Storia di Venezia

Pagina pubblicata 04 Novembre 2013
aggiornamento 31 Dicembre 2013

Cristoforo Tentori, Raccolta Cronologico Ragionata
di Documenti Inediti che Formano la Storia Diplomatica
della Rivoluzione e Caduta della Repubblica di Venezia, 1799, VI

INDICE || Tomo Primo 1788-1796 || Tomo Secondo 1796-1797

   

Storia della Caduta di Venezia , VI
Sommario Commentato della "Raccolta Cronologica Ragionata..." di Cristoforo Tentori

PARTE PRIMA
Dell'origine della Rivoluzione Dall'anno 1788 al 1 Giugno 1796 (pagg. 21 - 172)

Vai a pagg. 65 - 75 | Vai a pagg. 75 - 89 | In questa pubblicazione, pagg. 89 - 101 | Vai a pagg. 101 - 119

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L'accoglienza del Querini alla Convenzione Nazionale Francese riempie con "entusiasmo di gioia" i savj, che si fanno garanti presso il Senato di avere consolidato "la sicurezza, e felicità pe' Pubblici Stati poggiando sulla lealtà della Nazione Francese, ...".

Tuttavia il meccanismo di difesa della Repubblica ancora non aveva smesso del tutto di funzionare, così la struttura operativa degli Inquisitori continua la vigilanza atavica: da pag. 89:

Ma gl'Inquisitori di Stato, che ben conoscevano il pericoloso carattere di quella Nazione, e che i di lei Emissarj divenivano sempre più molesti, ed infesti alla pubblica tranquillità, non si lasciarono abbagliare dalla voce di quelle Sirene; continuarono quindi ad invigilare sull'andamento de' Francesi, e di tutti i Forastieri, che s'introducevano sì in Venezia, che nelle Provincie, rinnovando i lor ordini a pubblici Rapresentanti su tal argomento.

Convenzione Nazionale Francese

La Convenzione Nazionale Francese (courtesy of http://virgoletteblog.files.wordpress.com/).

Cristoforo Tentori riporta alcuni tra i molti documenti che testimoniano di questa efficienza degli Inquisitori nel controllo territoriale, ma tali informazioni e i provvedimenti rimbalzano tra i "sensori" dislocati nello Stato da Tera, gli Inquisitori e i savj di Collegio, senza che il Senato ne venga disturbato.
Anche i rapporti che seguono saltano fuori dalla "Filza Comunicate non lette al Senato".

Storia di Venezia - Le Mura di Bergamo

Le Mura di Bergamo (image courtesy of http://www.terradilaghi.com/).

Non appena insediato nella Reggenza di Bergamo, "il N. H. Alessandro Ottolin, ottimo e zelante Cittadino"(1) avvia la corrispondenza con il Tribunale nel Dispaccio in data 13 Maggio 1795 (pagg. 90-91).

Ottolin apre con venti righe spese in formule di obbedienza che sembrano davvero un poco eccessive:
da pag. 90:

... il N. H. mio Precessore mi istruì di tutti gli ordini, e commissioni, che furono a Lui ed a Precessori rilasciate da V.V. E. E. su varj rapporti, che dipendono dalla loro paterna cura, vigilanza, ed autorità; ... Cieco Osservatore di quanto prescrivono V.V. E.E. io darò corso alle disposizioni necessarie con quella ferma rassegnazione, che assicurerà la mia intiera dipendenza dagli autorevoli loro voleri ...

"Siate certi che resterà fra noi", dice praticamente l'Ottolin, ligio si direbbe al protocollo di disinformare il Senato.

Storia di Venezia - Porta San Lorenzo Bergamo

Porta San Lorenzo a Bergamo (courtesy of Wikipedia).

Passa poi a elencare gli strumenti che continuerà a mantenere attivi sul Territorio Bergamasco ad uso esclusivo delle Loro Eccellenze.

Ho quindi immediate rinnovati gli ordini più stringenti ai Locandieri, Vetturìni, Mastro di Posta, Custodi delle Porte, ed altre Figure incombentì d'invigilare su tutti i Forastieri, e rendermi informato ... della loro venuta, dimora, e direzioni;
sarò poi sollecito nel trasmettere ogni sabbato alle V.V. E.E. la nota di essi, colla riserva ... d'innoltrare anche per Espresso quelle Notizie, che meritassero di essere assoggettate subito alla venerata loro cognizione.
Sarò vigile e sui discorsi e sul geloso rapporto delle stampe, e Gazzette inibite; e dando mano di quando in quando all'aperto Processo d'Inquisizione, farò star a dovere chiunque ardisse di contrastar al Comando, umiliando le risultanze di tutto a V.V. E.E. .

