Storia di Venezia

Pagina pubblicata 20 Ottobre 2013
aggiornamento 29 Dicembre 2013

Cristoforo Tentori, Raccolta Cronologico Ragionata
di Documenti Inediti che Formano la Storia Diplomatica
della Rivoluzione e Caduta della Repubblica di Venezia, 1799, IV

INDICE || Tomo Primo 1788-1796 || Tomo Secondo 1796-1797

   

Storia della Caduta di Venezia , IV
Sommario Commentato della "Raccolta Cronologica Ragionata..." di Cristoforo Tentori

PARTE PRIMA
Dell'origine della Rivoluzione Dall'anno 1788 al 1 Giugno 1796 (pagg. 21 - 172)

Vai a pagg. 21 - 46 | Vai a pagg. 47 - 65 | | In questa pubblicazione, pagg. 65 - 75 | Vai a pagg. 75 - 89

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Per l'argomento accennato dei rapporti fra la Loggia d'Inghilterra e le logge francesi in Venezia, rimando alla sintesi che seguirà la lettura di questo libro.
Molti degli indizi e delle prove relativi, infatti, vanno cercati in una vicenda di poco precedente al periodo descritto dal Tentori, e precisamente nelle vicende di un Segretario di Stato, Pietro Antonio Gratarol, e di un Cancellier Grando, Giovanni Colombo.

Febbraio 1794

Il Senato Veneziano, come vedremo in una nota del Tentori a pag. 67, non è più quel consesso di saggi e probi uomini che tanto era stato elogiato dal Guicciardini.
Al contrario, secondo quanto riporta l'Abate, vi partecipano "alcuni Patrizj, i quali sforniti de' lumi, e delle cognizioni, che costituiscono l'uomo di Stato, e che sono indispensabili in chi deve maneggiare gli affari Politici, ..." (pag. 67).

Se contestualizziamo il racconto del Tentori, possiamo arrivare a identificare anche più specificamente le specie dei Patrizi Senatori inetti alla Politica: le più mondane furono addirittura catalogate da Carlo Goldoni nelle sue commedie, ma lo faremo in seguito.

Sotto la data "Febbraio 1794", il Tentori descrive come quel Senato del suo tempo si rimettesse in troppa larga misura alle decisioni dei Savj.
Questi, occultando i Dispacci Diplomatici, facevano del loro meglio per tenere i suddetti Senatori nell'illusione che in Europa non stesse avvenendo alcunché di gravissimo, che si trattava dei normali rivolgimenti interni alle Monarchie.

In questo senso non mentivano del tutto, solo omettevano di riferire al Senato sulla portata internazionale di quei rivolgimenti.

I Senatori, dal canto loro trovavano molto conveniente continuare a cullarsi nel buon andamento delle rendite antiche, e si erano abituati a considerare la sudditanza politica verso i Savj come una parte di quella eredità. Questa falsa considerazione sarà chiamata "funesta" dal Tentori.

A far da morbido cuscino ai Patrizi, che vivevano ormai molto staccati, sia dal Popolo che dalle gravi decisioni della Politica, demandate appunto ai Savj, stava il fatto che in effetti poco dell'infiltrazione giacobina aveva effettivamente attecchito nel Popolo dei Veneti Domini.
Non vi erano state esplicite ribellioni in alcun Territorio della Serenissima.

La floridezza economica della Repubblica garantiva ancora ai suoi sudditi un tenore di vita decisamente superiore a quello dei Popoli sotto Monarchia.

Storia di Venezia - Monumento a Carlo Goldoni in campo San Bortolomio a Venezia

Monumento a Carlo Goldoni in campo San Bortolomio a Venezia. Nelle sue commedie il drammaturgo seppe ben descrivere alcune delle tipologie senatoriali e patrizie veneziane del suo tempo (courtesy of Wikimedia).

La situazione era percepibilmente tale, a onta degli allarmismi che da anni circolavano in città dopo la "Relazione sullo stato delle Arti nella Repubblica" di Andrea Tron e gli analoghi disfattismi del doge Paolo Renier.

Questo Senato dunque abbraccerà la decisione dei Savj anche sul rifiuto del "Trattatore" nuovamente offerto dal Re di Napoli, con due Decreti dell'otto e 15 Febbraio 1794.

