Storia di Venezia

Pagina pubblicata 24 Febbraio 2014

Cristoforo Tentori, Raccolta Cronologico Ragionata
di Documenti Inediti che Formano la Storia Diplomatica
della Rivoluzione e Caduta della Repubblica di Venezia, 1799, XXI

INDICE || Tomo Primo 1788-1796 || Tomo Secondo 1796-1797

   

Storia della Caduta di Venezia , XXI
Sommario Commentato della "Raccolta Cronologica Ragionata..." di Cristoforo Tentori

PARTE SECONDA
Del Progresso della Rivoluzione dal Primo Giugno 1796 al 12 Marzo 1797 (pagg. 173 - 396)

Vai a pagg. 242 - 252 | In questa pubblicazione, pagg. 252 - 262 | Vai a pagg. 262 - 273

|| Va all'Indice degli Argomenti di questa pubblicazione ||

Josephine Beauharnais

Josephine Beauharnais, una donna inquieta e inquietante (courtesy of Wikimedia).

Alle pagine 252 e 253, Cristoforo Tentori traccia un conciso riassunto degli eventi connessi alla Campagna Napoleonica in Italia tra il Maggio e il Luglio 1796.

Dopo la battaglia a Valeggio del 30 Maggio, vediamo l'Armata Austriaca del Generale Beaulieu ritirarsi nelle valli del Tirolo, lasciando Napoleone libero di concentrare le sue forze nell'assedio di Mantova, che era stata però munita di un forte Presidio dal Generale Piemontese Colli.

Il 3 Giugno due divisioni francesi si schierarono in modo da bloccare gli accessi a quella Piazza.

Il 9 Luglio Napoleone aveva richiamato le sue truppe sparse in Toscana e Romagna per concentrarle in Lombardia e su Mantova, "poiché cresceva sempre più la voce, che il celebre Maresciallo Wurmser era per discendere dal Tirolo a levarne l'assedio".

Nonostante i ripetuti assalti francesi fossero inutili e costassero loro ingentissime perdite, essi erano quotidianamente rinnovati e la città continuamente bombardata dalle numerose artiglierie razziate dai Francesi ai Piemontesi, ai Milanesi e ai Veneti.

Il grosso dell'Armata Francese era schierato su una linea da Borgoforte al Tirolo.

A Sud assediavano Mantova e controllavano alcune importanti posizioni sull'Adige, mentre a Nord Massena e Despinoy custodivano le strade di collegamento con l'Austria.
Da pag. 252:

La linea cominciava da Corona, e da Torbole, veniva giù per Salò a Peschiera, e per Bussolengo a Verona, quindi scendeva sino a Marmirolo, ove era il Quartiere del Campo assediante. Era Brescia un punto eccentrico legato con Peschiera, e con altri posti.

Il 28 Luglio Napoleone si trovava in Brescia, dove si era recato per incontrare la moglie, Josephine Beauharnais, giunta a Brescia da Milano in compagnia del Duca Gian Galeazzo Serbelloni.

Si sà che quanto a mondanità, i coniugi Bonaparte avevano gusti assai differenti, così pare che in quella sera Napoleone abbandonò una festa da ballo in onore della sposa per sferrare l'attacco decisivo a Mantova.
Sarà anche un caso ma prima ancora di giungere in postazione d'assedio, fu raggiunto dalla notizia della calata del Wurmser dal Tirolo. (1)

Da pag. 253:

In un batter d occhio i Tedeschi rovesciano i posti de' Francesi, che incontrano per via, ed i Francesi nella loro sorpresa si veggono costretti a levare l'assedio di Mantova.

In un batter d'occhio quindi i "maghi" dell'attacco di sorpresa vengono a loro volta "sorpresi".

Come sia questa sorpresa non si capisce, dal momento che Napoleone aspettava Wurmser, come abbiamo visto, già dal 9 Luglio...

Vediamo qui ancora un chiaro indizio di come le inspiegabili vittorie di Napoleone trovino ragione di essere solo grazie alle decisioni dei "Gabinetti".

Quando un esercito regolare e disciplinato attacca seriamente l'orda ha facile gioco. Non basta il valore disperato degli uomini di Massena, a fermare la macchina bellica Austriaca. In un "batter d'occhio" a Napoleone viene fatto capire chi comanda davvero. (2)

Da pag. 253:

Storia di Venezia - Dagobert Sigismund von Wurmser

Dagobert Sigismund von Wurmser, courtesy of http://www.napoleon-empire.net.

