Storia di Venezia

Pagina pubblicata 30 Ottobre 2013

Cristoforo Tentori, Raccolta Cronologico Ragionata
di Documenti Inediti che Formano la Storia Diplomatica
della Rivoluzione e Caduta della Repubblica di Venezia, 1799, V

INDICE || Tomo Primo 1788-1796 || Tomo Secondo 1796-1797

   

Storia della Caduta di Venezia , V
Sommario Commentato della "Raccolta Cronologica Ragionata..." di Cristoforo Tentori

PARTE PRIMA
Dell'origine della Rivoluzione Dall'anno 1788 al 1 Giugno 1796 (pagg. 21 - 172)

Vai a pagg. 47 - 65 | Vai a pagg. 65 - 75 | In questa pubblicazione, pagg. 75 - 89 | Vai a pagg. 89 - 101

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Alle pagg. 75 e 76. il Tentori descrive lo stato di disinformazione, lassismo e incoscienza in cui i Savj agiscono e tengono il Senato.

Ancora una volta assistiamo a un esercizio di stile ellittico. Nell'attacco del capoverso principale, Cristoforo Tentori dà quasi per buona l'ipotesi corrente di un Senato e di Savj imbelli paurosi e incapaci.

Continuava dunque il fatale torpore, e tutta la confidenza ponevasi da' Savj nell'osservare colla più scrupolosa lealtà le professate Massime di Neutralità, attendendo qualche rovescio, che mutar facesse l'aspetto delle cose e che allontanasse il turbine che minacciava l'Italia...

Non mi sento di escludere che questo sistema di iniziare Capitoli con ipotesi che saranno destituite di fondamento nel proseguo del discorso, fosse un artifizio per ingannare l'occhio della censura, fidando nella pigrizia e superficialità degli incaricati della Censura stessa.

I Savj continuano a proclamare ovunque la debolezza e l'inefficenza della Repubblica, la mancanza di capi militari e bilanci e altre carenze che il Tentori ha già dimostrato essere false ancora nella Presentazione di questa sua Opera.

Senza coltivare dubbio alcuno essi pretendono di far riposare le sole speranze della Repubblica nell'instabile e feroce pseudo-Repubblica Francese, non peritandosi a tal fine di inimicarsi tutte le altre grandi potenze europee, inclusa quella da lungo tempo amica d'Inghilterra, come vedremo tra breve.

La Festa dell'Essere Supremo in Campo di Marte a Parigi 8 Giugno 1794

La Festa dell'Essere Supremo in Campo di Marte a Parigi 8 Giugno 1794 in un quadro di Pierre-Antoine Demachy (1723–1807) (image courtesy of Wikimedia).

Solo reagiscono violentemente, i Savj congiurati in Collegio, quando qualcuno disturba il sonno ipnotico in cui tengono il Senato:
da pag. 75:

E guai a Chi Credeva diversamente, o proponeva al Senato con eccitamenti di dover prendersi in riflesso le politiche circostanze della Repubblica! Era infatti quel Cittadino considerato da' Savj come sovvertitore dell'ordine sociale, e della pubblica tranquillità.

Reati, in Venezia, piuttosto gravi.

Nella nota a pag. 76 l'Abate chiama in causa come principale artefice del sortilegio di nullità che avvince il Senato il già in questo ruolo citato K. Girolamo Zuliani.

E noto Lippis atque Tonsoribus (ai miopi e ai barbieri, citazione dalle "Satire" di Orazio; N.d.E.) che queste furono le ragioni, le mille volte ripetute nelle Consulte, e nel Senato, del K. Girolamo Zuliani, secondato, dagl'altri, che passavano d'intelligenza con esso lui, e che copiate furono in seguito dal K. Piero Donà, come si dirà.

Nel Novembre 1794, dunque, il Tentori ci descrive i Savj tutti intenti a farsi perdonare dai Francesi l'affronto di aver rifiutato Noel come ambasciatore.
Andrà loro incontro il Comitato di Salute Pubblica parigino, appena liberatosi dal pesante capo di Robespierre secondo gli usi introdotti da quella ben strana "repubblica".

