Maggior Consiglio e ritiri le truppe.
      • Due articoli aggiunti: contratti al massimo se si richiedono somme in denaro e chieda garanzie per il Residente Britannico e il Ministro plenipotenziario di Russia.
  • Lettera di Condulmer 5 Maggio 1797 a Contarini: Senza averne facoltà ufficiale, ordina di abbandonare Brondolo e Chioggia rispedendo in Dalmazia le guarnigioni.
  • Sempre Condulmer sparge voce di un possibile attacco francese da Fusina alle Vignole.
  • Tentori lo condanna perché lo sa perfettamente avveduto dell'impossibilità per i Francesi di portare un qualsiasi assalto.
  • Lettera di Condulmer< b>5 Maggio 1797 a Zuanne Zusto Provveditore alle Lagune e Lidi: completamente disfattista, non ha uomini sufficienti, Venezia non può essere difesa nemmeno da un attacco di modeste dimensioni.
  • Nota di Tentori che accusa d'infamia il Condulmer che lamenta di non avere uomini quando proprio lui ha rispedito a casa migliaia di soldati, fermato le leve e abbandonato Brondolo, Chioggia, i sette fortini su palafitte, San Secondo e San Giorgio in Alga.
  • 6 Maggio 1797 Memoria di Worsley Residente inglese che chiede di essere garantito dai nemici in caso di blocco o capitolazione della Città. Se non vi sono garanzie chiede una nave da guerra che lo porti alle fregate inglesi che incrociano nell'Adriatico dirette al Golfo di Venezia (notizia dal Cavalier Jervis Comandante della flotta inglese nel Mediterraneo).
  • Consulta Straordinaria dei Savj del 7 Maggio 1797 se si debba disarmare la città e allontanare le Truppe Oltremarine.
    • Disarmo completo proposto da Francesco Battaja, Dolfin K., Giacomo Grimani e Zuanne Emo. Appoggiato da Tommaso Condulmer, che dichiara l'indifendibilità, e da Niccolò Morosini IV, che paventa i pericoli di una rivolta degli Schiavoni.
    • I 36 Savj del Consiglio la rifiutano all'unanimità
    • Battaja minaccia una protesta formale, ma viene tacitato da Niccolò Erizzo secondo detto Guido.
    • Si risponde alla Memoria del Worsley, senza peraltro garantirgli vere protezioni né accennare alla nave da guerra.
  • Napoleone si è spostato a Milano e i deputati tardano a raggiungerlo. Nuova richiesta di proroga dell'armistizio affidata a Condulmner che la ottiene da Victor tramite il proprio Maggiore di Squadra Parma.
  • Gran Conferenza 8 Maggio 1797 sul da farsi in caso di attacco francese alla città.
    • Apre la Conferenza Manin con voce tremane e si dichiara disponibile ad abdicare il Corno Ducale. Invita i Procuratori di San Marco a rinunciare alla carica come lui. Annuncia un importante discorso di Niccolò Morosini IV.
    • Risposta enigmatica di Alvise Pisani Savio in Settimana che lo loda per la rinuncia nonostante egli non sappia chi siano i nuovi capi rivoluzionari, né se davvero vi sia congiura. È comunque disposto a rinunciare alla carica di Procuratore.
    • Fuori ordine del giorno sorge la disputa sul disarmo.
    • La maggior parte sembra favorevole al disarmo e al rimpatrio degli Schiavoni