Giunse inattesa la gran nuova a Venezia, e fu accolta con indicibile giubilo del popolo; tanto erasi reso odioso il nome Francese per le continue vessazioni, con le quali opprimevano le Venete Provincie.(3)

Tentori accenna, senza riportarli, ai Dispacci replicati dal Provveditor Generale e dai rappresentanti di Verona, Brescia e Bergamo che con notevole precisione informano il Senato dei cambiamenti intervenuti nella situazione delle Province, passate subitaneamente dalle mani Francesi a quelle Austriache.

Mentre si svolgevano gli scontri in Italia e sul Reno, il Gabinetto Francese cercava di fomentare nemici alla Casa d'Austria. Secondo il Tentori "Il suo disegno era di allearsi col Turco e colla Repubblica di Venezia, cui facevansi grandiose promesse d'ingrandimento di Dominio.".

Da pag. 253:

L'affare s'intavolò a Costantinopoli a' primi dello scorso Luglio, fu pure maneggiato in Madrid dal Principe della Pace,(4) a Brescia dal General Buonaparte col Provveditor Estraordinario Bataja, e finalmente in Venezia dal Sig. Lallement.

Un affare di tanta rilevanza, e che dimostra la costante lealtà, la generosità, e l'ingenua amicizia della Repubblica di Venezia verso l'Augusta Casa d'Austria, deve essere più dettagliato, e noi perciò ne faremo il preciso dettaglio trascrivendo per intero la "Comunicata" degl'Inquisitori di Stato del 5 Agosto 1796.

Temo che qui sia il buon Abate Tentori a peccare di ingenuità sulle motivazioni del comportamento veneziano, ma vediamo con lui la Comunicata degli Inquisitori del 5 Agosto, che verte principalmente su alcuni carteggi del Bailo a Costantinopoli Ferigo Foscari, e che troviamo riprodotti dalla pagina 254 alla 259.

Storia di Venezia - Il Bosforo e Costantinopoli - click per ingrandire

Il Bosforo e Costantinopoli in Età Romana da una stampa del 1784 (click per ingrandire): courtesy of Wikimedia.

Ferigo Foscari, Bailo alla Porta Ottomana con Dispaccio in data 9 Luglio 1796, riporta agli Inquisitori "un breve cenno sulli reiterati discorsi tenuti dal Reis Effendi al Dragomano Ralli"(5).

Il Ministro turco dopo una veloce analisi della situazione Europea sostiene che la grave crisi politica generale dovrebbe indurre Venezia a uscire dalla Neutralità per allearsi con altre Potenze.

Un concetto che, pur con differenti protagonisti, abbiamo visto animare la scena diplomatica Veneziana già nei primi anni '90, con le proposte dell'Ambasciatore Cappello da Parigi, del Sanfermo da Torino e del Fontana da Napoli.

Ovviamente molto diversi gli alleati prospettati nel 1796 dal Reis Effendi. I Veneziani dovrebbero a suo modo di vedere comprendere che "niente meglio può loro convenire d'una alleanza con la Porta, la Francia, e la Spagna.".

Il Bailo fa tradurre al Dragomano risposte che ancora una volta confermano le scelte neutrali del suo Governo e attribuisce alle proposte turche una mera consistenza ipotetica, ma avrà ben presto motivo di riconoscere di essersi ingannato.
Da pag. 254:

Questo Sig. Inviato di Francia mi fece significare ne' giorni decorsi, che desiderava aver meco un secretissimo colloquio, il quale poi anche si verificò in questa Casa ...

Storia di Venezia - Reis Effendi

Reis Effendi, Primo Ministro e Segretario di Stato Ottomano, da: "Raccolta di Stampe, che rappresentano, figure ed Abiti di varie Nazioni, secondo gli Originali, e le Descrizioni dei piu celebri recenti viaggiatori, e degli scopritori di Paesi nuovi"; Venezia, Teodoro Viero, 1783-1791 courtesy of http://ugur274.deviantart.com.

L'Inviato di Francia è latore di una luminosa prova della stima e dell'amicizia che il Direttorio di Parigi nutre verso il Senato Veneziano e la persona del Bailo stesso.
Da pag. 254:

Mi significò adunque di avere ricevuta commissione espressa, e pressante "di esibire alla Repubblica una Alleanza difensiva", nella quale probabilmente prenderanno parte la Porta, e la Spagna.

Secondo il Francese questa alleanza, tesa a limitare lo strapotere delle Corti Imperiali è la sola opzione per Venezia se essa non vuole soccombere nello scontro tra i grandi Blocchi.