Ai penitenti "savj veneziani" viene offerto in cambio il "Ministro Plenipotenziario della repubblica Francese in Venezia", nella persona del Cittadino Lallement (1), al secolo Gio: Battista Lallement, detto come vedremo tra poco "un certo Sig. Lallement" dal Residente Inglese Worslsey.

La magniloquente magnanimità reciproca che sgorgherà tra i Savj e i Francesi è riportata nelle comunicazioni relative, ma prima di giungere a queste, Tentori ci porta a leggere un'altra carta nascosta a quel tempo al Senato, ovvero la costernata comunicazione del Worsley, che riceverà dai savj proterva risposta.

Già il 4 Novembre 1794 Worsley manifesta con la sua nota l' "estrema sorpresa" alla notizia che in Venezia sia giunto "un certo Sig. Lallement" per assumersi il ruolo di "Ministro Plenipotenziario della sedicente Repubblica Francese appresso la Serenissima Repubblica di Venezia".

Mettendo bene in luce la differente stima che una "Repubblica Serenissima" riscuoteva presso la sua Corte rispetto a una "sedicente" come quella francese, il Worsley non esita a suggerire ai savj di non accettare di riconoscere uno Stato in condizioni belluine, consigliando di riutilizzare lo stratagemma già usato dal Senato per rifiutare il Noel nel luglio 1793:

da pag. 77:

Che la Repubblica non potendo fare verun cambiamento nella forma di sua corrispondenza Ministeriale, ella si trovava nella necessità di resistere nelle circostanze presenti ad ogni cangiamento da quello d'Incaricato di Affari, che sussiste per il suo Governo, e con loro approvazione.

Worsley sollecita quindi una pronta risposta in merito, in quanto valuta la questione come suscettibile di interrompere o mantenere quell'amicizia che da tanti anni sussisteva fra Venezia e l'Inghilterra.

I savj risponderanno il 24 novembre, ma prima Tentori ci porta nell'entusiastico abbraccio tra Francesi e Veneziani, leggendo le comunicazioni tra l'uscente incaricato Giacob/Giacobbi, il nuovo arrivato Lallement, e i savj.

La Battaglia di Fiori, vittoria francese del generale Jourdan, 1l 26 Giugno 1794

La "Battaglia dei Fiori", vittoria francese del generale Jourdan, 1l 26 Giugno 1794, contro l'armata austriaca condotta dai Principi di Cobourg e d'Orange. A sinistra di Jourdan, Saint-Just in missione, a destra Marceau, Kléber e Championnet. Opera di Jean Baptiste Mauzaisse (image courtesy of Wikimedia).

1794, 13 Novembre

Le effusioni Franco-Venete si aprono con la lettera di Giovanni Jacob (altrove, Giacobbi) in cui l'ex incaricato d'affari annunzia l'arrivo del Cittadino Lallement come prescelto dalla repubblica Francese per rappresentarsi a Venezia.

Con l'occasione dichiara terminato il suo mandato di Incaricato d'affari e prende congedo, rassicurando sui "sentimenti di rispetto, di venerazione, e di riconoscenza di cui è penetrato" nei confronti delle Loro Serenità ed Eccellenze" (pag. 77).

Nello stesso giorno sono presentate le Lettere Credenziali del Lallement, accompagnate da una lettera che il Tentori riporta integralmente da pag. 78 a pag 80.

Il tono della lettera è assai diverso da quello con cui i savj vorrebbero far passare per neutralità il loro atteggiamento.
Lallement non perde occasione per definire la repubblica di Venezia come alleata, anzi, più cara fra gli alleati dei Francesi (che del resto non sembrano, all'epoca, averne altri).

La prosopopea diplomatica sovrabbonda di riferimenti alla "buona intelligenza e armonia che da lungo tempo sussistono fra le due Nazioni" (pag. 78).