Il Senato non era però composto solo di inetti o svagati menefreghisti e di congiurati. Vi era una terza componente, altrettanto inetta alla visione Politica, ma accesa di sincere aspirazioni vetero e neo-repubblicane.

Storia di Venezia - Sentenza di confisca dei beni dell'ex-Procuratore Francesco Pesaro, emessa nel 1797 dalla Municipalità Provvisoria di Venezia

I congiurati non si dimenticheranno del Pesaro. Sarà nei loro pensieri con le procedure più urgenti non appena prenderanno il potere come Municipalità Provvisoria di Venezia: ecco la Sentenza di confisca dei beni dell'ex-Procuratore Francesco Pesaro, emessa nel 1797 e tratta da: "Raccolta di carte pubbliche, istruzioni, (etc.) del nuovo Veneto governo democratico. - Venezia, Gatti 1797. (courtesy of GoogleBooks).

Un esempio famoso di questi illusi dell'epoca lo troviamo nel poeta Ugo Foscolo: nel Senato il Tentori invece ci presenta il "K. Procurator Francesco Pesaro".
Questo Procuratore aveva fino ad allora sostenuto vivamente la Neutralità armata in Senato, come abbiamo visto dal Tentori stesso pagine addietro, e aveva accettato di buon grado anche i primi movimenti del disarmo.

Nell'Aprile 1794, quasi all'improvviso, il suo occhio politico si schiude, e il Procurator finalmente intuisce quello che i Dispacci Diplomatici raccontano e che viene edulcorato o nascosto dai Savj congiurati del Collegio nelle loro "comunicazioni" al Senato.
Comprende d'un subito che Venezia corre almeno un rischio terribile, quello di essere usata come campo di battaglia dalle Potenze europee.

Di questa consapevolezza non esita a rendere partecipe il Senato.
La sua oratoria, appoggiata calorosamente dal fratello, il N.H. Piero Pesaro, nonché la palese fondatezza dei suoi timori, "strapparono la coperta di dosso" ai Senatori più distratti, pigri o inetti.
A nulla valse la fiera contrapposizione dei Savj congiurati e dei loro complici; Tentori ne nomina esplicitamente alcuni:

Da pag. 66:

L'eccitamento del zelante Cittadino, benchè fieramente contraddetto nelle Consulte da' N.N. H.H. Girolamo Zuliani K., Zan Antonio Ruzzini, Antonio Zen, Zaccaria Valaresso, Francesco Battaja, Alessandro Marcello primo, ed altri, ... fu nel mese di Aprile accolto dal Senato con pienezza di voti.
Fu in conseguenza ordinato l'ammasso di truppe, l'apprestamento delle artiglierie, il riattamento delle Fortezze, e delle Piazze, per lo spazio di 40 anni quasi intieramente neglette, in fine il reclutamento delle Cernide nelle diverse Provincie dello Stato. (1)
 
(1) - 1 Savi a quest'Epoca erano i N.N. H.H Girolamo Zulian k., Antonio Zen, Alessandro Marcello I, Niccolò Michiel, Francesco Vendramin, e Fllippo Calbo.

Il Senato, nel mese di Aprile, vota dunque un generale riarmo della Repubblica esautorando i Savj che invece sempre più intimamente la sguernivano e indebolivano militarmente.

Col senno di poi, e confrontando con altre fonti, noi posteri possiamo ben immaginare che da tempo alcune famiglie e singoli personaggi operassero sostanziali lucri, sui "risparmi" militari imposti alla Repubblica. Si veda al proposito la vicenda del Gratarol e dell'appalto per 100 canne di fucile avariate all'Arsenale, dietro il quale si intravvede la figura "spregiudicata" di Andrea Tron. stretto parente del predeccessore di Manin, il Renier, quindi del Manin stesso che a sua volta vantava stretti rapporti familiari con il Renier.

Il "risveglio" dei Pesaro e del Senato, tuttavia, non fu che un fuscello nella determinazione dei Savj congiurati, che decisero di "inzuccherare la pillola" che intendevano comunque far inghiottire al Senato, ovvero il disarmo e la consegna di Venezia allo Straniero.