    • Discorso di Niccolò Morosini IV
      • Difficoltà del trasporto in Dalmazia degli Schiavoni, inquieti, a suo dire, perché da mesi non ricevono paga.
      • Chiede che per tranquillizzarli vengano pagati sia gli arretrati sia in anticipo per il mese di Giugno
      • Nota del Tentori che specifica come gli Schiavoni non fossero inquieti per la paga, ma per biglietti anonimi che venivano fatti circolare tra di loro dove li si avvisava del tradimento del governo, che li avrebbe disarmati e consegnati ai Francesi. I rivoluzionari li vogliono inquieti per poterli allontanare e giustificare la carenza di personale lamentata falsamente dal Condulmer.
      • Morosini ottiene un damò per il pagamento imediato degli Schiavoni a tutto Giugno. Il Damò è firmato dalla Signoria ma non dai savj.
      • Mia osservazione che probabilmente quel denaro fu rubato dal Morosini e suoi complici.
      • Morosini lamenta che Condulmer non gli ha concesso i rinforzi chiesti per la difesa interna della città
    • Interviene furiosamente Giacomo Grimani reclamando l'allontanamento immediato degli Schiavoni prima che questi comincino a massacrare i Nobili, massacro che sarebbe stato poi portato a termine dai 16.000 congiurati. Ha visto "dame di rango" cucire pubblicamente coccarde tricolori.
    • Si ode il provveditore alle Lagune e Lidi Zuanne Zusto dire che "I Schiavoni i xe el conforto dei Buoni, come no i pol esser che el spavento dei Cattivi".
    • Zaccaria Vallaresso ambiguamente dice che bisogna tenere gli Schiavoni se si vuole difendersi, allontanarli se si vuole arrendersi.
    • I Savj di Terraferma sono unanimi contro il disarmo e l'allontanamento degli Oltremarini.
    • Parla Tommaso Condulmer
      • Gli Schiavoni lo hanno fatto oggetto minacce e insulti.
      • Non ha mandato rinforzi al Morosini per non sguarnire presidi importanti nelle Lagune.
      • Racconta di un episodio presso Burano quella mattina stessa in cui gli Schiavoni hanno fermato una barca con soldati e munizioni francesi a bordo. GLi equipaggi sono venuti alle mani nonostante gli ordini contrari di Marco Cicogna comandante di quella zona. È ancora incerto l'esito dell'evento.
    • Interviene Alvise da Mosto, Capo Superiore: fa notare che si è usciti dall'ordine del giorno perché si doveva parlare di un piano in caso di attacco e non di armo o disarmo; rimprovera Condulmer per i mancati rinforzi, dato che nelle presenti circostanze pa tranquillità interna della Capitale è la cosa più importante.
    • Termina la Conferenza con la decisione di Pagare in anticipo gli Schiavoni e rispedirli in Dalmazia.
    • Osservazione di Tentori su come siano definitivamente smascherate le perfide intenzioni di molti tra i savj e il tradimento del Governo e dei comandanti militari.
  • Note
    • Nota 1 - Sul fatto che le proroghe servono solo a coprire il bluff di Bonaparte.
    • Nota 2 - Paste = lingotti.