In questo punto, prima che il Lallement si profonda nel perdono per l' "affaire" Noel, e in sperticati elogi sia della Veneta che della Francese Nazione, sapiente e prudente la prima, trionfante la seconda, il Tentori interviene con una bruciante nota che rimanda al dispaccio Sanfermo da Parigi in data 6 giugno 1794, già esaminato a pag 69, in cui il Residente rende note le vere intenzioni francesi di prendere Venezia.
"Che Venezia non sarebbe attaccata direttamente, ma che si cercherebbero de' tumulti, e de' pretesti. …".

Come al Tentori, tale dispaccio non era certo ignoto ai savj.

Lallement passa poi a dettare le condizioni dell'amicizia con i Francesi, in particolare riferendosi alla libera circolazione, commercio e industria di questi sul suolo Veneto, e i vantaggi che Venezia ne può trarre, laddove sotto mentita spoglia di Neutralità, essa stringa quello che è a tutti gli effetti un patto di alleanza militare con la Francia, e una implicita dichiarazione di guerra fredda, quando non guerreggiata, a tutte le altre Nazioni.

Pone anche come clausola per un sereno rapporto diplomatico l'accettazione integrale e indiscussa delle sue Credenziali.
Da pag. 80:

Il Cittadino Lallement non pensa che vi sia da fare la menoma osservazione sulla forma delle Lettere di Credenza, che viene d'essere adottata dal Governo Francese...

Tentori non trascura di fornirci la traduzione delle "Lettere di Credenza" del Lallement, dopo aver definito "menzognero" lo scritto personale dello stesso.

Se poteva essere opinabile il contenuto militare dei salamelecchi del diplomatico, le Credenziali non lasciano dubbi, sulla natura della "neutralità" veneziana. L'Alleanza, e pure fedele, viene esplicitamente nominata nell'intestazione.
Da pag. 81:

Li Rappresentanti del Popolo Francese componenti il Comitato di Salute Pubblica della Convenzione Nazionale, incaricato per Decreto del 7 Fructidor della direzione delle Relazioni Esteriori alla Repubblica di Venezia Amica, e Fedele Alleata della Francia.

Tra gli incarichi diplomatici conferiti dal suo Giverno al Lallement, figurta esplicitamente quello di esercitare propaganda "giacobina", sotto la protezione delle Loro Eccellenze i savj.
Da pag. 81:

Esso è incaricato spezialmente di manifestar alla Repubblica, e Governo di Venezia che i principj Politici del Popolo Francese sono quelli della Giustizia, e deIl'eguagÌianza fra le Nazioni, che sole possono garantire la libertà, e la indipendenza respettiva de Popoli.

Non sfugga che i "Principi Politici del Popolo Francese" sono al momento quelli dei firmatari delle Credenziali, ovvero:
da pag. 81:

Per Estratto: I Membri componenti il Comitato di Salute Pubblica. Nemerîst - Carlo Costron - Carnot - Priers - Boyssy d'Anglas.

Siamo di fronte a un gruppo misto di "uomini per tutte le stagioni" e di sconosciuti, forse già il primo seme della Restaurazione, il Gruppo che preparerà il terreno per l'aventura dittatorial-imperiale napoleonica.(2)
Sono gli uomini che hanno appena decapitato Robespierre proprio per il suo pur delirante afflato repubblicano. Essi parlano di pace e di "Repubblica", ma con quella stessa doppiezza che sempre aveva connotato la Monarchia Francese. I loro preparativi di invasione della intera Penisola sono ben noti ai savj.

Bene dirà, fra non molte righe l'Abate, che gli uomini a cui Venezia affidava il suo potere non erano paragonabili ai veri Savj veneziani.
Come infatti preferire l'alleanza con una Nazione in piena lotta fratricida, instabile e imprevedibile come l'esecuzione di Robespierre aveva appena finito di dimostrare, a quella con Monarchie civili e morigerate come l'Inghilterra di Giorgio V? Unite ad altre energiche, o pie, o efficienti, come Prussia, Russia o Austria?
Quale follia collettiva, poteva aver ottenebrato a tal punto quei savj, se non vi fosse stata una congiura, a poter spiegare i fenomeni?