Da pagg. 66 - 67:

Era in conseguenza dovere de' Savj il proporre un piano di relativo armamento: e perciò si unirono in Consulta.
Toccò a parlare ad un Savio... Prese egli dunque ad esporre, che costretta la Consulta suo malgrado a presentar un piano di armamento, era d'uopo eluder il Senato, e che per tenerlo in calma, conveniva mostrare di far tutto, nulla, o poco facendo: che si doveva usare col Senato il metodo prescritto dal celebre Boerhaave (1) il quale prescriveva d'inzuccherare le sue piîllole amare, acciò l'ammalato le inghiotisse senza gustarne l'interna amarezza.
Applaudito dalla maggior parte de' Savj del Consiglio, e di Terraferma non senza scandalo dei Savj agli Ordini colà presenti (2).
L'espediente Boerhavico fu proposto di eludere la deliberazione del Senato sotto prudenziali economici pretesti; sicché dopo il primo ammasso di circa sette mila uomini di truppa, non si potè mai col fatto ottenere, che questo venisse aumentato, nè che si eseguissero le necessarie riparazioni delle Piazze, nè che munite fossero della Necessaria artiglieria.
 
(2) - I Savj agli Ordini, o siano Savj da Mare erano Giovani di anni 25, i quali si stradavano nella Carriera Politica.

I fratelli Pesaro furono molto delusi dall'operato della Consulta, e protestarono con forza, vigore e zelo in Senato, ma questo non si riscosse da una nuova sudditanza ai Savj.

Herman Boerhaave

Herman Boerhaave, medico inventore della glassatura dolce sulle pillole medicinali amare. (courtesy of Wikimedia).

Tentori in una nota cerca di chiarire la composizione psicologica del Senato di allora, come abbiamo accennato all'inizio dell'anno 1794.

Da pag. 67:

... i Savi ne seppero dire tante, che abbagliato il Senato ingojò l'amaro inzuccherato boccone con tanto studio preparatogli.
Per ben tre volte tentò il zelante Pesaro di disingannar quel Sovrano Consesso, ma sempre in vano, tanta era la preponderanza de Savj (1)

(Torna)
(1) Convien qui osservare, che nel Senato talvolta avevano ingresso alcuni Patrizj, i quali sforniti de' lumi, e delle cognizioni, che costituiscono l'uomo di Stato, e che sono indispensabili in chi deve maneggiare gli affari Politici, prevenuti per fatale abitudine a favore de' Savj, la Sapienza, zelo, e probità de' quali ne' passati Secoli erano senza eccezione, questi, dico, riputavano un attentato imperdonabile l'opporsi alle massime, ed alle proposizioni di quel Sinedrio; senza punto riflettere al cambiamento nella maggioranza de' Membri di quel Consesso.
Questa prevenzione irragionevole fu più fiate funesta alla Causa Pubblica.

Il fatto stesso che un ristretto numero di Savj fossero riusciti a vanificare gli effetti operativi delle decisioni del Senato, mette in evidenza la necessità che la loro congiura fosse già in grado di intervenire anche nei livelli medi ed esecutivi della Repubblica.

Nella nota alle pagg. 26 -28, il Tentori ci aveva già descritto il sistema con cui era stata pressocché neutralizzata l'efficacia del supremo organo di tutela Repubblicana, il Tribunale degli Inquisitori.
Tale organo era infatti pressocché impossibile da infiltrare in toto, in quanto i meccanismi repubblicani garantivano una rotazione costante dei componenti.
Solo in rare occasioni quel Tribunale si era trovato in totale balia di congiurati, solitamente vi si mischiavano elementi ignari o estranei alla congiura, che cercavano di assolvere seriamente i compiti istituzionali della loro Magistratura.

Su questi elementi, il Collegio dei Congiurati esercitava costanti pressioni, e imponeva limiti crescenti.
Dopo che numerosi infiltrati filo-francesi erano stati scoperti ed espulsi dallo zelo diretto di questi funzionari ligi, le lagnanze del Collegio posero il Tribunale in "assai critica situazione".

Dalle pagg. 67 - 68

... si lagnavano, che troppo frequenti erano queste espulsioni; che non bisognava irritare il Comitato di Salute Pubblica, nè il di lui Ministro: ... . Tali lagnanze ponevano il Tribunale in una assai critica situazione, laonde s'introdussero de' riguardi, e non furono allontanate certe figure, che avevano tutta l'apparenza di onestà, e che in seguito furono scoperte sedutrici, e malefiche (1).
 
