Storia di Venezia

Pagina pubblicata 12 Gennaio 2017

Cristoforo Tentori, Raccolta Cronologico Ragionata
di Documenti Inediti che Formano la Storia Diplomatica
della Rivoluzione e Caduta della Repubblica di Venezia, 1799 - LVIII

INDICE || PDF Tomo Primo 1788-1796 || PDF Tomo Secondo 1796-1797

   

Storia della Caduta di Venezia , LVIII
Sommario Commentato della "Raccolta Cronologica Ragionata..." di Cristoforo Tentori

PARTE TERZA
Consumazione della Rivoluzione e Caduta della Repubblica di Venezia
Dal giorno 12 Marzo sin al dì 13 Maggio 1797 (pagg. 3 - 416)

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Storia di Venezia, mulini galleggianti sull'Adige

Storia della caduta di Venezia, Alcuni mulini galleggianti sull'Adige (immagine per cortesia di http://www.prolocobassoveronese.it

In chiusura dell'adunanza del 27 Aprile 1797 viene letta in Senato la relazione di Zaccaria Vallaresso, Commissario Pagador, sullo stato delle sussistenze presenti nell'Estuario.
Tentori la riporta integralmente alle pagine 294 - 298.

Prima di enumerare le risorse alimentari disponibili, Vallaresso rassegna "lo stato di esecuzione dell'esperimento comandato dal Decreto 21 del mese stesso de' due Molini ad uomini, ed a cavalli." (da pagina 295).

Il prototipo a cavalli sarà compiuto per il 29 Aprile e quello a uomini poco dopo, entrambi collocati all'Arsenale, in collaborazione con i Magistrati di questo e con quello alle Biave.

Quando le due macchine saranno operative, Vallaresso relazionerà sui costi d'impianto e sulle possibili collocazioni di altri esemplari. Ha interessato il Provveditore sopra Monasterj perché si possa creare il maggior numero possibile di questi mulini all'interno dei Conventi di Regolari. "(1)"
Nota (1) dell'Abate Tentori da pagina 295:

È sorprendente cosa, che sempre venissero suggerite al Senato operazioni di lunga esecuzione, e di non mediocre dispendio in confronto delle più sollecite, e meno dispendiose. ... .

È cosa arcinota, continua l'Abate, che per molti secoli l'estuario pullulò di mulini su barche, simili a quelli fluviali e mossi dalla corrente dei canali. Queste macchine furono dismesse quando divenne più facile disporre di macine fluviali "nella conquistata Terraferma".

Nelle difficoltà dei tempi presenti sarebbe stato molto agevole spostare in Laguna una cinquantina dei mulini su barche operativi sui fiumi Po e Adige per collocarli nei molti canali dove la corrente di marea è più forte, come era uso nei tempi antichi.

... Una sì facile, e poco, o niente dispendiosa operazione non fu progettata, né suggerita al Senato. che i Corifei della Rivoluzione amavano d'involger in difficili, e lunghe operazioni.

Povero Abate, dovette fare veramente salti mortali dell'intelletto, per poi discolpare nei Corollari il M.C. e il Senato da ogni responsabilità attiva nella caduta di Venezia... .

Inizia quindi l'inventario delle Sussistenze disponibili in Laguna; dai fogli del Magistrato alle Biade, aggiornati al 21 Aprile 1797, risultano:

  • Farina complessiva Stara 37823 (= litri 3.151.306,4556 = quintali 24.895,32).1
    Di cui:
    • per i Forni (produzione di pane e biscotti gestita dallo Stato all'Arsenale)- Stara 17205 (= litri 1.433.472,426 = quintali 11.324,43);
    • per i Pistori (panettieri) Stara 14659 (= litri 1.221.346,8348 = quintali 9.648,63);
    • per i Fontici (vendita al dettaglio da parte dello Stato) Stara 5959 (= litri 496.487,1948 = quintali 3.922,24).
  • Frumento complessivo Stara 28326 (= litri 2.360.043,0072 = quintali 17.936,32).
    Di cui:
    • per i Forni - Stara 3298 (= litri 274.780,1256 = quintali 2.088,32);
    • per i Pistori Stara 19205 (= litri 1.600.106,826 = quintali 12.160,81);
    • per i Fontici Stara 5823 (= litri 485.156,0056 = quintali 3.687,18).
    • Vi sono inoltre Stara 8624 (= litri 718.527,5328 = quintali 5460,80) pronte per la consegna a Forni e Fontici.
  • Le scorte di biscotto sempre al giorno 21 Aprile ammontano a quattro milioni di libbre tra stagionato e da stagionare.2
    Vallaresso suggerisce che il Magistrato alle Biave solleciti la consegna di quello ordinato ai produttori, in modo che si trovi al più presto in disponibilità dello Stato.
  • In mano privata esistono al 15 Aprile Biade e Granaglie per Stara 189.983 (= litri 15.828.851,6076 = quintali 120.299,27) di cui Stara 119.834 (= litri 9.984.233,3448 = quintali 75.880,17) in frumento.
    È una quantità che il Vallaresso valuta confortante. Tuttavia il Commissario Pagador ricorda al Senato che è aperta l'esportazione di queste derrate in Terraferma, e che la loro entità potrebbe dunque diminuire. "Cosa questa, che io assoggetto alle riflessioni di VV. EE. per tutto quello, che colla loro sapienza crederanno di comandare." (da pagina 296).
  • Scarseggia invece la farina gialla, merce a rapido deperimento di cui non era opportuno fare grandi scorte.
    Se a questa carenza si intende por rimedio con i nuovi mulini, Vallaresso consiglia tuttavia che "... siano adoprati li mezzi possibili per promuovere una maggior quantità di detto genere appresso le Arti venditrici di Fruttaroli, e Biavaroli." (da pagina 296).

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  • Riguardo l'acqua dolce, il Magistrato alla Sanità assicura tutta la sua cura per mantenere pieni i pozzi cittadini.
    Si presta molta cura ai nuovi pozzi del Lido, assegnati in custodia al Savio alla Scrittura con decreto del 15 Ottobre 1796, che danno ottima riuscita. (1)
    Nota (1) del Tentori a pagina 296:
    Questi pozzi erano stati provvidamente fatti restaurare dal Provveditor Nani, che ne aveva anche fatto scavare otto di nuovi nel Giugno 1796. Questo fece sì che nel recinto del Castello di San Nicolò si potesse stivare una riserva di almeno un milione di botti d'acqua. Con i nuovi pozzi del Lido si poteva assicurare ai pozzi cittadini il rifornimento quotidiano di 6 grossi burchi d'acqua.
    Tentori riporta indirettamente una riprova della rettitudine amministrativa del Nani:

    ... veramente reca sorpresa... che questi magnifici Pozzi con viera di marmo di 22 piedi di circonferenza, con coperchio di doppio tavolone di larice a piramide troncata, Porte, e Serrature non costassero più di Ducati 365 l'uno.

  • Per le carni Vallaresso non riporta dati precisi perché ancora li sta aspettando dal Magistrato alle Beccarie. Anche qui si pone comunque il problema delle esportazioni in Terraferma. I Provveditori alla Giustizia Vecchia hanno già preso alcune disposizioni in merito, ma suggeriscono che si imponga a tutte le dogane e dazi di non rilasciare bollette di esportazione per carnami prima di averle sottoposte al vaglio delle opportune magistrature per il controllo delle quantità disponibili.
  • Anche in merito alle esportazioni di olio Vallaresso si riserva di sentire i Provveditori sopra Ogli, ma questo affare non è di grande urgenza poiché, a fronte di un consumo mensile di 285 Miara (= litri 179.994,6) al 24 Aprile risultano in giacenza 4202 Miara (= litri 2.653.815,12).3
  • Per quel che concerne il vino si è in attesa degli effetti del decreto 6 Aprile che ha aperto l'importazione di vini forestieri. I Revisori dei Dazi assicurano comunque scorte buone per qualche mese.
  • Vallaresso tiene anche sotto controllo l'andamento delle importazioni di legna, fascine e carboni, ma data l'imminente stagione estiva non giudica urgente riferirne al Senato.

Il Commissario Pagador conclude la sua relazione con un nuovo invito alla stretta regolamentazione di ogni esportazione dei generi di sussistenza.

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Questi dati sono una ulteriore conferma di quanto affermato da Tentori già nelle prime pagine di questa sua opera, ovvero che Venezia non era affatto la Repubblica impoverita dalla scoperta dell'America e dalle nuove rotte africane di Magellano come si è voluto far credere.
Al contrario, essa si mostra ancora lo Stato più ricco dell'epoca e più attento ai bisogni primari dei suoi cittadini. Questo nonostante da oltre un anno elargisse somme e derrate non solo ai "sudditi" di Terraferma, ma anche all'intera armata napoleonica, in una misura che si calcola almeno tre volte superiore i reali consumi di quest'ultima.