Lazare Nicolas Marguerite, Comte Carnot

Lazare Nicolas Marguerite, Comte Carnot (courtesy of Wikipedia).

Se "folle" era il tempo, come mai i meccanismi di interferenza e le sobillazioni girarono invece perfettamente oliate e sincrone come in un meccanismo a orologeria?

François Antoine de Boissy d'Anglas saluta impassibile la testa del Deputato Jean Féraud presentatagli sulle picche dai Giacobini in rivolta mentre presiede la Convenzione del Primo Pratile 1795

François Antoine de Boissy d'Anglas, saluta impassibile la testa del Deputato Jean Féraud presentatagli sulle picche dai Giacobini in rivolta mentre presiede la Convenzione del Primo Pratile 1795, in un dipinto di Félix Auvray (courtesy of Wikipedia).

Sono ormai certo che, continuando la lettura del nostro Abate, arriveremo ad avere ben chiaro su quali ore puntava quel meccanismo, e anche chi lo aveva costruito.
Capire questo non era però, presumibilmente, a portata dell'abate Cristoforo Tentori. Egli forse si limita a scoprire l'orologio e a farci vedere come girava sotto i suoi occhi, ma questo lo scopriremo continuando la lettura.

Arriviamo dunque alle risposte, che i Savj si degnano di conferire contemporaneamente a Inghilterra e Francia in data 22 Novembre 1794.
Il sunto della risposta al Francese è già nella prima parola di pag. 82: "Accoglie con vero pregio il Senato...".
Poco più sotto: "Riescono quindi gradite le relative Lettere Credenziali;".

Ancora più sotto una frase di difficile contestualizzazione:

... le Commissioni in esse contenute ... per le testimonianze, che ci recano delle personali di lei qualità, per le quali anche ci assicuriamo di esperimentare nell'esercizio lodevole del suo Ministero quelle stesse cortesi disposizioni che in altro tempo furono da lei manifestate per gl'interessi, e riguardi nostri.

Una frase che con quelle "cortesi disposizioni" getta sui savj la luce sinistra di quel Dispaccio del Sanfermo del 6 Giugno 1974 già due volte citato.

Che erano già state guadagnate persone di tutte le Classi, e particolarmente delle più Distinte e di quelle stesse, che sono dal Governo destinate a scoprire le trame Francesi, onde rilevare con acuratezza le misure tutte della Repubblica; Che a quest'oggetto erano stati spediti nello scorso anno 1793 a Venezia 350 mila Franchi, e nell'anno presente decretati 700 mila.

Pare, senza esser troppo maliziosi, che i savj diano il benvenuto al latore di tale incremento di bilancio.

I savj si spingono a mettere una buona parola presso il Comitato di S.P. francese per l'uscente Jacob/Giacobbi, al quale si informa, a ogni buon conto, di aver corrisposto "... il consueto dono per contrassegno del Pubblico aggradimento, ...".

En passant, ricordiamo che quando l'Incaricato d'affari francese aveva tentato di alzare insegne di Francia sulla sua ditta di import-export, il "Pubblico" Veneziano era insorto in folla...

Dalla Fedeltà nell'Alleanza, in fase di commiato, l'entusiasmo dei savj si travasa addirittura nell'affetto.
Potremmo essere di fronte all'unico caso nella Storia nel quale un Dispaccio Diplomatico Protocollare sia stato firmato "con affetto", come una qualsiasi cartolina. :-)

Sempre con analoga firma d'affetto (forse un vezzo libidinoso dei tempi?), i savj spediscono risposta anche al cav. Worsley, dove però l'affetto non è congruente con il contenuto della comunicazione.