Perché i savj congiurati permettono agli Inquisitori di continuare a reprimere i livelli più "bassi" dell'infiltrazione giacobina, pur con tutte le mollezze rese necessarie dalla sorellanza con la Convenzione Francese?
La figura del Manin e di molti altri "patrizi" veneti che vediamo comparire tra i congiurati, è di fatto una figura di feudatario terriero. (2) Nessuno di loro vedeva di proprio interesse la sobillazione dei contadini.

Dopo aver accusato ricezione di un ordine di sorveglianza per tale "Gio: Battista Muller di Pedemburgo in Ungheria", Ottolin si profonde in altre tre righe di profonda sottomissione:
da pag. 91:

Una delle mie prime cure nell'esercizio di questa Reggenza sarà quella di prestarmi con tutto me stesso alle supreme ordinazioni di V.V. E.E., alle quali colla maggior venerazione bacio umilmente le mani.
Di V.V. E.E.
Bergamo 13 Maggio 1795
Alessandro Ottolin Cap. Vice Podestà.

La comunicazione viene gradita in data 18 Maggio con una compassata risposta da:

Paolo Bembo Inquisitor di Stato. (3)
Zaccaria Valaresso Inquisitor di Stato.
Cammillo Bernardin Gritti Inquisitor di Stato.

Da pag. 91 a pag. 94 Cristoforo Tentori ricopia altri Dispacci dell'Ottolin che ruotano attorno al trattamento da riservare a un presunto "pericolo pubblico", tale "Luigi Cervera figlio del Marchese Filippo di Torino".

In data 10 Giugno 1795, il Residente a Bergamo lamenta di non ricevere le sollecitate informazioni sull'individuo in questione dal Residente in Torino.

Chi voglia percorrere quello scambio di dispacci noterà la serie di smorzate provenienti dai savj e infine dallo stesso Alvise Querini Residente a Torino, che conducono al definitivo "consiglio" dei savj Bembo, Vallaresso e Gritti in data 18 Giugno 1795:
da pagg. 93 - 94:

Quantunque riflessibile sia la causa della di lui absenza dalla Patria, come lo connotano le informazioni ritratte dal predetto Residente, ... tuttavolta siccome V. S. Ill. ci rimarca, che moderata sia la condotta del suddetto Cav. Cervera, e che non dia motivo di censura, così sarà sufficiente tenerlo sotto le osservazioni della di Lei Carica, e non fargli ignorare, che la medesima invigila sopra le di lui direzioni.

Il figlio scapestrato del Marchese è diventato il Cavalier Cervera... E deve essere informato che lo si tiene d'occhio...

La città del Conte di Lilla

La città del "Conte di Lilla", alias Luigi XVIII di Francia (image courtesy of Wikipedia).

Sempre nell'intento di descrivere come i meccanismi repubblicani continuavano a girare, pur sotto il timone dei savj anziché del Senato, tra i "mille e mille" documenti che quelli sottrassero a Quello, L'Abate Tentori da pagina 94 a oltre la 100 ricopia, dalla "Filza Comunicate non lette al Senato", numerosi dispacci dell'intenso carteggio pertinente la scomoda ospitalità concessa nei Territori della Repubblica, precisamente a Verona, al "R. Conte di Provenza sotto il nome di Conte di Lilla".

Al secolo, si tratta nientemeno che di colui il quale, con il nome di Luigi XVIII di Borbone, tornerà a fare il Re di Francia dal 1814 al 1824. Per gli amici, "Luigi Stanislao Saverio", come lo vedremo firmarsi in un biglietto di commiato al N.H. Alvise Mocenigo, quando questi lascerà la Reggenza di Verona.

All'epoca, i suoi titoli di disturbo erano l'essere fratello minore di un uomo che gli affettuosi alleati Francesi avevano ritenuto opportuno privare della naturale connessione con il capo. Il Luigi ospite a Verona era dunque il papabile erede del trono dal quale il Direttorio menava ora la sua falce.

Una vera spina nel fianco, per l'idillio "neutrale" tra i savj e i fratelli Francesi.

Né era, il Luigi rifugiato, persona tranquilla.
Da pag. 94:

I rapporti di quest'illustre rifuggiato colla Nazione Francese si accrebbero dopo la sfortunata morte di Luigi XVII, e quindi le di lui direzioni potevano compromettere l'impuntabile Neutralità della Repubblica.
Sollecito adunque il Tribunale suddetto su gli andamenti di questo Principe non trascurò di comunicar a' Savj del Consiglio tutte quelle notizie, che servir potevano di guida alle politiche direzioni del Senato; come di fatto eseguì colle Comunicate 10 e 25 Luglio, e primo e 7 Agosto di quest'anno 1795.
Ma siccome non furono portate al Senato le Comunicate medesime, che pur sono interessantissime, così pensiamo di qui trascriverle per intiero, copiandole dalla lunga Filza Comunicate non lette in Senato.

In data 10 Luglio 1795 gli Inquisitori "reputano conveniente di far a' Savj del Collegio la vocal partecipazione, di quanto a loro notizia sin ad ora è pervenuto sul soggetto argomento.".