(1) - Convien qui osservare, che sin dal 1792 il Senato avea autorizzato Il Tribunale degl'Inquisitori a passare d'accordo col R. Arciduca di Milano pel canale del Veneto Residente ad oggetto di fornirsi scambievolmente di quei lumi, che riusciva ad ognuno de' due Principi di scuoprire in linea di Seduttori, e di seduzioni usate per introdurre ne' reciprochi Stati il veleno delle perniciose massime Francesi.
Questa corrispondenza Politica era Settimanale, e da essa scaturirono molti lumi, che servirono ad allontanare per allora la seducente contaminazione.

Il 18 Novembre 1792, Il residente della Serenissima in Torino, Rocco Sanfermo, era stato designato come nuovo residente a Londra, ma fermato a dimorare in Basilea, per essere più a portata nel trasmettere le sue informazioni sugli eventi al Tribunale e al Senato.

Come abbiamo visto, l'iter protocollare di questi Dispacci era stato fissato arbitrariamente nella gerarchia Tribunale - Savj del Collegio e solo su decisione di questi ultimi, la notizia veniva passata al Senato.

Tentori offre il riassunto di alcuni Dispacci del Sanfermo tra quelli dall'anno 1794 fino al rientro dell'Ambasciatore, periodo che egli valuta particolarmente interessante.
I dispacci presi a esempio sono cinque, rispettivamente del 27 Maggio, del 6 Giugno, del 20 Giugno, del 24 Giugno e del 5 Luglio 1794.

In data 27 Maggio 1794, il Sanfermo prima informa il Senato sulle vicissitudini e sul probabile arresto di un agente provocatore. Dobbiamo osservare come il tono del Sanfermo non sembri affatto entusiastico, nonostante la cattura di tale ammazzasette.

Storia di Venezia - Giuseppe Gorani

Giuseppe Gorani, figura di avventuriero e inquieto libero pensatore (courtesy of http://www.giovannidallorto.com).

Charles Louis Huguet de Semonville

Charles Louis Huguet de Semonvillem un altro camaleonte che restò in sella dalle barricate attraverso Napoleone fino alla tarda Restaurazione, anche lui Pari di Francia con Luigi XVIII (courtesy of Wikimedia).

Dalle pagg. 68 - 69

... far sapere che il Sig. Orelli Membro del Consiglio Sovrano di Zurich aveva scoperto un certo Gorani autore del libro contro i governi d'Italia con sei satelliti: che a lui era appoggiata principalmente la seduzione dell'Italia: che era il medesimo, che sollevò la Polonia, ... . Che si tentava una sollevazione in Russia, ed in Prussia.
Che lo stesso Gorani avea assicurato, che il nodo principale della congiura dl Napoli resterebbe occulto: Che minava pure sordamente tutti gli Stati d'Italia: Che il detto Gorani fu fatto condurre in un dato luogo della Svizzera, accìò cadesse nelle mani Imperiali, al qual oggetto avea segretamente avvertito il Ministro Imperiale; ...

Quasi in sordina, questo dispaccio riferisce a un altro arresto, quello di tale Semonville, che chiama però di scarsa utilità.
Informa quindi di una possibile discrepanza fra le azioni politiche e quelle militari della Francia nei confronti dell'Italia, e infine di un avvicendamento nel banchiere del Comitato di Salute Pubblica, dove alla rinuncia di Founard Viis subentrava un certo Bacoster.

Con il Dispaccio del 6 giugno 1794, Sanfermo riferisce di aver voluto approfondire le voci sulla possibile doppiezza politico/militare della Francia, e di avere spedito a colloquio con Robespierre, Couthon e due Segretari del Comitato di Salute Pubblica, un certo Dagobert Guistendoerffer con lo scopo di esplorare i seguenti punti:

Da pag. 69:

Quali siano le viste Francesi sull'Italia.
Quali sieno i mezzi, che pensano impiegare per verificarle.
Se la neutralità di Venezia sarebbe rispettata.
Se può ella temere, e cosa dal canto de' Francesi.

La risposta che il Sanfermo attribuisce al rapporto del Guistendoerffer è inquietante: Robespierre e i suoi già pregustano i ricchi saccheggi dell'italico suolo, e non guardano tanto alle questioni militari, perché entreranno in possesso dei "grani e ricchezze degli spogli" più a mezzo di intrighi e corruzioni che di campagne militari vere e proprie.
Conquistare l'Italia, a quel Comitato, era costato sino ad allora "Undeci Millioni di Franchi".

Nel Rapporto del Guistendoerffer la sorte di Venezia è addirittura scontata, ma il Sanfermo non dà segno di essere preoccupato da questa evenienza.