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Storia della Caduta di Venezia, LXVI - T. II, pagine 386 - 399

4 - 10 Maggio 1797 a Venezia

  • 8 Maggio 1797 Riunione illegale dei Savj in casa di Alvise Pisani Savio Supplente in settimana.
    • Battaja vuol stilare una formale protesta con quelli del suo partito, per la mancata decisione di imbarcare gli Schiavoni, da presentare a Villetard
    • Si assenta due ore e al ritorno si apparta con Piero Donà al quale confida il progetto di far giungere, complice il Morosini, notizie flase alle stanze del Doge.
    • A questo fine sono convocati tre ribelli "popolani": Tommaso Gallini avvocato, Giovanni Andrea Spada sovversivo appena dimesso dai piombi e Piero Tommaso Zorzi, speziale.
  • Missione dello Zorzi notte tra 8 e 9 Maggio 1797: si reca alle stanze del Doge grazie a un lasciapassare del Morosini e racconta a entrambi:
    • di avere ascoltato Villetard che con altri suoi connazionali prevede la rivoluzione per il giorno 9, con la partecipazione di metà degli Schiavoni.
    • Di avere ottenuto da Villetard, in colloquio privato, la dilazione di un giorno per avvisare il Doge ed evitare ogni violenza.
    • Il Doge e Morosini incaricano Zorzi di un nuovo incontro con Villetard per averne istruzioni scritte.
  • 8 Maggio 1797 Ducale all'ambasciatore a Vienna Grimani in risposta a dispacci del 29 Aprile e Primo Maggio giunti a Venezia il 6 Maggio.
    • Ducale di elogi ed esortazione a correggere le false impressioni su Venezia diffuse dai Francesi.
    • AllegataSpecies Facti sugli ultimi avvenimenti.
    • Rimborso spese postali per ultimi espressi.
    • Per Tentori il dispaccio da Vienna del primo Maggio ha accelerato la "rivoluzione", dato che ne sanciva l'urgenza per i piani napoleonici
  • 9 Maggio 1797 Spada e Zorzi presentano alla Consulta una carta di richieste orali del Villetard trascritte dallo Zorzi:
    • Villetard rifiuita di scrivere o promettere, perché solo Napoleone può, ma rilascia consigli per compiacere il generale.
    • Lunga lista di consigli da eseguirsi in due giorni, dall'arresto di D'Antraigues per impadronirsi delle sue carte (affare Pichegru?) alla distruzione di ogni sovranità veneta ai nomi dei componenti la nuova Municipalità: Presidente Manin segretario Spada..
    • Promessa di intercedere per gli Inquisitori
    • L'ultimo consiglio è scritto da mano differente e limita la presenza di ex nobili nella Municipalità a non più di un terzo dei membri.
  • Dopo la lettura della carta di Zorzi, Morosini fingendo disperazione dice di non poter più in alcun modo difendere la Dominante da un attacco anche minimo o dalla congiura interna.
  • Donà e Battaja spingono il terrore dei Savj fino ad accettare i consigli del Villetardl
  • Rifiutano di firmare in sette, che abbandonano la consulta dicendo chela carta dello Zorzi è illegale e che bisogna attendere la risposta dei Deputati a Milano. Un dispaccio ha appena comunicato che Napoleone ha prolungato l'armistizio di 8 giorni.
  • Nonostante l'opposizione Donà ottiene di essere incaricato col Battaja di recarsi da Villetard per assicurarlo che si seguiranno i suoi consigli.
  • Lettera d'incarico a Battaja e Donà che li autorizza a trattare nell'urgenza e nella mancanza di tempo per una convocazione del Maggior Consiglio sulla base delle Parti del 1 e 4 Maggio.
  • Nota del Tentori sull'illegittimità di questo incarico.
  • Elenco dei firmatari e di coloro che rifiutarono di firmare.
  • Pisani minaccia di denunciare i non firmatari alla Municipalità come "refrattarj e caparbj".
  • Il 4 Maggio era giunta una richiesta di 6000 zecchini (21 kg. oro puro) da consegnarsi al portatore da parte del Deputato plenipotenziario Donà.
  • La Consulta ridotta dei Savj approva l'esborso
  • Tentori non sa a quale scopo siano destinati i denari, ma corrono voci che si tratti di una regalia ad Haller perché interceda presso Napoleone.
  • La somma viene ritirata da Vivante.
  • Il 10 Maggio 1797 riunione della Signoria con i Savj attuali approva l'imbarco immediato degli Schiavoni perché la loro presenza impedisce la desiderata rivoluzione.
  • Il 10 Maggio Donà e Battaja presentano relazione sul loro incontro con Villetard: in realtà sul contenuto effettivo del loro incontro si limitano a dire che Villetard ha confermato quanto detto a Spada e Zorzi, che concede quattro giorni di proroga alla rivoluzione e che Napoleone ha prolungato di otto giorni l'armistizio. Il resto contiene:
    • una versione peggiorata delle relazioni di Mocenigo e Condulmer (mie note sulle ragioni delle modifiche);
    • un sunto confuso e adulterato degli eventi degli ultimi giorni;
    • in particolare sono omessi alcuni dei consigli di Villetard, ed aggiunte promesse non fatte allo Zorzi;
    • Grazie a queste omissioni e modifiche i due possono far apparire che i consigli presuppongono il mantenimento dello Stato veneto.
    • concludono la pseudo-relazione con l'invito a prendere una rapida decisione in favore dei consigli del Villetard.
  • Note
    • Nota 1 - Sull'assenza di Lallement.
    • Nota 2 - Notizie su Spada e Gallini con documenti d'archivio.
    • Nota 3 - Sul fatto che il rifiuto di firmare l'abdicazione immediata non è per patriottismo ma per dare il tempo di imbarcare gli Schiavoni, cosa che avverrà il giorno 11 Maggio.
    • Nota 4 - Sulla copertura di Morosini da parte di Battaja.