Egli ha dunque incarico di appurare tramite il Bailo se il Senato sia disposto a entrare "in secretissima negoziazione" con la Francia, nel qual caso sarebbero conferite le opportune istruzioni e competenze al Ministro Francese in Venezia.

Tali negoziazioni avrebbero prodotto un Trattato "che garantisca non solo in ogni occasione la indiminuita esistenza politica della Repubblica Serenissima, "ma nel procurar altresì alla stessa importanti vantaggi"." (da pagg. 254 - 255).

Vista la stretta concomitanza con i discorsi del Reis Effendi, il Bailo deduce ragionevolmente che Turchia e Francia, e forse anche la Spagna, siano già accordate su un affare che interessa in egual modo tutte e tre le Nazioni, e si attende di subire ben presto ulteriori e più pesanti pressioni da parte della Porta Ottomana.

Segue uno scambio di battute con l'Inviato, che apprendiamo chiamarsi "Verninac" (6).

Il Bailo si schermisce, asserendo che una questione così grave andava portata all'attenzione del Senato attraverso il Ministro Francese a Venezia Lallement oppure per mezzo del Ministro Veneto a Parigi Querini.

Secondo Verninac, invece, la sede di Costantinopoli è opportuna, "dovendo questo Governo avervi un'immediata relazione.".

A suo modo di vedere, inoltre, la questione è troppo segreta per poterne parlare a più persone di quelle attualmente già al corrente.

Nel timore di suscitare le ire del Direttorio, il Bailo si vede costretto ad accettare che l'informazione sia trasmessa a Venezia per suo tramite, a patto che gli venga fatta pervenire dall'Inviato Francese una proposta scritta.

Verninac accetta, e due giorni dopo fa pervenire quanto richiesto. La Nota francese secondo il Bailo "contiene fatti purtroppo veri, come io stesso ebbi occasione di conoscerli nel lungo corso di questo difficile Ministero".

Ferigo Foscari si pone poi il problema di come far arrivare al Senato tale segretissima comunicazione.
Da pag. 256:

Pur troppo, Eccellentissimi Signori, provo un vero rammarico nel sapere, che sono a cognizione della Porta, e di alcuni di questi Esteri Ministri delle recenti Pubbliche deliberazioni, le quali meriterebbero il maggior secreto, e mi si fa credere, che esistino nelle mani del Reis Effendi le Copie.

Non trova di meglio che affidarsi alla Volontà del Cielo:

Voglia Iddio Signore, che a così grave disordine, reso ancor più meritevole della Pubblica vigilanza nelle attuali difficili circostanze, si riesca finalmente di porvi un qualche argine.

"... così grave disordine ... finalmente porvi un qualche argine." Il quadro della "Sicurezza" veneta si intuisce assai più vasto e datato dei due Savj e un Segretario figurati al Civico Podestà di Lovere dal fuggiasco Pobis.

Il Bailo espone i motivi per cui non invierà la Nota e la sua provvisoria risposta ufficiosa per mezzo di un normale corriere espresso veneziano.
Da pag. 256:

... poiché interessa troppo, che non pervenghi questa in ispezialità a cognizione della Corte di Vienna, ... nè sembrandomi cosa prudente di spedire un Espresso; mezzo che potrebbe molto adombrare alcuno di questi Esteri Ministri, li quali stanno molto occulati sulle mie direzioni, reputo assolutamente indispensabile di dovermi prevalere in questo caso estraordinario, e pressante della stessa Posta di Francia.
Mi vi persuado tanto più e per le vicende ... alle quali vanno in ora soggetti li Plichi affidati a quella di Vienna, e perché dovrei in tal caso servirmi della Cifra in una Carta scritta in Idioma Francese ciò che nel tradurla può apportare imbarazzo e confusione.

Storia di Venezia - Incisione dedicata a Ferigo Todero Foscari che raffigura presumibilmente una scena quotidiana nelle cucine della Villa Foscari a Malcontenta

Incisione dedicata a Ferigo Todero Foscari che raffigura presumibilmente una scena quotidiana nelle cucine della Villa Foscari a Malcontenta, courtesy of http://www.lamalcontenta.com, clic per ingrandire.

"Dopo un serio esame" tenuto sulla propria condotta, a Ferigo Foscari "sembra di dover essere abbastanza tranquillo" sull'aver svolto il proprio dovere:

  • Non ha messo in pericolo i "Pubblici Riguardi";
  • ha esibito le intenzioni e i sentimenti del Direttorio verso la Serenissima;
  • offre modo di riconoscere fondatamente le vere tendenze delle Corti d'Europa "ed a qual grado sia nota altrui la vera politica nostra esistenza, e situazione.".
  • Adesso tocca al Senato e ai Savj rispondere ufficialmente sulla questione.