Da pag. 69:

Che Venezia non sarebbe attaccata direttamente, ma che si cercherebbero de' tumulti, e de' pretesti.
Che erano già state guadagnate persone di tutte le Classi, e particolarmente delle più Distinte e di quelle stesse, che sono dal Governo destinate a scoprire le trame Francesi, onde rilevare con acuratezza le misure tutte della Repubblica; Che a quest'oggetto erano stati spediti nello scorso anno 1793 a Venezia 350 mila Franchi, e nell'anno presente decretati 700 mila.
Che la Repubblica era riguardata come Nemica per non aver accettato il Ministro Plenipotenziario Noel; e per aver accordato a' Collegati armi, grani &c..

Nel Dispaccio del 20 Giugno 1794, Sanfermo riporta di avere tentato inutilmente di incontrare il Segretario dell'Ambasciata Francese, Bacher, e di avere ricevuto comunicazioni da lui solo a mezzo di biglietti affidati al Borgomasto di Basilea.
Tali biglietti informano il Sanfermo di intenzioni belliche della Francia in Italia, ma che la Francia terrà un contegno più amichevole con Venezia di quello previsto per altri Stati Italiani. Sanfermo precisa però:

Da pag. 70:

... ma questo può esser un modo ingannevole, non insolito de' Francesi &c..

Ancora più importanti le notizie nel Dispaccio del 24 Giugno 1794: Sanfermo dice di avere saputo da tale Lenoir che, fallita la congiura ordita in Torino, il Comitato di S. P. manifesta chiare intenzioni di attaccare militarmente in Italia dopo il raccolto del grano, e di "addormentare le Potenze Neutre, e di continuare le sedizioni". Era dunque confermato il sospetto sulla doppiezza francese accennato nel precedente Dispaccio.

La sintassi della nota del Tentori sul Dispaccio del 5 Luglio 1794 non mi è chiarissima. Sembra che adesso sia il Sanfermo a sottrarsi a un abboccamento diretto del Bacher, e i due continuano a parlarsi per mezzo del Borgomastro Bouchard.

Sostanzialmente, il Bouchard vuole convincere Sanfermo che le notizie di una aggressività francese verso Venezia erano solo frutto delle male parole del Noel, che aveva rappresentato al Comitato "l'odiosità in cui si aveva la Rivoluzione Francese in Venezia, e la somma facilità di sedurre i Veneziani". Adesso il Comitato aveva cambiato i suoi disegni e richiamato il Noel.

Ancora non mi è chiara sintatticamente la parte finale della descrizione di questo Dispaccio, che potrebbe però fare riferimento alle pressioni che abbiamo visto fatte dai Savj sul Tribunale degli Inquisitori perché non si disturbassero troppo le attività "giacobine".

Antoine Pierre Joseph Marie Barnave

Un esempio poco noto ma molto significativo non solo dell' "ingannevolezza" francese, ma della profonda instabilità dei suoi livelli e personaggi interlocutori: Antoine Pierre Joseph Marie Barnave.      Di famiglia protestante, fu giovanissimo membro del Club bretone "Benthorn" ed estensore, nel 1790, del primo Regolamento quando il sodalizio prese il nome di "Société des Amis de la Constitution, séants aux Jacobins à Paris".     Solo due anni ancora e il nome diverrà "Società dei Giacobini, Amici della Libertà e dell'Eguaglianza ("Giacobini" assecondando il nomignolo popolare, dal nome del convento Giacobita in cui si riunivano)".
In questo Giugno dell'anno 1794 sono ancora gli amici Giacobini del Barnave, a cavalcare la tumultuosa situazione francese, ma Robespierre sarà decapitato già il 28 Luglio dello stesso anno, e il Barnave, che qui vediamo imprigionato in attesa dell'esecuzione, lo era stato a Novembre del '93. (courtesy of Wikipedia).

Anche le altre Sedi Diplomatiche della Repubblica sono piene di zelo nell'informare i Savj dell'imminente impresa francese contro l'Italia.

Appare una radicale differenza di tono fra i messaggi del Sanfermo e quelli di un altro Diplomatico, che aveva sostituito il Sanfermo stesso presso la Corte di Torino: Giuseppe Maria Giacomazzi.