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Storia della Caduta di Venezia, LXVII - T. II, pagine 399 - 416

9 - 16 Maggio 1797 a Venezia

  • 11 Maggio 1797 Imbarco di tutte le Truppe Oltremarine presenti nella Laguna come da decreto del 10 Maggio; l'ordine è trasmesso da Zuanne Zusto (Condulmer) a Niccolò Morosini IV. L'ordine precisa che, una volta giunti a Zara, dovranno essere riconsegnate armi, munizioni, navi, uniformi, biade e razioni di biscotto.
  • 11 Maggio 1797, lettera di Zuanne Zusto con cui si dimette da Provveditore alle Lagune e Lidi essendo venuta meno ogni forza militare necessaria a quella Carica:
    • Conferma che l'imbarco degli Schiavoni è stato da lui affidato al Condulmer e al Morosini.
    • Ai reggitori dell'Arsenale è stato comandato di prendere in consegna tutte le imbarcazioni impiegate nelle opere di difesa, con le loro attrezzature.
    • Al Magistrato all'Artiglieria di prendere in consegna armi, munizioni e altri generi di sua competenza.
    • Al Magistrato alle Biave di prendere in consegna le razioni di biscotto.
    • Ha richiamato alla Dominante il Deputato al Litorale di Pellestrina Zan Domenico Almorò Tiepolo e a quello di Malamocco Anzolo Zusto, perché rimasti senza truppe.
    • Non ha invece richiamato, in quanto dipendenti direttamente dal Senato:
      • Zan Battista Contarini Deputato a Chioggia,
      • Augustin Soranzo Deputato al Castello del Lido,
      • Marco Cicogna Deputato a Burano,
      • Zan Pietro Venier Deputato a Mestre, attualmente insediato a San Secondo,
      • Paulo Emilio Canal, Deputato a Fusina, attualmente insediato a San Giorgio in Alga.
      Tutti questi sono adesso senza alcuna incombenza, ma è il Senato che deve disporre di loro.
    • Chiede ancora dove devano essere consegnati i molti incartamenti relativi al suo incarico.
    • Encomia due funzionari, Vettor Gabriel e il Maggior Magnanini.
  • 11 Maggio 1797 Risposta della Consulta alle dimissioni di Zusto
    • Dimissioni respinte: rimanga al suo posto per garantire la tranquillità nella Dominante, di concerto con il Morosini (se Zusto fosse decaduto, sarebbe decaduto anche il suo Luogotenente Condulmer...)
    • Confermato il ritiro dei Deputati di Pellestrina e Malamocco, rimangono in carica tutti gli altri.
    • Zusto decida a suo talento quale Archivio sia più adatto per i suoi incartamenti.
    • Premi in denaro ai due funzionari elogiati.
  • Invettiva di Tentori contro il Direttorio di Francia, i suoi Ministri e i suoi generali. En passant accenno anche ai traditori interni.
  • Mia nota sulla parzialità di giudizio del Tentori e sulle sue possibili cause.
  • Cronaca del 12 Maggio 1797:
    • Di primo mattino biglietto di Donà e Battaja al Doge e ai Consiglieri:
      • Nella notte lo Spada ha mostrato loro una lettera inviata da Haller a Villetard.
      • Allegano un estratto perché possa esser letto in Maggior Consiglio.
      • Secondo Haller solo il cambiamento di governo può salvare Venezia.
      • I Deputati a Milano rifiutano di abolire i diritti ereditari del Patriziato veneziano.
      • Napoleone esige questa abolizione e la attuerà con la forza se non sarà spontanea.
      • Villetard lo informi prontamente sulla decisione in merito presa a Venezia
    • Riunione del Maggior Consiglio nella ormai consueta scenografia intimidatoria:
      • La Signoria presiede la riunione nonostante manchi il numero legale: 537 presenti a fronte dei 600 richiesti.
      • Il Doge legge con voce tremante le comunicazioni di Donà e Battaja, aggiungendo tutto quello che possa aumentare il terrore nei Membri.
      • Tace invece sui dispacci da Vienna dove si ipotizzava un aiuto austriaco in caso di rifiuto al cambiamento di governo.
      • Il Consigliere Minotto espone prolissamente il decreto di abdicazione proposto.
      • Si odono scariche di fucileria usate come saluto dagli Schiavoni in partenza sulle navi verso i Bocchesi rimasti a San Zaccaria.
      • Gli spari generano il panico nell'assemblea che pensa alla famosa congiura dei 16.000 pugnali.
      • Si grida di andare subito al voto e il decreto viene dichiarato preso con 512 favorevoli, 20 contrari e 5 non sinceri. Tentori sostiene che i voti non furono nemmeno effettivamente contati.
      • Testo del Decreto:
        • Si richiamano i decreti del primo e 4 Maggio che conferiscono poteri plenipotenziari ai Deputati presso Napoleone.
        • Stabilisce la necessità di provvedimenti urgentissimi a fronte delle notizie avute da Donà e Battaja nonché del pericolo di una congiura interna.