Da pag. 256 :

Pera di Costantinopoli 9 Luglio 1796
Ferigo Foscari Bailo alla Por. Ottomana.

Da pagina 257 a pagina 259 troviamo la Nota del Verninac e la concisa risposta del Bailo.

Stemma di Casa d'Austria, Francesco II

Stemma di Casa d'Austria, Francesco II, courtesy of Wikipedia.

N O T A
"A sua E. Ferigo Foscari Bailo della Repubbl. di Venezia."

La Repubblica Francese non si isola in mezzo all'Europa.
Essa non vuole riportare a se sola le sue Vittorie, e la sua Potenza chiamata a concorrere solidamente alla preservazione della tranquillità generale, alla repressione de' Progetti di alcune Corti ambiziose, allo stabilimento dell'indipendenza politica d'ogni Stato, non resterà ... al disotto dell'onorevole suo incarico.
... senza dubbio deve trovare li Governi interessati al successo, ... , disposti a secondarla; molti di già corrisposero alle generosità delle viste ... .
Essa non può attendere diversamente dall'Augusto Senato di Venezia ed è con piena fiducia che il sottoscritto Inviato Estraordinario avrà l'onore di proporgli ... una "Alleanza fra le due Repubbliche".

È la "natura delle cose" che avrebbe dato a Venezia e alla Francia il medesimo nemico invitandole a unirsi.

Incredibile la faccia tosta del Verninac nell'attribuire agli Austriaci le nefandezze che sono i Francesi a commettere nello Stato Veneto.
Da pag. 257:

Questo Nemico deve essere troppo noto al Senato. Egli è quella Potenza inquieta, e ardita, che ha diseccate le sorgenti della prosperità delle Provincie di Terra-ferma della Repubblica, le di cui mire su queste medesime Provincie non sono equivoche;

Sembra quasi voler essere sincero, il Verninac, e suggerire di distinguere amici e nemici in base alle azioni e non alle parole. In una semplice frase ha descritto l'intero fenomeno dell'avanzata Napoleonica nello Stato Veneto.

Ma le sue parole riferiscono all'Austria, che abbiamo invece visto sinora rispettare la neutralità veneta con assai miglior coerenza dei Francesi.

L'Austria secondo il Francese vuole rubare a Venezia il Dominio dell'Adriatico, e ne ha già invaso la sponda Orientale.

Ma non è la sola Austria, a essere nemica tanto della Francia, che di Venezia che degli Ottomani.

L'altro nemico va identificato nella Corte di Pietroburgo, "che marcia quasi apertamente oggidì alla conquista della parte Europea delli Stati Ottomani", e che mira anch'essa al Mediterraneo mediante la complicità dei Greci.

Se il Colosso Russo dovesse stabilirsi ai Dardanelli, nessuna speranza resterebbe a Venezia di mantenere vantaggiosi commerci marittimi e la custodia di Zante Corfù e Cefalonia.

Da pag. 258:

Quest'è l'Alleanza, che l'è proposta, tanto più desiderevole, che essa sarà veduta con piacere dalla Porta Ottomana, animata dai medesimi principj, su i quali essa sarà fondata, e per la Spagna, che verisimilmente non negligerà di rendersela comune.

Non è compito dell'Inviato Verninac il trattare di questa alleanza, ma solo di saggiare la questione presso il Bailo e fare in modo che questi ne informi il Senato Veneto nella massima segretezza, affinché si aprano le trattative in Venezia con il Ministro Lallement.

Verninac.
Pera di Costantinopoli 17 Messidor Anno 4 della Repub. Francese 7 Luglio 1796.

Segue:

"Risposta Ministeriale fatta dall' Eccell. Bailo all'Inviato Estraordinario della Rep. Francese lì 9 Luglio 1796".

Contiene solo convenevoli. Da pagg. 258 - 259:

L'Ambasciator di Venezia prova la maggior compiacenza nel rilevare ... che il Sig. Inviato ... sia convinto avere esso Ambasciator posto sempre ogni studio ... amichevole corrispondenza tra le due Nazioni ... togliere il più remoto argomento a delle amarezze. Grato Egli ... alli modi pienissimi con li quali il Sig Verninac si compiace di spiegarsi ... poter vieppiù stringere lì politici rapporti tra le due Repubbliche. ... inoltrare senza ritardo al proprio Governo la Nota stessa con precauzione ... conservare il Secreto; ... li sentimenti della più distinta considerazione.