Il Dispaccio riguarda ciò che accade alla corte in esilio del Conte di Lilla, alias nuovo Re di Francia in esilio, dopo aver ricevuto l'annuncio della decapitazione dei Reali di Francia incluso il giovanissimo Erede.

Storia di Venezia - Il Conte di Lilla e di Provenza, poi Luigi XVIII

Il Conte di Lilla e di Provenza, poi Luigi XVIII. Quest'uomo era stato a suo tempo sobillatore della Francia contro il fratello. Ebbe parte importante nella convocazione degli Stati Generali con atteggiamenti di tipo liberale e populista, anche se non si guadagnò il nomignolo di Filippo Egalité come un altro concorrente a quell'instabile trono. Se Venezia era sotto congiura da più parti, la Francia non lo era stata, né lo era, da meno (courtesy of http://i41.tinypic.com).

Da pag. 95:

... venne il Sig. Conte di Lilla ... dai soli Cavalieri del suo seguito riconosciuto, e venerato per Re, e ... fu stabilito, che minimamente non verrebbe alterata la privata, e ritirata sua condotta, conservando il titolo di Conte di Lilla, anche per non compromettere i riguardi della Repubblica.
I primi giorni del di lui assunto titolo vennero dal Co. di Lilla impiegati a ricevere gli omaggj de' suoi Cortigiani, a studiare un nuovo cerimoniale nelle ristrette stanze della sua abitazione, nel porre alla catena dell'Orologio il Sigillo Reale, e nel formar Pronostici sull'avvenire.
Si cercò anche ... di far destramente intesi i Nobili Veronesi di sua conoscenza di un tale avvenimento; ma vennero questi avvertiti di astenersi dal visitarlo in tale circostanza.
Molto corteggio non ritrasse neppure dagli Emigrati, quali da qualche tempo disperando di veder ripristinato l'antico ordine di cose, ne manifestavano verso Lui un notabile raffreddamento.
Varie conferenze si sono quindi tenute .. alla presenza di esso Conte ... sopra l'Etichetta da stabilirsi e altre sopra le risoluzioni da prendersi.
...venne deciso di vestir a coruccio, di celebrare nella privata Capella ... una Messa di Esequie al Defunto, a cui assistettero da circa 40 Emigrati.
Dopo il qual ... niente si parlò nè dell'avvenimento, nè dell'assunto titolo di Re, ... da' Cavalieri di seguito che si valsero del consueto titolo di Conte di Lilla.

... si stabilì d'interpellare l'intenzîone delle Potenze coalizzate ... e furono quindi ... prontamente spediti relativi Dispaccj ... per recarli in persona all'Armata del Condè e da di là ... alle rispettive Corti; frattanto si determinò di rimanere immobili a Verona ad attendere l'esito.

La Battaglia di Valmy del 1792

La Battaglia di Valmy del 1792, che aveva costretto l'aspirante Luigi XVIII a ripiegare sull'esilio dopo il tentativo di imporsi con le armi alla Francia rivoluzionaria, in un'Opera di Émile Jean Horace Vernet (1789 – 1863) del 1826. (image courtesy of Wikipedia).

Gli Inquisitori dovevano avere buoni occhi ed orecchie, nella pur provvisoria Corte del Conte di Lilla.
Da pagg. 95-96:

Ora si dispone nel Gabinetto di esso Conte di Lilla l'estesa di un Manifesto: tutti i suoi Cortiggiani lo reputano indispensabile, ... ma discordano quanto al tempo: chi vorrebbe che fosse tosto pubblicato, chi trova doversi attendere le risposte delle Corti.
Non consta, che peranche siasi fatto ulterior passo nel proposito; e si avrà tutta la cura, perchè venendo stampato, non esca dai Veneti Torchj.
Concorsero a Verona a corteggiare il Soggetto con molti Emigrati ... il Sig. Co. d'Entragues (4), il Principe di Nassau, e quel che è più riflessibile il Sig. Cav. de las Casas Ambasciatore di Spagna presso la Repubblica, da poco ritornato da Vienna il quale ebbe in questi giorni replicate lunghe conferenze con il predetto Sig. Entragues e si crede sopra l'argomento in questione intorno a cui niente di più rimarcabile si è rilevato sin ora...
... procedenti dalla Germania e da Milano pervennero al Sig. Co. di Lilla alcune Lettere per la Posta col titolo di Re ma possono credersi scritte da private Persone.

Storia di Venezia - Emmanuel Louis Henri Alexandre de Launai, comte d'Antraigues

Emmanuel Louis Henri Alexandre de Launai, comte d'Antraigues, un personaggio chiave non solo nei fatti di Verona (courtesy of http://antraigues.blogspot.it).

Federico Guglielmo di Nassau-Weilburg

Federico Guglielmo di Nassau-Weilburg (L'Aia, 25 ottobre 1768 – Weilburg, 9 gennaio 1816) (courtesy of http://www.lagis-hessen.de).