        • Si adotta il sistema del Governo rappresentativo Provvisorio sempre che questo incontri i desideri del Bonaparte e permetta di garantire riguardi per il patriziato, gli appaltatori, la Zecca e il Banco.
    • Riunione privata della Signoria nelle camere del Doge.
      • Partecipano: i cinque Savj di Terraferma, i Savj del Consiglio Donà e Pisani, il Capo del Consiglio dei X Zuanne Emo e il Cassiere del Collegio Francesco Calbo "per la prima volta chiamato a tali Consulte"
      • Si promulgano vari decreti relativi all'imbarco e alla partenza degli Schiavoni.
    • La Piazza San Marco è gremita di popolo inteso a sostenere la decisione di non cambiare il governo.
    • Un segnale concordato fra i congiurati per annunciare la caduta del governo viene esposto a una finestra di Palazzo Ducale. Il vecchio salimbeni lo vede e urla "Viva la Libertà!". Il Popolo ammutolisce e Salimbeni pensa bene di correggersi gridando "Viva San Marco!".
    • Il grido di San Marco viene ripreso dalla folla e una sommossa si espande in tutta la città
    • Il popolo cerca dei comandanti, ma nessuno del Patriziato raccoglie la richiesta.
    • Nota di Tentori sulle riflessioni che motivarono un nobile di sua conoscenza a non accettare di guidare una controrivoluzione.
    • Priva di un capo la folla si abbandona al saccheggio delle case di noti "giacobini". Tentori osserva che se vi fossero stati davvero i 16.000 congiurati, avrebbero dovuto difendersi, invece Spada, Zorzi, Villetard e altri si rifugiarono nell'Ambasciata di Spagna.
    • Mia nota sui saccheggi e sulla questione Mangarini
    • Dopo il saccheggio di una dozzina di case, il Governo Provvisorio incaricva Bernardino Renier di sedare il tumulto.
    • Bernardino esegue sparando a mitraglia con un cannone sul ponte di Rialto.
    • I tumulti cessano.
  • Tra i decreti emanati dalla riunione privata della Signoria il 12 maggio, uno incaricava Condulmer di portare le nuove notizie a Baraguey d'Hilliers.
  • Il mattino del 13 Maggio il Governo provvisorio riceveva la relazione sull'incontro:
    • Baraguey è soddisfatto del cambiamento, offre aiuto per sedare i tumulti.
    • Condulmer rassicura Baraguey sulla capacità del Governo di ristabilire la calma, ma presso il Governo caldeggia l'intervento francese.
    • Parte per Padova e spera di trovare tutto risolto al suo ritorno.
  • La Signoria risponde che i tumulti sono stati sedati in serata stessa del 12 con l'arresto di oltre 40 facinorosi. Ritiene opportuno ritardare lì'ingresso in città dei Francesi di qualche giorno, per preparare il popolo soprattutto tenendo conto del fatto che gli Schiavoni, pur imbarcati, sono ancora nel porto a causa di venti contrari.
  • Tra il 13 e il 16 Maggio 1797 sono pubblicati altri proclami che hanno secondo Tentori lo scopo di rassicurare Villetard
  • Il 13 Maggio si spedisce un dispaccio a tutti i Rappresentanti all'estero accompagnato da una Spèecies Facti sugli ultimi avvenimenti. Non si ordina di comunicarli alle Corti, ma solo di usarli se eventualmente interrogati.
  • Nella Species Facti si afferma che si è presa la decisione in anticipo sugli eventuali accordi dei Deputati a Milano per sventare gravi imminenti pericoli per il Patriziato, gli appaltatori pubblici , la Zecca e il Banco. Si imputano i tumulti a un corpo di Schiavoni ribelli.
  • Nei giorni precedenti l'arrivo dei Francesi, 16 Maggio 1797, il Governo Provvisorio lavora per preparare il popolo all'invasione e ai membri della nuova Municipalità.
  • Per la descrizione delle malefatte di tale Municipalità Tentori ci rimanda a due altre pubblicazioni: "Dialogo tra Eraclito e Democrito Redivivi sulla Rivoluzione politica di Venezia" e "Discorso del Cittadino Pandolfo Malatesta di Rimini al Popolo di Venezia".
  • L'Abate conclude l'opera con una citazione di Mallet Dupan, dove si esalta smodatamente la resistenza popolare e si imputa ogni colpa ai francesi, come farà l'Abate stesso nei Corollari.
  • 15 Corollari molto discutibili nei quali Tentori vorrebbe far apparire venezia innocente vittima della perfidia francese e di pochi traditori, con miei commenti articolo per articolo.
  • Mia nota finale di contestazione ai Corollari, con riferimento alla malattia morale di Venezia allora e fino ai giorni nostri.
  • Note
    • Nota 1 - Sulla notizia del trasloco del Doge ricavabile dalle Memorie dallo Spada.
    • Nota 2 - Sul fatto che al popolo e agli Schiavoni si era fatto credere che la resa servisse a tenere i Francesi fuori da Venezia.
    • Nota 3 - Su Mangarini come capro espiatorio.
    • Nota 4 - Sul rifiuto delle dimissioni di Zusto per mantenere in carica il suo luogotenente Condulmer.
    • Nota 5 - Sugli opuscoli citati da Tentori.