Era forse intenzione del Bailo e degli Inquisitori che tali importantissime notizie e proposte raggiungessero il Senato Veneto, ma di diverso avviso furono i ben noti Savj, che fecero invece mutamente scivolare il carteggio nella famigerata filza delle "Comunicate non lette in Senato".

Anche qui il Tentori non trascura i nomi dei Savj che presero questa decisione infedele verso la Sovrana deliberazione del Senato:

Storia di Venezia - Collocazione sul Bosforo di Pera di Costantinopoli

Collocazione sul Bosforo di Pera di Costantinopoli, attuale Beyoglu, Distretto di Istanbul, courtesy of Wikipedia.

Storia di Venezia - Costantinopoli e Pera in epoca Bizantina - clic per ingrandire

Pera in epoca Bizantina. Qui si raccoglievano la maggior parte degli Europei e le loro Ambasciate (clic sull'immagine per ingrandire); courtesy of http://wwwbisanzioit.blogspot.it.

Filippo Calbo, Antonio Ruzzini, Giacomo Grimani, Zuanne Molin, Daniel Dolfin K., e Pietro Donà K..

Ma a dispetto della segretezza conclamata dal Verninac, al Governo Veneto la medesima proposta arrivò da più lati.

Il Direttorio la avanzò per mezzo del Delacroix al Nobile in Parigi Querini.

Il Napoleone direttamente a Francesco Battaja, "uomo fatto secondo il suo (di Napoleone) cuore".

Anche la Spagna, che ancora dal Verninac veniva data solo come possibile membro dell'Alleanza, ne avanza formale proposta. Il Godoy "Principe della Pace" comunica a ben due Ambasciatori Veneziani, l'uscente Bortolo Gradenigo K. e l'entrante Almorò II Pisani (Federico).

La nota spagnola ricalca i medesimi argomenti di quella portata al Bailo da Verninac.

Gli Ambasciatori sottoscrivono congiuntamente un Dispaccio al Senato per portare a conoscenza dell'importante evento in data 26 Luglio 1796, ma i Savj lo lasciarono giacente, finché il giorno 27 Agosto dello stesso anno riuscirono a ottenere dal Senato stesso una ufficiale conferma della decisione di continuare sul piano internazionale una politica di neutralità disarmata.

Tentori riporta integralmente il Dispaccio Gradenigo - Pisani del 26 Luglio dalla pagina 260 alla 262.

Streghe pronte a volare, Francisco de Goya, 1796

"Streghe pronte a volare", in un "Capriccio" disegnato da Francisco de Goya, pittore spagnolo, proprio nel 1796; da http://www.settemuse.it.

Il Capo di Gabinetto Spagnolo si congratula per le notizie sul riarmo delle Lagune, che egli vede senza dubbio indirizzato a fornire nuova forza all'Alleanza di cui Venezia non può ormai, a suo modo di vedere, fare a meno.

La sua insistenza è determinata dal fatto che la Spagna è già entrata a pieno titolo in questa lega offensiva e difensiva al fianco di Turchia e Francia.
Entrando a farne parte, Venezia si porrà al sicuro da quegli eventi, largamente pronosticabili, che hanno afflitto e affliggeranno gli Stati Europei nemici della Francia (oltre a quelli "neutrali", naturalmente).

A tale pressante richiesta gli Ambasciatori oppongono la loro incompetenza, e assicurano di informarne il Senato nel modo più celere possibile.

Si spendono invece più parole per spiegare allo Spagnolo che il riarmo lagunare non si fa a fine di muovere guerra all'Austria o alla Francia, ma al solo scopo di potersi garantire dagli abusi che le parti in conflitto stanno mettendo in opera sul suolo Veneto, ovvero a difendere la Dominante dalle razzie che già subiscono le Province di Terraferma.

Lo Spagnolo non si mostra molto convinto.
Da pag. 261:

... a suo modo di vedere la Serenissima Repubblica non potrà più restar spettatrice nella gran causa, e ... secondo lui non potrebbe esser mai sollecita abbastanza una determinazione, che le allontanasse il pericolo di esservi suo malgrado obbligata.
Noi ... ci siamo ben guardati, dal prendere alcun impegno, e abbiamo vinto il giorno con quelle generiche frasi ...