Da pag. 71:

In più Dispaccj fece egli vedere, che l'antica Politica de' Gabinetti era stata annichilata col nuovo procedere de' Francesi, audaci a tutto azzardare, nel permettersi tutto per ogni via senza riguardo alli doveri, alli diritti, ed alle convenienze de' Popoli: che non era possibile di resistere a tale Torrente senza proporzionar all'azione l'indispensabile forza per contenerlo.
Fece egli conoscere quanto era da temersi l'istituzione di ciò, che venne chiamato "il Propagandismo", diretto a dilatar da per tutto li Settatori de' nuovi pericolosi principj.
Non tacque le trame, e li aurei mezzi adoperati dagli Emissarj, e quanto importava invigilare su' lor andamenti.

Il Giacomazzi non solo partecipa le sue vive preoccupazioni al Senato nella persona dei Savj, ma si spinge fino a perorare nuovamente, come già aveva fatto il Cappello da Parigi tre anni prima, che Venezia si unisca alla Lega che vede ormai coalizzate le massime potenze mondiali contro la Francia.
Ancora il Giacomazzi incita Venezia al riarmo:

Dalle pagg. 71 -72:

Insinuava nel tempo stesso la necessità di tutelare la Neutralità professata con una conveniente forza armata, giacché era un imperdonabile assurdo, una chimera in Politica di professar dominio su quello, che si lasciava praticamente in abbandono alle Potenze belligeranti: e che tale era lo Stato Veneto già aperto agli Austriaci, e pronto ad esserlo anche a' Francesi.

Lo zelo patriottico del Giacomazzi non piace affatto ai Savj congiurati.

Storia di Venezia - Gravembroch si sarebbe ispirato allo Zuliani, molto attivo come mecenate e protettore di artisti, per questa raffigurazione del costume del Bailo Veneziano a Costantinopoli

Il Gravembroch si sarebbe ispirato allo Zuliani, molto attivo come mecenate e protettore di artisti, per questa raffigurazione del costume del Bailo Veneziano a Costantinopoli (courtesy of http://www.visitmuve.it).

Immediatamente quello che Tentori chiama "il Padre della Nullità", il cavalier Girolamo Zuliani, insorge in Consulta "colle più amare invettive contro il Ministro in Torino Giacomazzi, il quale tendeva, disse egli, ad invogliere il Senato in mille angustie, togliendolo dalla sua prudentissima massima di neutralità disarmata, ... e finì per proporre di richiamarlo da quella Corte".
Il Giacomazzi trovò però protezione, se non ascolto, presso alcuni altri Savj, così i Congiurati dovettero accontentarsi di far scrivere una lettera al Residente in Torino dal Segretario Businello, nella quale questo lo informava di quanto il tono delle sue comunicazioni fosse sgradito ai Savj del Collegio.
Il Giacomazzi tuttavia non si uniformò affatto ai solleciti del Businello:

Da pag. 72:

... il Giacomazzi si fece un dovere di prontamente rispondere al Businello, che la sua coscienza, il suo onore, ed il suo amore alla Patria l'obbligavano di rappresentar al Senato le cose, quali comparivano al suo giudizio, che si faceva un carico di niente dissimular al Governo, finchè aveva l'onore di riempir un posto di sua confidenza; ... .

Giacomazzi continuerà sul suo tono fino alla fine del mandato, e per dare più peso alle sue preoccupazioni comunicava attraverso il canale degli Inquisitori, confidando che quella Guardia Repubblicana avrebbe meglio inteso il suo messaggio di quanto mostrassero di fare i Savj di Collegio.
Ingenuamente o superficialmente repubblicano, non aveva considerato che i congiurati avevano messo da tempo il bavaglio al Sommo Tribunale.

Dal canto loro i Savj congiurati si mostrano "sordi alle voci dei Ministri, dell'evidenza, ed agli esempi delle Fiandre, dell'Ollanda, e del Ducato di Due Ponti (2) ", e continuano "immersi nel sopore colla fiducia nella lealtà sleale del Comitato di Salute Pubblica" (pagg. 72 - 73).

Anche il Tribunale degli Inquisitori è tiepido nel temere un'invasione francese. Nonostante i ripetuti avvisi che riceve dalle Corti, ne accenna solo con due Comunicate, ai Savj "ma non con quella forza, ed energia, che meritava l'interessante argomento".