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Mentre Zaccaria Vallaresso leggeva la sua relazione al Senato, in quello stesso 27 Aprile 1797 i Francesi "rivoluzionarono" Vicenza con il proclama del Generale di Brigata Giuseppe La-Hoz, riportato alle pagine 298 - 299.

Nel proclama si fa esplicito riferimento a Venezia come nemica dei Francesi e si invita la popolazione a non obbedire ad alcuna Autorità della Serenissima, a consegnare tutte le armi e a denunciare coloro che hanno servito il Governo Veneto, o che in qualsiasi modo di oppongano alle disposizioni francesi.

Il tono del Proclama è decisamente bellico. Potremmo già in sé considerarlo una dichiarazione di guerra, se La Hoz avesse avuto l'autorità per presentarla. Il suo tono però non lascia dubbi sul fatto che egli consideri la Repubblica di Venezia nazione nemica della Francia.
Dalle pagine 298 - 299:

Amici, voi foste ingannati crudelmente. Il Governo Veneto, e i perfidi suoi Agenti vi hanno fatto prender l'Armi. ... per assoldarvi contro la Repubblica Francese, amica de' Popoli, e che fa la guerra per la sola sua Libertà. ... essi dirigevano la Forza armata, da loro organizzata a danni dell'Armata Francese ... stromento della loro perfidia ormai smascherata ... Voi non dovete più obbedire in alcuna benchè minima maniera, o sotto qual si voglia pretesto agli Agenti, Commessi, Dipendenti, o Militari della Repubblica Veneta, che si è abbastanza dimostrata nemica de' Francesi: gli ordini di quel Senato non potendo esser che contrarj alla sicurezza dell Armata Francese. ...

In seguito a questo proclama fu costituita la Municipalità Vicentina composta di 32 membri ed eretto l'albero della libertà.

Il giorno seguente 28 Aprile 1797 La Hoz promulgava un decreto simile anche per Padova.
Da pagina 299:

Si operò dunque senza remora la rivoluzione, e la nuova Municipalità Padovana incominciò la serie di quegli infami Proclami, che saranno d'eterno obbrobrio a' Membri, che la formarono.

In pronta risposta a questi eventi, i Savj emisero due Damò il 28 Aprile 1797, che furono ratificati dal Senato il 29.

Il primo Damò incarica il Magistrato alle Biave di bloccare nel porto alcuni bastimenti carichi di biscotto destinato al Levante.

Il secondo Damò è indirizzato al Provveditore alle Lagune, e Lidi.
È anch'esso molto breve e si limita a ricordargli di impedire l'accesso nella Dominante di persone provenienti dalla Terraferma. Restano però confermate le deroghe per "li Corrieri sudditi, ed Esteri, ed altri portanti pieghi, e quei pochi Individui, che all Uffizio del Deputato a' Forastieri rendessero accertata ragione del loro ricapito ..."(da pagina 300).

Due provvedimenti in sommo grado inutili, dato che le scorte di biscotto erano abbondantissime, e che nessuna novità si introduceva alle norme sui forestieri.

Il giorno 28 Aprile erano giunti a Gradisca i deputati Francesco Donà e Lunardo Zustinian, "dopo lunghi, ed infruttuosi colloquj col General Bonaparte". Da Gradisca spediscono il resoconto del loro operato, che Tentori riporta assieme ad altri documenti correlati dalla pagina 301 alla 315. Tratteremo questo voluminoso carteggio nella prossima pubblicazione.


Note

Nota 1 - Secondo le tabelle di conversione in Sistema Metrico Decimale delle antiche misure veneziane, stabilite ufficialmente nel 1877, lo staio, o "staro" veneziano, misura di capacità per aridi, valeva litri 83,3172.
Facendo una media dei pesi specifici del frumento tenero e di quello duro, abbiamo il valore di 760 grammi per litro. Sempre in media, la farina rende circa 790 grammi per litro

Nota 2 - Non mi è dato sapere al momento se il pan biscotto fosse misurato in libbre grosse o sottili. Nel primo caso (più probabile) le scorte ammontano a quintali 19.079,96, nel secondo a quintali 12.049,20.

Nota 3 - Dal lavoro di Cesare Vivante, "La Memoria dei Padri", sappiamo che un miaro d'olio equivaleva a 40 miri e che ciascun miro vale litri 15,789.


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Edizione HTML e grafiche a cura di Umberto Sartori. Consulenza bibliografica dott. Paolo Foramitti.