Ciò che agli Ambasciatori preme comunicare al Senato è la certezza che è stata conclusa una Alleanza fra Spagna e Francia, e che questo fatto ha già provocato dure reazioni da parte di "Lord Buste" (Lord Bute) (7), Ambasciatore Inglese alla Corte Spagnola.
Questi ha annunciato prossima rottura delle relazioni diplomatiche con la Spagna, mentre l'Ammiraglio Inglese ha rinforzato la flotta e ripreso il blocco navale del Porto di Cadice.

La conclusione del dispaccio è del Gradenigo uscente, che vuole ribadire al Senato le sue precedenti Comunicazioni.
Da pag. 262:

... far conoscere la fermezza dello spirito, che regna in questa Corte; frutto d'un gran sistema sodamente seguito, e che il nuovo stato di cose alle quali la Spagna, ... si appiglia necessariamente, deve obbligare ad una energia che ... conduca alla contemplata risoluzione.

"In questi momenti di tanta delicatezza" il cuor patrio del Gradenigo si sente sgravato, conscio di avere passato a più opportuna Autorità le decisioni necessarie, "sempre più difficili, quanto maggiormente oscura si va facendo la qualità de' tempi.
Sant. Ildefonso 26 Luglio 1796
Almorò Pisani 2° Ambasciator
Bortolamio Gradenigo pr. Amb.
".

Da pag. 262:

Contemporaneamente ai già trascritti Dispaccj di Costantinopoli, e di Madrid pervenne agl'Inquisitori di Stato un Dispaccio del Veneto Ambasciator a Vienna N.H. Agostino Garzoni...

E noi lo leggeremo nella prossima pubblicazione.

Umberto Sartori

Storia di Venezia - Ingresso del Bailo Veneziano a Pera di Costantinopoli

Ingresso del Bailo Veneziano a Pera di Costantinopoli; courtesy of http://www.venicethefuture.com.


Note

Nota 1 - Esiste una ipotesi piuttosto logica che vede Giuseppina Beauharnais rivestire un ruolo importante nel rapporto fra Napoleone e i registi occulti delle sue imprese. L'argomento è lungo e complesso, e lo affronterò forse, con l'aiuto del Signore, in una pubblicazione dedicata più centrata sulla figura di Napoleone. Ricordo qui solo che tra il richiamo di Napoleone dalla prigione ai vertici dell'esercito, il suo matromonio con la Beauharnais e la partenza per la Campagna d'Italia trascorrono solo cinque mesi.

Sono personalmente incline a pensare che Napoleone più volte tentasse di forzare la mano ai suoi "padroni" disubbidendo a ordini che questi avrebbero potuto impartirgli attraverso la Beauharnais, e questa potrebbe essere una di quelle volte.

Cerchiamo di riassumere per punti salienti l'impresa di Wurmser.

  • Wurmser è a capo di una efficente armata reduce da continue vittorie sui Francesi nel fronte del Reno.
  • Wurmser stesso, come già abbiamo visto per il Beaulieu, è praticamente un Generale invitto fino a quel momento.
  • Su questo Generale Wurmser è opportuno forse osservare che aveva cominciato la carriera militare nell'Esercito Francese, ed era passato in quello Austriaco nel 1750, portando con sé le Truppe francesi sotto il suo comando. Wurmser viene secondo Wikipedia battezzato come Cristiano Protestante, ma non posso fare a meno di osservare che a tutt'oggi il cognome Wurmser è proprio di personalità internazionali della religione Israelita (rabbini) e dello Stato di Israele.
  • In pochi giorni il Corpo di spedizione Austriaco si apre la strada fino a Brescia sbaragliando i Francesi che incontra.
  • Il suo Generale Johann von Klenau sorprende la guarnigione Francese di Brescia e cattura Jean Lannes, Joachim Murat, e François Étienne de Kellermann (cfr. Martin Boycott-Brown. The Road to Rivoli. London: Cassell & Co., 2001. ISBN 0-304-35305-1, p. 382; Smith, Battles of "Lonato" and "Castiglione delle Stiviere," p. 119).
    Ancora non ho trovato spiegazione di come questi Generali Francesi di altissimo livello tornino in brevissimo tempo alle loro Armate.
Johann Josef Cajetan von Klenau und Janowitz

Johann Josef Cajetan von Klenau und Janowitz, un altro brillantissimo e valoroso comandante Austriaco che in Italia divenne improvvisamente inetto; courtesy of Wikipedia.