Emmanuel, conte di Las Cases, storico e geografo

Emmanuel, conte di Las Cases, storico e geografo, diventerà il più famoso biografo di Napoleone, che seguirà con pochissimi altri nell'esilio di Sant'Elena. Forse uno dei rari personaggi di questa epopea a essere in sé, pur confuso, limpido, trasparente e presumibilmente ignaro dei giochi sottili dietro l'apparenza dei conflitti. (courtesy of Wikipedia).

25 Luglio 1795

Dopo 15 giorni il Tribunale ragguaglia i savj:
Da pagg. 96:

... in vista ad alcuni cenni contenuti nei recenti Dispaccj dell'Ambasciator in Spagna Gradenigo (1) reputano opportuno gl'Inquisitori di Stato aggiugnere ... alcuni altri interessanti riscontri.
Pienamente soddisfatto il Sig. Co. di Lilla dell'Ospitalità, ... volle manifestare il proprio aggradimento al N.H. Alvise Mocenigo primo, avanti che dimettesse il Governo di Verona, con un Viglietto scritto di proprio pugno, ... . Documento che serve di conferma a quanto su tal particolare si è altra volta asserito.
... positivi riscontri quali assicurano che il Manifesto dietro cui si travagliava nel suo Gabinetto, e di cui tuttavia è dubbioso se seguirà la pubblicazione, non porterà però la data di Verona, non volendo il Sig. Conte di Lilla ... mai compromettere i politici riguardi della Repubblica.

(1) Il N.H. Bartolommeo Gradenigo I K.

Segue, la traduzione del Biglietto inviato ad Alvise Mocenigo Primo dal neo-Re Luigi XVIII in esilio. Annoto ora, che tra i veneziani in questo periodo cominciano ad affiorare strane usanze dinastiche, come unire al nome un aggettivo ordinale, usanza certo non repubblicana. Direi che siamo di fronte a un chiaro esempio del "vendere la pelle dell'orso prima di averlo ucciso". Da pag. 97:

Verona 18 Giugno 1795.
Vengo di rilevare, Signore, che il termine delle vostre funzioni in questo luogo è spirato, e che sarà per arrivare ben tosto il vostro successore.
Io non sò, se avrò l'incontro di vedervi in mezzo agli affari, che va ad occasionarvi un tale cambiamento; ma mi sarebbe assai spiacciuto di lasciarvi partire senza darvi una testimonianza della mia soddisfazione per tutte le attenzioni, che avete avute per me, e pregarvi di ringraziarne per mia parte il Vostro Sovrano. Il Sig. Conte di Avaray, che vi rimetterà questa Lettera, vi assicurerà di nuovo, Signore, di tutti questi sentimenti, quali voi mi avete ispirati: e che conserverò in ogni tempo verso di Voi
Luigi Stanislao Saverio.

Sentimenti non tuttavia sufficienti a garantire in seguito al Mocenigo quel posticino al tavolo della Restaurazione che desse un senso al suo titolo di "Alvise primo"; analogo favore sarà rinnegato ai Manin dagli Austriaci...

Il Primo di Agosto 1795 gli Inquisitori trasmettono "ai Savj del Collegio per comunicare al Senato, quando, e se ad essi parerà", un dispaccio del residente a Torino Alvise Querini, sempre relativo alla spinosa questione del Conte di Lilla e alle reazioni suscitate dall'omicidio anche del giovane figlio di Luigi XVI, il famoso "Delfino", la cui morte sembra frutto della più depravata tra le menti letterarie romantiche.

In data 25 Luglio 1795, il Querini scriveva:
da pagg. 97 – 98:

... sono ora in istato, ad onta della somma gelosia, con cui si custodisce tutto quello, che può aver rapporto a tale argomento, di poter riferire qualche dettaglio
...
Il Sig. Conte di Provenza scrisse due Lettere a questo Sovrano: una come Re di Francia, nella quale gli partecipava la sua successione al Trono, assicurandolo ... della più sincera amicizia ed attaccamento;
l'altra confidenziale, ... usando il primo suo titolo. In questa seconda, ... lo prega di continuare a custodire presso di se medesimo l'Altezza Reale di lui Sposa nel solito suo incognito, e nel modo stesso, che l'aveva tenuta fino ad ora, esprimendosi dover esser per Lei il più bel fregio quello di sentirsi chiamare Figlia di Amadeo.

Vittorio Amedeo III risponde solo alla seconda lettera, con tono altrettanto confidenziale, affettuoso ma vincolato alla ragion di stato, la quale fa sì che egli, pur riconoscendo in pectore per vero e legittimo Re di Francia il suo amico fraterno Luigi XVIII, preferisca, in attesa dei pronunciamenti delle altre Corti Europee, continuare a scrivergli solo come al Conte di Provenza.
In particolare Vittorio Amedeo vuole conoscere il parere di Vienna e di Londra.