Sostanzialmente, si informa come non sia valutato dai savj ripetibile l'espediente del 1793, e che a fronte della decisione del Giacobbi di ritirarsi dagli affari, la repubblica si trova sguernita delle interfacce "amorose" con la Francia. Essa sente dunque il bisogno di accoglierne un ambasciatore, con o senza l'approvazione del buon Giorgio V.

Significativa la sfumatura nei saluti: dove alla Francia, per mezzo del Lallement, si "dichiarano li sentimenti della particolar nostra considerazione, ed affetto", a Worsley, perché ne riporti ai Britannici, "si rinnovano le asseveranze della perfetta nostra considerazione, ed affetto.".
Da pagg. 83 – 84

Gennaio 1795

Si mantenne dunque per suggerimento de' Savj il Senato costante nell'adottata massima di Neutralità disarmata, e continuarono quindi ad essere spalancate, per così dire, le porte de' pubblici Stati a' ladri, ed assassini sulla ferma fiducia, che questi ladri ed assassini non avessero coraggio di entrar in casa nostra, perchè noi ci professavamo loro amici, ed operavamo lealmente verso di loro. Tali erano tuttora le professate massime de' Savj, e conseguentemente quelle del Senato nell'anno 1795.

Già al 7 Gennaio i savj si premurano si nascondere al Senato le informazioni da Genova su di un famoso scellerato di nome Eudriya, ladro di milioni e stragista a Lione, nonché di un altro pericolo pubblico presumibilmente diretto a Venezia, tale Camillo Cardo, alias Antonio Calvi, noto come agente occulto dell'Assemblea Francese.

Febbraio 1795

Savj di Collegio e Inquisitori continuano a ricevere i "messaggi confidenziali" dal Sanfermo a Basilea.
Il 17 Febbraio 1795 viene nascosto al Senato:
Da pagg. 84 - 85:

... i grandiosi preparativi de' Francesi per la nuova campagna, e particolarmente per l'Italia.
...
Che 140 mila uomini, e la squadra di Tolone, erano destinati per l'Italia. Che il piano d'attacco era opera del General Scherer
(al secolo Barthélemy Louis Joseph Schérer).
...
Che il Comitato di Salute Pubblica aveva disegnato di stabilir i confini della Francia da' Monti, dal Mare, dal Reno ec.
...
Che v'erano gravissime interne dissenzioni tra il partito de' Moderati, e li Giacobini, il primo de' quali era rimasto vincente, avendo scoperte le trame del secondo. Ch'erano stati sospesi due Club a Parigi, e levati i busti di Marat ec.

Omaggio a Eulero del matematico italiano Giuseppe Lodovico Lagrangia, meglio noto come Joseph-Louis Lagrange

Omaggio a Eulero del matematico italiano Giuseppe Lodovico Lagrangia, meglio noto come Joseph-Louis Lagrange, che divenne un pilastro della massoneria illuminista francese sin dagli anni della formazione dei Club. (image courtesy of http://descrittiva1.blogspot.it).

Ancora più allarmanti le notizie che il Residente a Torino Giacomazzi invia il 21 Febbraio 1795, e che del pari inquisitori e savj tengono per sé:
Da pag. 85:

... che era stata rinforzata l'armata di Tolone destinata per l'Italia. Che si erano a quest'oggetto formati grandiosi magazzini nel Golfo delle Spezie. Che si trovavano esposte le Coste della Toscana, del Papa, e di Napoli. Che dicevasi meditata una invasione per il Genovesato nel Parmigiano. Che ciò non ostante la comparsa delle squadre Inglese...
...
Che temevasi da quella Corte, che l'Imperatore non prendesse per l'Italia tutto quell'impegno, che dalla medesima si desiderava, il che potrebbe far sì, che questa prendesse qualche risoluzione onde non vedersi abbandonata ec. .

C'è dunque il rischio concretissimo che saltino tutti gli Stati cuscinetto che avevano sempre ammortizzato le ricorrenti vicinanze diplomatiche con la Francia nei Secoli scorsi, ma i savj sono ben lungi dal volerne preoccupare il Senato. Da ben prima dei Savoia che ora tentennano, vediamo i nostri congiurati soffiare vento nelle vele francesi.