A motivo di questa debolezza, esplicitamente l'Abate cita il fatto che almeno uno degli Inquisitori si trovava nella condizione di essere stato Savio del Collegio, quindi a stretto contatto dei congiurati, nel turno di servizio precedente l'incarico di Inquisitore.

da pag. 73:

... per non divergere da quella funesta opinione, che taluno de' suoi tre Membri avea spiegata, e sostenuta, essendo nel precedente tempo Savio del Consiglio.

Tentori riporta una di queste due comunicazioni in data 11 Agosto 1794, resa in Consiglio dei Dieci, particolarmente interessante per il tono di totale asservimento con cui gli Inquisitori si rivolgono ai Savj di Collegio sin dall'incipit.

Da pag. 73:

Che per un Secretario di questo Consiglio, premessa la secretezza, e dato il giuramento, sia mandato a leggere, e lasciato in copia a' Savj del Collegio per comunicare al Senato, quando, e se ad essi parerà quanto segue.

La comunicazione vuole essere rassicurante: grazie alla vigilanza degli Inquisitori, la situazione veneziana può apparire abbastanza tranquilla rispetto ai tumulti in altre Nazioni europee.

Il Tribunale non può tuttavia occultare al Senato l'alto numero dei forestieri di ogni nazione e di veri e falsi emigranti o esuli, che i provvedimenti di altri Stati hanno fatto rifugiare nei Territori di Venezia.
È possibile che tra questa ridda di viaggiatori, verso i quali il Collegio dimostra larga tolleranza e discrezione, possano sfuggire alle indagini eventuali provocatori e agenti nemici.

Consapevole di questo grave pericolo, il Tribunale confida però totalmente nel Collegio per le decisioni che si dovranno prendere in merito.

I Savj rispondono in data 30 Agosto 1794, "essendo Savio del Consiglio in settimana il N. H. Francesco Vendramin".

Essi trovano inopportuno disturbare il Senato con quelle notizie, che potrebbero richiedere la modifica delle disposizioni vigenti riguardo ai forestieri, e portare quindi scorno al Collegio che tali disposizioni lassiste aveva introdotto.

Detto ciò, la risposta elogia l'operato del Tribunale degli Inquisitori e rinnova il legame di servizio privato che i Congiurati hanno instaurato con quel Tribunale, prima mettendolo in attesa di eventuali nuovi "Consigli" e in chiusura ribadendo la deformità repubblicana del porsi come punto di riferimento del Tribunale per ogni importante comunicazione al Senato.

La porta del Club dei Giacobini, in via St.Honoré a Parigi

La porta del Club dei Giacobini, in via St.Honoré a Parigi (courtesy of Wikimedia).

Da pag. 75:

Che riposando frattanto i Savj medesimi nella piena fiducia de quella costante vigilanza, così felicemente finora esercitata, son certi, che se in avvenir per delle sopravenienti circostanze, ... si rendesse opportune nove disposizioni sulle providenze stabilite in questo argomento, saran comunicati quegli ulteriori riscontri, che relativi ad interni, ed esterni rapporti potesse servir di base a novi Consigli.
Che finalmente sarà sempre egual nei Savj el costante impegno di prestarse per parte propria in ogni tempo, che dal Tribunal rispettabile fosse trovata necessaria anche la loro cooperazion ad oggetti cosi eminenti.


Prendo temporaneo congedo dall'abate Tentori per cercare maggiore chiarezza su un termine che ricorre spesso nella sua narrazione e nei Dispacci: "Giacobino".

Da dove trae origine, quell'Associazionismo capace di espandersi a macchia d'olio in Francia e in tutte le Nazioni Europee? La rete è molto parca di informazioni, sulla "nascita" dei Giacobini, ma ho raccolto alcune note che propongo in una separata pubblicazione.

Umberto Sartori


Note

Nota 1 - Medico olandese cui il Tentori attribuisce l'introduzione della glassa zuccherina sulle pillole farmacologiche http://it.wikipedia.org/wiki/Herman_Boerhaave.

Nota 2 - Era il maggiore dei Domini dell'Elettore del Palatinato, nella zona Centro-Nord-Occidentale dell'attuale Germania.


Storia di Venezia - Udienza del Doge nella Sala del Collegio in Palazzo Ducale a Venezia, quadro di Francesco Guardi, 1775-1780

Udienza del Doge nella Sala del Collegio in Palazzo Ducale a Venezia, quadro di Francesco Guardi, 1775-1780 (image courtesy of Wikipedia)

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