  • Nel frattempo l'altro Generale Austriaco Quasdanovich occupa Lonato (cfr. Frank McLynn. Napoleon: A Biography. New York: Arcade, 2002, ISBN 978-1-55970-631-5, pp 121–123.).
Peter Vitus von Quosdanovich

Peter Vitus von Quosdanovich, ufficiale con oltre quarant'anni di brillante servizio, nelle Guerre Bavaresi e in quelle contro i Turchi. Famoso per avere sbaragliato con una sola Divisione ben due Divisioni della Francia rivoluzionaria nella battaglia di Handschuhsheim. Anche lui vittima della "sindrome italiana"? Courtesy of Wikipedia.

  • Non appena però il Bonaparte toglie l'assedio a Mantova, distruggendo tutte le artiglierie che aveva concentrato in quell'assedio, improvvisamente Wurmser perde verve, coordinamento e senno contemporaneamente.
  • Comincia a perdere battaglie, uomini e rifornimenti. I francesi fanno "prigionieri" interi squadroni, a volte persino più numerosi di loro.
  • Wurmser porta comunque forse 5000 uomini di rinforzo alla guarnigione di Mantova.
  • Napoleone riprende l'assedio, ma questo è molto più blando a causa della precedente auto-distruzione delle artiglierie.
  • L'arsenale Napoleonico viene però ricostituito appunto con le dotazioni dell'Armata Wurmser, ma queste nuove armi vengono piuttosto avviate verso il Tirolo che verso Mantova.
  • Questa spedizione verso il Tirolo corrisponde a un vero e proprio rifornimento dei Francesi da parte degli Austriaci, più volte molte decine di cannoni con tutte le loro carrette vengono abbandonati al Bonaparte, assieme a interi squadroni di Corazzieri e Ulani.
    Questo non è compatibile con l'idea di un vero conflitto. Anche un esercito assai meno collaudato di quello Austriaco, avrebbe fatto saltare i cannoni prima di arrendersi.
    Eppure così non avvenne, come leggiamo nelle lettere dello stesso Bonaparte al Direttorio riportate su http://www.jeanlannes.com/lodi
  • Non trovo ancora documentazione esplicita su cosa accadesse alle molte migliaia di prigionieri.
    Stupisce però il fatto che il numero dei soldati Napoleonici resti sempre pressoché invariato, nonostante le continue gravi perdite in combattimento e per malattie e stenti, noto che Napoleone non riceve alcun rinforzo significativo d'uomini dalla Francia.
    Abbiamo visto dai Dispacci dell'Ottolin che nemmeno i tentativi di reclutamento in Veneto davano buoni risultati, quindi da dove venivano i rimpiazzi, se non dai "prigionieri" Austriaci?
    Soprattutto tenuto presente che di lì a poco sarà nero su bianco a Leoben, che Napoleone "conquista" Venezia in nome e per conto di Casa d'Austria.

Nota 2 - Osservando dall'alto lo svolgersi di questa Campagna d'Italia, vediamo un costante bilanciarsi delle conquiste francesi nella Penisola con degli arretramenti sul fronte del Reno.

Se vale la mia ipotesi di un Napoleone che svolge incarichi per conto delle Monarchie europee e dei Politici Sionisti, incarichi finalizzati sostanzialmente all'abbattimento e al saccheggio della Repubblica di Venezia e dello Stato della Chiesa, è vero altresì che l'avere accettato il ruolo dei Banchieri Sionisti alla regia occulta, non ha spento gli attriti e i conflitti fra le Nazioni e le Dinastie coinvolte.

Napoleone stesso è una forza in gioco ad altissimo livello, e il Buonaparte è indiscutibilmente un Patriota Francese, incline a cercare la propria Gloria soprattutto come uomo della Francia.

Ovvio dunque che alcune sue impennate richiedano delle "variazioni" dalla regia al fine di ridimensionarlo al suo ruolo predefinito di "direttore di scena".

Non escluderei che a muoverlo verso un decisivo attacco a Mantova possa essere stata l'umiliazione inflittagli dalla Beauharnais a Brescia col presentarsi in società in compagnia di quel Serbelloni, noto tombeur de femmes, che presenta buone caratteristiche per essere, o essere ritenuto, uno dei suoi amanti.

Eccone una descrizione riportata dalla ricercatrice Laura Tirelli:

"Gian Galeazzo era un uomo di bell'aspetto,"un cavaliere amabile, pieno di talento, di grazie e scevro da quei pregiudizi che tanto riescono incomodi alle oneste ed amichevoli società" dice di lui in una lettera Caterina Dolfin Tron, procuratessa di San Marco che ebbe con il Serbelloni una fitta corrispondenza tra il 1783 e il 1788. Fu però anche un uomo vanitoso e vacuo, amante della vita mondana, dei salotti alla moda e delle belle donne. Vantò numerose avventure amorose in tutte le città dove i suoi affari lo chiamarono. Impersonò certo lo stile del "Giovin signore" pariniano...".