Similmente nella filza delle "non lette in Senato" finisce la Comunicazione del Residente a Napoli Businello in data 14 Aprile, che vorrebbe ragguagliare il Senato sulla "congiura fortunatamente scoperta in Palermo".
Da pag. 86:

Questa doveva scoppiare il Venerdì Santo. Dovevansi massacrare tutti i Capi del Governo, impadronirsi del Banco, del Monte, e dar il sacco a tutte le case ricche. Il capo era stato arrestato, ed era un certo D. Francesco Paolo de Brasi Avvocato;...
...
Il piano della congiura pretendevasi formato d'intelligenza col Comandante della squadra Francese di Tolone, il quale aveva spediti sei mila uomini da sbarco.
Che interceta una lettera di Monsieur Sacaul diretta alla Convenzione, si rilevavano le intenzioni, e le direzioni de' Francesi verso le due Sicilie; ... assicurando
(il Sacaul), che poche forze erano sufficienti mercè il generale malcontentamento de' sudditi.

Che v'erano gravissimi torbidi a Parigi, i quali potrebbero influire sulle operazioni politiche e militari di quella Nazione.

A fronte di questi evidenti prodromi all'invasione d'Italia da parte della Francia, anziché a partecipare a una attiva difesa, "i savj del Consiglio pensavano a vieppiù raffermare l'amicizia della Repubblica con la Francia, da cui essi stoltamente si promettevano la salvezza de' pubblici Stati..."

Stolti furono certamente, caro Abate, ma ai nostri occhi che oggi osservano più complessivamente la situazione essi non erano certo "ignari" di dove avrebbe condotto il loro operato, dal punto di vista della sopravvivenza di Venezia come Repubblica.
Del resto lei stesso, quando libero dall'ellisse, ci ha mostrato e ci mostra l'evidenza del complotto "filo-francese" anche nelle sue ramificazioni all'estero.

Il 7 Marzo 1795 a tal fine i savj nominano il "benemerito Cittadino N.H. Alvise Querini uomo fornito di talenti, e di patrio zelo", come Ministro a Parigi, con il titolo di "Nobile".
Contestualmente si impone al Pisani di tornare da Londra a Parigi per prendervi commiato e introdurre il Querini come suo sostituto.

Querinì partì per Parigi nel Maggio 1795, la raggiunse il 25 Luglio "ma non si presentò a Corte se non il 30 del mese stesso.".

Accolto dal Presidente, il Cittadino Reveillere Lepaux (al secolo Louis-Marie de La Révellière-Lépeaux), Querini pronunciò un breve discorso, che il Tentori riporta, assieme alla più lunga risposta del Presidente, da pag. 87 a pag. 89.

In meno di una paginetta, il Querini estrinseca i suoi entusiasmi, per l'amicizia franco-veneta in generale e per il suo nuovo onorato ruolo di "comparire" nella Convenzione Nazionale Francese in nome della Repubblica di Venezia:
Da pag. 87:

Cosa poteva accadermi infatti di più lusinghiero, e di più interessante, quanto di comparire nel seno della Convenzione Nazionale di Francia per l'oggetto importante di confermar i sentimenti della perfetta amicizia, che il Senato, e la Repubblica di Venezia conservano per la Repubblica Francese?

Assai più dettagliato è l'entusiasmo nella risposta del Presidente.
Innanzittutto egli pone una discriminante. Vero, a suo dire, che la pace e l'armonia fra Venezia e Francia sono ormai di lunga data, ma non si deve trascurare che in questa "amicizia" era un'altra, la Francia, da quella repubblicana di oggi.

Storia di Venezia - Louis-Marie de La Révellière-Lépeaux

Louis-Marie de La Révellière-Lépeaux (courtesy of Wikimedia).

Da pag. 87 – 88:

Da lungo tempo, è vero, i nodi dell'amicizia unirono Venezia e la Francia, ma questa era curva sotto la verga dei re. Quanto è più dolce oggidì l'accordo, che deve regnare tra li due Paesi egualmente liberi di un simile giogo.