Umberto Sartori

Storia di Venezia - Veduta di Venezia da un quadro di Francesco Canal

Veduta di Venezia da un quadro di Francesco Canal (courtesy of http://www.vivavenezia.com.


Parte Prima

|| Pag. 3 - 19 || Pag. 21 - 46 || Pag. 47 - 65 || Pag. 65 - 75 || Pag. 75 - 89 || Pag. 89 - 101 || Pag. 101 - 119 || Pag. 119 - 131 || Pag. 131 - 142 || Pag. 142 - 152 || Pag. 152 - 163 ||
|| Pag. 164 - 172 || Corollari Prima Parte ||

Parte Seconda

|| Pag. 173 - 182 || Pag. 182 - 188 || Pag. 188 - 199 || Pag. 199 - 211 || Pag. 211 - 221 || Pag. 221 - 232 || Pag. 232 - 242 || Pag. 242 - 252 || Pag. 252 - 262 || Pag. 262 - 273 ||
|| Pag. 273 - 283 || Pag. 283 - 293 || Pag. 293 - 302 || Pag. 302 - 313 || Pag. 313 - 324 || Pag. 324 - 333 || Pag. 333 - 341 || Pag. 341 - 353 || Pag. 353 - 368 || Pag. 368 - 371 ||
|| App. "A" || App. "B" || ill. App. "B" || Pag. 371 - 380 || Pag. 380 - 391 || Pag. 391 - 396 || Corollari Seconda Parte ||

Parte Terza

|| Pag. 3 - 12 || App. Landrieux || Pag. 13 - 29 || Pag. 29 - 45 || Pag. 45 - 58 || Pag. 58 - 72 || Sant'Eufemia || Pag. 72 - 76 || Pag. 76 - 83 || Pag. 83 - 104 || Pag. 104 - 117 ||
|| Ori e argenti || Pag. 118 - 134 || Pag. 134 - 142 || Pag. 142 - 150 || Pag. 150 - 167 || Pag. 167 - 178 || Pag. 178 - 188 || Pag. 188 - 218 || Pag. 218 - 227 || Pag. 227 - 242 ||
|| Pag. 242 - 252 || Pag. 252 - 262 || Pag. 263 - 282 || Pag. 282 - 294 || Pag. 294 - 301 || Pag. 301 - 315 || Pag. 316 - 325 || Pag. 325 - 335 || Pag. 335 - 351 || Pag. 351 - 363 || Pag. 363 - 373 ||
|| Pag. 373 - 386 || Pag. 386 - 399 || Pag. 399 - 416 ||

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Storia della caduta della Repubblica di Venezia. Edizione HTML e grafiche a cura di Umberto Sartori. Consulenza bibliografica dott. Paolo Foramitti.