Proprio in quei giorni a Torino si ricevono lettere da Vienna dove quella Corte si dichiara altrettanto indecisa e in attesa di maggior determinazione da Londra.

La risposta da Londra tarda qualche settimana:
da pag. 98:

... ragionando sopra la recognizione di S.A.R. , si spiega quel Sovrano, che conveniva, che fosse essa fatta in un punto stesso da tutte le Corti Alleate, e non separatamente.
Che siccome la Francia ha varie volte cercato di denigrare la lealtà dell'Inghilterra. tacciandola di voler darle disposticamente un Re, perciò pensava, onde non avvalorare sì fatta accusa, di aspettare, che si levasse in Francia un partito che lo proclamasse Re …

È dunque l'Inghilterra, a non voler riconoscere Luigi XVIII. Le altre Corti, come abbiamo visto, pendono dalle sue labbra.
Giorgio III dichiara che tale atto deve essere comune e contemporaneo da parte di tutte le Potenze, ma già esclude implicitamente la sua, dal momento che non dà quell' "ordine".

Al contrario, preferisce continuare a sobillare i conflitti interni francesi supportando i Vandeani (i quali, vedremo poi, non sono precisamente sostenitori di Luigi XVIII, come Re).

...tanto più che a quest'oggetto non solo lavoravano i suoi Uffiziali già spediti, e discesi in Brettagna, ma avrebbero ancora agito le Truppe composte di Emigrati, ed Inglesi, che dovevano fra breve colà sbarcare...

Querini dichiara l'altissima affidabilità della fonte delle informazioni che trasmette, ma di essere "costretto di usare di tutte le possibili cautele di secretezza".

Passa quindi a descrivere la condizione immutata in cui si mantiene la neo-Regina Francese ospite incognita della Corte di Torino. Unica variazione quella che pochi Francesi residenti a Torino le hanno baciato la mano chiamandola: "Regina".

Conclude la missiva di Alvise Querini, Residente a Torino per la Repubblica di Venezia, il resoconto di un interrogatorio criptico da lui realizzato in occasione di un incontro mondano con "il noto Sig. de Precy", esponente dell'entourage intimo del Conte di Provenza, al momento in missione a Torino per conto del neo-Re.
Da pag. 99:

È ben vero, mi disse egli, che attualmente pare, che il partito de Realisti vada prendendo un maggior vigore, talchè se potesse S. A. Reale mostrarsi in Persona o alla Vendèe, o alla Armata de' Principi, sommi vantaggi ne potrebbero derivare; ma io credo ancora pericolosa l'una e non dipendente dai soli suoi desideri la seconda.

La Vandea, apprendiamo dunque, è valutata come pericolosa dall'entourage Capetingio.

Conosce bene, continuò egli, il Sig. Co. di Provenza che se si portasse direttamente alle Vendeè, o alla Armata de' Principi, come sembra invitarlo la nota Proclamazione, la Francia allora volgerebbe colà tutte le sue forze, nè gli resterebbe in caso d'un rovescio una sicura ritirata …

Luigi XVIII non sembra dunque particolarmente rassicurato dai "venti mille" armati che Giorgio Quinto gli promette "per riconoscerlo" una volta che lui sia stato riconosciuto dalla "Vendée"; nemmeno crede che quegli aiuti d'Oltremanica gli possano assicurare una affidabile ritirata.

Marie-Joséphine-Louise de Savoie

Marie-Joséphine-Louise de Savoie, contessa di Provenza, moglie del futuro Luigi XVIII e figlia di Vittorio Amedeo III, l' "ospite incognita" alla Corte di Torino, ritratta nel 1786. (courtesy of Wikipedia).

Louis François Perrin de Précy

Louis François Perrin de Précy (courtesy of Wikimedia).

Storia di Venezia - George Macartney, 1st Earl Macartney

George Macartney, 1st Earl Macartney (courtesy of Wikimedia).

Carlo X di Borbone, conte d'Artois

Carlo X di Borbone, conte d'Artois, salirà al trono di Francia come Carlo X nel 1824, alla morte del fratello Luigi XVIII (courtesy of Wikimedia).

La Vandea è "pericolosa" per lui. Nel suo seno (e alla Corte di Giorgio III) si annidano probabilmente nemici più pericolosi degli uomini del Direttorio(5).
Forse, i veri mandanti dell'omicidio di suo fratello, nipote e cognata.

Infine, Luigi XVIII si mostra persino più "attendista" di Giorgio V:

... che dall'altra parte all'Armata del Principe di Condè non vi potrebbe andare senza una precisa chiamata della Corte di Vienna, atteso, che forma Essa una parte, separata bensì, ma sempre dipendente da quella di S. M. Imperiale.