Dopo avere introdotto quell'imperativo "deve", Reveillere Lepaux si dilunga in un excursus apologetico della Storia della Repubblica di Venezia, cui segue un parallellismo con le presenti difficoltà e burrasche in cui naviga la "sorella" francese.

Ma non è tanto l'antica radice repubblicana, a unire i due Stati:
Da pag. 88:

Ma questa specie di avvicinamento non è la sola, che unirà inviolabilmente le due Repubbliche.
...
Quando da ogni parte la nostra nascente Repubblica era assalita nella sua culla, e che l'avvenimento poteva essere ancora incerto, il Senato di Venezia non contento di tenersi imperturbabilmente nei limiti della Neutralità accolse con distinzione l'Inviato della Repubblica Francese.
...
Questa condotta ha un prezzo tanto maggiore in quanto che espose in allora la nostra fedele Alleata a più d'un imbarazzo.

Riecco sul tavolo quanto i Francesi considerano "neutrale" Venezia. Ricompare infatti quel "fedele Alleata" già enunciato nelle credenziali del Lallement, ribadito ulteriormente poche righe più sotto.
Da pag. 89:

... la Francia Libera, la Francia Repubblicana è riconoscente, e leale. Dite alla Vostra Nazione, che essa deve contare la Nazione Francese nel numero de suoi Alleati i più puri, e li più zelanti.

La lettera di benvenuto si conclude con una apoteosi di speranze e promesse in chiara malafede, l'ultima delle quali è addirittura risibile, se si pensa che viene pronunciata mentre lo sport più in voga fra gli uomini del governo francese sembra essere il decapitarsi l'un l'altro.
Da pag 89:

La Pace calmerà l'Europa, e molto presto, noi amiamo ripeterlo, sotto il regno augusto delle Leggi, che sì avanza a gran passi, la Francia presenterà all'Universo il Quadro luminoso della più perfetta armonia sociale.

Umberto Sartori


Note

Nota 1 - Gio: Battista Lallement: personaggio che appare in più pubblicazioni sempre connesso ai rapporti tra la Francia e Venezia, dal 1794 in cui lo nomina Tentori, fino alla media età napoleonica.
Non ne trovo in rete altra traccia. Nessuna biografia, o dati anagrafici.
Forse aveva ragione il Worsley, a chiamarlo "un certo Sig. Lallement".

Nota 2 - Ecco da quali "Autorità" i savj accettavano l'accredito del Lallement:
Lazare Nicolas Marguerite, Comte Carnot (13 May 1753 – 2 August 1823).
Proprio in quell'anno introduceva la leva di massa in Francia, portando gli effettivi da 645.000 a 1.500.000.
Già noto come ufficiale repressore della rivolta Vandeana e per aver votato la decapitazione di Luigi XVI pur senza aver assistito al processo.
Durerà fino agli ultimi giorni di Napoleone. Perseguitato come regicida dai Restauratori, muore in esilio.

François Antoine de Boissy d'Anglas (1756–1828): protestante, faccendiere di dubbia fama ma di indubbio successo. Attraversa iter simile a quello del Daru e altri, cavalcando Napoleone e riconfermandosi in buona sella anche con la Restaurazione borbonica.

Nemerist: Sconosciuto in rete con questo nome.

Carlo Costron: Sconosciuto in rete con questo nome.

Priers: Sconosciuto in rete con questo nome.


Decapitazione di Robespierre, Sain Just e altri del gruppo Giacobino 28 Luglio 1794

Decapitazione di Robespierre, Sain Just e altri del gruppo Giacobino 28 Luglio 1794. L'uomo appena decapitato è Couthon: Maximilien Robespierre si vede seduto nella carretta, vestito di marrone, con il cappello e nell'atto di portarsi un fazzoletto alla bocca. Suo fratello minore Augustin viene fatto salire il patibolo (image courtesy of Wikipedia).

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