Nota la personalità della Dolfin sono precisamente queste le caratteristiche di una "amichevole società" secondo l'indole da lei stessa dimostrata. In Venezia per lei furono coniati adagi popolari come: "La Trona la mona la dona" (ella era infatti "Trona" in quanto discussa moglie del losco faccendiere Andrea Tron) e: "La Trona vende el palco più caro de la mona". Per non dire di come diffusamente la descrisse il Segretario di Stato Pierantonio Gratarol, nel suo memoriale teso a difendersi dalla prolungata persecuzione di cui la potentissima donna lo rese vittima.

Se Napoleone avesse, magari con un gesto innescato e potenziato dall'orgoglio ferito, preso anche Mantova, si sarebbe trovato padrone dell'intero Nord-Italia, e questo non poteva piacere all'Austria, che infatti lo terrà tra due fuochi fino a quando non avrà firmato l'accordo di Leoben.

Storia di Venezia - Gian Galeazzo Serbelloni nel 1797

Gian Galeazzo Serbelloni nel 1797, courtesy of http://www.storiadimilano.it.

Solo quando Venezia sarà stata chiaramente battuta e pre-assegnata all'Austria, gli si concederà Mantova.

Storia di Venezia - Gaspard Monge

Gaspard Monge, matematico e Commissario per le requisizioni di Opere d'Arte in Italia; courtesy of Wikipedia.

Storia di Venezia - Manuel Godoy

Manuel Godoy, courtesy of Wikimedia.

Nota 3 - Giova qui riportare un altro punto di vista su quei giorni, ovvero quello di Gaspard Monge, che si trova a Roma quando giunge notizia della sconfitta Napoleonica in atto.

Monge teme per la propria vita, trovandosi con pochi compagni dell'Institut in totale balia del Papa e intento a sottrargli alcune delle Opere che il pontefice ha accettato di cedere alla Francia sotto minaccia di guerra.

Il Monge verrà invece informato prima del Papa stesso sulla estrema transitorietà della disavventura Napoleonica con Wurmser, e vi sono ragionevoli motivi di pensare che tale rassicurazione gli venne per mezzo dell'efficentissima rete di comunicazione delle Comunità Israelite, grazie a quella Comunità in Roma, con la quale aveva costante e affettuosa dimestichezza.

Nota 4 - Si tratta di quel famoso Manuel Godoy, primo Ministro Spagnolo che abbiamo visto protagonista dell'uscita della Spagna dalla Lega di Pilnitz con la mallevadoria del Rocco Sanfermo in precedente pubblicazione.

Nota 5 - Ferigo (Federico) Todero Foscari doveva essere un Patrizio "scomodo" alla cricca dei congiurati e dei corrotti che preparava la fine di Venezia.
Egli fu infatti tenuto a Pietroburgo come Ambasciatore molto oltre i tempi previsti per quella Carica (sette anni invece di tre).
Sono commoventi le sue ripetute richieste di esserne sollevato, per il costo enorme della rappresentanza che doveva sostenere in proprio presso una delle Corti più lussuose e dispendiose dell'epoca.

Quando alfine fu sostituito, venne subito trasferito a Costantinopoli. Era prassi, poiché, tradizionalmente, il Bailaggio di Costantinopoli era una carica che permetteva in breve tempo di realizzare grandi guadagni. Ma non fu così all'età del Foscari, quando in Costantinopoli, ormai, i traffici veneziani erano inconsistenti.

Rimase a Costantinopoli fino alla caduta di Venezia, e si perdono le notizie su di lui dopo il rientro in Patria, dove si cercò anche di incriminarlo e processarlo.

Reis Effendi: Ministro degli Esteri e Segretario di Stato Turco.

Dragomanno: Interprete Orientale presso le Ambasciate Europee.

Nota 6 - Raymond de Verninac-Saint-Maur, Ambasciatore di Francia alla Porta Ottomana, era marito della figlia dell'allora Ministro delle Relazioni Esteriori Francesi, il già più volte citato Delacroix.

Nota 7 - John Stuart, 1st Marquess of Bute

John Stuart, 1st Marquess of Bute

John Stuart, 1st Marquess of Bute, Ambasciatore Inglese in Spagna courtesy of Wikimedia.


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