Querini conclude il resoconto dell' "interrogatorio" diplomatico al de Precy con la personale deduzione che il Conte "neo-Re" di Francia "sia determinato di starsene aspettando nel fortunato soggiorno dei Stati di V.V E.E. le determinazioni delle Potenze Alleate.".

Cristoforo Tentori conclude questa tranche di dispacci con una comunicazione molto allarmante del Tribunale degli Inquisitori ricevuta personalmente dal Savio in settimana "Daniel Dolfin primo K." (eccone forse un altro che fremeva per diventare "Dinastia"), in data 7 Agosto 1795.
Riguarda un preoccupantissimo intensificarsi delle attività nella residenza del sempre più scomodo Conte di Lilla riscontrato dopo le Comunicazioni del Tribunale del 10 e 25 Luglio.

In primis, informa dell'arrivo di un Residente inglese alla Corte di Francia in esilio a Verona.
Da pag. 99:

...la notizîa dell'arrivo in Verona di Lord Macartney(6) destinato a risiedere per parte della Corte di Londra presso il Co. di Lilla. Andò ad alloggiare alla Locanda delle due Torri, ove ha ricevuta la visita del Principe di Nassau, che non era ancora partito da Verona.

Segue l'enumerazione degli andirivieni nella nuova "Corte clandestina".
Da pagg. 100 - 101:

Nel giorno 30 ... pervenne ad esso Sig. Conte un Corriere Espresso da Londra con Pieghi, e si è potuto rilevare, che le recassero la notizia del seguito sbarco nella Baia di Quiberon sulle coste della Brettagna, portandole copia del Manifesto in tale occasione negli occupati luoghi pubblicato: e che il Conte di Artois fosse per imbarcarsi per tentare un nuovo sbarco di Emigrati nella Normandia.
Tutto giorno poi giungono a Verona qualificati soggetti Francesi Emigrati, tra quali il Duca di Guise, il Vescovo di Harat, il Duca di Brisac, il Maresciallo di Castries, il Guise, Brisac, e Castries per trattenersi, e sostenere vari uflizj di Corte presso il Co. di Lilla.
Anche il Marchese Gherardini Ministro di Vienna alla Corte di Torino portatosi incognito in Verona sua Patria al suo arrivo i primi passi diresse ... dove abita il Co. di Lilla.
Più d ogni altro poi l'Ambasciator Las Casas nel suo breve soggiorno ... corteggiò il qualificato soggetto, e partito ... dalla Dominante per proseguire il suo viaggio diretto prima a Ratisbona, indi a Londra, si è trattenuto per tre giorni a Verona, ed intervenne a più lunghe conferenze tenutesi alla presenza del Co. di Lilla colli principali dell'antico suo seguito, e colli sopravenuti Soggetti, non che con il Principe di Nassau.
Un Uffiziale proveniente da Londra in 16 giorni, e diretto per Livorno, annunziò il 2 del corrente l'arrivo quanto prima in Verona d'un Ministro Inglese; notizia che si è pure posteriormente confermata, e che combina colle relazioni dell'ultimo Dispaccio del Residente Lavezari.
Lo stesso giorno pervenne un Corriere espresso dalla Russia diretto a questo Ministro Plenipotenziario, quale recò pure dei Dispaccj al Conte.
Appena questi ricevuti, ebbe luogo una nuova Conferenza con l'intervento dell'Ambasciator Las Casas, ... del Principe di Nassau, e del Conte di Entragues; quantunque non siasi potuto in ora penetrare il secreto del loro contenuto, si sono rimarcati però nei Cavalieri del seguito, e negli Emigrati dopo il lor arrivo dei segni estraordinarj di esultanza, e di speranze, cosicchè questi ultimi in oggi più che in passato si affrettano di frequentare il qualificato Soggetto.

Ma gli Inquisitori non controllano solo i movimenti dell'entourage di Luigi non ancora XVIII; controllano anche chi, oltre a loro, li controlli:

Da pag.101:

Tutti questi estraordinarj movimenti e particolarmente le direzioni del Conte d'Entragues si ha ragione di credere che sìeno diligentemente osservate, e conosciute dal sig Lallement Inviato di Francia (1).

(1) - I Savi del Consiglio al tempo di queste Comunicate, erano i N.N. H.H. Antonio Zen, Filippo Calbo(7), Giacomo Grimani(8), Niccolò Michiel, Zuanne Molin e Daniel Dolfin K.(9).

Alla luce di quanto emerge dalle "carte" dell'Ambasciatore Macartney (vedi nota 6) devo rilevare una incongruenza nel rapporto degli Inquisitori ai Savj.

Essi infatti al 25 Luglio ancora ritengono non imminente e forse non probabile la stampa del pamphlet monarchico, mentre il Macartney lamenta che al suo arrivo a Verona alla fine di Luglio, tale pamphlet era gia stato scritto da ben tre settimane, e da altri riscontri sappiamo che già aveva provocato scompensi nell'Armata Monarchica nonché nel rapporto fra questi e i loro supporter Inglesi.

Non è probabile che il lack informativo venga dai sensori territoriali. Questi ultimi, in questa specifica Comunicazione del Tribunale, non sono nemmeno nominati, anche se si può ben immaginare che la fonte principale, almeno ufficialmente, sia il Residente a Verona, che sembrerebbe, ma non è chiaro essere ancora, Alvise Mocenigo.

Impossibile che la stesura e distribuzione di tale opuscolo fosse sfuggita alla rete di controllo del Tribunale. Tentori non perde occasione di farci rilevare che dal punto di vista funzionale, il Tribunale degli Inquisitori era perfettamente efficiente, tanto quanto era impedito all'usare della propria rete informativa a fini sanamente repubblicani.

Il fatto deve essere che la struttura "meccanica" repubblicana difende strenuamente le sue Istituzioni, cosicché i congiurati, pur sempre presenti, non riescano mai ad avere il completo controllo degli Organi che hanno infiltrato.

Nel caso specifico ipotizzo che il Manifesto Monarchico noto come "Dichiarazione di Verona" sia stato nascosto dagli Inquisitori al Collegio proprio a causa della presenza nel Collegio stesso di quel Savjo a nome Filippo Calbo che vedremo, con altri più tardi, perseguitato dalla Municipalità Provvisoria.

Estremamente interessante e tale da fornire più ampi lumi sulle vicende che ci interessano, è la vita di Alvise Mocenigo(10), all'epoca di questi fatti presumibilmente ancora in carica come Residente di Verona.

Umberto Sartori

La Battaglia di Quiberon (torna)

1795, vittoria della Francia rivoluzionaria, dopo circa un mese di combattimenti a cavallo fra Giugno e Luglio, sul tentativo di Carlo X conte di Artois di sbarcare in Francia per porsi al fianco della Rivolta Vandeana.
Mise KO gli aspiranti monarchi il tempo sufficiente a installare Napoleone Buonaparte.

Pare infatti che Carlo X fosse solo un paravento, e che i veri comandanti della spedizione fossero tali Joseph de Puisaye e il conte Louis Charles d'Hervilly.

Le istruzioni della Corona sono però molto confuse, stanti due operazioni di alleanza contemporanee (scoordinate o rivali?), stabilite una a Londra da Carlo X e una a Parigi da emissari di Luigi XVIII.

Al momento di partire l'alleanza parigina impone a fianco del de Puisance, a quanto pare ottimo militare, un altro comandante con pari poteri, mettendo entrambi questi signori in condizione di reclamare il comando supremo dell'invasione.
Sono commessi anche numerosi errori tattici, come far vestire i realisti francesi da giubbe rosse britanniche, pur nota l'antipatia popolare dei Bretoni per quelle uniformi.

A proposito della "collaborazione" fra realisti, interessante Wiki Francia:

Joseph de Puisaye, qui a la confiance de Pitt, est nommé co-responsable, avec d'Hervilly, de ce débarquement. Il est pourvu du titre de lieutenant général, avait pleine autorité sur les royalistes de l’intérieur en Bretagne et en Normandie. C’est un proche du futur Charles X, et d'Hervilly et le Régent, futur Louis XVIII, pensent à tort qu'il est un orléaniste et qu’il veut attirer l’armée des émigrés dans un piège. D'Hervilly est hostile au projet de Quiberon, comme son prince et veut débarquer en Vendée.

Sbarco di Quiberon

La Battaglia di Quiberon in un dipinto di Jean Sorieul del 1850 (image courtesy of Wikipedia).

La disfatta di Quiberon

La disfatta di Quiberon in un dipinto di Paul-Émile Boutigny (image courtesy of Wikimedia).

Battaglia navale della Baia di Quiberon nella Guerra dei Sette Anni

La battaglia navale di Quiberon, episodio del 1759. Per non confondere, quest'altra famosa "Battaglia di Quiberon", risale a una cinquantina di anni prima, nell'ambito dellla Guerra dei Sette Anni. Tale battaglia era stata vinta dalla Flotta Inglese su Quella Francese. Eccola in un dipinto del 1812 di Nicholas Pocock (1740–1821) (image courtesy of Wikimedia).


Note

Nota 1 - Alessandro Ottolin è quello stesso che nel Dicembre 1796 dovrà consegnare la città di Bergamo al generale Baraguey d'Hilliers.

Nota 2 - Pur auspicando la "rivoluzione", probabilmente nessuno dei savj congiurati sperava in una rinascita repubblicana, al contrario.
Quella era demagogia per gli "utili idioti", fra cui mi duole non poco dover mettere Ugo Foscolo, alcuni Contarini, il Gratarol e forse i fratelli Pesaro, almeno fino a un certo punto.
I congiurati veri, quelli ormai annidati negli avvicendamenti ducali, avevano speranze di tutt'altro tipo. La struttura repubblicana era d'intralcio alla loro "spregiudicatezza" commerciale.
Alcuni di loro puntavano, presumibilmente, a cariche di Viceré o di Collegio Oligarchico loro conferite nelle speranze di taluni dalla Francia, per talaltri dall'Austria. Rimarranno con un palmo di naso.

Nota 3 - Paolo Bembo aveva avuto parte, nel 1774, alla riabilitazione e riammissione in Repubblica del noto agitatore massonico Giacomo Casanova, che in seguito diverrà vero e proprio confidente al soldo degli Inquisitori (cfr. "Memorie di Giacomo Casanova" Vol. VI, Episodio 30, Parte Prima).

Nota 4 - Emmanuel Louis Henri Alexandre de Launai (1753-1812), comte d'Antraigues.
Fu amico di Voltaire, Rousseau, Mirabeau, Fra gli accesi sostenitori del "Terzo Stato" come Nazione assieme col futuro Luigi XVIII. Regredì improvvisamente dopo aver assistito all'esecuzione di Maria Antonietta, e divenne sostenitore dei Borboni.
Lo troviamo a Verona dove sarà nominato Ministro della Polizia nel Governo-ombra, ma la sua figura è quella di un intrigante a vasto spettro. Si trovava in Venezia dapprima come attaché della Spagna e poi della Russia. Diverrà poi agente segreto per Luigi XVIII. Arrestato da Napoleone, riuscirà a sfuggire all'arresto, suscitando i sospetti del Luigi che avesse pagato la libertà rivelando segreti reali.
Pare non corrispondesse al vero, anche se nell'arresto Napoleone aveva messo le mani sui carteggi segreti.
Il "d'Entragues" fu molto amareggiato da questa mancanza di fiducia, e in tale stato d'animo rese pubblici particolari della congiura che aveva ordito in gioventù assieme al Conte di Provenza/Lilla contro l'allora legittimo sovrano di Francia, congiura che, unita ad altre, aveva finito con lo sfociare nella "rivoluzione francese".
Morirà assassinato assieme alla moglie, grande cantante lirica, nel 1812, non prima di aver servito ancora a turno la Russia e l'Inghilterra, nonché di essersi procurato inimicizie molto potenti, soprattutto quella di Napoleone, con una fervida attività di libellista.
Penso che la vita di quest'uomo meriti approfondimento, poiché sembra essere una figura chiave non solo nelle vicende di Venezia e dello scomodo Conte di Lilla.

Nota 6 - Macartney doveva collaborare al Manifesto che Luigi XVIII intendeva pubblicare, e che era temuto come abbiamo visto dagli Inquisitori. Quando giunse, però, la "Dichiarazione di Verona" era già stata stilata da tre settimane. Del resto, con un libellista come il "d'Entragues" sotto mano, la cosa non stupisce.
Purtroppo, però, il tono e il contenuto politico non sono quelli che gli Inglesi speravano di contribuire a scrivere.
Luigi XVIII ha stilato un programma vago e confuso, sembra voler riportare la Francia all'età feudale, o forse a uno stato di permanente conflitto di fazioni. cfr. The Mirage of Restoration: Louis XVIII and Lord Macartney, 1795-6, by W.R. Fryer, The University of Nottingham; vedi anche Macartney Papers, Verona
Dalle carte Macartney emerge un'altra possibile congiurata Francese, la sorella di Luigi XVI Maria Therese, riscattata dagli Austriaci al prezzo di due deputati francesi da loro catturati. Secondo l'Inglese tale signora, nota come Madame Royale, tramava al trono francese dopo un possibile matrimonio in Casa d'Austria.

Nota 7 - Filippo Calbo compare come sospetto di oligarchia anti-francese da parte del Generale Balland nella " Raccolta di tutte le carte pubbliche stampate ed esposte ne' luoghi più ... " 1797, 24 Vendemmiaio anno 6 Rep, Fr.

Nota 8 - Giacomo Grimani: la Famiglia Grimani era stata prima protettrice del giovane destabilizzatore sociale Giacomo Casanova, che era forse figlio illegittimo di quella casata

Nota 9 - Daniele Dolfin era stato Residente a Parigi nel 1785.

Nota 10 - La vita di Alvise Mocenigo, "illuminista moderato", che rimbalza dalle cariche della Congiura all'essere pupillo di Napoleone, alla protezione dell'Austria e poi a quella Francese ancora, praticamente fino alla morte, può essere letta con notevole profitto nel racconto di Michele Gottardi nel "Dizionario Biografico degli Italiani" Treccani.
Sembra, almeno in gioventù, essere appartenuto all'ala più sfortunata e illusa della congiura, quella che ho già malvolentieri chiamato "degli utili idioti".
Seppe tuttavia, meglio di altri, riscuotersi dallo choc e applicare la sua intelligenza a nuovi modelli.


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